Istantanea Pier Vittorio Buffa

Signora ministro, lei merita un bel tre

gelmini.jpg

Istantanea per il ministro Mariastella Gelmini alla quale mi permetto di dare un bel tre.

No signora ministro, non si torna al passato e non si può camuffare da rivoluzione quella che è una restaurazione.

Il passaggio dal voto ai giudizi non fu il vezzo di qualche ministro scriteriato e superficiale. Ma il risultato di riflessioni e dibattiti che animarono per anni il mondo della scuola. E, in qualche modo, la naturale continuazione di quella conquista di uguaglianza sociale che fu la scuola media unica. Un mezzo per far diventare la scuola di base uno strumento di formazione e non di selezione. Un mezzo, se si vuole anche discutibile nella sostanza, ma dal significato chiaro e univoco.

Ripristinare i voti vuol dire tornare al passato, a quando la scuola primaria era anche selezione e non solo formazione.

Questo è progresso? Questo è aiutare i più deboli o chi ha maggiori difficoltà? Questo è cercare di mettere tutti sullo stesso nastro di partenza della vita? Non penso proprio.

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81 commenti 8

  • Giuseppe scrive:

    Alla Signora Ministro Maria Stella Gelmini

    Siamo un gruppo cospicuo di lavoratori che tra la fine gli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta siamo stati assunti come LSU, e che per diversi anni abbiamo lavorato con stipendi da fame, (800.000 lire il mese), senza che fosse versato per noi alcun contributo ai fini pensionistici. In pratica, è come se avessimo lavorato in nero per conto degli enti pubblici (Comuni, Province, Regione). Io e altri 17.000 abbiamo lavorato, infatti, nelle scuole, chi come collaboratore scolastico, chi come assistente amministrativo. Pur percependo uno stipendio basso e senza alcun contributo versato, lavoravamo molto e svolgevamo mansioni che non rientravano nei nostri doveri; eravamo indispensabili, perché nelle scuole gestite dai Comuni e dalle Province c’era mancanza di personale. Abbiamo accettato quelle dure condizioni perché, comunque, tutti ci rassicuravano sul fatto che prima e poi avrebbero stabilizzato quella posizione lavorativa, regolarizzando la nostra situazione.
    Invece, tutto ciò non è avvenuto. A partire, infatti, dallo 01/07/2001 ci hanno di fatto costretto ad accettare di lavorare, sempre nelle scuole, ma come facenti parte di cooperative esterne a cui sono appaltate i lavori di pulizia, in party time, con uno stipendio da fame di appena 700/800 € mensili, mentre lo Stato per ognuno di noi versa alle cooperative oltre 2.500 € il mese. DOVE VA A FINIRE LA MAGGIOR PARTE DEI SOLDI CHE LO STATO FINANZIA PER NOI?
    Contemporaneamente invece di assorbire noi nei normali canali scolastici, hanno consentito che entrassero nella graduatoria del personale ATA persone che aveva lavorato come “pulizieri” nelle scuole solo per un mese, mentre noi (che come LSU per diversi anni abbiamo di fatto sostituito i collaboratori scolastici e fatto funzionare le scuole) siamo stati sbattuti a lavorare con le cooperative. Meritavamo forse un trattamento del genere? Potevamo essere assorbiti tutti dallo Stato, senza che si creassero (nella stessa struttura pubblica), lavoratori di seria A e lavoratori di seria B precarizzati al massimo. A noi è stata negata l’applicazione della “legge del 30%”, promulgata nel 2000 dal governo di allora in carica.
    Tra questi Ex LSU-ATA vi sono persone qualificate che potrebbero svolgere dei lavori qualificati all’interno della scuola e contribuire ad un buon funzionamento della struttura scolastica, ma noi possiamo svolgere solo lavoro di pulizia (1200 mq il giorno). Inoltre a causa della diversità di orario di lavoro tra il personale ATA e noi, spesso si creano dei disguidi organizzativi all’interno della scuola. Un’ altra cosa assurda è che in quelle scuole dove noi siamo presenti, (perché non lo siamo in tutte le scuole), i collaboratori scolastici non fanno niente, mentre noi Ex LSU, ci ammazziamo di lavoro. Al contrario, invece, nelle scuole dove non siamo presenti, i collaboratori scolastici oltre alla sorveglianza e ai vari lavori di collaborazione con i docenti devono fare anche le pulizie, in pratica lavorano il doppio dei loro colleghi fortunati, per giunta a parità di stipendio.
    Se questa è l’uguaglianza di trattamento, in uno stato di diritto democratico noi non lo sappiamo. In compenso tutti i collaboratori scolastici hanno degli incentivi che noi Ex LSU ATA non abbiamo. Noi Ex LSU ATA non abbiamo futuro, perché i nostri anni di servizio non sono conteggiati in caso di concorso, anche all’interno della scuola. Non c’è nessun rinnovo contrattuale, guadagniamo sempre la stessa somma, anche se il costo della vita diventa sempre più caro.
    Non avremo mai una pensione adeguata perché non solo in passato abbiamo lavorato dai cinque a dieci anni come LSU senza contributi, ma ora la legge consente alle cooperative di versare per noi (che già abbiamo un orario di lavoro ridotto in quanto party-time) solo la meta dei contributi dovuti.
    Sarebbe tutto più semplice se il governo ci assorbisse all’interno del pubblico impiego (come ci avevano promesso, perché lo Stato spenderebbe di meno, noi guadagneremo di più e potremmo vivere in modo più decente. Signora Ministra Gelmini noi siamo con lei, noi abbiamo dato molto sia come LSU sia come pulizieri, credo che umanamente meritiamo una piccola ricompensa, quella di passare con lo Stato. La maggior parte di noi è del centro sud dove le famiglie vivono con un solo stipendio con figli che studiano e fanno salti mortali per arrivare a fine mese e ci mancherebbe che dopo lo sfruttamento subito dovremmo essere licenziati per colpa di chi ha guadagnato su di noi. Sarebbe assurdo noi non abbiamo colpa, di tutto questo sperperò di denaro pubblico. Tutti sapevano e tutti tacevano nessuno ci ha difeso eppure noi l’abbiamo sempre detto di questo sperpero Signora Ministra se qualcuno deve pagare non certo noi, che vogliamo vivere decentemente con dignità da onesti cittadini e dare un futuro tranquillo e sereno ai nostri figli che vivono in uno Stato di diritto democratico fondato sul lavoro. Se lei ci licenza molti di noi non potrà dare un futuro sereno ai loro figli. Tutto questo sperpero si poteva evitare se nel 2001 saremmo stati assorbiti dallo Stato.

