Istantanea Pier Vittorio Buffa

Forza Schwazer, Forza Donati

donati-schwazerC'è una notizia dei giorni scorsi che non ha avuto , a mio avviso, la rilevanza che meritava. L'ex campione olimpionico di marcia Alex Schwazer, squalificato per doping, ha chiesto e ottenuto di essere allenato da Sandro Donati, l'uomo che ha fatto dell'antidoping una ragione di vita. Forse è sembrata una notizia di nicchia, riservata agli appassionati di atletica. O, ancora, solo un tentativo di riscatto di uomini persi per sempre.

Invece la nascita del binomio Schwazer-Donati. è una notizia possente. Di quelle che vanno ben lette e ricordate.

Sandro Donati lo conosco bene, da molti anni. E' stato a lui a farmi capire come un atleta dopato non costituisca un problema solo per se stesso o per i dirigenti della sua disciplina. Un atleta che modifica artificialmente il proprio fisico è un qualcosa capace di corrompere generazioni, di distruggere i principi della sana competizione sportiva,  di diventare una specie di cancro che si muove silenzioso nelle comunità. Non a caso Libera, l'associazione contro le mafie, ha una sezione che si chiama Libera sport, di cui Sandro Donati è grande animatore.

Accettando la richiesta di Schwazer , Donati vuole cercare di dimostrare che quella del doping è una strada che si può abbandonare per tornare a essere se stessi, per cercare di vincere solo con la fatica, l'allenamento e la volontà. E' come dire a migliaia di ragazzi: si può smettere e si può anche vincere senza droghe.

Chiedendo a Donati di "prenderlo in carico", Schwazer cerca di dimostrare, prima di tutto a se stesso, che quella del doping è stata una terribile parentesi della sua vita e che lui vuol vincere contando solo sulle proprie energie.

Se ci dovesse riuscire, se dovesse vincere o anche fare una prestazione di alto livello, costruirà un'arma di grande potenza per combattere la droga nello sport.

E' per questo che dovremmo tutti gridare, come fossimo su un  bella e gremita gradinata, "Forza Schwazer, Forza Donati".

 

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4 commenti 8

  • Boris scrive:

    Roberto, condivido in pieno ciò che scrivi. Su Schwarzer, non si è fatto altro che applicare l’idea di Petrucci ex presidente del Coni. Facendo diventare Schwazer un simbolo della lotta al doping non si potrà indagare su chi ha fornito " veramente " la EPO all' atleta e sul perché la Federazione Italiana consente il doping ai suoi atleti. Schwazer in realtà non è altro che un essere umano con le proprie debolezze che si era lasciato trascinare dall’evento, indottrinato anche lui sin dalla tenera età ad essere il migliore, a farcela, ad arrivare primo, a essere diligente, anche e soprattutto oltre i limiti del possibile, ivi incluso l’impossibile. In un sistema altamente competitivo e meritocratico cosa volete che ne venga fuori?? Credo che Schwazer si sentisse "caricato" oltremisura dal fatto che un eventuale fallimento gli avrebbe alienato la simpatia dell'opinione pubblica, la fiducia degli "sponsor" e, forse, anche quella della sua ex medagliata compagna: penso che la paura del fallimento e la condanna ad una anonima esistenza da "caramba", dopo essere stato tanto osannato, sia stata la molla che l'ha spinto a doparsi; mi appare chiara l'ipocrisia che avvolge tutti i discorsi sull'importanza dei "valori" sportivi, dato che l'unica cosa che importa (a partire da papà e mamme, passando dagli allenatori e sino allo "sponsor"), è quella di imporsi, di vincere...... Schwarzer rappresenta il "prodotto" perfetto di questo sistema capitalista di merda che tutti noi quotidianamente contribuiamo a edificare e salvaguardare.

  • andrea scrive:

    mah trascorsa la squalifica che ci provi pure a correre e a gareggiare ma nel 2016 quando ripartirà con l'agonismo avrà già 32 anni non pochi per essere ancora ai vertici.. rischierà di fare come l'ultimo armstrong che per rendersi più simpatico normale e popolare tornò a gareggiare al giro d'italia a fine carriera rimediando solo brutte e opache figure anche perchè non aveva più la spinta del doping

    che rientri pure e ci riprovi ma al motto di "l'importante non è vincere ma partecipare"

  • roberto scrive:

    " del resto come già detto per chi si ritiene presuntuosamente superiore alla cosiddetta suburra popolare per volerla cavalcare e in nome di false promesse e speranze,teleguidarli nel baratro."

    Mio nonno invece spesso mi ammoniva di scrivere come mangiavo per essere meglio capito.
    Sull'atleta non mi pronuncio, in un mondo normale se uno si dopa per vincere e gabbare tutti gli altri non rischierebbe di diventare un "eroe" solo perche' ha scelto di farsi allenare da chi e' totalmente contro le droghe, io la penso cosi.

  • sant'one scrive:

    Ci vorrebbe anche una"politica libera-libera politica" che deve essere l'esempio di base poi in tutti gli altri campi anche quello sportivo;chiedo che il s.p Francesco scomunichi tutti i fabbricanti d'armi e quindi seminatori e dispensatori d'odio di qualunque fede,razza e cultura appartengano per porre fine il più velocemente possibile a queste incivili,irrazionali,criminali guerre mascherate da ideali religiosi,ma in realtà scatenate unicamente per il dio denaro;per Boris(o forse anche Roberto)un proverbio popolare che il mio buon nonno citava e cosi' recita:"tromba di..fondoschiena(anche se la parola da dire è un po' più volgare)salute del corpo,se il mio..fondoschiena non tromba vuol dire che son morto"questo per"nobilitare"la scoreggia-peto da lei vituperata che ci libera dai gas intestinali del resto come già detto per chi si ritiene presuntuosamente superiore alla cosiddetta suburra popolare per volerla cavalcare e in nome di false promesse e speranze,teleguidarli nel baratro.

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