Istantanea Pier Vittorio Buffa

Le maestre hanno ragione

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Maestre vestite a lutto.

Hanno torto? Hanno ragione?

Io penso che abbiano ragione. E questo anche se so che molte di loro hanno indossato il nero soltanto per difendere il posto di lavoro o per pigrizia verso il cambiamento, qualunque esso sia.

Hanno ragione perché una struttura complessa e delicata come la scuola, destinata a incidere profondamente sul futuro del paese, non si riforma d'estate a colpi di decreto.

Hanno ragione perché dietro gli slogan-guida del decreto non c'è traccia di una qualsivoglia elaborazione teorica.

Hanno ragione perché nessuno ha disegnato la scuola italiana del futuro. E le riforme vere non si fanno a pezzetti.

Hanno ragione, infine, perché nessuno si è confrontato con chi nella scuola lavora da decenni. Non foss'altro per sentire il suo parere e poi infiaschersene. Ma questo voglia di consenso e condivisione, si sa, è roba ammuffita, di sinistra.

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19 commenti 8

  • [...] E non entro nemmeno nel merito della riforma, ne abbiamo già discusso nelle scorse settimane (vedi i post Signora ministro merita un bel tre, Divise alle maestre, non ho capito, Le maestre hanno ragione) [...]

  • uka59 scrive:

    sONO INSEGNANTE, MAMMA E...NONNA posso permettermi?
    Nel mio circolo non c'è univocità di posizioni perciò si parla, si discute, si agisce, come dovrebbe funzionare in una situazione democratica che non ritrovo nelle posizioni del nostro attuale governo che risponde con la paura e con la repressione all'esternazione di idee diverse e si sa, in una nazione le modalità di esternazione sono tante e purchè non siano violente, sono tutte rispettabili, ma tant'è....
    In ogni caso, a tutti i commenti di chi la scuola l'ha vissuta e la vive da esterno, vorrei replicare che, pur nella molteplicità delle esperienze, positive o negative di quando si era studenti, pur nella rabbia o nell'invidia di chi stabilisce che il nostro monte ore lavorativo è basso e non sa quanto c'è, invece di "funzione docente", aggiornamento, programmazione individuale e quant'altro, e non sa neppure che più ci si avvicina all'Università più il monte ore di lezione frontale diminuisce e aumenta, invece, lo stipendio, a tutti questi, vorrei dire che esiste un popolo che dalla scuola ricava sostegno, aiuto alla gestione di un problema famigliare o di apprendimento, anche, diciamolo, assistenziale (altrimenti chi lo dà?).
    Vorrei ricordare che maestro unico è una parola dentro la quale sta: tempo scuola drasticamente ridotto, discipline e libri a pagamento, richieste di prestazioni da parte degli studenti che dovranno arrabattarsi a cercare aiuti e modalità gestiti con il "fai da te" famigliare quando a volte la famiglia non può e non ce la fa, tagli al sostegno all'handicap e a qualunque aiuto nelle difficoltà di apprendimento, emarginazione degli stranieri, a meno che, come per tutti gli altri, non siano ricchi! Bast? Cosa devo aggiungere ancora? Posso dire che potrei starmene tranquilla e zittina e forse potrei essere toccata poco da questo terremoto: io e la mia famiglia, ma NON E' GIUSTO! Posso dire che ringrazio questo governo perchè risveglia la coscienza di tanti, le idee e la voglia di lavorare per gli altri, solo che desta anche la ribellione per ciò che è MERA INGIUSTIZIA E DELINQUENZA!!!!