    GRAZIE

  • Maurizio73 scrive:

    gentile signor ministro e buono quello che li a fatto e che sta facendo ma gli direi di dare anche una occhiata per chi sta all'estero e manda i suoi figli a scuola per ché ormani non si sa piú cosa insegnare a propri figli se la cultura italiana e importante per loro o pure sentire le maestre che non fanno nulla perché lo stato italiano non gli pagono lo stipendio ?

  • [...] nemmeno nel merito della riforma, ne abbiamo già discusso nelle scorse settimane (vedi i post Signora ministro merita un bel tre, Divise alle maestre, non ho capito, Le maestre hanno [...]

  • profe01 scrive:

    Itones, sono d'accordo che ridurre l'offerta formativa non sia il modo migliore per rispondere a chi quest'offerta ce la vuole azzerare del tutto. Ma quali altri modi ci restano, se non vogliamo nello stesso tempo danneggiare alunni e famiglie (come nel caso di uno sciopero prolungato, dato che le astensioni di un giorno non servono a nulla) nè apparire come i soliti fannulloni sempre pronti a starcene a casa in panciolle?
    I problemi che tu segnali ci sono, purtroppo; e non sono neppure i soli. Noi, in barba ai numeri del ministero, abbiamo classi che vanno dai 22 (con uno o più handicap) ai 28 alunni; in media 5/6 per classe sono extracomunitari o stranieri di prima generazione, spesso appena arrivati; in più ce ne sono sempre altri 3/4 con gravi difficoltà di apprendimento e/o socializzazione. Fino a quest'anno abbiamo gestito tutte queste emergenze grazie alle tanto vituperate cattedre a 15 ore degli insegnanti di lettere, che lungi dall'andare a far la spesa in orario di servizio si dedicano invece all'alfabetizzazione primaria, al sostegno, al recupero. Dall'anno prossimo tutte queste risorse verranno meno. Come potremo aiutare tutti questi ragazzini svantaggiati?

  • itones scrive:

    Tutti in classe per protesta
    In qualità di docente di scuola primaria di un Istituto del centro storico di Genova sento il dovere professionale di denunciare quanto segue:
    Il Collegio docenti di cui faccio parte e dietro indicazione del maggiore sindacato che ci rappresenta , ha votato a grande maggioranza il boicottaggio a partecipare alla prossima importante manifestazione del Festival della Scienza e di tutte le uscite didattiche programmate, per protestare contro la riforma Gelmini.
    Mi chiedo come sia possibile commettere un errore di metodo così grave nella protesta. “Chiuderci nelle classi” mi sembra una protesta alquanto bizzarra e poco efficace oltre che molto discriminante all’interno del nostro tipo di utenza. Infatti se ampliare l’offerta formativa è vitale per molti dei nostri alunni altrettante famiglie di bambini della nostra e di altre scuole non hanno alcuna difficoltà a porre privatamente rimedio a tale protesta .
    E che dire della invasione “barbarica” sul principio costituzionale della Libertà d’insegnamento!
    Con questa decisione non si fa altro che dare ragione a quella che per molti di noi appare più una “non riforma della scuola” che non una vera Riforma. Non è forse quello che i nostri governanti si auspicano dietro l’impellente esigenza dei tagli di spesa per l’istruzione? “Chiuderci in classe” magari con un solo Insegnante e 30 alunni (in seguito ad accorpamenti selvaggi) a dispetto dei diritti fondamentali degli alunni in difficoltà , ormai presenti in tutte le nostre realtà scolastiche, può far risparmiare molto sui capitoli di spesa del personale scolastico e magari ancora più, rendere semplificabili i processi di Valutazione del lavoro svolto.
    E’ indubbio che anche nella scuola come in altre amministrazioni è urgente modernizzare il sistema e rendere più efficaci gli interventi evitando gli sprechi , inutili burocrazie e decisioni paradossali in nome della razionalizzazione e del risparmio . Questa deve essere a mio avviso la vera riforma.
    Mi chiedo che peso hanno le Autonomie scolastiche quando ci si limita ancora ad essere meri esecutori di un potere centrale? ; a constatare spesso l’impotenza dei nostri dirigenti scolastici verso i molti problemi che affliggono il nostro sistema scolastico?.
    Non ci rimane che sperare nel Federalismo? ?? Voglio ancora sottolineare che la grave emergenza è il taglio fatto sugli Insegnanti di sostegno: a molti dei nostri bambini è negato il diritto di fare progressi nei loro apprendimenti senza parlare (in tutta risposta) della tendenza ad aumentare il numero degli alunni per classe, anche in quelle dove sono presenti bambini in difficoltà ( ho lavorato in questi ultimi anni con una classe di 22 alunni di cui ben 4 erano stati riconosciuti diversamente abili, in barba alle regole di regolamentazione del rapporto alunni/insegnanti) . Il tutto sulle spalle degli operatori scolastici tanto vituperati .

