Gli occhi su Napolitano
Ieri mattina, a Montecitorio, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha assistito alla presentazione di una importante ricerca di Italiadecide. Mancavano pochi minuti alla formalizzazione della crisi, all'annuncio ufficiale che gli uomini di Fini lasciavano il governo. Al microfono si sono alternati lo stesso Gianfranco Fini, Gianni Letta, Giuliano Amato, Luciano Violante. A me è sembrato che i loro occhi andassero sempre a cercare quel distinto signore seduto in prima fila. Come se tutto quello che stavano dicendo (sulla ricerca sì, ma anche sulla tensione di quelle ore) dovesse alla fine essere vagliato e studiato da Giorgio Napolitano. Una visione plastica dello scenario politico che si stava delineando.
Perché adesso più che mai è il presidente della Repubblica ad avere in mano le carte. Lo ribadisce questa mattina con chiarezza e decisione, Gustavo Zagrebelsky, in un articolo intitolato "La Costituzione privatizzata" spiegando che la Carta, soprattutto in una fase così delicata della storia italiana, va più che mai rispettata e seguita per difendere l'"integrità e la funzionalità" del sistema.
Oggi è questa la prima preoccupazione. Che non ci siano deviazioni, nemmeno millimetriche, dal corretto percorso tracciato dalla Costituzione per risolvere le crisi di governo. Per questo tutti, ieri mattina guardavano al presidente. E lui la Costituzione, lo sappiamo, la conosce bene.