Istantanea Pier Vittorio Buffa

Un sogno

Crocifisso in classe, si o no?

Il punto non è questo, ma un altro.

E' giusto che gli Stati impongano un simbolo religioso e che i tribunali si pronuncino su queste decisioni?

No. Non è giusto.

Nel paese che sogno ognuno è libero di credere a chi vuole, di professare ogni religione o di non averne nessuna.

E ciascuno può aprire la scuola che vuole con un crocifisso dietro la cattedra, o una bamdiera, o la mezzaluna, o niente.

Ma questo, appunto, è un sogno.

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19 commenti 8

  • Kermael scrive:

    Per Janko02 : Beh, a quel tempo non era come oggi dove i nostri governanti, d'accordo non tutti, ma un notevole numero di essi non ha certo bisogno dello stipendio per tirare a campare. A quel tempo non c'era lo stato ed i simpatizzanti che pagavano per la campagna elettorale, dovevi tirarli fuori tutti di tasca tua, ma se vincevi la sedia, in particolare quella di imperatore eri a posto, il ritorno economico era assicurato ed enorme. Quindi, il potere politco ed economico non erano disgiunti. Al giorno d'oggi forse noi non riusciamo a concepire una cosa del genere, (ah ah ah) ma a quel tempo avere una carica pubblica portava vantaggi economici ufficiali ed ufficiosi non indifferenti.

  • polifemo_01 scrive:

    caro filikenda,
    se daniela è del 1800, allora mi sono sbagliato.

  • flikenda scrive:

    Se la scuola e` confessionale, essa ha tutto il diritto di esporre i simboli che piu` le aggrada. Spero che su cio` non ci siano dubbi da parte di tutti quelli intervenuti.
    Se invece la scuola non e` confessionale, come dovrebbe essere quella statale, l'Italia non dimentichiamolo fu fondata da statisti in contrasto colla Santa Sede, libera chiesa in libero stato professava Camillo Benso conte di Cavour, alle pareti si potra` tutt'al piu` appendere la foto del papi, non il Cristo.
    Vogliamo invitare i personaggi come Polifemo a dirci dove hanno appreso che nelle scuole italiane, statali del 1800, si appendeva il crocefisso?

  • janko02 scrive:

    Grazie Kermael della sua esauriente spiegazione del come avvenne la liberazione del cristianesimo ad opera di Costantino. Da essa comunque non traspare una spiegazione economica, come in precedenza da lei accennato, bensi` solo il desiderio di Costantino di prendere il potere ed i mezzi da lui usati per raggiungerlo.

  • la formica (sergio) scrive:

    Con l'ultimo intervento,si capisce più che bene,come la situazione si sia creata;facendo velo sulle atrocità che ne conseguirono,arriviamo ad oggi;pare dunque evidente che quando si parla di radici cristiane dell'Europa,dobbiamo prendere "tutto il pacchetto"C'è dunque però chi in Europa,lo vuole,ma laicamente lo indica,io sto con questa linea laica:è un delitto?

  • Kermael scrive:

    Per Janko02 : La sete di potere, quindi potenza politica ed economica fù la molla che spinse Costantino a fare del cristianesimo la prima religione di Roma. Quando il padre Costanzo Cloro morì, le legioni elessero Cstantino Imperatore, dopo la sua vittoria sui Pitti a York. Costantino però doveva fare i conti con i reggenti dell'impero, i tre tetrarchi Massenzio che reggeva Italia e Africa, Massimino Daia le regioni extraeuropee e Licinio La Pannonia e la Rezia.
    Fu la madre Elena che lo spinse nella giusta direzione. I cristiani erano un (come si direbbe oggi) elettorato in forte ascesa, non in Italia, ma in Africa e altre regioni extraeuropee. Costantino si fece portavoce di questo nuovo dio, promettendo loro la libertà di culto in Italia e il via libera al proselitismo in europa. I cristiani da buoni politici si fecero forza di questa alleanza e presero a raffigurare il principale nemico di Costantino, Massenzio, come un mostro assetato di sangue di concittadini e neonati. Si raccontava che squartasse le vittime per esaminarne le viscere e il tutto naturalmente per avere il favore del demonio (??) In realtà Massenzio era molto tollerante coi cristiani, fece in modo che l'editto di Galerio fosse rispettato, fece restituire loro i beni sequestrati, tanto che un vescovo cristiano, tale Milevo lo definì "liberatore della chiesa".
    Ma questo non arrestò la sete di potere di Costantino che lo portò al famoso scontro di ponte Milvio. Anche qui la propaganda cristiana avvolse in un alone di santità l'imperatore, vedi la storia di " in questo segno vincerai". Ma è risaputo che a Ponte Milvio furono i Germani alleati di Costantino a sprofondare Mssenzio nel Tevere, e come simbolo non avevano la croce, ma le corna. Lattanzio scrisse che dio stese la sua mano sul campo di battaglia, Costantino fu raffigurato come novello Mosè.
    In realtà Costantino non era affatto cristiano, adorava L'Apollo gallico, Ercole e suule sue monete, molto tempo dopo Ponte Milvio apparivano ancora i simboli di Giove di Marte etcx.

