Istantanea Pier Vittorio Buffa

Choc da Olimpiadi

lhasa.jpg

L'anno scorso, a Shangai, ho chiesto a una donna che parlava un ottimo inglese cosa pensasse delle migliaia di condanne a morte che vengono eseguite ogni anno in Cina. Mi rispose che non sapeva e che, comunque, non le importava molto. Tornò a parlarmi del progetto per suo figlio, dell'Università in Australia.

Quella donna mi è tornata in mente leggendo le cronache dal Tibet. Saprà nulla lei di quello che accade veramente ai confini dell'impero? Le importerà qualcosa? Probabilmente non saprà nulla e anche se sapesse, anche se la censura non funzionasse così bene, gliene importerebbe poco. Non per cattiveria o menefreghismo, ma perché è una cinese abbastanza ricca che, per la prima volta nella storia nota della sua famiglia, può pensare al benessere proprio e dei suoi discendenti.

Là dove non sono finora arrivati l'orrore della morte e dell'oppressione potrebbe arrivare un evento pacifico come le Olimpiadi. Se saltassero, se metà del mondo si rifiutasse di andare a correre e saltare a Pechino allora anche la mia amica di Shangai potrebbe subire uno choc. E capire.

Che cosa? Che i soldi distribuiti tra pochi non bastano a fare un paese ricco e giusto. Che sfruttare i più deboli per rimpinguare i più forti è la peggiore strada verso il futuro.

Boicottagio delle Olimpiadi di Pechino? Sì, se non cambia qualcosa.

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20 commenti 8

  • bippico scrive:

    Buongiorno Vittorio,
    mi permetto di segnalarti un'inziativa di resistenza intellettuale lanciata dal piccolo BIPPIblog attraverso la rete internazionale dei meetups. Credo che possa essere di tuo interesse.
    L'indirizzo e'

    http://bippi.blogspot.com/

    Colgo l'occasione per ringraziarti del tuo lavoro che e' un esempio per tutti noi.
    Buon lavoro
    Bruno

  • bomberjerome scrive:

    ...qui, cara redazione (di che ?) siamo al vero e proprio delirio di farneticazioni...per prima cosa sappi (informati) che il buddismo non contempla ne ha mai contemplato le caste. Ne tantomeno i pacifici buddisti tibetani possono in alcun modo essere tacciati di integralismo...qui l'unico integralista intollerante sei tu.
    Quindi io non mi devo assolutamente indignare se non per le supponenti cialtronerie che hai scritto.
    Sono laico, sicuramente più di te, ma questo non significa che in nome della mia laicità debba tollerare, o addirittura approvare come traspare da ciò che scrivi, i massacri in Tibet.

  • redazione06 scrive:

    Vedo che toccare il tasto della laicità suscita reazioni nervose. Il guaio degli integralisti religiosi è che si presentano come anime candide e buone e chiunque eccepisca sulla loro reale consistenza, venga bollato come filo-cinese. Non me frega nulla del regime cinese, ma osservo che le anime candide del buddismo, come delle altre religioni, minimizzino gli effetti e le complicità con le società arcaiche e medievali. Le caste in India, le caste in Cina, ecc.... sono sempre state tollerate da questi monaci dall'animo candido. Quando dico pensiamo al lavoro, lo dico a ragion veduta. La religione è un modo di rinviare a un altrove la soluzione dei problemi di milioni e milioni di cittadini. Intanto giustificano le peggiori ineguaglianze sociali. Parlare di religione vuol dire non parlare delle caste e dei privilegi.
    Perchè, invece di indignarsi sulle mie parole, non si indigna della realtà che queste religioni hanno tollerato?
    Penso che i veri sacerdoti della giustizia siano quelle persone che ogni mattina vanno al lavoro, faticano, s'ingegnano per far vivere meglio le loro famiglie. Dico che schiettezza che ... è sempre meglio fare il monaco che andare a lavorare in fonderia...
    In 2.500 anni il buddismo ha predicato la tolleranza e la pace... ma ha razzolato male... Tolleranza e pace che non devono disturbare però le caste... altrimenti un povero cristo potrebbe avere la chance di migliorarsi. Le caste non si toccano e hanno una grande arma per continuare a vivere nei privilegi: la gente che crede a queste anime candide.

