Istantanea Pier Vittorio Buffa

Cronista del proprio dolore

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Il mestiere del giornalista è, in fondo, un mestiere come tanti. Con le sue paranoie, le sue routine, i suoi eroismi, le sue vigliaccherie. Alcune peculiarità, però, ne fanno un mestiere unico.

Una di queste peculiarità riguarda il dovere di testimonianza. Un giornalista ha il dovere professionale, non solo civico, di dare testimonianza di ciò che apprende o di ciò di cui è testimone.

E' un dovere di testimonianza che, in qualche modo, si affievolisce quando il giornalista diventa protagonista di una vicenda. In questo caso può prendere due strade.

Quella intima, del silenzio e dell'anonimato, della rinuncia alla professione per rispetto di un dolore o di un bisogno di riservatezza proprio o di chi è vicino. Una strada dignitosa e una scelta da rispettare.

Oppure può scegliere l'altra strada, quella porta essere cronisti della propria vita. E' la scelta più difficile, umanamente e professionalmente. Ma è la scelta più alta, che fa scattare tutti in piedi.

E' stata questa la scelta di Giustino Parisse, il giornalista capo della redazione dell'Aquila del quotidiano abruzzese Il Centro. Sotto le macerie del terremoto, a Onna, ha perso i due figli e il padre. E ci sta raccontando cosa questo voglia dire, ci sta dando testimonianza del dolore senza fine che lui e sua moglie Dina  stanno provando.

Lo fa, penso, per i suoi figli, per suo padre e per tutti coloro che dal 6 aprile non ci sono più.

Grazie Giustino

Sono tornato nel paese che non c'è più di Giustino Parisse
Quanto era bella la mia Onna di Giustino Parisse

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4 commenti 8

  • tennina scrive:

    mille volte ho pensato di........ mille volte ho pensato che.........mille volte ho pensato che Dio non c'entra niente . Ora posso dirti che per te provo dolore e qui Dio ha fatto un buon lavoro.

  • janko01 scrive:

    Caro Pier Vittorio il suo commento ha bisogno di una correzione. Noi, esseri umani, fortunatamente non siamo tutti uguali. reagiamo al dolore in modi diversi e questa reazione non ha una scala di valori. Al lutto alcuni si oppongono col fragore dei loro pianti, delle loro invettive, altri col silenzio e la moderazione. Sono entrambi degni di commiserazione e di rispetto e nessuno dei due, col loro atteggiamento e` superiore all'altro.
    Io non sono come Giustino Parisse cui mi sento vicino con tutto il cuore alla sua immensa tragedia, ma cui non assomiglio affatto nella compostezza. Al lutto io mi oppongo coll'isolamento da tutti, da moglie, figlie, nipoti, amici e resto nel mio dolore da solo, senza il bisogno di esternare alcun sentimento tanto meno di rilasciare dichiarazioni o interviste. E poco importa se lei non si alzerebbe in piedi davanti alla mia reazione, in quel frangente avrei bisogno di compassione non di applausi.

  • lin1501 scrive:

    In Rai,invece,c'è,purtroppo,un altro tipo di giornalista.

  • marcoflammi scrive:

    Il mio papà, che tu conosci bene, dice sempre che un conto è "fare" una determinata professione un conto è "essere" un certo tipo di professionista.
    Giustino Parisse sicuramente "è" un Giornalista.
    Grazie per averlo ricordato.
    Marco Flamminii Minuto

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