Istantanea Pier Vittorio Buffa

Se Saviano rompe

Fede

Dice Emilio Fede che di Roberto Saviano "non se ne può più". Non varrebbe la pena soffermarsi su un'affermazione del genere se non venisse dopo discorsi simili fatti dal presidente del Consiglio e la decisione del ministro Sandro Bondi di non andare a Cannes perché vi si denigra l'Italia.
Che dire?

Parliamone, anche a costo di essere noiosi e banali.

Parliamone per non assuefarci.

Quindi io dico no, Saviano non rompe. E ben vengano film come quello di Sabina Guzzanti.

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72 commenti 8

  • ulisse scrive:

    A proposito di giornalismo scomodo, io come diceva Totò in un vecchio film con questa legge bavaglio mi pulisco il c...., quindi portatemi le notizie perché continuerò a pubblicarle tutte, come faccio da 30 anni. Un po' di gattabuia che vuoi che sia, può essere l'occasione per dare una ripassatina alla letteratura del 900.

  • Sven scrive:

    Riguardo al comunismo ed al capitalismo...

    ... Marx, con altri, è stato senz'altro un grande pensatore: ma il socialismo "scientifico" autoritario con struttura centralizzata e top-down del potere (concentrato nelle élite di governo), beh, si è dimostrato poi - com'era prevedibile - fallimentare, dato che ha creato nuove dittature di tipo burocratico-militarista.

    Molto meglio, a mio avviso, un socialismo "utopista" (in realtà fattibilissimo, *volendo*) libertario con struttura federale e bottom-up del potere (diffuso tra la cittadinanza), che parta dalla libera volontà della gente (che in tal caso, ovviamente, dovrebbe interessarsi "culturalmente" della propria autogestione: cosa che oggi purtroppo non sembra proprio avvenire).

    Insomma, se ai tempi della prima internazionale - vedi anche http://it.wikipedia.org/wiki/Associazione_internazionale_dei_lavoratori - si fosse dato più retta a Bakunin invece che a Marx (comportatosi allora incredibilmente come un padre-padrone), forse la società di oggi sarebbe migliore.

    Discorsi simili ovviamente si potrebbero fare anche in altri campi.

    OK, basta così (se mi metto a parlare di politica e società, è facile che non mi fermo più): era solo un breve fuori tema per ribadire la mia opinione che una visione troppo economicista della realtà non può certamente essere un buon futuro per l'umanità...

  • Janko01 scrive:

    Vigilante come sempre sei troppo semplicistico. Se io invece dividessi la filosofia con prima e dopo Cristo? Quest'ultimo mi sembra un po' + importante di Marx con tutto il rispetto per il suo Capitale che ci scometto tu non hai mai letto.
    A Maria che si lamenta del nostro approccio alle saggistiche economiche ricordero che i due ultimi ministri del tesoro hanno svolto egregiamente il loro lavoro ed hanno tutto il mio plauso. Lo so, non e importante il riceverlo da parte loro il mio plauso, ma per il mio pensiero lo e`.
    Avrebbero potuto fare meglio entrambi? Certo ma il primo non pote` continuare il mandato per la caduta del governo ed il secondo ha ancora davanti a se` la possibilita` di migliorare.
    Lamentarsi del cavaliere e` doveroso, di alcuni dei suoi ministri un po meno.

  • Alessandro Vigilante scrive:

    Comunque potete citare qualsiasi filosofo, ma la storia della filosofia finora si divide in due epoche, prima e dopo l´affermazione di Karl Marx:

    "I filosofi hanno soltanto diversamente interpretato il mondo, ma si tratta di trasformarlo."