  • profe01 scrive:

    Se ci dobbiamo attaccare alle 5 ore che vanno dalle 35 da te calcolate alle 40 che (a tuo parere) sono una soglia minima per chiunque (ma c'è chi, a contratto, ne svolge 37 o 38 a seconda del settore senza che vi siano levate di scudi), allora sicuramente io lavoro poco e mio marito non è portato per la matematica. In ogni caso, la preparazione e la correzione, purtroppo, a volte si fanno anche di domenica.
    Negli Stati Uniti stanno a scuola 7 ore di fila? Qui dove lavoro io, ti assicuro che non è praticabile; non perchè non stia bene a noi docenti (che abbiamo tentato molte volte di fare 6 ore su 5 giorni per lasciar libero il sabato) ma perchè è opinione largamente diffusa che già le attuali 5 ore consecutive siano troppe perchè i bimbi le possano reggere.
    La scuola e la casa sono due dimensioni estremamente diverse, tanto che comportamento e carattere dell'alunno cambiano notevolmente nell'uno e nell'altro ambiente. Imparare a organizzare da soli il proprio tempo in modo da far fronte agli impegni di studio fa parte della crescita e della maturazione.
    Mi fa poi rabbrividire che i genitori non debbano seguire i figli quando necessario: il greco sicuramente lo conosceranno in pochi, ma l'italiano (materia che io insegno alle medie) spero sia un patrimonio maggiormente condiviso. Aggiungo che nella scuola dell'obbligo, se è seria, i compiti sono esercitazioni su argomenti già trattati in classe, e già in classe oggetto di esercizi uguali o simili. Il questionario di comprensione, ad esempio, si svolge oralmente in classe dopo lettura del brano, analisi e riflessione; a casa i ragazzini devono solo dare forma scritta alle risposte e aggiungere considerazioni personali. Che deve fare il genitore? Assicurarsi che i compiti siano stati svolti e dare la propria disponibilità all'ascolto, se vi fosse qualche problema. Non dimentichiamoci che in classe io ne ho 27 ed è difficile che riesca a seguirli tutti individualmente; a casa i genitori ne hanno due o tre.
    La tua proposta sugli emolumenti e l'orario immagino sia una provocazione: infatti non si diminuirebbe il numero dei docenti, che vedrebbero i loro emolumenti più che decuplicati a fronte di un apparente raddoppio delle ore di lavoro. Con quali denari si potrebbe far questo?
    I docenti sono una categoria sicuramente rassegnata e pavida; ma non si può chiedere loro di avanzare richieste fuori dalla realtà, che sarebbero di conseguenza rigettate con grandi risate.
    Essere insegnante è una grande responsabilità, è un lavoro totalizzante, che obbliga a continue riflessioni e ripensamenti sul proprio operato, che raramente dà tregua anche nel tempo libero. Ma la scelta di dare la vita a un altro essere umano comporta almeno altrettante responsabilità; sarebbe imperdonabile se io trascurassi il ruolo di genitore rispetto a quello di insegnante.
    Grazie per gli auguri, ormai mancano 13 giorni all'evento!

  • janko01 scrive:

    Cara profe01, non e` importante che io non sia un insegnante, a meno che questo forum sia riservato solo ad essi. Se non lo fosse ti rispondo come segue.
    1. Se tu lavori a scuola 25 ore alla settimana e 2 ore ogni giorno a casa, lavori meno di 40 ore settimanali, o sbaglio?
    Quelle due ore in cui lavori a casa potresti tranquillamente impiegarle a scuola senza l'assillo di accudire contemporaneamente alle faccende domestiche che potrebbero distoglierti dall'impegno. Tuo marito non sembra quindi molto dotato per l'aritmetica.
    2. In USA, tanto per fare un esempio i ragazzi vanno a scuola alle ore 8 ed escono alle ore 15, pertanto si tratta di 7 ore continuative. Alcuni di loro si trattengono un'ora di piu` per attendere i genitori che li riportino a casa. Non vedo perche` cio` non possa essere praticato anche in Italia.
    3. Non capisco che differenza ci sia nel completare nel pomeriggio il lavoro dopo scuola a casa o a scuola. Si tratta solo di cambiare localita`, nient'altro.
    4. Non e` compito dei genitori di seguire la crescita culturale (quella mentale la possiamo intendere come sinonimo dell' intellettuale) del proprio figlio assistendolo quando sia necessario. Al liceo classico studiavo il greco che nessuno dei miei genitori ha mai imparato, quindi se mai avessi avuto bisogno di aiuto questo lo potevo incontrare solo a scuola, non a casa.
    5. Non e` il governo che in questo caso funge da datore di lavoro, che deve proporre l'aumento delle ore lavorative e dei compensi agli insegnanti, sono questi ultimi che devono darsi da fare per ottenere quello che e` giusto avere. In fin dei conti la professione dell'insegnante e` una delle piu` importanti della nostra societa`, dal buon uso di essa dipendono i nostri futuri governanti, i nostri professionisti, i nostri artigiani, in una parola, i nostri cittadini. Ti pare poco?
    Nei tuoi panni sentirei questa responsabilita` come una delle piu` importanti della mia vita, piu` di quella di essere una madre. E siccome mi sembra di leggere che tu sia in attesa di esserlo, ti estendo i miei piu` fervidi auguri per il prossimo evento.