  • bomberjerome scrive:

    ...sono sconcertato ed indignato dal testo di redazione06. Parole in libertà...ad essere indulgenti...e poi che c'entra "pensiamo al lavoro" ?? .
    Sappi che il popolo tibeteno non chiedeva e non chiede altro che vivere pacificamente nella sua terra, coltivando le prorie tradizioni e la propria religione. Questa religione è il buddismo, che da 2.500 anni insegna la tolleranza ed il rispetto reciproco fra i popoli. Come ti permetti, senza la minima cognizione in materia, di sputare i tuoi giudizi su una cultura e una tradizione millenaria di pace ? L'unico vero ed incontrovertibile dato di fatto è la violenta e brutale oppressione della Cina, da più di 50 anni, nei confronti questo pacifico popolo, delle sue tradizioni e della sua religione.
    Mi viene quindi il sospetto che tu sia molto...vicino ad ambienti filo-cinesi.

  • redazione06 scrive:

    Caro PVB
    non dimenticarti di raccontare il perché della repressione cinese. Questi monaci, scusa la franchezza, incantano le anime candide e ingenue. Sono invece il medioevo. Le autorità cinesi non vogliono che nei monasteri vengano accolti i bambini e non vogliono che si costituisca una federazione dei conventi, visto che sono a cavallo tra Cina e India. L'opinione pubblica simpatizza per questi arancioni, ma non sa qual è il vero scontro. Non basta lo sguardo acquoso di Richard Gere a convincerci della bontà degli arancioni.
    Questi monaci tanto buoni e cari sono in realtà il medioevo. Sono fanatici, come lo sono gli integralisti islamici e i teocon. Il mondo ha bisogno di tanta laicità. E pensiamo al lavoro. Mi sembra che a furia di parlare di religione ci stiamo scordando del lavoro. Ricordati di Lanterne Rosse... e non farti abbindolare...

  • polifemo01 scrive:

    oggi un popolo, abitante una vasta area fertile e produttiva, ha deciso la secessione dal proprio paese, ritenendolo iniquo, retrogrado e non democratico.
    Le forze insorte hanno occupato varie città, rivendicando la propria libertà ed autonomia, nel governarsi, tassarsi e gestirsi.
    L' esercito governativo ha attaccato i rivoltosi e non abbiamo ancora notizie dei furiosi scontri fra chi chiede la libertà e chi invece impone di rimanere nel paese di appartenenza.
    dal "GAZZETTINO PADANO" di Umberto Bossi

  • polifemo01 scrive:

    grazie Pier Vittorio,
    mi fa piacere condividere lo sconforto cosmico con qualcuno.

  • E' vero, è difficile spiegare la differenza.
    Gli americani dovrebbero essere i buoni e i cinesi i cattivi. I primi insegnano la democrazia, i secondi opprimono i popoli e gli individui. I primi hanno inziato una guerra per liberare il popolo iracheno, i secondi non vogliono che un paese vada per la sua strada.
    Ma sappiamo tutti che le cose non stanno così.
    A mia figlia farei vedere un western con le giubbe blu e gli indiani cattivi, poi gli racconterei la storia di Pentola Nera http://buffa.blogautore.repubblica.it/2007/11/28/la-bandiera-bianca-di-pentola-nera/
    Un giorno, forse, capirà.

  • polifemo01 scrive:

    ho appena guardato le immagini televisive dell' Irak e poco dopo quelle del Tibet.
    Non voglio dilungarmi, ma è stato difficle e poco convincente spiegare a mia figlia quale fosse la differenza.
    Ognuno lotta x il proprio paese, ma quelli sono cattivi e i monaci sono buoni.
    Aiutatemi a farle capire ( se c' è da capire)
    Grazie

  • polifemo01 scrive:

    erynwen ricorda che" l' importante è partecipare, non vincere", attribuendo questa frase ad un vescovo anglicano.
    Io vorrei ribaltare dicendo "l' importante è vincere, non partecipare".
    Infatti quanti sono stati gli atleti/e olimpici trovati positivi ai controlli antidoping? Forse per loro aveva solo senso la seconda affermazione.
    Smettiamo di pensare agli ideali, ai valori ed alla giustizia (purtroppo!!) e confrontiamoci col mondo come è: cinico, spietato ed inquinato.
    p.s io rimango per gli ideali, ma siamo ormai pochi.

