Istantanea Pier Vittorio Buffa

E ora un decreto per abolire il divorzio

Io non so se davvero le centrali nucleari sono diventate super sicure.

So però che non è stato risolto il problema delle scorie e che il vantaggio economico di produrre energia elettrica con il nucleare è tutto da dimostrare.

E so un'altra cosa. Che nel 1987 gli italiani hanno detto no, con un referendum, alle centrali nucleari.

Ecco, mi sarebbe piaciuto che prima di annunciare l'accordo con la Francia qualcuno avesse spiegato se e perché quel referendum non è più valido, quali sono le ragioni che hanno indotto a fare una cosa diversa da quella che decisero gli italiani. Insomma prima di stringere la mano a Sarkozy forse Berlusconi avrebbe dovuto parlare ai suoi cittadini.

Non foss'altro per rispetto verso una pronuncia referendaria.

Altrimenti domani potremmo trovarci con un bel decreto che abolisce il divorzio. E i giuristi potrebbero argomentare: è un referendum vecchio, le cose sono cambiate, il parlamento è sovrano...

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11 commenti 8

  • pino contento scrive:

    Sul divorzio credo sia una sciocchezza abrogarlo. Non che sono da parte dei divorzisti, anzi; direi che per giungere al divorzio ci debbano essere elementi di seria giustificazione sennò diventa un mercato e specie a suon di soldi.
    Il divorzio serve quando la coppia diventa conflittuale per l'inaccettabilità del carattere di uno dei partner. Non è detto che un coniuge debba sopportare a vita dannatamente
    l'anomalo atteggiamento dell'altro, quando le incomprensioni sono estreme e divergenti. In quel caso è meglio chiudere la storia per ambedue anziché continuare nel tormento perché è vita fallita.

  • janko01 scrive:

    Parsifal58 affermi purtroppo una grande verita`. Io non ricordo il referendum, molto probabilmente ero gia` fuori dall'Italia quando venne indetto e non lo votai.
    Ritengo comunque che l'impunita` civile del magistrato rappresenti una volta di piu`il principio che La Legge non e` uguale per tutti. Cogliendo al volo questo inoppugnabile principio, il lodo Alfano lo ha allargato ed oggi abbiamo altri 4 individui al di sopra di ogni sospetto che cogli indulti ed i perdoni saranno garantiti a vita nele loro AZIONI.
    In Italia purtroppo e` venuta a formarsi una certa mentalita` che assegna alla polizia l'etichetta della destra e alla magistratura quella della sinistra. Il Parlamento in mezzo anziche` opporsi a questa classificazione frettolosa, pare si esalti ed a seconda del governo che sa esprimere, sembra ne goda.
    Conclusione, il lavoro della polizia viene vanificato da individui che s'ispirano di piu` ai principi filosofici anziche` a quelli etici. L'assurdo del Re Salomone per loro e` regola.

  • parsifal58 scrive:

    @ janko01

    Scusa, forse non si capiva anche se ho messo le virgolette, la prima parte del mio testo è ovviamente una citazione da un testo giuridico.
    Per quel che riguarda la responsabilità civile dei giudici significa solo una cosa: I magistrati sono l'unica categoria professionale che non risponde civilmente dei propri errori. Se un chirurgo sbaglia un'operazione il paziente (o la sua famiglia) può esigere un risarcimento danni. Come un giornalista chiamato a rispondere civilmente (e penalmente) di quello che scrive. Lo stesso non avviene per le vittime degli errori giudiziari nonostante un referendum sia stato vinto proprio per sancire questo principio. Oggi la vittima di un errore giudiziario viene risarcita, sì, ma dai soldi miei, tuoi e di tutti gli altri. Il giudice si può permettere di sbagliare (magari anche in malafede, vedi ad esempio il caso dei rumeni tenuti in galera senza prove, ma era la stessa cosa con il padre dei fratellini di Gravina) tanto non rischia nulla!!

