Il referendum e la muffa
E' successo. La protesta contro le regole del ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini è arrivata dove era giusto. E anche oltre. Perché è diventata qualcosa di diverso, che va al di là del testo di legge, dei cambiamenti previsti, della figura del ministro sotto accusa.
E' un urlo che dovrebbe assordare chi governa questo paese. E anche chi gestisce l'opposizione parlamentare. E' la voglia di essere coinvolti, di contare, di decidere della propria vita. Di tornare a essere il motore del progresso dellla propria comunità, del proprio paese.
Per questo non sono d'accordo con il referendum che dovrebbe portare all'abrogazione del decreto Gelmini. Negli anni Settanta i referendum sono stati un volano di democrazia e partecipazione. Oggi sanno di muffa perché rischiano di riportare tutto nei canali di una dialettica politica che è esattamente quella che la piazza di Roma respinge. Se poi il Parlamento cambia un po' il decreto cosa succede? Salta il referendum e tutti contenti?
No, non penso proprio che questo voglia chi oggi è sceso in piazza.
Capire come tradurre il 30 ottobre in un'azione politica efficace è il compito che aspetta tutti noi. E a cui dovrebbero dedicarsi, con grande intensità, una maggioranza intelligente e un'opposizione lungimirante.