Il diritto di essere figlio
Probabilmente l'allarme lanciato dalla prefettura di Prato sul rischio che i figli dei clandestini diventino figli di nessuno è un allarme tattico. Uno di quegli allarmi lanciati dalla burocrazia, intelligentemente, per prevenire una situazione di caos e di ingiustizia.
A me però il solo fatto che nel mio paese ci sia la prospettiva che un neonato, a causa di una o più norme, rischi di perdere il proprio diritto alla paternità e alla maternità fa rabbrividire.
Penso non ci debbano essere né discussioni, né distinguo, né condizioni, né eccezioni.
Chi mette al mondo un figlio ha il diritto, inalienabile e non condizionabile, di riconoscerlo, anche di fronte alla legge, come proprio di fronte alla legge.
Chi nasce ha il diritto, inalienabile e non condizionabile, di essere, anche di fronte alla legge, figlio di suo padre e di sua madre.
Davvero si possono mettere in discussione questi principi?