  • profe01 scrive:

    "Signor ministro" sarebbe grammaticalmente corretto, ma "signora ministra" certamente no, in quanto il sostantivo "ministro" non può essere declinato al femminile se non forzando le regole e la natura della nostra bella lingua.
    Più in generale. mi sembra da poverini attaccarsi a quest'aspetto formale quando la discussione è di natura sostanziale. In questi 11 anni trascorsi sulla cattedra ho visto avvicendarsi molti ministri, i quali hanno sempre tentato (malamente) di nascondere la "necessità" dei tagli all'istruzione sotto il velo trasparente delle necessità pedagogiche. Mai, però, avevo visto prima uno sfruttamento, anzi un incitamento tanto bieco del livore della pubblica opinione nei confronti della classe docente. I docenti sono tutti fannulloni! (il tasso di assenteismo è largamente inferiore a quello del resto della pubblica amministrazione; la sottoscritta ha fatto, in 11 anni, 14 giorni di assenza per malattia di cui 4 per controlli medici in maternità) I docenti sono sessantottini che hanno scelto la scuola perchè è meglio che andare a lavorare! (nella mia scuola, ad esempio, su 25 docenti solo 2 erano già adolescenti nel '68) I docenti hanno pagato per avere l'abilitazione! (e noi che l'abbiamo presa IN LOMBARDIA, dove solo il 30% è stato promosso? dobbiamo pagare anche per i disonesti o i raccomandati?) I docenti lavorano solo 18 ore a settimana e prendono un sacco di soldi! (ci sono da calcolare almeno altre due ore al giorno fra preparazione delle lezioni, con mappe concettuali, schemi ad albero, esercitazioni, correzione delle verifiche, revisione di tesine per gli esami, ecc... e con 11 anni di anzianità, una laurea, un D.U. a Cambridge e due abilitazioni si portano a casa BEN 1400 euro al mese).
    Chi ama questo lavoro continua a farlo nonostante le provocazioni, le generalizzazioni da quattro soldi e le condizioni di lavoro sempre più deteriorate; ma non può fare a meno di pensare che soffiare sul fuoco dell'animosità verso i docenti serva, in luogo degli antichi circenses, per far dimenticare a tutti che i veri problemi dell'Istruzione e soprattutto del Paese sono ben altri.

  • didi01 scrive:

    La scelta di tornare alla maestra unica non è dettata da esigenze pedagogiche, ma da esigenze di risparmio, perchè ben il 97 % delle risorse del Ministero dell'Istruzione viene utilizzato per le retribuzioni dei docenti. Mi chiedo, e chiedo al Ministro Gelmini, se la scuola è luogo di promozione e sviluppo della persona a che devono servire le risorse se non a retribuire personale qualificato? Soprattutto negli ultimi anni abbiamo assistito alla totale demolizione del ruolo dell'insegnante, sommerso da migliaia di carte da compilare, in una scuola fatta di progetti e attività che, spesso, anzichè migliorare l'offerta formativa, hanno ridotto il tempo da dedicare alla didattica; abbiamo assistito alla totale perdita di autorevolezza dell'insegnante che lungi dall'essere considerato un "compagno di viaggio" spesso viene considerato un nemico. Il clima di questi giorni ceratamente non migliorerà la situazione. Per non parlare poi della ricchezza della molteplicità; può davvero dare di più, didatticamente e pedagogicamente parlando, una sola maestra? Non credo! Gli stimoli di oggi non sono quelli di ieri e un passo indietro è solo un passo indietro!
    Si potrebbe pensare di sostituire l'insegnante della scuola Primaria con un computer; i bambini imparerebbero comunque, il computer non protesterebbe, non rivendicherebbe e non farebbe ricreazione...
    Che tristezza!

