Istantanea Pier Vittorio Buffa

Bastava un poco di zucchero

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(nella foto Stefano Cucchi con la sorella il giorno della nascita del nipote)

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12 commenti 8

  • emma5 scrive:

    oggi pomeriggio, mentre passeggiavo per le vie della mia città, mio malgrado, monopolizzata dalla lega lombarda, mi sono ritrovata costretta a subire una scena alquanto racappricciante: un poliziotto stava minacciando di aggradire un ragazzo, visibilmente distrutto dalla droga e provato da un'esistenza drammatica. Non ho resistito, al comportomanento insopportabile del poliziotto ho reagito urlando contro di lui, ingiungendogli di non continuare oltre perchè, sempre urlando a squarciagola, mi sarei proposta quale testimone oculare, qualora gli avesse fatto del male. Ho temuto chen il poveretto potesse finire come Stefano Cucchi e molti altri. Ebbene, il poliziotto ha tentato di mettermi a tacere, ricordandomi che "se anch'io avessi avuto un figlio drogato come quello" l'avrei menato. Il poliziotto non è a conoscenza che se non può essere un diritto del genitore quello di menare un figlio in difficoltà, per lui, è abuso di potere? Sono soddisfatta di aver reagito in quel modo perchè il poliziotto, sentendosi controllato, ha smesso di strattonare e maltrattare il ragazzo. Però, nessuno dei cittadini, accorsi a vedere l'accaduto, s'è degnato di schierarsi con me, anzi, tutti, in coro, hanno sostenuto che il giovane meritava "una mano di botte" visto che dal mattino importunava la gente e soprattutto l'andirivieni delle eleganti boutique del centro. Il diverso, il matto, il drogato va eliminato perchè di troppo disturbo alle coscenze dei perbenisti e moralisti di una città arrichita come la mia. Mi sono sentita sola in questa mia città e malinconicamente arrabiata di fronte a tanta cecità e stupidità. Sono a chiedermi, preoccupata, dove sarà quel ragazzo che stava per essere malmenato. Sarà in qualche ospedale a ricevure le adeguate cure o sarà in caecere, a rischiare la stessa fine del povero Stefano Cucchi? Quanta amarezza in questa città del nord!

  • francesco scrive:

    Brava Maria.
    Finalmente una che dice pane al pane e vino al vino.

  • maria scrive:

    E poi, se vogliamo pignolare, Scajola c'entra pure per un altro motivo: essendo stato recluso 70 giorni a S. Vittore, per un errore giudiziario di sicuro, come quello che oggi è sulla stampa nazionale, non mi risulta sia stato picchiato, sbattuto in ospedale senza permettergli di parlare con un avvocato, infine ucciso. Infatti è uscito dal carcere e ha ripreso una brillante carriera, incurante degli incidenti di percorso con la Giustizia che, a quanto pare, sono inevitabili per un ministro che abbia titolo a presentarsi con la coscienza pulita nell'Italia di oggi.
    Per il resto della brillante carriera, tutti i dettagli su Wikipedia. Ci ho scoperto cose molto carine, che mi hanno finito di rovinare una giornata non proprio brillante.

  • ulisse scrive:

    Ragazzi, perdonate la divagazione sportiva ma il lunedì ci può stare. La premessa è che da italiano e amante del bel calcio spero tanto che l'Inter vinca la Champions, ma per lo stesso motivo ho considerato una vergogna i fischi indirizzati dai tifosi della Lazio verso il loro portiere, solo perché stava facendo il suo dovere in campo. L'Italia è anche questa, il berlusconismo il suo figlio migliore. C'è da rassegnarsi?

  • maria scrive:

    Caro Janko, per me, quando in una questura viene picchiato un fermato, la cosa grida vendetta, semplicemente perché la questura rappresenta in quel momento lo Stato. E lo Stato non picchia, non tortura, non si vendica. Almeno non uno stato democratico e civile. Che poi il discorso su Scajola sia fuori tema, non mi pare. Perché vedi, se a chi ha il potere è permesso di rispondere col silenzio e l'arroganza di leggi sempre a favore anche di fronte a situazioni insostenibili, mentre chi il potere non ce l'ha deve cominciare a temere la polizia, inerme di fronte alle "iniziative" di singoli zelanti punitori di Stato, c'è qualcosa che , obbiettivamente, grida vendetta.
    Se invece si assume una volta per tutte come stabilito il concetto che l'Italia non sia più Paese democratico e civile, allora si può passare sotto silenzio qualunque tipo di indignazione. Tutto sarà lecito alla maggioranza di turno e, se mai dovesse cambiare il colore di tale maggioranza, varrà lo stesso principio. E' una storia che abbiamo già visto sotto il fascismo, quando chiunque entrasse in galera, per qualunque motivo, cessava di essere un problema per i "garantisti alla Janko". "Se sono lì, vuol dire che hanno fatto qualcosa, peggio per loro". E valeva anche per gli Ebrei nei lagher, la formuletta tranquillante del perbenismo comodo di gente come quella che, oggi, sbandiera il suo disprezzo per la droga (grazie al Cielo),accostandola però ai transessuali (e questa è incitazione all'omofobia e al razzismo)e, naturalmente si guarda bene dal parlare di soldi, di corruzione, di competenze e di responsabilità, anzitutto di chi rappresenta lo Stato. Tutte parolacce brutte, agli occhi di chi esercita il potere, e lo vuole comodo, di manica larga, senza sguardi indiscreti di pignoli che si preoccupino di come sono messe le galere, di come si difenda la dignità di chi obbiettivamente ha commesso errori, ma che, altrettanto obbiettivamente, resta un uomo dotato di diritti inalienabili. Te lo ricordi, caro Janko, come finì il fascismo? Nella folla di Piazzale Loreto non mi pare siano venuti fuori garantisti della dignità degli uomini che venivano oltraggiati e appesi dopo morti, come bestie. Avevano imparato benissimo la lezione che il fascismo stesso aveva ben inculcato, con le esposizioni dei corpi di partigiani e relative parate. Infatti, caro Janko, quella che prese a calci il cadavere del "suo" duce era una folla fascistissima, che più fascista non si può. Solo, affamata, delusa, sconvolta, pronta a cambiare colore e bandiera. Ma certi modi di pensare non si cambiano.
    Questo era il discorso che volevo fare, in difesa della dignità e dei diritti di TUTTI coloro che, per qualsiasi motivo, con qualsiasi imputazione o colpa, varcano la soglia della casa dello Stato. Per me, hanno diritto di incontrare LO STATO, e non quattro o cinque picchiatori in divisa.
    Naturalmente, può darsi che mi sbagli, ma sono in ottima compagnia, perché credo che la Costituzione e le leggi italiane siano del mio stesso parere.

