Istantanea Pier Vittorio Buffa

No, signor comandante

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"Forme di pressioni psicologiche gravissime sui piloti che portano anche ad incidenti aerei" (Agenzia Ansa, 22 settembre 2009, ore 15,57). Così ha detto Fabio Berti, presidente del sindacato dei piloti Anpac, e poco importa, sinceramente, che in serata abbia corretto il tiro.

Un professionista, a cui migliaia di persone hanno affidato, affidano e affideranno la propria vita, non deve pronunciare frasi del genere, mai. Il dovere di un comandante di aereo, se si sente sotto pressione, è uno solo: restare a terra.

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17 commenti 8

  • janko01 scrive:

    Mariolt penso anch'io che le mamme degli imbecilli siano sempre incinte, sopra tutto quando hano dei padri come te.
    Ma scusa, tu non paghi le tasse? Non t'interessa sapere che uso ne facciano quelli che le spendono? Sei proprio d'accordo che da dieci anni a questa parte mantengano i dipendenti Alitalia che continua a perdere soldi da tutte le parti e quote di mercato a favore degli altri? Io non volo Alitalia da anni perche` e`la compagnia piu` cara di tutte e la piu` a rischio. Volo AirDolomiti a Monaco e quindi Lufthansa. Hai presente Swissair e Sabena? Non sono fallite anche loro? E` stato generato per il loro fallimento forse lo stesso trambusto al quale stiamo oggi assistendo? Ti consiglio quindi non solo di gettare la divisa ma anche la pretesa di mettere incinte certe madri per migliorare il nostro futuro.

  • mariolt scrive:

    Leggo le conclusioni a cui sono pervenuti alcuni commentando il mio intervento e.... mi rendo conto che anche quì "Le mamme degli imbecilli sono sempre incinta"... Vero 'profe01' in questo Paese chi distrugge, licenzia e fa danni viene premiato... gli altri pagano.

  • profe01 scrive:

    Siamo al paradosso. Ora, se un'azienda è stata mal gestita è colpa dei dipendenti che non hanno scioperato contro la mala gestione. E' giusto così, del resto, in un Paese nel quale i dirigenti ruotano sulle poltrone delle principali aziende, anche dopo aver lasciato voragini nei bilanci, e nel quale il falso in bilancio è un illecito amministrativo.

  • onir59 scrive:

    Mariolt , se il tuo lavoro ti pesa , cambia lavoro.
    Da quello che scrivi sembra che tu sia un gdf, ovvero un soggetto che liberamente ha scelto di fare parte di coloro che tutelano la legge , di coloro che primi fra tutti devono essere di esempio a noi cittadini , che primi fra tutti devono essere al servizio dei cittadini.
    Scelta volontaria , non mi risulta che un medica abbia mai prescritto un lavoro per risolvere stati di malattia, quindi non portestare non fare la vittima. Se le pressioni ti danno fastidio e non riesci a gestirle cambia lavoro, le pressioni fanno parte del sistema ed è tuo compito gestirle e gestirle non significa farsi sopraffare da queste.
    Noi cittaidni ti paghiamo per far eil tuo lavoro non per inventarti scuse, noi che siamo i tuoi datori di lavoro pretendiamo da te serietà e rispetto, se non li hai cambia lavoro.

  • onir59 scrive:

    Questa storia dei piloti la trovo veramente insosteniible, chi si credono di essere? dei super uomini? il tempo in cui il pilota era un soggetto che doveva avere caratteristiche particolari sono finiti da tempo; tutte le macchine moderne sono gestite da sistemi complessi automatici, da prodotti hw e sw che tolgono al pilota tanto ma tanto lavoro, inutile continuare a dire di essere diversi. Ieri poi alla trasmisisoen di santoro ho sentito gandi banalità , ci sono soggetti lavoratori che per fare il prorio lavoro hanno oneri ben peggiori e nessuno li retribuisce come il perosnale di volo. Pensiamo ai medici ospedalieri , per fare un'operazioen non eisiste solo il tempo di sala ma il tmepo di studio, di preparazione , eppure i medici non hanno differenze ne conteggi tra tempo di sala ( ore volate) e tempo preparatorio ( tutto il resto). e che dire degli informatici, soggetti che nel grande silenzio mandano avantiol mondo ( pensate solo se si spegnessero un quarto dei computer insieme cosa accadrebbe , il caos) eppure per scrivere una riga occorro tempi di preparazioen enormi , aggiornamenti continuo, se parliamo di stress forse qusto è uno dei lavoro a piu alto rischio, ma non vedo informatici lamentarsi come fanno dei semplici autisti ( i piloti). E basta con lo scaricare sugli altri le prorie responsabilità , se alitalia è fallita la colpa è anche dei piloti che hanno difeso i loro privilegi e mai l'azienda, mai ho visto uno sciopero per denunciare gli sprechi, mai uno sciopero per accusare la classe dirigente massima, mai. Sempre solo per il loro salario per i loro privilegi, e adesso noi dobbioamo pagare?, batsa per favore andate a casa che è meglio.

  • janko01 scrive:

    Caro mariolt, parlando di piloti d'aereo, se ci augurassimo che chiudano un occhio come viene a te richiesto, penso che correrremo seri rischi, non credi? Per pilotare gli aerei servono due occhi e ben aperti. Inoltre se l'agire onestamente a te comporta pressione, getta pure la divisa che indossi, non ti si addice e lascia stare Brunetta, data la statura, non sara` mai alla tua altezza.

  • mariolt scrive:

    Non so esattamente il lavoro che fanno gli intervenuti che si sono dilettati nell'esercizio più facile, quello del 'Dagli Comandante!', ma io che un divisa porto... non in Alitalia, ne in altra compagnia aerea comprendo il senso delle c.d. 'Pressioni psicologiche'. A me capita spesso che a fronte di accertamenti mi viene chiesto di 'chiudere un occhio'. L'onesta mi dice di non farlo, ma la pressione inizia.. così ti trovi a lavorare male, come dice Berti.... Sotto pressione , e lavori male. Allora qualcuno ha detto "stattene a casa"... ma siete normali o amici di Brunetta? Come faccio a starmene a casa? Dovrei andare a denunziare ogni pressione? Allora avremmo un classe politica di indagati per tentato abuso o minaccie a pubblico ufficiale...ma che importerebbe, loro fra poco avranno l'immunità dai reati, tu continuerai a lavorare sotto pressione ed a casa non ci puoi restare... parola di Brunetta,

  • janko01 scrive:

    Siamo partiti dall'invito al comandante di un aereo di restare a terra se si sente sotto pressioni psicologiche che gl'impediscono di pilotare l'aereo come si conviene, per arrivare all'assicurazione del premier circa il mantenimento inalterato del loro stipendio.
    Sono vari anni che osservo l'andamento economico e gestionale dell'Alitalia con dispetto e spregio per tutti i governi che ne hano approvato i bilanci.
    Alitalia e` una ditta di servizi che non produce profitto, anzi e` in continua perdita. Se io ne fossi il proprietario avrei gia` da tempo chiuso i battenti prima che il rosso continuo dei suoi conti mi conducesse in galera.
    Non capisco perhce` lo Stato che non dev'essere un ente di beneficenza non abbia fatto lo stesso.
    Alitalia e` fallita in pratica da anni ed i suoi dirigenti dovrebbero essere gia` in carcere da tempo, invece siamo ancora qui a preoccuparci della sorte di 20,000 dipendenti, ribadisco dipendenti, non lavoratori, ignorando che molti di essi furono assunti solo per far piacere a qualcuno, non per necessita`
    Quando una qualsiasi azienda non solo non produce profitto, ma comporta gravi perdite in continuazione, va chiusa indipendentemente dal numero dei suoi dipendenti. Questa e` la logica di mercato ed i responsabili del suo insuccesso vanno puniti non premiati con incarichi presso altre aziende statali.
    I piloti, se sono bravi troveranno impiego presso altre compagnie, le rotte verranno coperte da altri vettori che avranno bisogno di personale, e le persone inutili si dovranno arrangiare per proprio conto.
    Ma i lettori di questo Post si rendono conto che stiamo mantenendo i dipendenti Alitalia da anni coi soldi delle nostre tasse? E sono proprio tutti d'accordo a spendere i loro soldi per questo nobile motivo?
    In America esiste una professione chiamata Tax-Payer watch dog che non esiste in Italia. Sarebbe il caso che qualcuno si facesse avanti per promuoverla.

