Istantanea Pier Vittorio Buffa

I 103 fucilati di Kos

La petizione, firmata da più di 4 mila persone, è arrivata al Quirinale in questi giorni. Vi si chiede di non dimenticare i 103 ufficiali italiani fucilati dai tedeschi a Kos (Coo, una delle isole del Dodecaneso) dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943. E di inserire Kos nei percorsi della memoria come Sant'Anna di Stazzema e Cefalonia.

Non perdere la memoria è requisito essenziale di una comunità sana, consapevole di se stessa e pronta ad affrontare il futuro.

Per questo mi aggiungo ai firmatari della petizione. E chiedo di fare lo stesso a chi condivide queste semplici considerazioni.

La petizione

La storia (Franco Giustolisi - L'Armadio della Vergogna)

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22 commenti 8

  • pino scrive:

    E' sempre la solita storia, chiedono sacrifici a fallimento avvenuto.
    Dichiaravano che era tutto a posto, che il peggio era superato. E meno male!
    E poiché molte industrie hanno chiuso, solo ora si accorgono che la piccola e media impresa è degna di meritevole attenzione.

  • maria scrive:

    Non posso, ma te lo descrivo: si prende una vecchia gonna, magari un po' rovinata, purché sia graziosa di taglio e fresca, e si "aggiusta" con un foulard grande in vita, molto colorato, se la gonna è bianca e un po' lunga, o con una cintura se corta e un po' aderente. Si aggiunge qualcosa di intonato, una camicia annodata, una borsa chiara, anche di tessuto, e l'abito da mattina per la spesa è bello e fatto. Stesso sistema, con varianti, per i pantaloni, che siano jeans stinti o ampi calzoni da bancarella, ma fanno la loro bella figura con una collana di vetro colorato o una maglietta graziosa. Naturalmente bisogna stare attente a non bazzicare i quartirei dei "Polifemi", che magari ti scambiano per zingara, e sono dolori. E poi ci vogliono il fisico adatto, un trucco discreto, luminoso, e un'età che consenta di osare certe licenze senza scivolare nello stile "Bertè al festival" o "Nonna dei fiori"... Il mio "vestire di nulla" alludeva solo al costo degli abiti e alla loro estiva, seppur castigata, levità.
    Ma è vero che a fare il pane a casa si riesce, dopo qualche tentativo? A me è sembrata sempre un'arte misteriosissima, impossibile da affrontare senza una nonna che riveli i segreti e un forno a legna di quelli di un tempo... Beato te, io non so nemmeno che odore abbia, il pane fatto in famiglia. E difficilmente riesco a sentire in strada il profumo del forno, che mi ricorda l'infanzia, quando il mio papà lo comprava appena fatto e lo condiva con l'olio, il sale e l'origano: le più belle colazioni della mia vita.

  • janko 02 scrive:

    maria inviaci una tua foto col vestito di nulla che non ...conosco.
    Ciao, mia moglie anche fa il pane in casa da tempo. e non solo per risparmio.

  • maria scrive:

    Comunque, amici di blog, per qualche giorno non ci sentiremo: devo intagliarmi gli zatteroni di sughero, fare il pane in casa e ripassare tutte le lezioni di economia domestica delle "Famiglia Cristiana" della collezione della prozia. E meno male che fa caldo, almeno si va vestiti di nulla, senza sembrare ancora i pezzenti che siamo...

  • maria scrive:

    Caro Polifemo, i Tedeschi potevano fucilare per tradimento soldati tedeschi, non italiani, perché gli italiani non erano soldati loro, ma di altro esercito e sotto altro stato. La verità è che i nazisti di allora e di oggi hanno la tendenza a considerare il mondo intero come cosa propria, e ad agire di conseguenza. Al soldato nemico si deve rispetto, le convenzioni internazionali lo impongono. Chi non lo fa, che gli piaccia o meno, è criminale di guerra e, come tale, viene giudicato dalla Storia. Almeno così nel mondo cosiddetto civile, non so se in Padania valgano le stesse regole. Suppongo di no, ma non posso giudicare: quando abitavo al Nord, non ancora Padania, era un posto molto accogliente e civile...

  • polifemo_01 scrive:

    cara maria,
    in tempo di guerra i soldati rei di tradimento venivano fucilati ( alle spalle) da un plotone di esecuzione composto dai loro stessi commilitoni, perchè si erano macchiati del peggior crimine possibile, cioè "tradimento".
    Atto esacrabile e nefasto, ma così era...( ed è..).
    Quindi, ripeto, i soldati tedeschi hanno solamente applicato quanto era nel regolamento di un qualsivoglia esercito in tempo di guerra.
    P.S. Ricorda il film "Uomini contro" ?... ebbene ( il fatto è storicamente provato) vennero fucilati dal comando italiano dei soldati italiani rei di "codardia" di fronte al nemico...