  • erynwen scrive:

    L'America ha detto che i giochi olimpici non sono un evento politico. Tuttavia sono convinta che scegliere la Cina sia stata solo una motivazione politica, alla luce soprattutto delle prese di posizione del passato e delle dichiarazioni attuali. In favore del dialogo con un paese che domina ormai lo scenario economico mondiale potrei anche condividere la cosa, ma gradirei che smettessero di prenderci in giro usando le parole di "Sogno", "Mondo" e magari anche "Pace", quando il governo cinese impedisce a milioni di persone di esprimere le proprie idee, quando i bambini vengono sottratti alle famiglie da piccoli per farli diventare dei campioni olimpici. Quando perfino i giornalisti stranieri sono soggetti alla censura...Cosa accadra` agli atleti cinesi che non riusciranno a vincere medaglie? L'importante e` partecipare, non vincere (1908 - vescovo anglicano Ethelbert Talbot della diocesi di Pennsylvania )... sara` veramente cosi a Pechino? Il boicottaggio non risolve nulla...ma se gli atleti sfilassero senza le bandiere delle nazioni di appartenenza? Se a partceipare fossero gli uomini e non le nazioni?

  • polifemo01 scrive:

    sono contro i boicottaggi,
    l'assenza dei dialoghi,
    le prese di posizioni unilaterali,
    e la rinuncia al dialogo.
    Sono invece favorevole ad ogni tipo di incontro,
    di discussione, di confronto e di mediazione.
    Il non parlarsi e il non incontrarsi, non risolve i problemi, ma anzi li acuisce, facendo arroccare ogni parte ancora di + sulla sua posizione.
    Meditate, gente, meditate

  • ziubustianu scrive:

    Ho proposto un boicottaggio mediatico alle Olimpiadi di Pechino.
    E’ un appello ai giornalisti (con particolare riferimento agli inviati) affinchè testimonino con telecronache mute la (eventuale ?) violazione dei loro diritti di cronaca e di critica.
    In alternativa spegniamo noi l’audio così non sentiremo gli spot degli sponsor.
    Se ti va http://firmiamo.it/olimpiadimute .
    Il post nel mio blog.
    Saluti da Ziubustianu

  • erynwen scrive:

    Le olimpiadi sono un'altra cosa ... ma scegliere la Cina come sede dei giochi olimpici 2008 e` stata una scelta politica. Dell'antico spirito olimpico di pace rimane solo lo slogan stampato sulle magliette (rigorosamente made in PRC) che tutti i cinesi e qualche "occidentale" indosseranno questa estate : "One world, one dream!" (naturalmente il colore arancione e` stato bandito...)

  • polifemo01 scrive:

    vorrei ricordare come, dove e perchè sono nate le Olimpiadi.
    Nella antica Grecia, le guerre ed i conflitti sanguinosi venivano sospesi perchè si potessero disputare le Olimpiadi, in pace, senza proteste e col solo intento sportivo. Dopo la guerra poteva continuare, forse più crudele e sanguinosa di prima. Non esistevano boicottaggi, bandiere a abbrunate o altre forme di contestazione all' interno dei giochi.
    Quindi non capisco queste proposte e queste polemiche che niente hanno a che vedere col vero spirito olimpico.
    Avrebbero senso solo e solamente se parlassimo di campionato del mondo.
    Ma le Olimpiadi sono altra cosa e per favore, smettiamo di fare confusione.

  • zuckerman scrive:

    Il boicottaggio alle Olimpiadi di Pechino potrebbe essere attuato con forme più sottili, intellettualmente, che vado ad elencare, anche se non sono sicuro abbiano una forte penetrazione nelle masse (masse?) che seguono l'evento.