  • profe01 scrive:

    Certe categorie di lavori (guarda caso, proprio quelle sotto accusa in questi trucidi tempi) sono considerate da molti alla stregua non di impieghi ma di missioni, che per natura richiedono uomini e donne superiori alle emozioni umane, pronti al sacrificio in nome del Bene Comune, indifferenti al denaro e alla sua eventuale carenza. Così è per il docente, che non può sbagliare, pena l'ostracismo; così anche per il pilota, che deve svolgere con serenità quasi divina il suo compito anche se teme di non poter fare fronte ai propri impegni finanziari. E' vero, guadagnano molto bene (ma anche molto meno di un consulente esterno del Comune di Milano...!!), ma solitamente una famiglia programma le proprie uscite (mutui, rate, ecc) in base alle proprie entrate. Se queste ultime calano, ecco un bel problema da affrontare. Il discorso del premier ("resteranno inalterati gli stipendi a fronte di un aumento delle ore di lavoro") sarebbe interessante riproporlo agli impiegati di una qualunque ditta privata. Così, per vedere che ne pensano...

  • cesar scrive:

    Comunque sia, è anche da tener presente che in Alitalia c'erano e ci sono moltissime persone in più, che hanno pesato non poco sulle finanze aziendali. E questo per avere ottenuto il posto per le solite raccomandazioni, per assicurare i voti elettorali, chissà, a certi candidati politici, come ricompensa dell'assunzione. Tutto andava bene, come spesso accade in Italia, finchè la vacca dava latte in quantità. Quando si tira la cinghia, invece, tutti i nodi vengono al pettine, e queste, purtroppo, sono le conseguenze. E di casi come questi ce e ne saranno certamente altri, destinati prima o poi a venire a galla. Ciò non toglie, ripeto, che quando si hanno responsabilità superiori, come la vita delle persone che si trasportano, volere o no, si deve essere superiori ad ogni altra cosa, anche penalizzante economicamente per se stessi: il valore della vita umana non ha prezzo che tenga! E poi, se non erro, lo stipendio era stato assicurato a tutti. Si trattava solo di sacrificarsi un po' più come ore di lavoro aggiuntive, almeno fino al miglioramento della situazione economica societaria. Agli errori fatti occorre in ogni modo porre rimedio, e questo, come sempre, anche a costo di pesanti sacrifici. Poi, quasi sempre, per l'economia familiare, al giorno d'oggi, in famiglia a lavorare non c'è mai uno solo!

  • marco942 scrive:

    Chi scrive non ha certo vissuto questi drammi. Questi sono strumenti per eseguire licenziamenti di massa. Si parte da 3.500 poi con la pressione psicologiaca e la cassa integrazione, anche lunga, si arriva ai grandi numeri, fino alla sparizione. Cosi sono sparite molte realtà induistriali come la Olivetti per esempio, e molte altre. Purtroppo chi pensa che accettando le condizioni imposte e avalate dal sindacato si salvasse il posto di lavoro si ulludeva, invece autorizzava il licenziamento di massa, mascherato da paracadute sociali.

  • marco942 scrive:

    Questo modo di ragionare è puramente teorico, perché non tiene conto della realtà delle cose. La realtà è che la situiazione è critica. Pretende di ottenere garanzia di sicurezza in queste condizioni è utopico. Qualunque persona accorta non aspetta che siano i pilotoi a dirlo. Il fatto è che non se ne può fare a meno del trasporto aereo, è vitale e qualcuno per beghe di campinili ci specula sopra. Pur elogiando la professionalità dei piloti e non considerando quello che è stato detto, si è sicuri che una persona che teme di perdere il proprio lavoro e dover ridimensionare la propia vita, non abbia delle preoccupazioni e pensieri scuri in mente? Certo non può lascarli a casa quando vola. Molti danno per scontato che si deve. Con questi modi di ragionare si va incontro alle catastrofi sociali, finanziarie e vitali. Le cose non sono mai come dovrebbero essere. In una condizione conflittuale poi solo il caso le gestisce. Marco

