Istantanea Pier Vittorio Buffa

Non dire no

Non bisogna dire no a scatola chiusa alla riforma della giustizia presentata dal governo. Anche se la tentazione di sottoscrivere la posizione di Massimo D'Alema (prima Berlusconi si dimetta, poi si potrà discutere di giustizia) è molto forte.

Bisogna entrare nel merito, ciascuno di noi e ciascuna parte politica, per dire e dirci se e come dovrebbe cambiare la giustizia secondo noi. (La Bicamerale del 1997 - presieduta da D'Alema - aveva approvato un testo che naufragò insieme a tutto il lavoro della Commissione quando Berlusconi "rovesciò il tavolo" e che per chi è interessato potrebbe costituire un'interessante lettura).

Tre punti su cui discutere.

Giudici e pubblici ministeri. Giusto eliminare l'eccessiva contiguità, giusto differenziare in modo netto le due carriere. Ma il pm non può diventare un funzionario trasferibile che esercita l'azione penale secondo le direttive del Parlamento e, quindi, della maggioranza di governo. Se non si salva questo principio salta la separazione netta tra i poteri e ci si incammina verso una china molto pericolosa. Il punto di equilibrio che venne raggiunto in Bicamerale (articoli 117-128) e sottoscritto, allora, anche da Forza Italia (l'unica relazione di minoranza fu quella di Rifondazione comunista) è un'ottima base di discussione. Anche perché, tra le altre cose, prevedeva che tutti i magistrati, all'inizio della carriera, dovessero essere giudici per tre anni. Questo al fine di acquisire quella che allora veniva chiamata "cultura giurisdizionale", patrimonio indispensabile di chi è chiamato, anche come pubblico ministero, a incidere sulla libertà personale dei cittadini.

Responsabilità personale. Se il giudice, o il pm, commette reati nell'esercizio delle proprie funzioni è già perseguibile. Nel progetto del governo si parla di responsabilità civile dei magistrati al pari degli altri funzionari dello Stato. Facile essere d'accordo: che il giudice paghi come il medico. Ma ciascuno immagini per un momento di essere un giudice che, in base al proprio libero convincimento, deve decidere se una persona è un assassino o no, un ladro o no. Peserebbe o meno sulla formazione del proprio libero convincimento dover pagare di tasca propria? Quanto? Non sarebbe più giusto che gli errori invece che sul patrimonio incidessero solo sulla carriera lasciando allo Stato il compito di ripagare i cittadini vittime di ingiustizie?

Disciplina. Corretto prevedere che non sia l'organo di autogoverno della magistratura, il Csm, a prendere provvedimenti disciplinari nei confronti dei magistrati. L'aveva previsto la Bicamerale, lo prevede in una forma decisamente più accentuata la riforma presentata dal governo.

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111 commenti 8

  • ?James scrive:

    The pattern of headers and stretchers employed gives rise to different bonds such as the common bond (with every sixth course composed of headers), the English bond, and the Flemish bond (with alternating stretcher and header bricks present on every course). http://8tracks.com/arielpz2

  • anonimo_abruzzese scrive:

    Cara Sig.ra (Lavandaia), io sono per i tagli alla spesa. Bisogne spendere meno e investire quei risparmi in sgravi per il lavoratori dipendenti che sulla busta paga prendono troppo poco rispetto a quello che costano. Quindi bisogna capire che serviranno anni di sacrifici di tutti, lei compresa. Lo stato è troppo invasivo in alcune cose (imprese, tasse, ecc,,) e poco in altre (prezzo materie prime, carburanti, sicurezza, immigrazione), deve riequilibrarsi. Tutto qua.

  • alessandro vigilante scrive:

    non c´é verso, questo commento non é accettato, boh? Non immaginatevi niente di strano, un normale commento, ma non va...

  • alessandro vigilante scrive:

    Questo era il testo del commento che - postato piú volte - non era accettato. Spero che ora lo sia, credo si sia trattato di banali problemi tecnici.
    Ringrazio Lavandaia per la solidarietá,

  • alessandro vigilante scrive:

    ERA FINITO NELLO SPAM, non so perché, ma mi scuso

    Questo era il testo del commento che - postato piú volte - non era accettato. Spero che ora lo sia, credo si sia trattato di banali problemi tecnici.
    Ringrazio Lavandaia per la solidarietá, ma mi vedo costretto a contraddirla sulla questione della dedica di localizzazioni civiche.
    Vicolo delle lavandaie
    Un posto molto caratteristico di Milano che trasuda la storia di tutti i giorni della Milano che non conosceva le comodità della lavatrice è il Vicolo delle Lavandaie.
    Si trova lungo il Naviglio Grande e ancora oggi è possibile ammirare l'antico lavatoio dove le massaie milanesi venivano a lavare a mano il loro bucato.
    Lo si può ammirare presso i navigli milanesi e qui http://www.milanofree.it/milano/monumenti/vicolo_delle_lavandaie.html
    In ogni caso, tornando alle cose serie, per onorare la serena moderazione suggerita, tenteró di soprassedere alle costanti provocazioni personali di cui sono costretto ad essere oggetto, nella piú completa indifferenza di chi avrebbe la responsabilitá di orientare e moderare questo blog, dargli un indirizzo, altrimenti continuerá ad essere un altro strumento di questa pratica inquinante della nostra attuale convivenza: la MACCHINA DEL FANGO.
    Chiedo al Sig. Buffa semplicemente che si distanzi da questa maniera di fare "informazione" e di concepire una falsa "libertá di espressione", che altro non é che diffamazione coperta da vile anonimato, e che non collabori ad alimentare attitudini violente e pollutive delle relazioni umane.

