In piazza contro il rischio Aventino
Sono negli Stati Uniti, a San Francisco, per rappresentare, accanto al suo direttore Luigi Vicinanza, il quotidiano dell'Abruzzo Il Centro. Il giornale è tra i finalisti di un importante premio, una sorta di Oscar del giornalismo online, e questa sera c'è la proclamazione dei vincitori.
Quindi non posso essere a Roma, a piazza del Popolo, insieme a tutti coloro che vogliono far sapere, con forza, quanto sono preoccupati, profondamente preoccupati, per quello che sta accadendo intorno a noi.
Ecco, per quello che può valere, lo faccio sapere qui.
Anche perché qualche sera fa un mio amico mi ha detto: "Vedi, io ho non ho mai capito l'Aventino, ho sempre considerato quei parlamentari come dei codardi. Ma in questi giorni ho provato quello che devono aver provato loro, perché anche a me è passata per la testa una brutta idea, quella di lasciar perdere, di non leggere più i giornali, non discutere, non incazzarmi e andarmene a coltivar patate. Tanto, mi è venuto da pensare, non c'è nulla da fare, solo aspettare che passi".
Oggi il "rischio Aventino" è il rischio peggiore. Ed è anche per questo che di manifestazioni come quella di oggi dovrebbero essercene ogni sabato.