Istantanea Pier Vittorio Buffa

Un'asta non fa museo

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Volantini delle Brigate Rosse originali messi all'asta. Anche quello con cui i terroristi comunicarono la decisione di uccidere Aldo Moro.
E' notizia che fa discutere perché quegli anni non sono ancora del tutto storia, sono con noi. Chi li ha vissuti è ancora vivo e attivo, diversi brigatisti sono in carcere, le polemiche continuano a dividere.
L'ultima discussione mi è capitata l'altro giorno, il 16 marzo, anniversario del rapimento Moro. Un mio vecchio amico, a quei tempi cronista politico di punta di un grande giornale, mi diceva che bisognava trattare, che fu sbagliato chiudere ogni dialogo. Porto con me il rammarico, mi ha detto, di non aver capito che sarebbe stato meglio fare di tutto per salvare la vita di Aldo Moro. Ma stupidamente, ha concluso, io mi schierai con quanti sostenevano la cosiddetta linea della fermezza.
Abbiamo discusso a lungo, e vivacemente, perché personalmente resto convinto che quella della non trattativa fu una scelta giusta, dolorosamente giusta. Il 9 maggio 1978, quando venne fatto ritrovare il cadavere di Aldo Moro, in via Caetani, fu l'inizio della fine delle Brigate Rosse. I più attenti osservatori lo sostennero quello stesso giorno. I fatti lo hanno poi confermato.

Il mio amico, questa mattina, letta la notizia dell'asta, mi ha chiamato.

"Un'asta non vuol dire che tutto diventa storia, roba da museo. A noi resta il dovere di continuare a discutere e, se serve, dividerci per capire meglio quello che è stato".

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