Istantanea Pier Vittorio Buffa

Il Centro e il terremoto

A Pescara, al quotidiano Il Centro, ho passato due anni e mezzo della mia vita. Ieri ho aiutato, insieme ai giornalisti di Kataweb, i colleghi abruzzesi a raccontare queste terribili ore sul sito del loro giornale (www.ilcentro.it).

Oggi vorrei, in queste poche righe, dire quanto mi sia sentito e mi senta vicino a loro. Al loro dolore nel raccontare la tragedia che ha colpito l'Abruzzo. Al loro strazio quando hanno dovuto parlare e scrivere della famiglia di un loro collega e amico di sempre, Giustino Parisse, distrutta dal terremoto.

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11 commenti 8

  • Serafino Schipani scrive:

    LE MANI SULL'AQUILA

    Gocciolano ancora
    dagli infranti petti
    rigagnoli vermigli,
    membra giovanili
    in maceria tra le macerie
    ansimano
    a stento
    in rotti bisbigli.
    Ecco,
    s'acquietano.
    Ora hanno pace.
    Anche l'ultimo lamento,
    sotto le stelle
    fievole,
    tace.

    Simultanei
    a distanza,
    appen smorzati
    giubili si levan
    avidi,
    sciagurati.
    Sogghignando
    in cuor loro
    i soliti compari
    già pregustano
    sornioni
    lauti affari.

    Non sono i soli,
    solo i men prudenti.
    Stuoli d'opportunisti
    in tali eventi
    presto s'attivan
    lesti,
    dispiaciuti magari,
    eppur contenti.

    A notte fonda,
    tra le violate pareti,
    si fa incetta di tutto.
    E' il saccheggio abietto,
    cinico,
    scontato
    d'ogni paese distrutto.
    In pieno giorno
    i più scaltri,
    nelle pieghe del disastro,
    cercano altro:
    appalti,
    profitti,
    plausi,
    provvigioni
    sùbite e venture.
    Lugubre
    gli avvoltoi
    guida il fiuto
    sulle umane sciagure.

    E' la norma.
    L'egoismo tra noi
    regna sovrano.
    Uno solo
    a fratellanza e amor
    ardì dar voce.
    Fu messo in croce.
    "Mors tua vita mea"
    un adagio
    recita in latino.
    Sommesso
    da Colle Maggio
    ai sanguinanti cumuli
    il pianto
    di Celestino.

    Le ali frantumate,
    lo sguardo al Gran Sasso,
    l' Aquila d' Abruzzo
    resta in volo,
    basso.
    Inesausta,
    non doma,
    gli artigli
    un tempo acuminati
    (il sisma qui non centra)
    mostra ora
    tarpati
    ché,
    accanto a chi
    solo a soccorrere
    generoso ambisce,
    c'è chi tradisce.
    E' nel copione
    alla beffa aggiungere il danno,
    ma
    RICRESCERANNO.

  • janko01 scrive:

    kalisardo tocca ferro, abbiamo gia` avuto troppi danni.

  • kalysardo scrive:

    emerotecaitaliana ha scritto: il terremoto puo' spostarsi a Nord -
    E' esatto, io fino da piccolo lo sapevo xche' abitavo al Castello di Caprile di Badia Tedalda e la mia casa (muri spessi 120 cm) una volta si e' spostata di 10 cm - Gli Abruzzesi che venivano a cercare formaggio con il lupo morto puzzolente sulle spalle ci confermavano di avere avuto il terremoto - Sotto Badia Tedalda in una frazione che non ricordo c'e' un bollire di gas e la terra e' creta che bolle - Mi sono tenuto della creta a mo di palline da golf ed ora sono cristallizzate - Nella mia zona il radom era di casa e quando improvvisamente c'era un silenzio strano, l'aria stagnava e cambiava colore, la Margheritina Comandi diceva che arrivava il terremoto - Lassu' morivano di cancro per il radom che impregna le case di pietra o per le maialate che davano i consorzi rossi di Sansepolcro per far crescere il grano.
    Ora arrivera' anche li, arrivera' e passera' inosservato come sempre a meno che non arrivino a starnazzare certi giornalisti che vedono sciacalli vestiti da rumeni - Ma stavolta potrebbe essere serio xche' io ho quasi 70 anni e questo era 60 anni fa e lo aspettavano i nonni -
    Se arriva cadranno TUTTE le case, tutte anche quelle fatte bene dal Comune gia' piu' vecchie della nostra, la Chiesa di Caprile sul greppo andra' nella Marecchia -
    Rimarranno i gallinai .............e i giornalisti

  • polifemo01 scrive:

    questi presunti sciacalli sono stati assolti.
    Mi domando se la stampa sia troppo impulsiva o i giudici troppo buonisti.
    Comunque sono sempre per il metodo cinese.