  • riccardor scrive:

    Vittorio, mi chiedo: come mai la media company per cui lei lavora non si impegna in un progetto editoriale serio legato alle questioni di energia, ambiente, risorse e tecnologie ambientali che sia un po' più approfondito e meno "cronicistico" e superficiale della pagna ambiente de La Repubblica?

    I modelli di riferimento potrebbero essere il New York Times, l'Economist, ma anche siti di società di consulenza, come McKinsey What Matters http://www.whatmatters.mckinseydigital.com.

    Insomma esiste un problema di informazione, completa, approfondita, critica e trasparente in merito a queste questioni. Dall'altro lato esiste un problema di pressione verso le classi dirigenti italiane. Se non ve ne occupate voi, chi se ne deve occupare? A me sembra che l'informazione di massa (non specializzata) italiana su queste tematiche sia carente e poco competente e più orientata al giornalismo di curiosità (dello sfizio tecnologico) che alla comprensione di macrofenomeni.

    Non riducetevi a lanciare slogan, fate qualcosa!

  • mari16 scrive:

    Ma cara Sinistralirica, certo che viviamo in un paese civile: forse veniamo purgati perchè osiamo esprimere pareri discordanti? Oppure perdiamo il lavoro se non possediamo la tesserina magica come nel mitico ventennio....
    siamo anche liberi di dire " Piove, governo ladro!" se ci sconfiffera: nessuno oserà privarci della nostra splendida, ingannevole libertà.
    Se nel 1987 qualcuno, sicuramente vittima di turpi raggiri mediatici, ha espresso parere contrario al nucleare, che come universalmente riconosciuto, non inquina, non produce scorie - e se le produce che ci frega a noi dove vanno a finire - costa pochissimo e rende tantissimo.... adesso siamo in grado di riparare all'errore! Noi dotati della scienza infusa, della conoscenza perfetta possiamo con una semplice stretta di mano ricominciare da capo. E allora forza, avanti tutta con il nucleare, è ciò di cui il paese ha bisogno in questi cupi momenti di crisi energetica e non solo. Le energie alternative, sono solo un'invenzione, una favoletta per bambini: non crediamoci sono come Babbo Natale,ops no, pardon quello esiste davvero...hai visto che bei doni sotto l'albero? E Cernobyl? Cernobyl cosa? Se qualcuno vi dice che lì è capitato qualcosa di strano non credeteci: è un'invenzione, una leggenda metropolitana. Come le camere a gas.
    Ah quasi dimenticavo, certo che dobbiamo rivalutare anche i risultati del referendum sul divorzio e, già che ci siamo, tornare alla monarchia.

  • riccardor scrive:

    Non commento sull'apetto referendario anche se personalmente ritengo che dovrebbero esistere dei meccanismi per poter rivedere delle scelte popolari in scenari cambiati.

    Da un punto di vista energetico-ambientale invece il punto è chiedersi se l'Italia ha un piano energetico o meno. Ora per ridurre i costi di utilizzo dell'energia si possono general modo attuare le seguenti politiche:
    1. transitare verso energie con maggiore efficienza produttiva (costano meno per unità prodotta)
    2. aumentare il volume totale di energia prodotta in loco con sistemi alternativi (acquistando di meno e abbassando il prezzo di mercato)
    3. ridurre gli sprechi energetici facendo in modo che le aziende producano equalmente se non di più a consumi energetici minori.

    Io vorrei vedere un piano che integri queste 3 possibilità. Il piano dovrebbe anche includere il rispetto dei protocolli internazionali, per i quali una efficientizzazione dei consumi delle imprese (punto 3) ci potrebbe rendere competitivi sul mercato internazionale e addirittura avere una fonte di gettito extra (meccanismo "cap and trade" del protocollo di kyoto: in sostanza le imprese efficenti da un punto di vista energetico possono vendere "crediti energetici" ad altre imprese meno efficienti).