  • aurigadelfi scrive:

    Tante belle parole ma la vera sostanza è un'altra e il ministro Gelmini ha detto una cosa sacrosanta : la scuola non deve essere un ufficio di collocamento.
    Concorso 1999 2000: in Lombardia passò nemmeno il 30 % allo scritto; nelle regioni meridionali passò oltre il 90 %, con votazioni altissime.
    Vogliamo parlare di questa eccedenza del 60%? Vogliamo parlare del BUSINESS che alcuni sindacati , in collaborazione con una certa università, hanno messo in atto , organizzando corsi di sostegno al modico costo di lire 10.000.000?
    Vogliamo parlare del tentativo di moltissimi insegnanti del sud , con tanto di circolare ministeriale di un governo di , PFUI, sinistra, di scalare le graduatorie perché iscritti ai corsi di cui sopra?( a Pavia, grazie al provveditore Chiappetta,il tentativo fallì). Vogliamo parlare del business che costituì per la casta di alcuni professori del sud Italia, il concorso 1999 2000? Piccolo esempio: paesino in provincia di Cosenza, versante tirrenico, professore organizza corsi per affrontare l'esame. Trenta partecipanti, un milioncino a testa per il corso scuola primaria, un milioncino per il corso scuola materna ( e sono stretto con le cifre perché non ho voglia di telefonare a mia cugina che si iscrisse a entrambi).
    Garanzie? Ragazzi, SONO PASSATI TUTTI!!
    Questa è la REALTA': le dichiarazioni di principio, caro Buffa, sono sepolte sotto le macerie del muro di Berlino.
    E po, cerchiamo di non essere ridicoli: avete avuto cinque anni prima e due anni nell'ultima tornata , per cambiare le cose. Non avete combinato NULLA. Abbiate almeno il buon gusto di aspettare , prima di criticare.

  • Non so bene da che parte cominciare dato il profondo avvilimento che non può non darci questa situazione assurda relativa alla scuola, o meglio all'approccio spaventoso del nuovo ministro, la Gelmini, ai problemi della scuola.
    Parto dalla fine: l'ex ministro Giuseppe Fioroni ha sgombrato il campo dalle chiacchiere di contorno [voti e non più giudizi alle elementari e medie; 5 in condotta = bocciatura - 5?, mai sentito: col 7 in condotta eventualmente si rischiava la bocciatura, tradizionalmente, prima della ... condizionale e conseguente sospensione della pena (!); grembiuli o grembiali, e perché no?: una bella divisa, magari nera scintillante aderente con stivali tirati a lucido come le SS o come le dominatrix del bdsm...), la verità, ha detto Fioroni, è che sotto questo polverone di pseudonovità per soffiare sulle polemiche si nasconde l'evidente volontà del Governo di fare TAGLI SU SCUOLA E SANITA'.
    A questo smascheramento persino elementare, la Gelmini risponde con una dichiarazione da pare suo: non si tratta di fare dei tagli ma di EVITARE SPRECHI, anzi: ULTERIORI SPRECHI.
    Certo ci vuole coraggio a mentire così spudoratamente, a fare discorsi balordi col sorriso beffardo sulle labbra ancor più pensando che a pagarla cara saranno non dico gl'insegnanti che tanto patiscono da decenni ma gli studenti che sono ormai creature rilevanti solo agli occhi di commercianti e politici come mai abbastanbza sobillati acquirenti e potenziali, manovrabili elettori.
    Come si fa a parlare di sprechi nella scuola quando alla scuola manca da decenni il necessario: un'edilizia decente e funzionale, una riorganizzazione di spazi e risorse, una generosa immissione di personale adeguato a tutti i livelli, tra docenti e non docenti oltre che i cari presidi declassati a managers, incentivazione delle attività sportive e culturali in senso lato, cioè al di là delle lezioni frontali - per esempio favorire la crescita anche nel territorio delle biblioteche scolastiche, e degli spazi di teatro e musica e dei relativi laboratori in interazione con famiglie e nuclei sociali nei rispettivi territori, insomma far respirare le scuole e sottrarle al destino di strutture concentrazionarie con rigori carcerari vigenti.
    In parole ... povere, lo stato deve impegnare risorse abbondanti nella scuola, perché la scuola è un importante laboratorio sociale, è la bottega del cottadino, ed è per molti l'occasione meravigliosa di riscatto e in primissimo luogo di conquista del sé.
    Vogliamo riflettere su questo si o no, ministra Gelmini?! O le hanno impartito di fare il rospo, contando su quella sua aria da santarellina vagamente perversa?

  • polifemo01 scrive:

    no, caro Pier Vittorio,
    i francesi direbbero "touchèe", grido dellp schermitore quando la punta del fioretto colpisce l' avversario.
    Avrei preferito, da parte Sua, un ringraziamento a chi La corregge e non una scusa scusante, tipo bambino elementare.
    Impariamo l' umiltà , impariamo da chi sa + di noi e ringraziamo quando abbiamo la fortuna di imparare.
    grazie

  • Il tre me lo prendo.
    Ma la lingua italiana, come tutte le lingue vive, è in continua evoluzione. Il termine "signora ministro", che ho fatto mio, è normalmente utilizzato nel linguaggio politico e nei dibattiti parlamentari oltre a essere diventato un modo di dire diffuso.
    E mi sembra meglio dell'orrendo "signora ministra" e più rispettoso di un asettico e tutto maschile "signor ministro".
    Si potrebbe anche dire, per entrare più nel dettaglio, che ho applicato la regola di accordo prevista dalla nostra lingua: al soggetto sottinteso (ministro Maria Stella Gelmini) di genere femminile si fa concordare un appellativo (signora) al femminile.