  • E’ interessante notare come anche nel 1915, dopo il terremoto che nel gennaio distrusse Avezzano (AQ) e molti paesi del circondario, lo sciame sismico si spostò verso nord con scosse di media intensità che colpirono Perugia e molti comuni della provincia umbra. E’ possibile leggere i giornali su: http://www.emerotecaitaliana.it

  • polifemo01 scrive:

    leggo ora che delle persone ( romene, ma non cambia),
    sono state arrestate per sciacallaggio, in una zona abruzzese terremotata.
    Queste andrebbero giustiziate sul posto, in ginocchio, con un colpo alla nuca, come in Cina.

  • janko01 scrive:

    Certo polifemo01, ti do ragione pero` iaio ha scritto cio` nonostante una bella poesia, molto musicale che esprime in maniera colorita la sua trepidazione per quanto occorso. Fortunatamente non siamo tutti uguali ed ognuno di noi manifesta quello che sente in maniera diversa, chi col silenzio, chi colla preghiera, chi colla disperazione e chi colla poesia.Tu ed io apparteniamo ai primi, iaio agli ultimi.

  • polifemo01 scrive:

    la mia diversa sensibilità ( ma non per questo quella giusta), mi ha portato a saltare a piè pari la lettura dello scritto di jaio, pieno di belle parole e buone intenzioni.
    Il dolore è rappresentato dal silenzio e la dignità.

  • iaio scrive:

    Povera gente...
    Ora, rimane soltanto quella polvere, come un bianco sudario, a ricoprire le miserie degli uomini. A soffocare il pianto sommesso di una madre, di un padre, di un fratello, di un amico.... Rimane, quel silenzio angosciante, il silenzio della morte, rotto improvvisamente, dalla speranza rinnovata, di una vita riportata alla luce. A nuova vita!
    Rimangono, le cupole delle chiese, crollate, le case frantumate, e quel “dito di muro” con un crocifisso appeso, miracolosamente intatto, quasi a volerci ammonire, a volerci dire, che Dio c'è... c'è ancora! Ed ora, è il Suo popolo -uomini e donne di buona volontà, e perfino eroi a quattro zampe- a muovere in soccorso, di questo popolo sfortunato. Popolo montanaro, tanto simile al nostro. La terra trema ancora, quell'infido “mostro”, non si è ancora assopito! Tremano, anche le certezze di una vita. Trema un cuore smarrito, tra calcinacci e mattoni, resti di un vecchio porticato, dove un tempo... qualche ora fa, i bambini giocavano felici, rincorrendosi a perdifiato. Ed ora pare, sia trascorsa, un eternità! Rimane l'impotenza, la mia, quella di un uomo fortunato. “Mi.. che 'nté sta nòt, cossì fréda e scura, vardo el ziel, e l'è tut en tremolar. Vardo el ziel, e me ciàpa la paura. E alór Te ciàmo, te prego, Sioredio... fai tornar de nòo el dì, che pòde véder ciar.” (Io.. che in questa notte, così fredda e scura, guardo il cielo, ed è tutto un tremolare. Guardo il cielo, e mi prende la paura. E allora ti chiamo,ti prego, Signore Iddio... fai tornare di nuovo il giorno, che possa vedere la luce.)
    Rimango attonito, con la sola certezza, che il popolo Abruzzese -che non è mai stato solo- troverà la forza per portare la Sua croce, e la fede per risorgere, a una nuova vita.

  • janko01 scrive:

    Non ci sono commenti a siffatti disastri ma solo lo sgomento e la tristezza per le sofferenze dei nostri compatrioti.

  • polifemo01 scrive:

    ho fatto il srvizio militare a Sulmona ( CAR) e poi in forza al battaglione Acqui, a L' Aquila, al tempo del sequestro Moro.
    Ho un ottimo ricordo di questa regione ( nonostante la naja) e sono profondamente addolorato.
    Spero che il dolore unisca le forze politiche, senza se o senza ma.
    E propongo la fustigazione in diretta se quel cretino di Paolini approfitterà di questo lutto per farsi reclame ( e non sarebbe la prima volta..)

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