Istantanea Pier Vittorio Buffa

Il vuoto di Nettuno

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Qui, nel punto indicato dal carabiniere, a Nettuno, tre ragazzi hanno dato fuoco a un indiano.

Sarebbe troppo sbrigativo liquidare quest'assurda bravata come un atto di razzismo.

Sbrigativo e, in un certo senso, riduttivo. Perché dietro quel gesto, dietro le parole di uno degli aggressori ("solo uno scherzo al barbone, volevamo un'emozione forte per finire la serata") c'è molto di più.

C'è un qualcosa di diverso, difficile da capire, catalogare, descrivere. Per questo c'è di più: quella in cui va inserito il fattaccio di Nettuno è una categoria non nota.

Intolleranza? Culto della violenza? Mancanza di ideali e valori?

Si, forse c'è un po' di tutto questo. Ma le parole che più mi hanno colpito sono quelle con cui si esprime il desiderio assoluto e irrinunciabile, in quelle condizioni psico-fisiche, di "provare un'emozione forte".

Parole terribili che descrivono il vuoto di cui è piena la vita dei tre ragazzi di Nettuno.

Un vuoto che non è solo loro, ma di migliaia e migliaia di ragazzi della loro età. Un vuoto che a me fa paura e che non so chi e come potrà riempire.

Sono sicuro solo di una cosa. La scommessa per un "futuro migliore" parte proprio da qui, da questo vuoto che deve essere riempito.

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6 commenti 8

  • tapioca scrive:

    Quando si parla i sicurezza, in Italia, ci si riferisce, implicitamente, a quella dei soli residenti (nelle case porte blindade, inferiate alle finestre ecc.) proviamo ad immaginare con quale stato d'animo vivono gli Altri: dormire all'aperto in luoghi pubblici confidando nella pietà e nel proprio rispetto da parte del prossimo (noi).
    Ci vuol molto coraggio a dormire/vivere così. Augurandosi di non divenire "emozione forte" per degli irresponzabili a piede libero che si "annoiano". Certo la droga e l'alcohol faciliano queste "emozioni" ma non possono essere considerate attenuanti ma bensì aggravanti per chi sceglie d'usarle. L'aggressione di un uomo dormiente da parte di chicchesia è inammissibile ingiustificabile: è un reato. Ma questi uomini immaturi (cosidetti giovani) non ne sono consapevoli: privi d'umanità, di coscenza e d'amore per il prossimo, sopravvivono culturamente in questa società che ha perso il senzo dell'ospitalità (sacro per molte altre culture) e si affida alle emozioni a caldo per giustificare politicamente leggi liberticide e discriminatorie.
    Quale sicurezza pubblica è ottenibile allontanando i clandestini ammalatti d'infettivezioni propicali, del terzo mondo, dai medici italiani (che magari già sono andati a curarli nei loro paesi )?

  • mirifranc7 scrive:

    Io penso che questi ragazzi abbiano un vuoto interiore non facilmente colmabile, a mio avviso sono dei superficiali persone che, se hanno bisogno innazitutto della droga significa che hanno una personalità fragile e quindi con la droga cercano di sopperire a questa fragilità, ma penso altresì che nel loro intimo siano malvagi perchè non si può essere così crudeli e infierire sui più deboli in modo tanto barbaro io mi auguro che quel poveretto di nettuno se la cavi, ma se anche fosse così, sarà rovinato per sempre perchè anche con un'operazione non potrà essere più quello di prima. Questi "ragazzi" vanno puniti severamente.

  • fritzfritzfritz scrive:

    "Sarebbe troppo sbrigativo liquidare quest’assurda bravata come un atto di razzismo."

    più che sbrigativo sarebbe falso! almeno a sentire dire chi svolge le indagini: http://www.corriere.it/cronache/09_febbraio_02/agguato_nettuno_confessione_fiorenza_sarzanini_0db09210-f0f2-11dd-b48f-00144f02aabc.shtml

    mica che ogni cosa brutta ha una matrice razzista no?
    a me pare che volessero semplicemente divertirsi infierendo su un debole!

  • janko01 scrive:

    Vorrei aggiungere al mio commento di cui sotto una proposta per riempire quel vuoto di cui Vier Vittorio giustamente parla: una scuola a tempo pieno nella quale si dedichi buona parte allo sport e/o all'economia domestica. I ragazzi che s'impegnano nello sport o nelle faccende domestiche non hanno molto tempo da dedicare alla droga e forse grazie ad essi apprezzerebbero di piu` altri valori che andrebbero a chiudere quei vuoti.
    Per precisare cosa intenda per economia domestica basterebbe pensare alle faccende dii casa che il piu` delle volte vengono svolte da artigiani di mestiere.

  • polifemo01 scrive:

    caro Pier Vittorio,
    mia figlia ha 19 anni
    io distinguo fra droga pesante e leggera e questo ho insegnato a mia figlia. Succede così che oggi la maggior parte dei genitori ammette l' uso delle canne. Io credo di avere sbagliato col mio permissivismo.
    Sento parlare di ecstasy, coca, alcool e rave . Mia figlia torna a casa al sabato e venerdì al mattino. E' vero, ha una famiglia di separati, ma le assicuro che le attenzioni di sua madre e le mie sono state maggiori. Io sono in pensione da molti anni ed ho tempo da dedicarle, ma, ovviamente, la compagnia del padre è noiosa. Controllare le sue compagnie è quasi impossibile. Concordo con Pier Vittorio che questi ragazzi hanno un vuoto dentro e tanta tristezza. Non li vedo mai ridere...
    La scuola permissiva( guaia ad uno schiaffo ad un alunno, la privacy sulle bocciature, etc..) i genitori permissivi ( canne, soldi, orari, pillole anticoncezionali), sono indice di progresso?
    Non so che dire, anzi spero solo che non accada mai quanto è accaduto a Nettuno, ma non ne ho la certezza, solo la speranza...

  • janko01 scrive:

    Pier Vittorio mi creda, il fatto occorso si spiega solo coll'abuso di droga tuttoil resto non conta. A quell'eta` che del resto avemmo anche noi, non si ragiona come noi oggi adulti, vorremmo. L'esibizionismo e` una malattia giovanile, se poi ci aggiungi la filosofia del gruppo e la droga il quadro penale si completa.
    Dobbiamo intervenire a proibire piu` severamente il commercio di droga. Ed i nostri poliziotti sanno quali sono i colpevoli dentro alle discoteche, fuori dalle scuole, nelle strade e via dicendo. L'omicidio di Perugia non e` forse anche quello da imputare alla droga?
    Numerosissimi sono gli omicidi, gli stupri ed i casi di violenza riconducibili all'uso indiscriminato di droghe pesanti o leggere.

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