Istantanea Pier Vittorio Buffa

Terremoto, i twitter-radioamatori

Chi si occupa di informazione e di gestione delle emergenze ricorderà questo terremoto come il terremoto di twitter.

Mai come oggi, 20 maggio 2012, il social network veloce ed efficiente è stato, in Emilia, il vero canale attraverso il quale si è diffusa l'informazione sulle scosse, sulle vittime, sui danni. Con brevi messaggi, foto, video. Prima di radio e televisione. In modo capillare. Grazie a semplici cittadini e a enti pubblici, come diversi Comuni, che si sono mossi in modo autonomo per informare e dare punti di riferimento.

Il tutto autogestito, spontaneo, non coordinato se non attraverso quell''hashtag #terremoto che ha tutto convogliato in un unico gigantesco canale.

Perché la Protezione civile, a tutti i livelli, non è attiva su un mezzo di comunicazione così efficiente? Perché non si organizza per raccogliere, come stanno facendo molti siti di informazione, notizie anche dalla rete? Perché non coordina il flusso di informazioni suggerendo hashtag, contattando cittadini attivi che si trovano in luoghi chiave, filtrando (cioè verificandone la veridicità) e smistando notizie?

Una volta erano i radioamatori a essere efficaci collaboratori nella gestione delle emergenze. Raccoglievano e distribuivano informazioni da posti altrimenti irraggiungibili in breve tempo. Erano pochi e non dappertutto.

I radioamatori di oggi sono decine di migliaia e sono ovunque. Invece delle grandi e costose radio usano il social network  con l'uccellino. Potrebbero essere una rete di supporto straordinaria, mille volte di più dei radioamatori di un tempo.

Ma vanno organizzati, e subito. Ci sono già esperienze all'estero a cui ispirarsi. Basta volerlo, iniziando con il creare un linguaggio comune e condiviso.


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120 commenti 8

  • Max scrive:

    Sono capitato sull' "articolo per caso" e mi auguro che solo lei la pensi come lei. Incredulo. Non sono ancora certo di aver davvero letto quel che ho letto. Decisamente preoccupante un pensiero del genere. Protezione civile che si organizza su twitter? Cioè lei si chiede come mai ancora non si siano aggiornati a questa tecnologia? Ma.. Crede seriamente in quello che scrive? Se si, spero ci creda solo lei.
    P.S. I radioamatori sono tanti, e molto più qualificati di un qualsiasi utente di internet, che magari si diverte a creare caos con profili falsi. Ma poi lei è sicuro che internet e il telefono funzionino in caso di calamità? e se non fosse possibile? cosa le rimane, trasforma l'uccellino di twitter in un piccione viaggiatore? Per INFORMARE occorre prima INFORMARSI.

  • IZ5JLW Lele scrive:

    Certo che i radioamatori possono fare poco (secondo lei, secondo me fanno più di quello che si pensa) ma lei con la tastiera del suo PC fa ancora meno e peggio. Riesce solo a dimostrare di non conoscere minimamente l'argomento di cui tratta.
    Buon lavoro

  • Massimo Lanfranco scrive:

    caro Giorgio,
    scusa se è passato un po di tempo dal tuo post, ma non pensavo che la polemica continuasse così a lungo.
    solo una puntualizzazione:
    non sono un giornalista,
    e ho iniziato con il MORSE nel 1982 ...

  • Fausto scrive:

    Ho letto l'articolo più volte perche speravo di aver saltato la frase " stiamo su scherzi a parte".
    Credo che il buon giornalista dovrebbe essere espulso dal'ordine dei professionisti dell'informazioni, dare notizia di come funziona un soccorso deve essere aggettiva e non favolette.
    Caro Scrittore di favole, informati cosa è il Ragruppamento Radiocomunicazioni Emergenza, informati cosa è ARI RU, ERA ecc.. informati chi installa le prime comunicazioni quando nulla funziona, informati cosa significa il DI.C.MA.C. cosa fà anche nell'immediato. Quando hai capito la scemata che hai scritto spero di leggere un articolo totalmente diverso.
    Ti scrive il Presidente dell'A.Ra.C. associata R.N.R.E.

    ps: si dovrebbe avere rispetto delle persone (anche radioamatori) che in 10 minuti hanno abbandonato mogli e figli per costruire una comunicazione e dare possibilità di comunicare con le varie organizzazioni di soccorso.
    E' facile con giacca e cravatta fare gli splenditi !!!!! , vai in Emilia sporcandoti le mani e capirai tante cose.
    Prosit.