  • Lavandaia scrive:

    Se Polifemo pensa queste cose di Craxi, cioè che fu ladro e latitante, ha ragione Vigilante a considerare offensivo il paragone. Comunque, venendo l'insulto da un Polifemo, va preso per quel che vale, così come ho scritto sopra.
    Il clima di insulti e intimidazioni che regna nel Paese si riflette , evidentemente, nei blog. Il che, dispiace dirlo, squalifica profondamente chi vi scrive, indispone chi legge e non porta a nulla, se non a tirare fuori il peggio che tutti, purtroppo, abbiamo dentro. Per ora, sospendo la partecipazione alle discussioni. Vi leggerò, come sempre, con tanto affetto. Mi dispiace molto che proprio oggi, festa dell'Unità nazionale, anche nel nostro salotto si siano viste cose che, fatte le debite differenze, riflettono il clima di aggressione reciproca, con le offese leghiste al tricolore e il rifiuto in parte del Paese di celebrare quell'Unità che comunque, come bene ha ricordato il Presidente, ha arricchito e fatto progredire TUTTA l'Italia.
    Certo, chi fece l'Italia e chi la rifondò dopo il Fascismo, facendone un Paese di democrazie e di libertà, ebbe la capacità, conservando le differenze di ideali e punti di vista, di vedere quale fosse il bene comune, mettendolo al disopra di beghe e faziosità inutili. Ma etra altra gente, altra politica, altra cultura, altro senso della dignità e della responsabilità. L'Italietta doi oggi, ignorante, aggressiva, razzista, qualunquista, cieca priva di decorto non è più in grado nemmeno di capire cosa ciò abbia significato. E infatti, durante il discorso del Presidente, c'era chi pisolava, chi non c'era, chi guardava nel vuoto con l'espressione di colui che aspetta la fine della predica per andare a mangiare.

  • alessandro vigilante scrive:

    Ho trovato molto interessante l´esposizione seguente del concetto de: L´utopia dello struzzo.

    “Il Giappone è lontano”. No, il Giappone è qua. Intanto, perché fra un anno probabilmente dovremo stare più attenti all’acqua che beviamo, all’insalata che mangiamo e così via (e già c’era da stare attenti prima). Poi perché la crisi economica (l’economia è mondiale) sarà tremenda e la pagheremo, anche qua, noi semplici cittadini. E poi perché il modello Giappone (con molta più rozzezza e intrallazzo, all’italiana) è esattamente il nostro, quello in cui viviamo: comprarsi più giocattoli, fregarsene della natura, manganellare i poveri, sedare con chiacchiere e botte le spaventate proteste (“Che avvenire ho?”) dei nostri figli. Illudendoci che funzioni, che vada avanti.

    L’utopia dello struzzo: testa sotto la sabbia, chiappe all’aria, convinto che il pericolo è lontano e che tutto va bene.

    Non serve una “svolta politica” (certo che serve, e subito: ma non basta). Ci vuole proprio una svolta di sistema. Socialismo, buddismo, impero Ming? E che ne so: io voglio semplicemente salvarmi la pelle, e voglio non essere pisciato addosso nella mia tomba da mio nipote – se sopravviverà e se ci saranno ancora delle tombe. Voglio che cambi parecchio, e non solo alla superficie, e anche alla svelta. La mia vita, e quella del mio nipotino, non può restare in balia di pazzi politici, terremoti, multinazionali ciniche ed economie senza controllo. Per i terremoti non ci possiamo far niente. Ma per il resto sì, e dobbiamo sbrigarci perché c’è poco tempo.

    Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03/16/lutopia-dello-struzzo-e-chi-ci-bagna-il-pane/97968/

  • alessandro vigilante scrive:

    Nucleare: contrordine della Presigiacomo.
    "E' finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate. Bisogna uscirne ma in maniera soft. Ora non dobbiamo fare nulla, si decide tra un mese".

  • alessandro vigilante scrive:

    tento di inviare un commento piú lungo ma non lo accetta, problemi tecnici credo (spero)

  • alessandro vigilante scrive:

    forse c´é un limite al numero dei caratteri se questo commento appare

  • Vigilante, a cosa si riferisce?

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