  • profe01 scrive:

    Caro Janko (che sicuramente non sei un insegnante), rispondo con una serie di considerazioni:
    - il solito discorso sugli insegnanti che non lavorano 40 ore è aria fritta. Sarà perchè sono anche vicepreside, ma almeno a me non è mai capitato di stare a scuola meno di 25 ore a settimana, cui vanno aggiunte 2 ore come minimo ogni giorno per la preparazione delle lezioni e la correzione degli oltre 1000 elaborati annui in media che i miei alunni svolgono a titolo di verifiche formative e sommative. Mio marito, che la pensava come te, si è dovuto ricredere.

    - ben poche famiglie sarebbero disposte a lasciare i figli a scuola 8 ore al giorno, perchè questi ultimi hanno altre attività (sport, musica, catechismo) da svolgere al pomeriggio. Ogni volta che offriamo attività GRATUITE pomeridiane (corsi di recupero, conversazione di lingua straniera, latino, patentino) dobbiamo fare lo slalom fra gli impegni extrascolastici degli alunni.

    - i cosiddetti homeworks si chiamano così appunto perchè servono all'alunno, a casa, per rendersi conto se ha compreso e assimilato i contenuti o conseguito le abilità oggetto di spiegazione al mattino. Sarei d'accordo con lo svolgimento guidato a scuola solo per i bimbi della primaria, al fine di far loro acquisire un metodo di lavoro. Inoltre, penso sia dovere di un genitore seguire la crescita mentale, culturale e intellettuale del proprio figlio (compatibilmente con la propria preparazione) e non demandarla in toto ad agenzie esterne alla famiglia.

    - "last but not least": proposte come la tua non se ne sentono perchè il governo (non solo questo, ma tutti i governi degli ultimi 20-25 anni) ha come principale obiettivo ricavare dalla scuola dei RISPARMI. Finchè i docenti "lavorano poche ore" (e ribadisco che per molti di loro non è così), è possibile pagarli da 950 a 1150 euro come stipendio iniziale (niente male per un laureato abilitato!); ma quanti sarebbero disposti a stare a scuola 40 ore ricevendo uno stipendio inferiore a quello di un'impiegata diplomata?

  • janko01 scrive:

    Nell'industria, nel commercio, vorrei dire quasi in qualunque impiego si lavorano 40 ore alla settimana. Nella scuola invece no. Gradirei sapere il perche`.
    Se gli insegnanti lavorassero 8 ore al giorno, 4 al mattino e 4 al pomeriggio, gli alunni starebbero a scuola altrettante ore, 4 al mattino per ricevere il viatico di solidi principi morali e l'istruzione, 4 al pomeriggio per fare il cosidetto home-work o i compiti assegnati.
    che oggi svolgono a casa. I libri che dovrebbero essere di proprieta della scuola non verrebbero piu` portati a casa e l'anno successivo rimarrebbero a disposizione dei nuovi alunni.
    Le famiglie potrebbero cosi` venire a prendersi i rampolli all'uscita della scuola che coinciderebbe con quella dell'uscita dal loro lavoro, evitando i problemi odierni. I genitori non dovrebbero cosi` seguire i figli aiutandoli a svolgere i compiti a casa e questi ultimi potrebbero dedicarsi a riempire il loro tempo libero a piacimento. Insomma 8 ore di scuola, 8 di svago e 8 per dormire come insegnavano i socialisti del secolo scorso.
    Dimenticavo, gli insegnanti dovrebbero vedere aumentati i loro emolumenti come conviene a chi si affida l'istruzione dei dirigenti di domani. L'insegnante, il vero insegnante, non dovrebbe essere pagato meno di un onorevole il cui compito molte volte e` quello dell'assenza continuata. Come mai non si sentono proposte del genere da nessuna parte?

  • profe01 scrive:

    Io, alle elementari (dal 1977 al 1982!) cambiai insegnante (il risolutivo "maestro unico" di allora!) TUTTI GLI ANNI. Nel passaggio dalla prima alla seconda, causa razionalizzazione e accorpamento di istituti scolastici, la mia classe fu smembrata in sette piccoli gruppi, e ciascuno di essi fu inserito in un'altra classe, con nuovi compagni. Alle scuole medie gli insegnanti di lettere furono solo due, mentre alle superiori (liceo classico) l'avvicendamento riguardò i docenti di italiano, storia e filosofia, inglese, matematica, chimica.
    Ciò non mi ha impedito di laurearmi in Lettere in Italia e diplomarmi anche a Cambridge. Cambiare non è così drammatico, e il più delle volte non è colpa degli insegnanti, che sono spesso precari e non possono scegliersi sempre la stessa sede; a volte si assentano per legittimi motivi, come la sottoscritta, che alla fine dell'ottavo mese di gravidanza è dovuta rimanere a casa per forza, e non potrà rientrare in classe fino all'inizio di febbraio.
    Quanto alla Riforma Moratti, parte di essa è stata "disapplicata", parte invece è stata temperata dall'autonomia delle scuole, che contrariamente a quanto si pensa non è volta (solo) al mantenimento dei posti di lavoro, ma anche e soprattutto a rispettare le esigenze del territorio. Un esempio: un modello di scuola a 27 ore (3 giorni da 4 e 3 da 5 ore) è inconciliabile con l'organizzazione del trasporto comunale degli alunni: perciò alle famiglie si chiede: preferite lasciare i figli a scuola 3 ore in più a settimana oppure portarli e venirli a prendere voi di persona? La risposta è scontata.

  • coerente scrive:

    Vorrei portare la mia esperienza di genitore di un bambino che adesso frequenta la 5A elementare.
    in questi anni ha cambiato 4 maestre di inglese, 2 di matematica e 2 di italiano.
    Ogni anno le nuove maestre hanno dovuto ricominciare un programma nuovo con metodi di insegnamento ogni volta diverso.
    L'unica cosa certa sono state le gite, le recite, e le manifestazioni contro i vari ministri dell'istruzione puntualmente organizzate dalle maestre guarda caso megapoliticizzate comuniste le quali, anche oggi, urlano alla distruzione della scuola pubblica.
    Mi ricordo in prima elementare fu organizzata un'assemblea con i genitori contro la legge moratti anche in quell'occasione il tempo pieno doveva scomparire e migliaia di insegnanti licenziate in tronco.
    LA LEGGE MORATTI E' IN VIGORE E NON E' SUCCESSO NIENTE.
    Sono stati spesi soldi però per: progetti teatrali-spettacoli multietnici-preogetti per aiutare associazioni dell'america latina quali: equador/bolivia/cuba/cile però ci dobbiamo pagare le fotocopie che le maestre ci richiedono nonostante i libri che ci fanno comprare.
    I nostri figli sanno chi è zapatero e non conoscono garibaldi.
    Facessero meno politica e insegnassero più cose serie.