  • uncarina scrive:

    Buongiorno,
    non entro nel merito della vicenda. A questo punto........................
    Vorrei precisare che anche a Lei diamo un bel tre! Un giornalista poi!
    O dice signor Ministro o dice signora Ministra. Di questi tempi , povera lingua italiana, ne vediamo (TV) e ne leggiamo (giornali, libri, ecc.) di
    tutti i colori (vedi Espresso che continua a scrivere la soprano (sic).
    Ma almeno i titoloni scriveteli corretti, che diamine!
    saluti

  • profe01 scrive:

    Cara Con_taminata, la sottoscritta è nata nel 1971, ed è stata preadolescente ben più tardi del fenomeno Quant; mi giova però ricordare che quelle minigonne a scuola, specie alla scuola media, non le indossava proprio nessuno! Allora ci pensavano le famiglie a porre un freno alle velleità da vamp delle ragazzine; ora però il bon ton è considerato una palla al piede come l'etichetta alla corte di Luigi XIV e si crede che il testosterone sia un ormone da soldatesche, quindi sarà bene che ci pensi la scuola stessa a "piantare dei paletti" per mantenere il decoro formale che le si addice.
    Un ultimo consiglio: per parlare di scuola con cognizione di causa sarebbe bene farsi assumere come supplente per almeno un annetto. Non si acquisirebbe l'esperienza già più che decennale che ho io, ma sarebbe già un passo avanti.

    All'autore del blog esprimo tutto il mio consenso: l'insegnamento della storia o della filosofia non può ne deve essere asettico, bensì serio, professionale ed equilibrato. Vale a dire che il docente presenterà diverse chiavi di lettura degli eventi corredate da adeguati documenti dell'epoca; sarà difficile, disumano che non traspaia la sua personale convinzione, che non verrà però mai presentata come "la verità". Saranno poi i ragazzi a formarsi un'idea: di fronte alle fotografie, ai diari, ai ricordi, ai filmati, alle semplici cifre della Shoah non c'è nessun bisogno di esprimere esecrazione e condanna per il nazismo, perchè i dati parlano da soli.
    Un bravissimo esperto intervenuto nella nostra scuola sullo sterminio dei bimbi nei Lager disse semplicemente: "Nel tempio di Gerusalemme che ricorda le piccole vittime una voce recita ininterrottamente i loro nomi giorno e notte. Ci impiega due mesi e mezzo." Lo sgomento nei volti dei ragazzi era chiaro.

  • "L’insegnamento all’alunno sara` quello del testo, privo di giudizio".
    Così scrive Janko 01.
    Sarebbe bello, bellissimo. Ma anche inumano, nel senso che "che trascende la sfera dell’umano".
    Pensiamo per un attimo alla storia, materia fondamentale nella formazione di un cittadino consapevole, e proviamo a raccontare una giornata cruciale con un "testo privo di giudizio".
    Io non ne sono capace, a meno di non scrivere: "Il 10 giugno 1940 Mussolini, dal balcone di piazza Venezia, annunciò la dichiarazione di guerra alla Gran Bretagna e alla Francia...". Se mi addentrassi anche poco nel cercare di spiegare come e perché si è arrivati al 10 giugno dovrei fare delle scelte, interpretare. Ci metterei, insomma del mio, anche in perfetta buona fede. Perché questo è umano, nel senso che "è proprio dell’uomo".
    Un bravo maestro deve insegnare a leggere e a capire, dare gli strumenti per ragionare e per costruirsi una propria opinione. Anche lui, inevitabilmente, mettendoci del suo.
    Ma se è preparato, in buona fede e intellettualmente onesto darà gli strumenti giusti. E sarà il ragazzo, alla fine, a concludere e dare la propria interpretazione di quel passaggio cruciale della storia del suo paese.
    Anche questa forse è utopia, ma un'utopia alla quale bisogna, a mio avviso, cercare di avvicinarsi sempre di più.

  • janko01 scrive:

    Cara Contaminata, un tempo quasi in tutte, oggi solo in talune fabbriche, chi era impiegato nell'ufficio tecnico vestiva un camice bianco, chi lavorava in officina indossava un camice nero durante tutte le 8 ore di lavoro. Se qualcuno d'essi fosse caduto nella voglia di simpatizzare con un/una collega, conquistando il suo cuore, lo avrebbe fatto ugualmente, non credi?
    La scuola va considerata alla stessa stregua di una fabbrica dove anziche` produrre oggetti o macchine, si forgiano idee, istruzioni, ammonimenti e sia gli insegnanti che gli alunni debbono indossare panni consoni alla serieta` dell'ambiente e di lavoro. Perche` non dimentichiamo che per gli insegnanti quello e`l'ambiente di lavoro.
    All'uscita ognuno puo` vestire quello che piu` gli garba e piu` si confa` al suo stile.
    Definire la scuola alla stregua di un ristorante e` errato; dimostri, scusami, di non essere seria. L' ambiente scolastico, come detto sopra non e` un salotto, ne` la sede per promuovere l'incontro di due cuori.
    Circa la scuola a-politica, non vedo il problema. I testi di storia li deve proporre la scuola stessa, non l'insegnante, perche` saranno gratuiti e le apparteranno.
    I professori potranno esprimere le loro idee solo nel contesto del libro di storia o di filosofia. Non possiamo vietare ad un comunista di parlare con maggior enfasi di Marx piuttosto che di Gentile, ma l'insegnamento all'alunno sara` quello del testo, privo di giudizio.
    Esso dovra`essere il piu` possibile asettico, questo verra` richiesto agli insegnanti durante il loro tirocinio; alla fine dei corsi lasciamo che gli alunni si formino da soli i loro concetti e le loro opinioni su quanto appreso.
    Ricordi il dopo '68? Le promozioni di massa? Gli insegnanti del''Universita` di Trento? Erano per la maggior parte dei falliti nell'ambito del lavoro, ricordo alcuni della Siemens di Milano, che trovarono rifugio nelle scuole, dove bastava avere la maturita` liceale per insegnare o nelle universita`. Cosa insegnarono? A diventare individui armati, brigatisti, sprezzanti del valore della vita umana per creare un nuovo mondo di cui non sapevano neanche il significato.
    E purtroppo quasi tutti esistono ancora, liberi come uccelli e dagli schermi televisivi ci raccontano impudentemente le loro orripilanti storie.
    Vergogna!

