Cronista del proprio dolore
Il mestiere del giornalista è, in fondo, un mestiere come tanti. Con le sue paranoie, le sue routine, i suoi eroismi, le sue vigliaccherie. Alcune peculiarità, però, ne fanno un mestiere unico.
Una di queste peculiarità riguarda il dovere di testimonianza. Un giornalista ha il dovere professionale, non solo civico, di dare testimonianza di ciò che apprende o di ciò di cui è testimone.
E' un dovere di testimonianza che, in qualche modo, si affievolisce quando il giornalista diventa protagonista di una vicenda. In questo caso può prendere due strade.
Quella intima, del silenzio e dell'anonimato, della rinuncia alla professione per rispetto di un dolore o di un bisogno di riservatezza proprio o di chi è vicino. Una strada dignitosa e una scelta da rispettare.
Oppure può scegliere l'altra strada, quella porta essere cronisti della propria vita. E' la scelta più difficile, umanamente e professionalmente. Ma è la scelta più alta, che fa scattare tutti in piedi.
E' stata questa la scelta di Giustino Parisse, il giornalista capo della redazione dell'Aquila del quotidiano abruzzese Il Centro. Sotto le macerie del terremoto, a Onna, ha perso i due figli e il padre. E ci sta raccontando cosa questo voglia dire, ci sta dando testimonianza del dolore senza fine che lui e sua moglie Dina stanno provando.
Lo fa, penso, per i suoi figli, per suo padre e per tutti coloro che dal 6 aprile non ci sono più.
Grazie Giustino
Sono tornato nel paese che non c'è più di Giustino Parisse
Quanto era bella la mia Onna di Giustino Parisse