    Karl Marx, XI, Tesi su Feuerbach

  • mariamo9 scrive:

    Comunque, il nostro capo che tutti ci regge ha cambiato il nome di Google in "Gogol", così pronunciato, davanti al leader dell'Egitto e al mondo intero. Che adesso sospetterà che il sig. B sia un analfabeta informatico. E lui che diceva che l'Italia è all'avanguardia nelle nuove tecnologie...O magari non mastica l'Inglese... ma niente paura, due ripetizioni con Mariastella alla scuola delle tre I e vedrete che si rimette in pari.

  • mariamo9 scrive:

    Borsa su...Anzi no, giù....Anzi no, forse...
    A proposito di economia, una bella domanda, involontariamente comica, fatta al premier egiziano da un cronista suo connazionale:"Che vantaggi avranno, i cittadini dell'Egitto, da tanti accordi economici firmati con l'Italia in questo momento?"
    Il microfono si inceppa, la risposta tarda ad arrivare, quando arriva è una non-risposta: "Se non ci fossero stati vantaggi, non li avremmo sottoscritti".
    A proposito di giustizia e G8, l'ultima di Maroni" I condannati resteranno al loro posto, noi siamo solidali". Come sempre, in certi ambienti. Ma può un ministro cancellare l'interdizione dai pubblici uffici che deriva da una sentenza di condanna? Se non ricordo male, pure lui ha avuto qualche noia con la legge, e proprio per comportamenti non corretti coi poliziotti... Si vede che ci ha fatto pace, almeno con quelli tra loro più vicini alla sua particolare idea di legalità...

  • Alessandro Vigilante scrive:

    Che strano, si ricomincia a sentir parlare di un vago “comunismo”, di tasse alle oparazioni finanziarie. Che orrore, ma non erano tutte teorie fallite?

    “...una tassa sulle transazioni finanziarie sarebbe comunque uno strumento utile, tanto che persino il Fondo Monetario si sta orientando su una proposta simile, anche se diversa dalla "Tobin tax" che secondo altri sarebbe preferibile.

    Risolverebbe tutti i problemi? Certamente no. Non solo servono tutta una serie di altre misure (e istituzioni) di regolamentazione e di controllo, ma non intaccherebbe quella che secondo molti economisti progressisti, a cominciare dal premio Nobel Joseph Stiglitz, è la causa prima e lontana che ha fatto evolvere le economie avanzate verso questa crisi, ossia il problema della DISTRIBUZIONE DEL REDDITO.

    A partire dall'inizio degli anni '80 del secolo scorso si è assistito in tutto il mondo a una polarizzazione della ricchezza. La crescita del benessere, più o meno in tutti i paesi anche se in misure diverse, è andata in prevalenza a vantaggio di un numero relativamente ristretto di persone, lasciando al palo, o quasi, quella che una volta era la "classe media".

    Questo ha condizionato tutto il modello di sviluppo e di produzione, orientandoli a soddisfare prima di tutto i bisogni di questi "ricchi sempre più ricchi". Di qui una seire di squilibri a catena, che hanno fatto man mano maturare ciò che ora stiamo vivendo e che sembrano destinati addirittura ad ggravarsi se le cure si limiteranno a quelle che stiamo vedendo mettere in atto, basate su tagli ai salari e alla spese sociali. Più che per il ribasso dell'euro, è di questi problemi che ci si dovrebbe preoccupare.”

    CARLO CLERICETTI, su La Repubblica
    http://www.repubblica.it/economia/2010/05/19/news/perch_scende_l_euro-4190094/

  • Sven scrive:

    Scusate: ovviamente, *fare* - non "afre"...

  • Sven scrive:

    Guardate, tanto per afre un esempio semi-divertente, come ci hanno ridotto gli "economisti":

    http://www.stallman.org/images/cartoon-economists.png

    (e ce n'è di ben peggiori rispetto a quelli "nostrani"!).

    Quindi, è ovvio che dovrebbe contare molto di più la cittadinanza, invece di "esperti" (sic!) che sparano bestialità senza senso.

    Peccato, allora, che la popolazione ormai dica poco o nulla di nuovo, di questi tempi...