  • iaio59 scrive:

    Lo so, direte: "è la solita poesia"! Ma, riflettete un attimo e... forse capirete!

    Croce... al merito.

    Dimmi...
    Sei ancora tanto influente
    da bucare lo schermo?
    Dimmi...
    Quanta gente
    si è presa scherno
    di Te nel passato;
    e quanta nel presente?
    Dimmi...
    quanto timore
    incute ancora la Tua croce
    e quanto la Tua voce?
    Come sempre non rispondi
    chini il capo
    e ci sorridi dalla croce.

  • janko02 scrive:

    Kermael colla sua conclusione mi ha fatto ridere. Vorrei sapere pero`da lei quali fossero le ragioni economiche che fecero fare a Costantino il grande passo, se non chiedo troppo.
    Cordialmente

  • la formica (sergio) scrive:

    Si ha un bel dire,ma noi che viviamo in Italia,essendoci nati,siamo fin da neonati,con il battesimo,intruppati volenti o nolenti,nell'esercito Cristiano della chiesa Cattolica-romana.
    La cosa è andata avanti da tantissimi anni,ma il solo risultato certo è che teoricamente risultiamo essere tanti,ma praticamente saremo,secondo recenti statistiche,il 30% degli abitanti.
    Per tutto questo direi che ci è andata assai bene,perchè i tempi sono oramai cambiati,non ci bruciano più sui roghi,le donne ormai non sono più streghe ed il sant'ufffizio non spaventa più nessuno.
    Che i tempi siano cambiati ormai è sicuro e quindi con la massima integrazione,da molti non voluta ,ma subita,non credo che nessuno possa pretendere,lo status quo,ma invece inesorabilmente i cambiamenti ulteriori si imporranno da se;non c'è,come si suol dire ,santo che tenga.
    E se ora,che siamo in Europa;ci dobbiamo aspettare trattamenti sempre più uguali per tutti,non credo che ci si possa lamentare più di tanto.

  • kermael scrive:

    Cara Emanuela, una piccola precisazione: Neanche la religione cristiana é Europea, e tantomeno Italiana. proviene dalla Palestina ed è qui da circa 2000 anni, contro i circa 20.000 di paganesimo europeo e italiano. Il problema è che a quel tempo, per ragioni sopratutto economiche ( epoca di Costantino) si è voluto dare spazio ad un nuovo Dio, e non c'era una Emanuela che dicesse di tornarsene in Palestina....... purtroppo!

  • maria scrive:

    Guardi che il suo sogno è già realtà: in una scuola privata si può appendere ciò che meglio si crede, salvo le foto dei calendari per soli uomini. La scuola statale è di tutti, e non di tutti i professori, ma di tutti gli alunni, di qualunque fede e orientamento. Secondo me, in ogni classe, è la classe che decide ciò che si appende. Se il crocifisso dà fastidio anche ad un solo ragazzo o professore, si tolga, visto che Cristo stesso non ha mai imposto ad alcuno di seguirlo, conquistando i discepoli proprio con la mitezza, la tolleranza, l'amore senza etichette. Invece sarebbe bene che fossero sempre appese le carte geografiche aggiornate, che mancano, o ciò che può servire ai disabili psichici per l'apprendimento individualizzato. I veri sogni impossibili, nell'era della Gelmini, caro dottore, sono questi.

  • polifemo_01 scrive:

    cara daniela,
    alzarsi e pregare il crocefisoo, usava solo nelle scuole religiose che tu hai frequentato. Nelle scuole statali questo costume non esisteva e non esiste.
    Basta con altre culture che decidono quello che dobbiamo fare. Io non sono credente, ma che dei mussulmani mi impongano ( non è questo il caso, ma è successo o succederà), di togliere il crocefisso dalle aule, non mi va bene.
    "prendi i tuoi ciottolini e torna a casa tua".

  • daniela scrive:

    Sono del parere che ci debba essere libertà totale e secondo me ne veniamo privati nel momento in cui dietro la cattedra c'è SOLTANTO il crocifisso. Sono d'accordo con lei quando dice che potrebbe esserci qualsiasi cosa, dietro quella cattedra in una condizione di libertà. Ma di fatto non mettono qualsiasi cosa. Se proprio qualcosa c'è, allora è sempre e solo il crocifisso.
    Concludo dicendo che per me i tempi della scuola risalgono a circa 15 anni fa, dopo un po' confesso che ci feci il callo, al crocifisso. Ma ricordo ancora la sensazione di sconforto e grande disagio che già da piccola sentivo, quando la maestra ci obbligava tutti ad alzarci, prima che iniziasse la lezione, e pregare rivolti a quel crocifisso. I bambini, almeno loro, lasciamoli liberi da questi condizionamenti, e lasciamo che scelgano il proprio credo quando avranno l'età giusta.
    Grazie per lo spazio concessomi.