    Con un piano in mano potremmo fare i nostri conti e decidere, ognuno in base alle proprie convinzioni. L'alternativa radicale fra incremento continuo dei costo energetico e nucleare non è esatta. Non so se il governo ha una politica completa di lungo termine in merito. Ma davvero mi piacerebbe che l'avesse.

  • janko01 scrive:

    parsifal58 ho letto con interesse il suo trafiletto che mi sembra dettato da un professionista in materia. Vorrei pero` capire di piu`quando afferma che nessuno si straccia le vesti sulla normativa che regola la responsabilita` civile dei giudici. Significa che i giudici che liberano il tunisino per traffico di droga ed una volta liberato quest'ultimo stupra un'adolescente, debbono essi pure essere tenuti corresponsabili?
    Se avra` la compiacenza di chiarirmelo le saro` grato.

  • sinistralirica scrive:

    Ma che ragionamenti fa? Il Padrone d'Italia potrà ben fare quello che gli pare.
    Gli italiani lo adorano. I sardi lo venerano. Il pastore tedesco prega per lui. Ha sconfitto 8 leader del Pd. O forse 9. E' bello come il sole e fa battute spiritosissime. E la prossima mossa è comprare il Gruppo l'espresso/la repubblica così, finalmente, tutti parleranno bene di lui. Divorzio? Libertà di morire in pace? Libertà ndi stampa? Ma caro signore, crederà mica di vivere in un paese civile?

  • parsifal58 scrive:

    Due cose. Prima:
    "
    Qui si pone il problema del tempo: il risultato di un referendum nel quale hanno vinto i Sì, è perpetuo? Una legge abrogata dalla popolazione attraverso un referendum deve essere sempre abrogata? Non potrà mai in futuro essere introdotta quella disciplina da parte del Parlamento? La più importante delle teorie elaborate si deve al Costituzionalista già menzionato, Costantino Mortati: il Parlamento per cinque anni non avrebbe la possibilità di ripristinare una normativa abrogata col referendum; il periodo è quello della durata di una legislatura, ovvero della durata di vita delle Camere (da una elezione ad un'altra). Questa è puramente una tesi, non c'è nessuna norma che dica che cosa può fare o non fare il Parlamento: è tutto materia di interpretazione giuridica e politica.
    "

    Secondo la giurisprudenza quindi si può, dopo oltre vent'anni modificare con legge il risultato del referendum. Ma attenzione qui si parla di ripristinare una legge abrogata e quindi: che c'entra il divorzio che abrogato non fu?
    Ultima cosa: non mi sembra poi che alcuno si stracci le vesti per la normativa sulla responsabilità civile dei giudici che, sancita da un referendum è rimasta, nell'indifferenza generale, lettera morta. Anzi aggiustata legislativamente in modo che contrastasse quella che era la volontà popolare espressa dal referendum!

  • janko01 scrive:

    Io non sono contrario all'energia nucleare, lo sono pero` all'aggirare le scelte referendarie senza prima aver interpellato gli italiani o il Parlamento. Le leggi, anche quelle referendarie si fanno non per essere immortali ma per risolvere i casi del momento, possono quindi sempre essere abrogate in caso di necessita`. Ma attenzione! Avvertite almeno il conducente...

  • delfina01 scrive:

    Sarebbe da interpretare il contenuto dei tre quesiti referendari del 1987 e chiedersi, a questo punto, da una parte quanto sia vincolante il verdetto della convocazione popolare e dall'altra sapere se e come possa essere aggirato. In questi giorni ho letto pagine e pagine di giornali relative all'accordo Francia-Italia ma nessuno che sia sceso nel dettaglio per chiedersi: "Ma il referendum non aveva stabilito un'altra cosa ?". Il Governo farà passare sotto silenzio anche questa mossa senza che nessuno faccia niente, senza che nessuno spieghi cosa sta succedendo? Ci troveremo davanti un bel decreto "urgente" che annuncerà il ritorno del nucleare?

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