  • contaminata scrive:

    Carissimo Profe01, immagino che la tua generazione non facesse vedere ombelico e natiche. Certo che no. Si vedevano delle minigonne mozzafiato che la grande Mary Quant ha inventato di sana pianta, liberando ginocchia e cosce al buon vento. Grande stilista! Permettimi di dire che il famigerato testosterone è oramai termine più vicino alla caserma che alla vita di tutti i giorni... posso?

    ;-)

    Con_taminata

  • profe01 scrive:

    Ma, cara Contaminata, non si viene a scuola per conquistare i cuori! Soprattutto perchè le moderne adolescenti non lo fanno a suon di camicette vezzose con le stampe Naj Oleari e carrarmato ai piedi, come nella mia generazione... qui si parla di schiere di dodicenni col mito di Elisabetta Gregoraci e i relativi succinti panni. Imbarazzante per i docenti vedere ombelichi e pezzi di chiappe al vento, destabilizzante per quella parte di alunni maschi già in preda agli effetti del primo testosterone. Il grembiule non mi fa simpatia, ma alcune alunne, l'anno scorso, avevano proposto l'adozione di una "divisa sportiva" (polo e jeans) uguale per tutti. Non è una cattiva idea, anche se ovviamente non risolve i veri problemi della scuola.

  • malui scrive:

    Dunque è vero!
    In Italia, finalmente, si punta al merito.
    E’ per questo che si tornerà al maestro unico. Siccome le maestre (98% femmine) hanno ampiamente dimostrato di saperci fare portando la scuola primaria italiana ai primi posti in Europa, è giusto e logico premiarle.
    Come?
    Aumentando il loro carico di lavoro (effettivamente non inferiore alle 38/40 ore settimanali) e mettendole in condizioni di non poter preparare adeguatamente tutte le materie di cui dovranno farsi carico singolarmente. Per chi non ne fosse a conoscenza, ne faccio opportuno elenco: italiano, matematica, scienze, storia, geografia, tecnologia e informatica, educazione civica (+ambientale, stradale, alimentare), inglese, motoria, arte e immagine, suono e musica, religione, alfabetizzazione per stranieri, laboratori vari.
    Naturalmente, poiché insegnare è un privilegio, non saranno necessari aumenti di stipendio: le meritevoli maestre saranno premiate permettendo loro di lavorare anche oltre i 60 anni con il miserevole numero di 28 alunni per classe, di cui magari il 40% non conosce o conosce a malapena l’italiano.
    Complimenti Italia: hai finalmente trovato la strada giusta per incentivare i meritevoli.

    P.S. Ultima battuta: tutti sanno che quando una cosa funziona bene, bisogna cambiarla!

    Cornedo Vicentino, 1 settembre 2008 Maria Luigia Novello

  • contaminata scrive:

    Grazie Janko01 per il tuo commento!
    Ti ho letto volentieri. Sono d’accordo con la questione dello stipendio. Per la moralità mi viene in mente una frase di tal Hegel che disse (più o meno - e se ben ricordo) “la morale è la cosa più immorale che esiste poiché giudica tutto e tutti, e giudicare è altamente immorale” ;-)
    Che la scuola sia a-politica, a-questo o quello mi pare abbastanza irrealizzabile. Noi umani abbiamo inevitabilmente delle idee. Idee che, inevitabilmente, vengono filtrate nel modus operandi dell’insegnamento stesso. Pensa alla Storia: da quale punto di vista dovresti insegnarla? E con quali testi? Ne hai scelto uno in particolare? Perché non un altro? Formare gli insegnanti va da sé. In Italia ancora non si sono accorti che esiste da trent’anni il concetto del continuous-learning ovvero del Lifelong Learning Programme (LLP). Ci mancherebbe altro.
    Per quanto riguarda i genitori, mi hai già letta. Il grembiule, ahimè, colonizza i nostri gusti in fatto di estetica. Perché mai dovrebbe? Ragazze e ragazzi usano l’abito personale per conquistare i cuori… Lo trovo davvero bello. Se è questo che proponi, allora estendilo a tutta la popolazione, a tutte le ore ed in tutti gli ambienti. Da mane a sera… Immagino una scenetta al ristorante (luogo di socialità come lo è la scuola) con donne e uomini "grembiulati"!