  • maria scrive:

    Beati voi! Leggendo i commenti che dicono qualcosa di più degli amici di blog, comincio a capire il perché, di fronte a cose che mi fanno tanto arrabbiare, altri si sentano più sereni. Quando si hanno ancora bambini piccoli, con tutta la vita davanti, e si sente parlare di licenziamenti a voce, scomparsa di opportunità di studio e lavoro nelle nostre Università statali, distruzione dell'istruzione pubblica... Quando si ricorda, ogni giorno, che il loro futuro è nelle mani di un individuo come Tremonti, ieri coi furbi e i debitori ad oltranza , con lo scudo fiscale e le coperture per chi non paga mai, oggi con la maschera del "moralizzatore"...Non si ha il tempo di rileggere saggi, non si ha più voglia di pensare a nulla.
    Mi scuso con tutti, non è un rimprovero, anzi. Vi ringrazio per il lavoro che fate, ogni giorno, studiando ciò che a noi pesa, raccontandoci le cose che non comprendiamo e aiutando tutti ad andare avanti, con gli occhi un po' più aperti. Ma oggi ho il cuore pesante, provo un gran senso di inutilità e solitudine.

  • la formica (sergio) scrive:

    Ringrazio Janko02 che ha raccolto il mio suggerimento e si leggerà Schumpeter; anche il sottoscritto si è trovato a leggerlo a 71anni e mi sono meravigliato di farlo a questa età e con queste prospettive;non ho il dottore del "piazzista" che cerca di farlo campare fino a 120anni e perdipiù recentemente ho avuto un'ictus,ma tutto questo non spegne la mia curiosità e questo lo consiglio a tutti.

  • Sven scrive:

    Ma mica si deve essere per forza d'accordo su tutto: personalmente, per esempio, gli economisti non mi piacciono per niente (tranne qualcuno "illuminato", come chi propone il reddito di cittadinanza); e non credo che, alla fin della fiera, interpretino bene la realtà, che è molto più complessa - ed allo stesso tempo più semplice - rispetto alle loro teorie.

    Nessun problema - si può anche discutere di altro.

    OK, dopo queste (forse troppo) raffinate disquisizioni, torniamo in tema, possibilmente...

    Quindi, a mio avviso, per risolvere i problemi delle varie mafie, camorre, ecc. ecc., occorre principalmente una società più partecipativa dal basso (e non "più stato" nel senso di più istituzioni burocratiche), in modo da creare circoli virtuosi di solidarietà nella popolazione: ma per questo bisogna che ci sia anche libertà di autogestire l'economia: infatti, la dipendenza dal dover trovare un lavoro che altrimenti non c'è - perché lo stato (burocratico) se ne frega e per altri motivi - è uno dei capisaldi su cui campano le varie mafie.

    Certo, nessuno ha detto che è un percorso facile: ma, per esempio, organizzazioni come Libera ed altre mi pare che qualcosa di buono stiano facendo, sebbene ancora non sia affatto sufficiente.

    Poi,s e l'economia cambia anche più o meno spontaneamente, ben venga: ma non ci conterei troppo, sui cambiamenti passivi, senza la partecipazione attiva della cittadinanza, che invece è fondamentale ed essenziale.

  • janko02 scrive:

    Grazie la formica per averci ricordato Schumpeter del quale io personalmente so ben poco anche se ricordo che negli Stati Uniti di lui non si ebbe molta considerazione. Fu ricordato alle volte x i suoi tre principali obiettivi quelli d'essere il + grande economista del mondo, il + grande cavaliere d'Austria ed il + grande amatore di Vienna. Disse, senza precisarlo, che riusci nell'impresa solo in due di questi obiettivi. Credo si riferisse all' arte amatoria ed a quella equestre. Comunque grazie per il tuo suggerimento. Lo leggero` e ti sapro` dire.

