Istantanea Pier Vittorio Buffa

Le colpe dei padri

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Andiamo ancora più indietro nel tempo, ricordiamoci di Vittorio Emanuele II, primo re d'Italia. Il re dell'incontro di Teano e dei discorsi scritti con la grafia francese per quanto poco conosceva la lingua del suo nuovo regno. Andiamoci non per dare, in poche righe, giudizi storici su una dinastia, ma per sottolineare un tema più volte richiamato nei commenti al post "Con la storia, signori Savoia, non si scherza".

E' giusto che i discendenti (leggi il Vittorio Emanuele di oggi e suo figlio Emanuele Filiberto) paghino per le colpe o le responsabilità degli avi?

In linea di principio no. Se mio nonno era un assassino io non ne ho colpa. Se mio padre era un ladro io non ne ho colpa. Caso mai, se la legge lo prevede, posso, in casi precisi, avere una responsabilità civile. Punto e basta.

Ma se mio padre era un re, come pure il nonno, il bisnonno e il trisavolo, la questione cambia. Io devo, se sono persona seria e responsabile, condividere le responsabilità della mia dinastia. Perché io, di quella dinastia, sempre se sono persona seria e responsabile, porto il peso di fronte a me stesso, di fronte ai miei figli, di fronte a chi è stato suddito dei miei avi e, soprattutto, di fronte alla storia.

Nessuno dirà mai a un Emanuele Filiberto che è colpa sua se suo nonno firmò le leggi razziali o se scappò da Roma. Però sarebbe sua responsabilità fare i conti storici con quei comportamenti e portarne tutto il peso nell'eredità che rivendica. Se lo facesse si renderebbe conto che la bilancia pende tuttora, in modo pauroso, dalla parte dei Savoia e che a essere in debito non è la sua famiglia, ma il popolo italiano.

Ma questa è cosa, appunto, da persone serie e responsabili.

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10 commenti 8

  • Istituto della Reale Casa di Savoia scrive:

    Istituto della Reale Casa di Savoia

    Centro Studi

    Storia e strumentalizzazioni

    E’ di ieri la pubblicazione dell’intervista rilasciata da Roberto Cota, candidato della Lega Nord alle prossime elezioni regionali piemontesi del 27 marzo, al Corriere della Sera.

    Per amor di verità storica, ci soffermiamo brevemente su alcune affermazioni del candidato.

    «Ma Cavour l'Italia non la voleva mica fare. Come dimostra l'ultimo libro di Arrigo Petacco, il conte non puntava all' unificazione nazionale».

    Osserviamo che, con tutte le biografie autorevoli scritte su Cavour, il candidato fa riferimento proprio a quella di Petacco, con il quale, guarda caso, dice di essere d’accordo. Cosa ne penseranno storici come Rosario Romeo (autore di quella che, anche oggi, è considerata la biografia definitiva su Cavour), Adolfo Omodeo o il tedesco Heinrich von Treitschke, oppure lo scrittore Enrico Panzini, tutti autori di alto livello nel loro campo e che non condividono affatto quella visione?

    Alla domanda “E Vittorio Emanuele II?” risponde:

    «Non sono mai stato monarchico. Il giudizio sui Savoia l'ha dato la storia. Mi pare proprio che abbiano gravi responsabilità nella vicenda di questo paese».

    Ecco svelate la forma mentis di Cota e la sua mancanza d’argomenti.

    Per prima cosa, infatti, non risponde nel merito, ma dichiara di non essere mai stato monarchico. Afferma così, in sostanza, che il giudizio su un fatto storico dipende dalla propria ideologia. Poi, evidentemente non sapendo cosa rispondere alla domanda dell’intervistatore, con “abilità” di politico si tuffa nella demagogia di maniera, spostando il discorso sull’intera storia della Dinastia sabauda e scaricando su un’anonima “storia” la responsabilità del giudizio sulla Dinastia che ha realizzato, unica ad averne il coraggio ed a correre i relativi rischi, il sogno plurisecolare dell’unità nazionale. Conclude quindi con un “parere” apodittico, e del tutto indimostrato, su presunte “gravi responsabilità” di Casa Savoia, rivelando così nuovamente la sua mancanza di conoscenza al riguardo.

    Quale sicurezza nelle parole del politico! Chissà come mai, fra gli storici veri, maturati in decenni di studi e di ricerche specifiche, su alcuni aspetti esiste ancora un franco e vivace dibattito con serie e circostanziate argomentazioni…

    Cota non conosce o preferisce ignorare la "corte" serrata al Principe Vittorio Emanuele intrapresa dalla Lega all'epoca della sua istituzione, con numerose visite nei luoghi dell’esilio ginevrino, e con numerose presenze alle cerimonie "monarchiche" fino a poco tempo fa, anche con la presenza dell'On. Borghezio, per esempio all'intitolazione del parco della battaglia di Magenta alla Regina Elena ed alla figlia Mafalda (il Sindaco era della Lega) o alle celebrazioni a Racconigi (CN) del centenario della nascita di Re Umberto II, organizzate, dopo la fine dell’esilio, proprio dall'Istituto della Reale Casa di Savoia (IRCS) alla presenza dei Principi.