    Conta_minata

  • profe01 scrive:

    Mariuccia non s'è nemmeno accorta, tanto presa dal suo afflato educativo, che la classe di concorso A043 da alcuni anni non prevede più, nella sua denominazione, l'educazione civica, ma solo Italiano, storia e geografia. Quanto ad adottarne il testo, mi chiedo come abbia fatto a non sforare il tetto di spesa previsto dal Ministero.
    Passiamo ad argomenti più seri.
    La scuola, vale a dire, gli insegnanti, è ormai oggetto di strali provenienti da ogni direzione, quasi fosse la sola causa di tutti i mali della società e finanche della disastrata economia del nostro Paese. Ma chi, fra i presenti, parla con cognizione di causa?
    Cominciamo dai test OCSE-PISA. Purtroppo, l'analisi dei dati suddivisi in 4 macro regioni dà un quadro diverso e preoccupante da quello generale diffuso a maggior detrimento della nostra professionalità e a giustificazione di stipendi indecorosi. Il Nord-Ovest in realtà si piazza esattamente nella media europea e il Nord-est, addirittura, a un livello ben più alto. Nonostante il gran numero di docenti provenienti dal Meridione.
    La disciplina, l'educazione, il rispetto si insegnano soprattutto attraverso l'esempio. Il docente, quando va bene, trascorre con i suoi alunni 2-3 ore al giorno; può e deve seminare, ma è difficile raccogliere quando la famiglia invece di collaborare getta diserbante a piene mani.
    Gli insegnanti sono ignoranti, impreparati, svogliati. Ce ne sono sicuramente, e a volte si fanno i salti mortali per non nominarli come supplenti (ma attenti ai sindacati!); ma la maggior parte dei miei colleghi si è laureata a pieni voti, ha conseguito master e abilitazioni, conosce l'informatica e talvolta anche una o più lingue straniere. E dopo tutta questa trafila, un supplente ad anzianità zero percepisce ben 1150 euro al mese, cifra che rimarrà inalterata fino all'entrata in ruolo e all'avvenuta ricostruzione di carriera.
    L'educazione civica va benissimo, ma andata aggiunta alle altre materie e non ricavata sacrificando la storia e/o la geografia. Mi viene un pensiero cattivo: la storia è bene sacrificarla perchè, se ben insegnata, favorisce l'acquisizione della capacità critica. Cui prodest?
    I docenti hanno paura del computer. Bene, con un corso Monfortic e una patente ECDL in tasca, ho paura anch'io quando metto piede in aula informatica. 27 ragazzini a spartirsi 12 PC, 3 dei quali impiegano 15-20 minuti ad accendersi e altrettanti a spegnersi... Windows e Office versione 2000 perchè XP è troppo pesante per i poveri HD e le RAM insufficienti. Un collegamento Internet traballante e discontinuo e da tener d'occhio perchè i ragazzi si sa dove cercano di indirizzare le prue delle loro imbarcazioni. L'aula è in comune con la scuola primaria, perciò ben difficile è accedervi più di un'ora a settimana.
    Multimedialità. Abbiamo un proiettore, che è stato scassato da uno di quei famosi colleghi fannulloni, che lo usava per piazzare le classi davanti a film per tutte le sue 18 ore settimanali. Non è stato riparato per mancanza di fondi; così addio presentazioni power point a lezione.
    L'elenco potrebbe continuare ma non voglio dare l'impressione di volermi giustificare; fra 2 ore devo essere a scuola nonostante il pancione di 36 settimane, dove tenteremo, come abbiamo sempre fatto, di organizzare e dare una fisionomia decorosa alla nostra scuola, della quale sono la vicepreside oltre che insegnante di lettere.

  • mariuccia01 scrive:

    Sono un'insegnante stanca di come la scuola è stata gestita ultimamente..... per cui ben venga questa piccola riforma...bisogna ancora dare più autorità alla scuola ed agli insegnanti e responsabilizzare i genitori spessissimo assenti.....
    Ottima la decisione del ritorno ai voti , finiamola con i giudizi ipocriti , noi insegnanti non siamo stati liberi di scrivere la verità.
    Perchè non ripristinare l'esame di licenza alle scuole primarie?I ragazzi quest'anno erano ansiosi più del dovuto perchè non avevano esperienza in merito.
    Perchè non ripristinare l'esame di riparazione alle scuole secondarie di primo e secondo grado in modo serio, responsabilizzando i genitori e non con corsi di recupero di poche ore che non sono adeguati per un recupero serio? I genitori devono farsi carico moralmente ed economicamente della preparazione estiva dei propri figli . Basta con questo assistenzialismo inutile. Facciamo i corsi di recupero per aiutare le famiglie e poi vediamo le stesse spendere soldi inutili ai figli che guarda caso non possono "vivere degnamente" senza magliette firmate, cellulari, motorini, eccc....
    Perchè non insegnamo tutti ai nostri figli , ai nostri alunni a vivere più semplicemente e serenamente la loro età, senza essere schiavi del consumismo'
    Perchè non ripristiniamo il grembiulino anche alle scuole secondarie di primo grado? Finirebbero così gare di moda insulse che offendono la sensililità di molti che non possono.......
    Brava il ministro Gelmini, ma pensiamo anche agli insegnanti tutti, gratifichiamoli; non ci sono insegnanti del nord e del sud, questo ci offende, ma esiste una classe insegnante seria e preparata che va valorizzata.
    Un'ultima cosa...non ho capito circa l'insegnamento dell'Educazione civica, dell'Educazione stadale o ambientale....io ho sempre insegnato educazione civica con relativo testo adottato....ed. stradale ed ambientale.......quindi non ho capito.....

  • polifemo01 scrive:

    su una cosa concordo con mckinney,
    che potendo conviene, avendo un reddito medio, andare a vivere all' estero (Asia x esempio), ma non certo negli USA.

