Sarebbe ragionevole e sensato che...
Che noia, viene da dire, sentire ancora parlare di riforme istituzionali, di repubbliche presidenziali e sistemi elettorali. Stessi discorsi di sempre mentre i veri problemi sono la crisi, il lavoro, il futuro dei nostri figli.
Vero. E bene si fa a sinistra a dire che prima di tutto vengono i problemi reali e la vita delle persone. Ma non basta perché il gioco sulle riforme sta diventando duro e rischia davvero di cambiare i connotati del nostro paese. Senza entrare troppo nei dettagli è facile capire che un presidente eletto direttamente dai cittadini, come stanno ipotizzando Berlusconi e la Lega, dovrebbe essere inserito in un contesto istituzionale equilibrato che sappia controbilanciarne il potere mantenendo efficacia alla sua azione. Altrimenti ci ritroveremmo in una sorta di repubblica plebiscitaria.
Il gioco quindi è duro, non ci sono dubbi. E quando il gioco è duro bisogna giocare d'anticipo e non di rimessa. Al rialzo e non al ribasso.
Sarebbe ragionevole e sensato che le forze di opposizione, partito democratico in testa, elaborassero un proposta comune chiara, semplice ed efficace su come vorrebbero l'Italia del futuro. Spiegabile in poche parole e comprensibile anche da chi, alla parola riforme, volta pagina o cambia canale. Ma non tra mille distinguo e sottoipotesi. Solo due-tre punti intorno ai quali coagulare consensi e con i quali andare a un eventuale confronto con l'attuale maggioranza. O, se sarà inevitabile, allo scontro.