  • Janko01 scrive:

    Cara Maria come sempre, ami andare fuori tema. La legge va rispettata da tutti, chi ha mai detto il contrario? Non esiste il preferisco che venga data maggior impunita` ad un ladro di stato ne' ce ne frega tanto se chi ci rappresenta sia un corrotto o meno, tanto l'abbiamo votato noi sapendo che lo era. Gli italiani a maggioranza votarono Berlusconi, il + corrotto di tutti. Io non scrissi di distinguo, ho semplicemente chiarito che ci sono state e ci sono morti di altri che gridano + vendetta di codesta. Ma se vogliamo focalizzare la nostra attenzione solo su di essa ingigantendola, ben venga la nostra premura, sara` il classico segno che ci meritiamo di essere governati da chi oggi si trova a Montecitorio.

  • Alessandro Vigilante scrive:

    maria: "Cominciamo ad essere stufi della prepotenza di chi, non riuscendo a mettere fine ai grossi e grossissimi crimini se la rifà coi più deboli."

    BRAVA MARIA! Le parole giuste. Anche questa volta.
    Indignazione.
    Umanitá.
    Resistenza.
    Dignitá.
    Speranza.

  • maria scrive:

    A proposito di legge e di pensieri, siamo autorizzati a preoccuparci di sapere dove prendano i ministri i soldi per farsi le "casette", o anche su questo dobbiamo soprassedere? Possiamo preoccuparci di sapere se chi ci rappresenta sia o no un corrotto? E si può accettare che qualcuno sia ucciso impunemente, in certi casi? Perché, se così fosse, preferirei che venisse data maggiore impunità a chi fa fuori un ladro di stato, che ha danneggiato TUTTI piuttosto che un drogato che ha fatto del male soprattutto a se stesso. Cominciamo ad essere stufi della prepotenza di chi, non riuscendo a mettere fine ai grossi e grossissimi crimini se la rifà coi più deboli. Il rispetto della vita delle persone e dei loro diritti, caro Janko, non è subordinato alla loro maggiore o minore onestà, è dovuto a tutti. Se si cominciano a fare distinguo, le conseguenze possono essere imprevedibili e molto gravi, soprattutto per chi, agli occhi della gente comune, rappresenta la casta degli intoccabiili, dei potenti, di coloro che si pongono al disopra della legge.

  • la formica (sergio) scrive:

    Caro ianko02,ma non ti pare che in questo caso c'entri anche la legge con i suoi strumenti ?Cosa dici ci vorrà una legge per combattere gli strumenti coattivi di questa legge ?

  • janko02 scrive:

    Ci sono tante morti di persone migliori di questo povero drogato che gridano vendetta. Perdere il nostro tempo a commentare codesta non vale la pena. Che ci pensi la legge, noi per favore, pensiamo ad altro.

  • maria scrive:

    Una brutta storia, che dimostra ancora una volta che, nelle patrie galere e nelle questure, c'è qualcosa che non funziona. Sulle morti di ospedale abbiamo sentito, anche di recente, la drammatica storia di un paziente deceduto perché tenuto legato giorni, senza potersi muovere, senza che i parenti fossero informati della situazione, e si badi, non detenuto. Semplicemente, in quel momento, non in grado di intendere e volere.
    Nel caso di Cucchi, forse, più che zucchero, ci sarebbe voluta un po' di umanità. O, più semplicemente, il rispetto dei diritti di una persona. Ma quando sei malato, magari di mente, o carcerato, o straniero, nel nostro bel Paese, può capitare che non ti considerino una persona a tutti gli effetti. E lo zucchero non addolcisce la pillola.

  • ulisse scrive:

    C'è da chiedersi quante altre morti simili sono passate sotto silenzio nelle ns carceri o magari in un ufficio della questura. Il metodo è quello, gli addetti ai lavori lo sanno bene. Per non parlare della vergogna del G8 di Genova.

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