  • marilena scrive:

    Sono d'accordo con Emanuele, il punto non è neanche la libertà. Il punto è il rispetto per genti, religioni e tradizioni di altri paesi. Se alla signora del profondo nord non stava bene che ci fosse un crocifisso in classe, avrebbe potuto mandare il figlio in una scuola non italiana. E soprattutto ci avrebbe fatto un gran piacere anche a tornarsene al paesello suo. Di gente idiota e irrispettosa l'Italia è piena: non abbiamo bisogno di cretini stranieri.

  • emanuela scrive:

    Qui si dimentica che la questione principale è un'altra. Una signora venuta in Italia dal profondo Nord Europa, e precisamente dalla Finlandia, ha fatto ricorso perchè non le garbava che nell'aula di suo figlio fosse appeso un crocefisso. Ora, a prescindere dal credo religioso di ognuno di noi italiani, se alla suddetta signora non le va bene ciò, torni a casa sua : nessuno la trattiene. E' lei che essendo venuta da noi di sua spontanea volontà deve adeguarsi e non noi a lei. Europa o non Europa che tenga.

  • polifemo_01 scrive:

    no,
    non si deve rimuovere il crocefisso dalle aule.
    Io non sono cristiano e ritengo Gesù un profeta e non il figlio di Dio.
    Comunque la religione cristiana è la nostra religione,da 2000 anni circa e, fra tanti errori, ha avuto anche tanti meriti.
    Chi viene in Italia deve sapere ed accettare questo simbolo, senza essergli vitato di professare la propria fede religiosa, diversa dal cristianesimo. Altrimenti stia a casa propria, perchè se viene qui è ospite ( anche se lavora) e potrà decidere in merito al crocefisso, quando avrà la cittadinanza italiana. Chi viene in Italia deve accettare le nostre tradizioni, la nostra cultura ed il nostro modo di vivere, non il contrario.
    Quindi un non credente combatte e combatterà perchè il crocefisso rimanga nelle aule.

  • emma5 scrive:

    carissimo Pier Vittorio, sono convinta che il tema della religione sia sempre molto delicato da trattare, perchè ognuno dovrebbe, davvero, poter scegliere il proprio credo, e dovrebbe avere il diritto di essere rispettato nella sua scelta. Molteplici sono le ragioni che portano una persona o un popolo alla scelta di una religione o alla scelta di non avere alcun credo e, tutte, andrebbero comprese e rispettate. Non comprendo, anzi, non ho mai compreso il bisogno di esporre il crocifisso nelle aule scolastiche ed in altri luoghi. A me è sempre sembrata una questione che ha a che vedere con il "feticcio", ma forse non ne sono adeguatamente informata sul suo significato. Certo che al presente mi pare assai paradossale esporre il simbolo della religione cristiana in aule che ospitano bambini di ogni angolo del mondo, concretamente desiderosi di integrarsi tra di loro, di stringere rapporti di autentica amicizia. Non immagino alcun processo di integrazione, tanto declamato dalle classi politiche che non consideri il superamento della cosiddetta "religione di stato". Poichè accade che i sogni, talvolta, diventino realtà mi auguro che anche il tuo non rimanga, troppo a lungo, relegato nel mondo delle illusioni.

    molteplici

  • iaio59 scrive:

    Caro Pier Vittorio
    Permettiamo "opere d'arte" come "la rana cocifissa" e poi....
    Omo sapiens...
    Su quel legno ?bestia- / Dio è morto!. // Vide una rana / e fu la luce.
    Incandescenza sottovuoto... / artificio tribale. / Vitello d'oro del terzo millennio. / Artificiale ?bestia- artificiale! // Si udi allora una voce: /
    «Dio è morto». / Riprovevole -amico- riprovevole: / «Dio è poi risorto». //
    Soltanto Lui è luce universale.

  • janko02 scrive:

    Quand'ero bambino in classe c'era il crocefisso e la fotografia del Re Vittorio Emanuele III; scomparve quella del Duce. Poi qualche anno dopo, la fotografia del Re venne sostituita da quella del Presidente Einaudi. Negli anni "60 le foto dei Presidenti invece rimasero solo in Questura ed in Prefettura. Parlo della mia citta` che non e` Roma, la capitale.
    Ora hanno deciso di togliere anche il crocefisso. Siccome non ci furono sollevamenti di piazza quando decisero di far scomparire la fotografia del Presidente della repubblica, non vedo perche` ci debbano essere oggi al togliere il crocefisso. Naturalmente purche` non lo facciano per soddisfare le richieste di chi si oppone a veder immortalata la figura di un cadavere appeso, come gli islamici reclamano per esempio. In questo caso la rimozione sarebbe un compromesso o una costrizione morale che non si deve accettare.
    Ritengo che una scuola dichiaratamente religiosa possa appendere alle pareti tutto cio` che vuole e piu` le aggrada; una scuola dello Stato invece non possa fare altrettanto perche` lo Stato non e` religioso. In USA anni fa la gente si oppose ad un tribunale dell'Alabama che ostentava nel suo atrio le Tavole della legge di Mose` e le fece giustamente rimuovere.
    Quindi congedare i crocefissi dalle aule scolastiche dello Stato, mi sembra in linea di principio una giusta decisione.

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