  • maria scrive:

    Che in guerra se ne facciano di tutti i colori non è una novità. Ma non credo che il "tradimento" giustifichi cose come le fucilazioni di massa di soldati inermi e altre amenità. Certo sono concetti che nell'Italia fascistissima sempre stentano ad attecchire. La stessa fascistissima Italia che, ricordiamolo, fu capace dello scempio del cadavere del suo duce. La stessa che, domani, sarà capace di rivoltarsi contro i suoi idoli di oggi, se costretta a tirare troppo la cinghia, o semplicemente, se avrà da altri ciò che essi non potranno più dare.
    Ad ogni buon conto, da brava italiana, scrivo a Polifemo che, per me, c'è sempre una differenza di fondo tra chi sceglie di morire per un regime e chi muore in nome della libertà: i primi si possono compatire, ai secondi si devono riconoscenza e onore, non si possono dimenticare. Agli occhi della Storia, i morti non sono tutti uguali (almeno finché Gelmini non l'avrà interamente riveduta e corretta, ad uso dei Polifemini di domani...).E comunque, i Tedeschi potevano fucilare i propri soldati per tradimento, non i soldati di un altro Stato sovrano. O non riconosciamo più un crimine di guerra se lo fa chi ci è simpatico?

  • Janko01 scrive:

    Bravo Pierre non potevi essere + esplicito e + chiaro di cosi. Ogni commento non farebbe che aggiungere una bruttura al tuo scritto.

  • la formica (sergio) scrive:

    mi aggiungo ai firmatari della petizione. E chiedo di fare lo stesso a chi condivide queste semplici considerazioni.
    Legandomi alle considerazioni di Buffa,aderisce anche il sottoscritto,sottolineando che non c'è crimine peggiore della guerra
    il cui punto più alto (ed è tutto dire ) è la convenzione di Ginevra.
    Al contrario di quel che dice polifemo ( al quale dico non bentornato,anzi! )
    il tradimento non è previsto da nessuna clausola di Ginevra o di altro è solo
    un'ulteriore aggravamento di ogni guerra.

  • polifemo_01 scrive:

    caro Pier Vittorio,
    sottolineando innanzitutto che la guerra è il male peggiore ,
    vorrei chiarire un punto che forse non è stato approfondito.
    Per l' esercito tedesco, durante la seconda guerra mondiale, noi siamo stati dei traditori, dei soldati che da un giorno all' altro hanno cambiato bandiera ed alleato.
    In tempo di guerra il tradimento viene punito con la morte ( cioè l' esercito fucila i suoi soldati se colpevoli di alto tradiemrto).
    I soldati tedeschi non hanno fatto altro che applicare la legge marziale.

  • MAURO1 scrive:

    Mi aggiungo alla petizione per i trucidati di Kos.
    E quelli trucidati dai "liberatori" e dai nostri partigiani, prima e dopo il 25 aprile 1945, non hanno diritto di essere ricordati e onorati?

  • Luca Di Clemente scrive:

    Come siamo messi male a sinistra... Meglio mettersi l'anima in pace e, come consiglia il concreto Buffa, firmare questa petizione su Kos..... Il resto lasciamolo alla Lega. Amen!

  • Sven scrive:

    Scusate: "so" ---> "si": la gente non *si* attiva più...

  • Sven scrive:

    Ricordiamoci, però, che, spesso:

    "Patriotism is the last refuge of a scoundrel" (Samuel Johnson).

    Invece, nostra - di tutta l'umanità! - patria dovrebbe essere il mondo intero...

    A proposito, perché sembra che ci si ricordi, ormai, sempre più spesso solo dei tempi orridi del nazifascismo (con dei mostri come Mussolini, Hitler, Stalin ed altri)...? Forse perché non sono affatto stati superati del tutto, quei tempi assurdi; anzi, ci troviamo di nuovo - nonostante il Sessantotto, ecc. ecc. - ancora una volta in una situazione a rischio di ripiombarci, in autoritarismi folli e demenziali del genere.

    Anche perché la "gente" è dopata e non so attiva più.

    "Mala tempora currunt", ancora una volta...