  • la formica (sergio) scrive:

    Da cui l’auspicabilità di *volerla* cambiare in senso più umano…
    Caro sven....mi arrendo,auguri e figli maschi.
    p.s. chi visse sperando............... (completalo tu )
    saluti

  • Sven scrive:

    Mai fidarsi troppo degli economisti, comunque: si inventano entità che non esistono di per sé, come il mercato (od "Il Mercato"?): fatto invece, molto più terra terra, di mercanti di ogni ordine e grado, mafiosi e camorristi compresi.

    In fondo, le mafie - illegali e non - esistono solo perché si può fare del "business": quindi, il problema è molto più a monte, nella stessa struttura economico-finanziaria della società in cui viviamo.

    Da cui l'auspicabilità di *volerla* cambiare in senso più umano...

  • maria scrive:

    Se Saviano rompe...la lega ripara. Così, col suo assenso, via libera alla difesa della privacy dei boss e, nauralmente, di tutti gli uomini di tutte le cricche passate, presenti e future. E se da una parte si battono come leoni per tenere in galera fino all'ultimo minuto gli intramontabili e sventuratissimi "ladri di polli", a costo di turbare i sonni di Alf, dall'altra parte sostengono tutti i bavagi possibili alla stampa, ma soprattutto tutti gli ostacoli possibili ai giudici nella ricerca dei veri colpevoli della rovina d'Italia.
    Capisco che Polifemo taccia: probabilmente si vergogna.

  • maria scrive:

    In attesa delle grandi rivoluzioni, il Trentino ci regala una piccola soddisfazione: giù la destra e il pdl, giù anche la destra tedesca. Finalmente, chissà che a forza di parlarne, la gente capisca che la crisi c'è, e da mesi, e che il governicchio si è dilettato, per tutti questi mesi, con le leggi pro-papi, le cacce al clandestino e altre amenità del genere. E adesso ha anche la faccia tosta di presentare ai soliti noti il conto da pagare, con tanto di condono e scappatoie per gli altri. Alla faccia della lotta all'evasione!
    A fine mese si vota in Sardegna, col presidente della Regione, pdl, già indagato per, guarda caso, corruzione e abuso d'ufficio. Chissà che anche qui soffi un bel maestrale e si porti via qualche altro po' di questa spazzatura, che si sono messi in casa facendosi comprare da belle parole, illusioni, bugie.

  • la formica (sergio) scrive:

    Caro sven quel che dicevi,economista o filosofo è
    il famoso economista Austriaco Jhosep Alois Schumpeter teorico della distruzione creativa,

  • Sven scrive:

    Quello della violenza, comunque, è un altro discorso: le rivoluzioni violente - a partire da quella francese, - anche se probabilmente storicamente necessarie ed inevitabili, si sono poi dimostrate fallimentari, a lungo andare, rigenerando quel regime di terrore - sempre in senso lato - che dovevano invece superare.

    E' proprio questo il problema: *superare* lo status quo, andando oltre - non ricrearlo in altri modi per poi ripiombare come prima nei deliri di potere e di denaro...

    Per cui occorre una rivoluzione culturale, prima di tutto.

    Poi, personalmente del capitalismo - che considero obsoleto - non mi interessa un gran che: vivrei molto meglio in un mondo senza denaro, dove si vive e si lavora per il proprio ed altrui benessere (comune) invece di sopravvivere in una guerra tra poveri, come purtroppo spesso accade oggi.