  • profe01 scrive:

    La reazione di Merlot mi ricorda le epurazioni di stampo fascista: chi non la pensa come lui non ha diritto di lavorare, non è professionale, non è bravo. Nessuno ha strumentalizzato i bambini, tanto che le lezioni si sono svolte regolarmente. Si spera che anche in futuro gli insegnanti, come tutti gli altri, continuino ad avere il diritto di esprimere la loro opinione senza timore; quanto ai "molti giovani con molta voglia di lavorare", è superfluo commentare: un Paese che non tiene in considerazione il valore rappresentato dall'esperienza è un Paese già in un autunno inoltrato. Si ricordi Merlot: non c'è laurea, master, specializzazione che tenga. Insegnare è un mestiere difficile, e lo si impara ogni giorno sul campo.

  • merlot01 scrive:

    vergogna queste non sono maestre sono pupazze vestite di nero , e non possiamo accettare che strumentalizzano i bambini per difendere il treppiede delle chiacchiere, io le condanno sensa appello ,e prima possibile mandiamole in pensione ,cosi faranno meno danni alla società , visto che ci sono tanti giovani con molta voglia di lavorare.

  • raf57 scrive:

    Consiglio a beba77 di leggere con attenzione il commento di profe01 così potrà trovare la risposta alla sua domanda. Io insegno da quasi 30 anni nella scuola primaria e ho iniziato proprio come maestra unica, si lavorava bene, con serenità, si terminavano regolarmente i programmi, anche se spesso chi non riusciva veniva lasciato indietro. Tutto era diverso. Ora lavoro in una classe di 21 alunni, dove la metà dei bambini sono stranieri e molti dei ragazzi italiani hanno delle difficoltà, non sarebbe possibile gestire da sola l'intera classe, programmi a parte. Nonostante le difficoltà questa scuola mi piace di più, i miei bambini stranieri sono una ricchezza, per me e per il oro compagni e i programmi, che sicuramente andrebbero rivisti e ricalibrati, sono decisamente più ricchi e stimolanti di 30 anni fa.

  • profe01 scrive:

    Sarebbe come chiedere a un qualunque altro lavoratore di scioperare fuori dall'orario di lavoro.
    Qui le maestre non hanno interrotto un pubblico servizio, non hanno creato disagi alle famiglie; hanno solo scelto di rendersi visibili a un Ministro che agisce per decreto, sottraendosi così a ogni dialogo.
    Spiegate, piuttosto, ai vostri bimbi forse perplessi per quei nastri neri, che è una battaglia che si combatte anche per il loro futuro. Credere nel proprio lavoro, lottare per le proprie convinzioni (anche rinunciando ai festeggiamenti, a volte): sono valori così desueti?

  • az19 scrive:

    Non sono assolutamente d'accordo che le insegnanti si siano listate a lutto alla apertura delle scuole, così come è accaduto in tante scuole italiane dove anche ai bambini sono stati apposti segni di lutto. L'apertura della scuola è per i nostri ragazzi un momento di gioia e non un atto di tristezza. Questo le maestre lo sanno benissimo e hanno sbagliato. I problemi con la Gelmini e la riforma si risolvono in altri modi e con altri strumenti. Il ritorno al maestro unico? In tanti lo abbiamo avuto e funzionava benissimo. Non so se oggi sarebbe sufficiente, ma comunque questa è una discussione e un confronto da farsi in altri luoghi e no alla apertura degli anni scolastici

  • profe01 scrive:

    Polifemo, qui si parla di ABILITAZIONE ALL'AVVOCATURA, non di laurea. Chiunque abbia un amico laureato in giurisprudenza sa bene che ottenere un'abilitazione, poniamo, in Lombardia (regione dove vive e ha studiato la Gelmini) è estremamente difficoltoso, specie per chi non è "sponsorizzato" da uno studio legale, di famiglia o meno che sia. Questo non perchè gli esami siano più seri, ma semplicemente perchè l'Ordine degli Avvocati stabilisce di anno in anno quanti possono accedere all'esercizio della libera professione in modo da non moltiplicare eccessivamente gli studi legali (troppi avvocati=troppo pochi clienti ciascuno). In alcune regioni del Sud questa limitazione non c'è, per motivi che non conosco, ed è pertanto più semplice ottenere l'abilitazione, se si riesce ad eleggere il proprio domicilio colà.
    Qui le università e la qualità delle lauree che elargiscono non c'entra. E' solo surreale che un ministro che elogia l'istruzione del Nord (a ragione, probabilmente) se ne fidi talmente poco da dover ricorrere ai concorsi del Sud.

  • zarco60 scrive:

    hanno ragione le maestre, questa signora gelmini (chaimarla ministto mi sembra troppo) sta rovinando la scuola, anche con i tagli sui precari sta obligando i presidi a fare classi di 35 persone, senza curarsi della sicurezza, dice che è tutto per risparmiare ... bene ... non potremmo risparmiare eliminando qualche politico oppure tagliando un po la paga degli onorevoli, dei senatori dei consiglieri regionali............. pensate che risparmio................................... meditate gente medidate

  • polifemo01 scrive:

    leggo sia qui che in altre interviste che la ministra Gelmini si è laureata a Reggio Calabria, intendendo con ciò una laurea di basso valore e presa con aiuti del malcostume del profondo Sud. Diversa sarebbe stata la valutazione della ministra nel caso di laurea a Pisa, Milano, etc.
    Accettiamo questa valutazione, diamola x scontata, ma poi non trinceiamoci dietro "io non sono razzista" "gli extracomunitari sono uguali a noi" "devono avere gli stessi diritti", se consideriamo una laurea conseguita a Reggio Calabria nettamente inferiore ( ed io sono perfettamente d' accordo) a quello presa altrove. Quello che mi disturba è il falso antirazzismo, quando tante persone invece lo sono profondamente anche nei confronti dei nostri connazionali.

  • profe01 scrive:

    Beba,
    negli anni '80, quando tu hai frequentato la scuola elementare, i programmi erano meno diversificati (non c'erano immagine, musica, informatica, inglese, per non parlare di progetti e attività di ogni tipo, quella che oggi si chiama "offerta formativa"); inoltre non c'erano extracomunitari, rari erano gli alunni borderline, le classi meno numerose, eccetera. Tutte scuse, agli occhi di chi guarda dall'esterno. La scuola primaria di oggi favorisce la crescita di tutti, non solo di coloro che sono dotati per l'area linguistica o quella logico-matematica. Riuscendo a mantenere standard che non fanno affatto vergognare a livello europeo. L'unico serio problema della scuola primaria? L'ingerenza eccessiva dei genitori, che confondono la propria alfabetizzazione con la conoscenza della didattica. In altre parole: io sono laureata, ma non è affatto detto che, per questo, sia in grado di insegnare a un bimbo a leggere e scrivere.
    Il nostro ministro, sarebbe in grado?

  • bepy53 scrive:

    Hanno perfettamente ragione; se è vero, come è vero, che la scuola elementare è una delle poche eccelenze l'Avv. Gelmini (abilitata a Reggio Calabria), ha pensato bene di annientarla. Forse per sponsorizzare le tanto amate scuole private (preferibilmente confessionali) così care agli esponenti delle destre?
    Alla prossima.

  • beba77 scrive:

    penso che le maestre di oggi se ne siano approfittate parecchio,nella scuola di mio figlio(7anni) sono in 6 matematica,storia,italiano,inglese,religione,motoria.nessuna di loro è riuscita a finire il programma scolastico.Allora mi chiedo:"come mai quando andavo a scuola una sola maestra riusciva a finire il programma,era da guinness?secondo la mia opinione hanno pienamente torto

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