  • cesar scrive:

    Le parole pronunciate da Fabio Berti tendono a provocare un allarme ingiustificato nell'opinione pubblica e soprattutto fra i viaggiatori degli aerei, al fine di richiamare ancor più l'attenzione sul problema Un pilota credo che debba essere sempre presente a se stesso, ed avere, per sua medesima natura, sempre, e comunque, il controllo della situazione, ogni eccezione rimossa Egli ha la responsabilità SUPERIORE dell'integrità delle persone a lui affidate e che trasporta:valore umano inestimabile! E poi, per lui stesso, che conduce l'aereo! Metterebbe a repentaglio la sua stessa vita, oltre a quella degli altri! Quindi, ha l'obbligo morale e professionale, alla prima sensazione di cedimento nervoso, di farsi da parte. Non ci sono motivi, anche di ordine economico, che tengano!

  • polifemo01 scrive:

    a parte le dichiarazioni futuriste ( 22 settembre 2009) dei piloti,
    tornando al presente,
    ci sono professioni dove si deve essere sereni per esercitarle con serietà.
    Ricordo il chirurgo, i macchinisti del treno, il politico, il giudice, l' avvocato, il medico, anzi ora che scrivo direi tutte, in quanto un errore del professionista può creare danni fisici o morali (che spesso non sono da meno) al suo cliente. Se i professionisti sotto pressione dovessero stare a casa, allora gli studi, gli ospedali, i tribunali.. sarebbero vuoti.
    Si chiamano professionisti perchè devono esercitare la loro professione in maniera asettica e neutra.
    Se sono influenzati dalle liti familiari, aziendali o dal risultato negativo della loro squadra calcistica del cuore, allora stiano veramente a casa, ma non per loro volontà, ma per volontà aziendale e dell' ordine che li rappresenta.

  • esedra14 scrive:

    Sono d'accordo. Un pilota deve tenere i nervi saldi. Se non ci riesce, cambiasse mestiere

  • janko01 scrive:

    L'unica soluzione possibile che rimane all'associazione dei piloti Alitalia, per uscire da questo pasticcio, e' quella di rassegnare le dimissioni dalla compagnia e di trovarsi un altro impiego. Le pressioni psicologiche sono un scusa bella e buona per attirare la benevolenza dei passeggeri nei loro confronti. A meno che non venga tollerato il rifiuto di un pilota ad andare in volo, ogniqualvolta il diniego di una hostess ad andarci a letto assieme gli comporti forti tensioni emotive che rendano pericoloso il controllo dell'aereo.

  • Le pressioni psicologiche sui piloti mettono a rischio la sicurezza del volo: questo ha affermato Fabio Berti
    "La sicurezza del volo, (ha detto Berti) è il tema per cui noi piloti esistiamo e lottiamo per garantire qualità ai passeggeri, per dare sicurezza ai passeggeri. Sembra però che qualcuno voglia creare un’azienda che produce delle forme di pressione psicologica gravissima sui piloti che portano anche ad incidenti aerei».

    Secondo Berti, "i viaggiatori si devono preoccupare perché questo tipo di pressioni cui sono sottoposte le categorie dei piloti, e la direzione in cui si vuole andare, sono strettamente legate a questa questione. Berti ha quindi replicato alle accuse rivolte alla categoria e ai suoi presunti privilegi: »si sa bene - ha sottolineato - che il problema di Alitalia non sono solo i piloti, ma ad esempio i 200 milioni di euro l’anno persi tra il 2000 e il 2008 per il collocamento di Malpensa senza regolare Linate, tutti gli sprechi, il fatto che Alitalia pagava i gestori aeroportuali 5 volte di più delle altre compagnie. Invece qui si stanno cercando delle responsabilità su problemi di governance che non ci sono mai stati".

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