    Poi, se il capitalismo si può rigenerere e cambiare spontaneamente - à la Fenice - in forme più umane, come dice il tuo economista (o filosofo?), tanto meglio: ma basta che sia presto, anzi prestissimo - e non tra secoli...! ;-) :-)

  • la formica (sergio) scrive:

    Difficile uscirne, da una situazione del genere, senza una rinnovata coscienza tra la cittadinanza…
    Caro sven,mi voglio ripetere (campa cavallo che l'erba cresce )
    Mi hai confermato che dietro la più bella teoria c'è l'essere umano che poi alla lunga rovina tutto.
    Quel che cerco di spiegare,teoria per teoria,è che veramente ( e molti segnali inducono a pensare questo) sarebbe bene provare a dare fiducia a quella teoria di Schumpeter che dice il capitalismo in crisi ha la capacità di superare se stesso trasformandosi in altra cosa molto vicina a se ma più tollerabile perchè rivoluzione si ma non violenta

  • Sven scrive:

    ... "Preso atto che la critica più vera del capitalismo è quelle dovuta a Karl Marx [...]": però, il marxismo-leninismo si sbagliò clamorosamente, per esempio, nella previsione della dittatura temporanea del proletariato (che divenne dittatura ad oltranza dei burocrati di partito) e nella dissoluzione spontanea dello stato (che invece divenne una tirannia, degenerando nello stalinismo e nel burocratismo più bieco).

    A mio avviso, disse molto meglio il principale avversario contemporaneo di Marx, il libertario Bakunin: "Siamo convinti che la libertà senza socialismo è privilegio ed ingiustizia, e che il socialismo senza libertà è schiavitù e brutalità." Ovvero, praticamente tutta la storia del Novecento - comprese le varie folli dittature (sia nazifasciste che "comuniste reali") - prevista e condensata in una breve frase.

    Oggi, ovviamente, siamo in una condizione più vicina alla libertà senza socialismo, piena di privilegi impropri ed ingiustizie devastanti, in tutto il mondo (anzi, altrove spesso è molto peggio che qui)...

    Poi, bisogna considerare anche lo stato, che in condizioni di instabilità economica degenera inevitabilmente verso la dittatura (vedi, a suo tempo, il fascismo): anzi, si potrebbe dire che la "connection" tra stato ed economia finanziaria (e/o imprenditoria degenerata) è una delle origini di tutte le mafie - in senso lato - odierne (e passate).

    Per non parlare della chiesa, anch'essa un'istituzione totale ed immobilista, per così dire.

    Difficile uscirne, da una situazione del genere, senza una rinnovata coscienza tra la cittadinanza...

    (Scusate il parziale fuori tema: ma mi piaceva cercare di affrontare un po' le possibili origini prime - per così dire - di tutte le mafie, sempre intese in senso lato.)

  • maria scrive:

    "O la borsa, o la vita", recitavano i mitici banditi del West nei loro assalti. Eterno dilemma, di stringente attualità, e non solo per la crisi economica in atto. Anche il Vaticano è ad un bivio: sceglierà ancora una volta il segreto, come già rovinosamente fatto sulla pedofilia, o si deciderà ad aprire le porte dello Ior ai magistrati italiani che cercano i tesori della "cricca"?
    E che sia in gioco la vita stessa delle Istituzioni pontificie è chiaro, malgrado la bella giornata di ieri, molto raccontata in tv, con la folla a Roma in sostegno al Papa. In realtà, nelle chiese sparse sul territorio nazionale, la fiducia nel Vaticano è ai minimi storici, la disaffezione religiosa in crescita, le critiche interne non si placano.
    O la borsa, o la vita. Tertium non datur.
    Intanto stamattina, mentre la mia sveglia suonava, due ragazzi morivano in Afghanistan, saltando in aria su un ordigno. Non era ancora chiara la notizia, che già il leghista di turno ci metteva il cappello, facendone uno slogan populistico dei soliti "Vogliamo capire se ne vale la pena". Geniale, da parte di un partito al governo che, comunque, farà solo ciò che serve a restare al potere, perseguendo i propri fini a svantaggio di chiunque, primi tra tutti gli uomini del Sud, che in gran numero partecipano alle missioni italiane all'estero.
    Loro, i leghisti, tra la borsa per sé e la vita degli altri, hanno già scelto, e non cambieranno idea. Però, se si riparmiassero certe "uscite", la cosa sarebbe, tutto sommato, meno evidente...

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