    - Partecipazione alla sfilata con bandiere abbrunate.
    - Partecipazione, ma ad ogni intervista idiota dei giornalisti di turno rispondere premettendo di non essere d'accordo sulla privazione dei diritti civili in Cina.
    -Partecipazione, ma ad ogni cerimonia di premiazione presentarsi con piccolo (ma in TV è tutto grande) fazzoletto tibetano, irakeno, afghano.
    - Partecipazione, ma vomitando.

  • polifemo01 scrive:

    caro Pier Vittorio,
    provo a spiegarmi:
    1) ovvio che sono contro la pena di morte, ma estremizzando, almeno dà la certezza della pena (quello che manca qui da noi ) e parlo x assurdo come Lei ben comprenderà
    2) se un popolo ha diritto alla autodeterminazione, allora quando Bossi proclama l' indipendenza della Padania è nel giusto (vero che il Tibet è stato occupato, ma allora dovremmo parlare dei Baschi, del Kossovo, dell' Irak, Afganistan etc..)
    3) ricordiamo che i prodotti cinesi, cioè asiatici sono economici x noi ( vado spesso a comprare abbigliamento, portafogli e portacellulare etc..) in un negozio cinese sotto casa (scontrino emesso) e risparmio moltissimo rispetto allo stesso prodotto italiano.( non mi interessa la griffe). Inoltre i ragazzi e le giovani asiatiche è vero che percepiscono pochissini cents per ogni oggetto, ma è anche vero che il reddito medio e quanto necessita x vivere ad una famiglia asiatica è di circa 50€/mese.
    Al momento in Cina saprà che un viaggiatore (come me ed altri, non un turista ) con 600€/mese può condurre un tenore di vita equivalente a quello che qui costerebbe 15000-20000€/mese.
    Mi scusi se sono stato logorroico, ma il problema sarebbe lungo, soprattutto x coloro che conoscono questi paesi.
    Grazie

  • Caro Polifemo01, non vorrei essere frainteso. Io non penso proprio che la democrazia vada esportata e ritengo la vicenda irachena uno dei peggiori esempi di colonialismo moderno.
    Ma quello che sta accadendo in Cina non possiamo ignorarlo pensando che sono fatti loro, che è il loro modo di concepire la verità e la giustizia.
    La moratoria della pena di morte è una delle cose più belle accadute negli ultimi anni. E dovrebbe coinvolgere tutta l'umanità, cinesi compresi.
    Negare a un popolo l'autodeterminazione è un crimine. Come tale è stato combattuto, viene combattuto e deve continuare a essere combattuto.
    E poi c'è la Cina che arriva nelle nostre case. Quella delle scarpe a due lire, dei pezzi elettronici prodotti a costi irrisori... Ogni volta che compriamo uno di questi oggetti chiediamoci qual è il tenore di vita di chi lo produce, come viene ripartita la ricchezza prodotta dall'esportazione cinese.
    Anche solo minacciare il boicottaggio potrebbe aiutare decine di milioni di persone a vivere un po' meglio, forse.

  • polifemo01 scrive:

    caro Pier Vittorio,
    Lei sa che sono un suo estimatore, ma stavolta non concordo.
    La nostra civiltà occidentale ha la pretesa di essere la + giusta, la + civile e la + perfetta. Non dimentichiamo che i cinesi hanno una civiltà ed uno sviluppo millenario, solamente sono una popolazione diversa dalla nostra, nè superiore e neppure inferiore. Lei è stato in Cina ed anche io ed ho visitato anche la vecchia Indocina. Non facciamo l' errore di volere esportare i nostri valori occidentali in altri paesi, non montiamo in cattedra x affermare quel che è giusto.
    La verità e la giustizia sono relative e quindi non condanniamo la Cina.
    Abbiamo voluto esportare la democrazia in Irak ed Afganistan con risultati sconfortanti.
    p.s. forse tutti gli Stati USA hanno abolito la pena di morte?

  • chiara03 scrive:

    sicuramente qualcosa va fatto!!!!!!! partecipare a queste olimpiadi come se tutto fosse bello e limpido sarebbe troppo comodo
    i problemi esistono e non si risolvono ignorandoli purtroppo non penso che ci sia una volonta' di fare questo.........troppi interessi in ballo
    quindi ..............
    lo show must go on

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