  • Uccio scrive:

    Chi si occupa di informazione e di gestione delle emergenze ricorderà questo terremoto come il terremoto di twitter.
    Perche' il terremoto in questo caso ha risparmiato la rete . Se invece questo non succede twitta quanto vuoi che tanto non ti sente nessuno !
    Twitta twitta che ti passa !

    Saluti

  • Egregio Sig Lanfranco,

    sono spiacente ma lei ha le idee molto , molto confuse.

    Anche fra 10 20 30 anni nulla potrà competere fra un collegamento "diretto"
    fra due radio e qualsiasi sistema di "rete" dipendente da migliaia di apparati
    interconnessi e dipendenti l'uno dall'altro.

    Purtoppo il suo e' il tipico atteggiamento da giornalista, pensate di sapere
    tutto perche' vi lasciano scrivere sui giornali, ma , ahime e senza offesa, spesso
    siete tecnicamente impreparati ad affrontare degli argomenti come questo.

    E la vosra "sicumera" che vi tradisce. partite a 1000, ma non vi accorgete
    che spesso non avete neanche le basi per affrontare certi argomenti.

    Il sottoscritto non fa il giornalista, ma si occupa di Internet e di radio dal 1994,
    quando Internet in italia praticamente non esisteva ancora.

    La struttura " a stella " delle reti pubbliche e' molto vulnerabile.

    Basta un crollo o una mancanza di alimentazione dovuta a un problema qualsiasi
    in un nodo regionale per mettere fuori uso centinaia di migliaia di utenti di telefonia fissa , mobile ed internet. Putroppo anche le BTS ( le celle ) dei cellulari spesso
    sono rilegate alla rete con collegamenti via rame che passano nelle
    centrali Telecom Italia. Da cio ne consegue che un guasto "serio" in una grossa
    centrale per azzerare tutto, da Telecom a WInd, passando per Tiscali, da TIM a Vodafone e H3G.

    SI documenti, e vedrà che per quanto la protezione civile sia arretrata (cosa peraltro non vera) il nostro apporto (come radioamatori) alle loro operazioni e' ritenuto
    ancora insostituibile.

    Rimango a disposizione per qualsiasi domanda.

    Buona serata a tutti.
    Giorgio Barinetti

  • Andrea / IN3HEZ scrive:

    Nelle vere emergenze la rete cellulare non funziona, cosi come telefoni tradizionali e le nostre internet casalinghe. Spesso viene a mancare l'energia elettrica (e la possibilità di ricaricare i telefonini o utilizzare i PC e ADSL).
    Anche funzionasse Twitter (con tutto quel che ci sta dietro, dall'utente ai sistemi di comunicazione globali ed alla piattaforma Twitter stessa) è impossibile moderarla e raccoglierne informazioni attendibili da rilanciare in tempo reale, come in una situazione di crisi sarebbe richiesto e lei propone.
    I Radioamatori sono quelli di ieri e di domani, solo aggiornano le proprie tecnologie e sanno sempre usare - in caso di emergenza - anche quelle semplicissime ma tuttora efficaci del secolo scorso.
    Ciò che non è cambiato è la loro profonda passione ed altruismo, e tutto accompagnato da una professionalità sempre rinnovata.
    Provi a contattare un qualsiasi radioamatore (magari ne ha anche tra i suoi amici :-) e scoprirà un mondo davvero sorprendente: potrà così informarsi anche su quel che fanno i paesi nel mondo più avanzati in termini di protezione civile integrata nel tessuto sociale.
    Cordialmente
    Andrea

  • Massimo Lanfranco scrive:

    @ enrico,
    ecco, il tuo post è perfetto, e la discussione è sempre benvenuta.
    la scelta di usare "dinosauri" aveva proprio l'intenzione di stimolare risposte più simpatiche di alcuni post precedenti.
    per puntualizzare:
    le torri dei cellulari dovrebbero avere 12 ore di generatori,
    ormai esisteste il wi-max,
    i cellulari li puoi ricaricare con i pannelli solari (20 € da lidl) o con un piccolo alternatore a bicicletta (come le radio d'altronde!).
    semplicemente è un mondo un po' nuovo e le rendite di posizione sono sempre difficili da scalzare.

    l'ottimo lavoro fatto per anni dai radioamatori non deve essere dimenticato, ne le radio buttate vie perché possono sempre servire. semplicemente preferisco avere un contatto a banda larga, in cui vedo foto o video del problema da 40 km di distanza, posizione gps del cellulare e nome e cognome di chi mi chiama.

    continuate a lavorare per noi, perché comunque per altri 10 anni ci sarete solo voi in grado di garantire i contatti ovunque.

    buon lavoro, e buon divertimento

    massimo

  • Enrico scrive:

    Quando è nevicato a nord di Roma, lo scorso febbraio, i dinosauri hanno tranquillamente continuato ad assistere via radio persone che erano a casa, isolate dalla neve, in mezzo alla campagna, senza corrente, quindi senza internet, senza luce, senza acqua, visto che la pompa del pozzo funziona con la rete elettrica. Ovviamente i telefoni non funzionavano perchè mancando la corrente, nel raggio di 10 chilometri le centraline telefoniche di intere zone erano in tilt. Per comunicare è bastata la batteria di una automobile, che alimentava un ricetrasmettitore con una antennina sul tetto dell'automobile stessa. Distanza: 40 chilometri. Il guaio di internet appunto è quello: se manca la corrente, o se la linea telefonica di interrompe, non serve a nulla. Gli hot spot, il wifi, servono solo a distanze brevissime. Sempre che siano alimentati. Ammetto che i dinosauri sono un pò suscettibili; ma immagino che quando fai per anni esercitazioni di protezione civile, ci metti il tuo tempo, i tuoi soldi, i tuoi apparati, e lo fai per passione e solidarieta', e alla fine ti danno del triceratopo, un pochetto, ammettiamolo, ti girano le valvole. Ovviamente uso internet che è un formidabile aiuto per la mia attività di ricerca e informazione per me che sono un radio appassionato. Ma sono 30 anni che i radioamatori trasmettono via radio quello che oggi gira via adsl. Più lentamente certo, ma arriva sempre a destinazione. Senza bisogno del telefono. Cordialmente e simpaticamente
    Enrico (IZ0OBR)

  • Massimo Lanfranco scrive:

    caro Pier Vittorio,
    purtroppo la protezione civile in Italia è ferma a 20 anni fa.
    e i radioamatori, nati con il Titanic, sono come i dinosauri dopo l'impatto cometario che li ha estinti ... solo non lo sanno ancora

  • Fio scrive:

    In effetti Internet mit Twitter è incorporata nel Pc come la pappa con il pomodoro; se non fosse che il pomodoro necessita di terra,pianta e contadino; la pappa di terra,grano,etc;per il Pc basta un pirla che paghi acquisto e rete; il soft lo fanno altri,il pc pure e la rete è gestita da altri ancora,il pirla basta che pigi tasti su di una tastiera...ecco,appunto la domanda,basta pigiare i tasti per essere pirla o si è pirla pigiando i tasti? Una volta per essere pirla bastava il taccuino e la penna,ora per essere giornalaioista basta pigiare i tasti.

  • giovanni68 scrive:

    Nell'articolo continuo a non trovare nulla di così terribile da scatenare questa ridda anche con qualche nota di pessimo gusto.
    Non mi sembra che sia stato messo in dubbio il ruolo dei radioamatori nel soccorso e che la comunicazione via radio sia più affidabile in situazioni di emergenza. Nessuno mette in dubbio il fatto che per diventare radioamatore si debba superare un esame. Nessuno mette in dubbio il fatto che un radioamatore è identificabile e affidabile.
    Ma credo sia fuor di dubbio che internet stia cambiando i modi di comunicare, i linguaggi e l'informazione. Forse è sfuggito qualche convegno o dibattito,
    Cito un documento del Joint Research Center dell'Unione Europea.
    http://www2012.wwwconference.org/proceedings/companion/p703.pdf
    Ne risulta che il web 2.0 e anche i social media sono riconosciuti come mezzi e strumenti anche in emergenza. Mezzi che si aggiungono e non si sostituiscono ad altro.
    Esperienze di organizzazione e condivisione delle informazioni utili in emergenza ne abbiamo viste anche recentemente. Non facciamo finta che non sia vero.
    I radiomatori operano all'interno della catena del soccorso e non nella comunicazione con i cittadini. In più la tradizione dei radioamatori non è solo quella del soccorso, era anche quella di una rete di persone che si scambiava informazioni e comunicava . E in questo mi spiace dirlo ma internet ha aperto un mondo e ha moltiplicato utilizzatori e utenti. E' questo il senso che ho dato all'articolo.
    Le rete internet non funziona in emergenza. Forse chi si deve informare non è chi ha scritto l'articolo ma chi ha bombardato di commenti. Documentatevi prima di fare affermazioni assolute e di parte.
    E forse dovreste commentare alcuni articoli e pubblicazioni sui siti di Nazioni Unite, Fema, Unione Europea, Militari e anche della stessa protezione civile. Come mai ci sono tanti documenti e ricerche su internet in emergenza? Ve lo siete chiesti?

  • Gianni i7phh scrive:

    Evidentissimo che chi scrive certe cavolate, non conosce la fragilità delle reti terrestri che potremmo definire "gigante dai piedi di argilla".
    Per quanto possa sembrare antico, la radio ricetrasmittenti classiche sia quelle dei radioamatori che tutte le altre sono insostituibili, nelle emergenze. Nei paesi tecnologicamente arretrati così come in quelli avanzati.

    Sarebbe bello che qualche giornalista si informasse e verificasse meglio e prima , quello che scrive.

  • Davide scrive:

    Spero vivamente che questo articolo sia burlesco, perchè se così non fosse ci sarebbe da preoccuparsi!

    La rete internet è molto più fragile e salta 99 volte su 100 in questi frangenti.
    Pensare di poter coordinare le prime fasi dell'emergenza sulla rete è pura utopia.
    Le apparecchiature radioamatoriali sono affidabili e necessitano di pochissimi minuti per garantire una capillare copertura del territorio.

    Andate a casa di un radioamatore e chiedetegli di mostrarvi come funzionano le radio...
    D.

  • Franz scrive:

    Al momento immediatamente successivo alla scossa è normale che si intasino rete cellulare, telefonia fissa e web perchè tutti vanno a cercare infomazioni e il sistema di comunicazione impazzisce. Cosa che ho sentito che è successa il 29 maggio alle 9:00.

    La radio (radioamatori in primis, e poi i CB) non hanno e non avranno mai problemi: non necessitano di infrastrutture esterne, hanno alimentazione autonoma, l'importante è che la rete degli utenti operi in modo efficiente.

    Twitter può funzionare bene, ma in un secondo momento.

  • Hugo scrive:

    L'ingnoranza non ha limiti !
    Complimenti Rommel ( Volpe del deserto ).

  • paxi scrive:

    Ma lo sai come funziona un collegamento internet? secondo te nelle zone terremotate dell'Emilia i terremotati avevano internet? avevano l'adsl? forse qualche fortunato aveva l'umts funzionante....e pensi di fare protezione civile con il telefonino? mi sa che ti devi documentare bene prima di scrivere cagate simili...

  • Roberto scrive:

    ...Scusa, dimenticavo di dirti una cosa ...su quella forse hai ragione.....magari mandi i messaggi con l'uccellino e legato alla zampetta il dispaccio?...ma và la.....

  • Roberto scrive:

    Condivido con Francesco.....prima di aprire bocca (in questo caso....digitare sulla tastiera) informati del supporto che i radioamatori, congiunti con le autorità e protezione civile, danno e assicurano durante queste tragedie.......se l'uccellino non funziona per cause di interruzioni...non vedo come possa prendere il volo.
    ....le prove sono a portata di tutti, basta vedere con che velocità si agisce.
    Buona giornata....

  • Francesco scrive:

    Secondo me non hai la più pallida idea di chi sono e cosa fanno i radioamatori e a cosa servono in caso di emergenza.

    Informarsi prego.

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