  • La dedica nel mio libro su Kos recita: " Le vittime della storia devono essere ricordate per ciò che patirono nel nome della Patria, ancor di più se la loro morte fu ingiusta". Non c'è, per me, differenza di appartenenza a fronti contrapposti. Tutti meritano rispetto se la loro azione fu motivata da amor di patria.

  • maria scrive:

    Mi unisco senz'altro alla petizione ma io, oggi, personalmente, commemoro Falcone e la sua scorta, nell'anniversario della strage. E sono molto arrabbiata, perchè ho la sensazione che non si voglia davvero sapere più nulla del nostro passato, anche recente, né del nostro presente. E che si voglia togliere ai giovani italiani la possibilità di conoscere i fatti anche in futuro. Possibile che la libertà di informazione, per noi tutti, conti ormai così poco? Che si accetti davvero di consegnare l'Italia alle mafie e alle cricche per coprire qualche tresca e qualche vergogna di gente che conta?

  • Pierre scrive:

    La memoria è una cosa, la storia è un'altra. La memoria è per definizione selettiva perché le esperienze umane sono soggettive anche quando sono condivise. La storia, almeno nel senso di disciplina scientifica, cerca di andare aldilà dei limiti della memoria. Però quando, le due cose diventano rito civico, finiscono per essere confuse.
    Ci ricordiamo delle foibe ma ci dimentichiamo delle politiche razziste contre le popolazioni slave e dell'aggressione italiana contro la Jugoslavia, i massacri commessi dagli italiani in quel ex-Paese, i campi di concentramento italiani nel ex-Regno d'Italia e nelle province annesse (Lubiana, Dalmazia, ecc.).
    Nel caso della Grecia, ci ricordiamo di Cefalonia ma ci dimentichiamo del massacro di Domenikon perpetrato dal Regio Esercito il 16 febbraio 1943 contro dei civili greci.
    Ci ricordiamo dell'espulsione degli italiani dalla Libia nel 1970, ma ci dimentichiamo poi degli eccidi commessi dagli italiani in Libia (e Abissinia).
    Non dimentichiamo poi gli eccidi commessi dai Garibaldini nella conquista del Sud, a Bronte per esempio.
    In Italia (ma non solo) vige sfortunatamente la solita regola: È più facile vedere la pagliuzza che è nell'occhio del fratello che la trave che è nel nostro occhio. Per saperne di più:
    http://archiviostorico.corriere.it/2003/ottobre/30/Italiani_cattiva_gente_fantasma_Arbe_co_0_031030080.shtml
    http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Grecia-1943:-quei-fascisti-stile-SS/1996067

  • George scrive:

    Interessante - Italia ha solo le vittime e vincitori, si e dimenticata dei suoi aguzzini;
    Criminali di guerra sono tutti di altri paesi - viva l'Italia pacifica di oggi,

  • Janko01 scrive:

    egregio fcoraz io non sostengo che bisogni dimenticarsi della storia, tutt'altro, bisogna ricordarsi di tutti, vinti e vincitori ed accomunarli assieme in un' unica testimonianza della memoria affinche nessuno venga lasciato fuori. Che differenza fa mettere assieme quelli di Cefalonia con quelli di Kos? E magari aggiungerci pure quelli che persero la vita in un'altra divisa per obbedire ad ordini superiori?
    In un'Europa unita come quella odierna certi ricordi sanno molto di nazionalismo che grazie a Dio sta scomparendo.
    Si` alla memoria che unisce non a quella che divide.

  • fcoraz scrive:

    Caro Janko02, la memoria non è populismo malgrado tuo nonno morì con la divisa asburgica. Oppure vogliamo abolire del tutto dalle pagine della Storia anche Auschwitz, Marzabotto e Katy? per evitare di offendere la suscettibilità dei cittadini come te?

  • janko02 scrive:

    Caro Pier Vittorio non faccia del populismo. A ricordare tutti i martiri della storia infinita dell'umanita` non basterebbe internet e sarebbero tutti meritevoli, mi creda.
    Non ricordiamo + i singoli pensiamo invece ad onorare tutti nel loro insieme perche non correremo il rischio di dimenticare nessuno. Mio nonno mori in divisa austro-ungarica, oggi chi lo ricorda? Solo il sottoscritto che si rifiuta di cantare l'inno nazionale Fratelli d'Italia per non sconvolgere la sua memoria.
    Grazie per l'attenzione.

  • ulisse scrive:

    L'esercizio della memoria richiede sempre il presupposto della conoscenza. Grazie Pier Vittorio.

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