    In buona sostanza, siamo nuovamente di fronte all’ennesimo tentativo, per la verità un po’ maldestro, di alterazione e strumentalizzazione dei fatti storici, per motivi di parte. Anzi, più propriamente per ragioni di “cadreghino”. La solita questione della raccolta dei voti, per la quale non ci si ferma di fronte a nulla e si è disposti ad utilizzare qualunque mezzo.

    E pensare che, nel marzo 2003, proprio Cota si lamentò pubblicamente, affermando che i Savoia non mostravano abbastanza considerazione per Torino…(cfr. Repubblica, 12.03.2003)

    Infine, non è possibile non notare il ridicolo del fatto che un candidato leghista faccia suoi non solo gli argomenti ma anche l’ideologia negazionista del Risorgimento che, per tanti anni, è stata appannaggio dei neoborbonici, radicati, ovviamente, nel Sud Italia…

  • marcobazzato scrive:

    Intanto, no scapparono solo i Savoia, ma anche loro come altri cittadini, indipendentemente dal rango, fuggirono, per evitare forse una morte certa dagli eventi di quegli anni, ma poi, se non trovarno le loro casedistrutte od occupate, ci fecero ritorno.
    Il Punto essenziale, lasciando da parte le considrazioni dinastiche o politiche. e' un altro: Questi signori, al pari degli altri cittadini hanno o no il diritto di vedersi restituire le loro proprieta' si o no.
    Poi, trovo cosa ancor di piu' paradossale, che si continui a cercare colpe storiche, errori di avi, morti non il secolo scorso, ma adirittura il millennio precedente, per giustificare la non resituzione del maltolto.
    I Savoia - e non c'e' bisogno d'essere monachici - avranno commesso le loro colpe ed i loro errori, ma la Storia, non la si scrive ne con i se, ne con i ma, la Storia, e' scritta con i fatti, col sangue e col sacrificio di quanti, anche in tempi antichi - come il risorgimento italiani - hanno creduto all'unificazione di questo Paese, e al pari di come si vogliono per ragini politiche sminuire i pregi, aumentandone i difetti, negare quanto sotto questa dinastia, nobile oppure no, non sta a me dirlo, negare i diritti fondamentali e di proprieta', mi sembra una barbarie.
    Poi, per concludere, le leggi razziali, non le ha proposte il Re, ma furono un idea di Mussolini, ed il Re - per debolzza caratteriale e politica - fu costretto a controfirmarle. Ma non fu l'unico caso in Europa, anche in Francia, patria della rivoluzione, e dell'assalto alla Bastiglia, con la Repubblica di Vichy, che anchessa fu collaborazionista, come la Norvegia con il nazismo.
    I Savoia, hanno da parte loro, non solo il diritto degli eredi, di vedersi riconosciute e riassegnate le loro proprieta' - Quirinale Compreso - ma, come scrissi in un mio articolo, hanno dalla loro parte, gia' delle Senteze del Tribunale per i diritti dell'Uomo dell'Aja, che in passato diedero ragione, non solo all'ex re di Bulgaria, ma anche all'ex Re Greco.
    Se in Italia, non dovesse ricevere una sentenza di condanna, ci si troverebbe innanzi ad un mostro giuridico, per dirla alla sinistra di "Inaudita Gravita", che certo, non farebbe onore ne' alla Repubblica Italiana, basata sul diritto del singolo, ne sugli italiani, che dimostrerebbero scarsa conoscenza degli eventi storici del proprio Paese

  • lazza scrive:

    ma sbaglio o VICTOR è quello che hanno arrestato qualche mese fa???
    sbaglio o appena è rietrato in Italia si è messo in loschi affari?

  • mckinney scrive:

    Sono solo dei falliti.
    Fate come se non esistessero. Questo invito e' per voi giornalisti.
    Basta parlare dei Savoia.
    Angelo,Shanghai,Cina

  • polifemo01 scrive:

    SAVOIA,
    ma vaffan....
    p.s. l' unica cosa buona vostra sono i savoiardi da inzuppare nel caffelatte

  • allora regagliamoli mastella.

  • bandana scrive:

    Io per i Savoia propongo una colletta nazionale, magari pure in natura: pomodori, uova, torte, verdura...

  • fotiarch scrive:

    Non ho mai stimato o apprezzato Calderoli ma è la prima volta che gli sento dire una cosa giusta :"che ritornino in esilio".Se penso che la mia povera nonna calabrese ,insieme a milioni di altri italiani ha donato alla patria la sua fede di nozze e sette figli, per ricevere in cambio un cerchietto di metallo.........mi viene la voglia di farmela restituire da chi allora permetteva tutto questo ignobile sacrificio.

  • regaliamo un elefante ai savoia. hanno scoperto che si masturbano, ho appena pubblicato la notizia. sai che divertimento rischioso trovarsi nei paraggi. è un gesto d'affetto per il loro ritorno.

  • bokk1974 scrive:

    Dal momento che gli eredi reclamano l'eredità dei padri nel bene, devono farlo anche nel male! Logico, imprescindibile!!!

    http://bokk74.blog.kataweb.it/2007/11/23/savojjacci-vostra-2/

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