  • janko01 scrive:

    Caro mckinney, non e` vero che la scuola americana sia un esempio di efficienza. sicurezza e rispetto. Ho due figlie che hanno studiato a Boston e nel Nord Carolina dalle elementari all'universita`e parlo con cognizione di causa. Si sono laureate pochi anni addietro.
    Efficienza: Il grado di cultura generale e` mediocre. E non intendo riferirmi alla conoscenza dei classici, inesistente, penso a quella della geografia e della storia. Che poi alle universita` apprendano il meglio dello scibile e divengano dei provetti medici, fisici, chimici ecc. grazie alle immense loro risorse, questo ` incontrovertibile
    Sicurezza: quelli che tu definisci matti, erano studenti e poterono portare a scuola le pistole senza che nessuno li perquisisse.
    Rispetto: osserva gli atteggiamenti degli studenti nei confronti degli insegnanti, ineducati, volgari, a volte offensivi
    Circa la scuola cattolica americana dopo gli scandali sessuali nei quali sono incorsi i baldi preti, nutro le mie dovute riserve e poi non sono libere, sono a pagamento. Non tutti se le possono permettere.

  • janko01 scrive:

    Cara contaminata, ho letto il tuo lungo soliloquio ed apprendendo che non sei madre ma solo zia, ho capito il tuo sfogo. A parte il fatto che nell'era mesozoica non si facevano i dettati ne` si usava la penna, stai descrivendo una situazione famigliare anomala, che fa diventare la donna, usiamo un termine piu` corrente del psolisismo, egocentrica. Si tratta di un fenomeno raro, la madre nella maggioranza dei casi, non e` chiusa in se stessa, ma e` sempre rivolta ai figli con atteggiamenti affettuosi ed altruisti, non certo egotisti, come tu dici. Cio` avviene anche se il marito non lava i piatti. Inoltre non vedo che beneficio tu abbia dallo sfogliare un libro nei miei confronti abituato a leggere sul computer. Grazie a questo consulto con estrema facilita` ed immediatezza qualsiasi testo che non sempre posseggo in formazione cartacea. Supposto tuttavia che la realta` odierna abbia forgiato valori diversi, a maggior ragione esigiamo che ,dove non arrivano le famiglie vi pervenga la scuola. Ecco perche` , se avrai il tempo e voglia di leggermi come ho fatto io con te, troverai piu` sotto i temi che vorrei oggi fossero discussi, non certo i voti agli alunni espressi in numeri che da soli non rappresentano valori si selezione ne' di formazione, ma sono solo dei semplici giudizi. Pier Vittorio con estrema semplicita` ci propone un tema ridicolo anziche` sottoporci i veri quesiti da risolvere.

  • gianf55 scrive:

    I diversivi della Gelmini e i tagli di Tremnti.
    Tra diffamazioni, illazioni e ritrattazioni è finita anche l’estate del ministro Gelmini. Tornando a Roma si è recata in “pellegrinaggio” a Rimini per il meeting di Comunione e Liberazione. Qui, da un decennio, è prassi che il ministro di turno illustri la scuola prossima ventura, o quello che ne resta. Dopo aver assicurato devozione ai ciellini e lauti finanziamenti alla CEI in cambio dello scontato placet, l’indomani, il ministro ha presentato in CdM il ddl con tagli, ritagli e frattaglie di istruzione pubblica, come imposti da Tremonti. Quest’anno il ddl targato 112/2008 si accanisce sulle primarie col passaggio dai tre insegnanti al tuttologo maestro unico ed il taglio di 60.000 cattedre. A queste vanno sommate le 50.000 soppresse alle secondarie ed i 50.000 ATA in meno per un saldo negativo ammonta a circa 160.000 posti di lavoro eliminati ed un taglio di spesa di 8 miliardi di euro, ovvero un terzo dell’intera manovra finanziaria. E non finisce qui. Saranno soppresse le 4000 scuole statali con meno di 600 alunni mentre quelle residue verranno trasformate in fondazioni, secondo il modello di quelle private confindustriali e confessionali. Una sciagura senza precedenza e con troppe conseguenze.
    Per la chiusura delle scuole dei piccoli centri, gli effetti saranno: la ghettizzazione delle comunità sfavorite, la perdita di identità, la lievitazione del disagio sociale e dei costi per la scolarizzazione, l’incremento di elusione e dispersione scolastica o l’induzione, di fatto obbligata, alla sussidiarietà, quale sinonimo del subappalto concesso dallo stato ad istituti religiosi e ai diplomifici. Col ritorno al maestro unico, invece, vi sarà la dequalificazione dell’istruzione di base (la sola eccellenza apprezzata in ambito internazionale), la perdita occupazione con l’inevitabile mobilità professionale coatta dei perdenti cattedra, dalle elementari alle medie e superiori, ed il relativo effetto domino sulla qualità dell’offerta formativa della scuola statale. Ecco alcune delle verità nascoste dietro le insensatezze che hanno caratterizzate le uscite vacanziere del ministro: dal grembiulino agli insegnanti terroni, per finire al voto di condotta. Il dazio elettorale che questa maggioranza dovrà ancora pagare ai beneficiati del ddl 112 non lascia sperare di meglio. Purtroppo.
    Gianfranco Pignatelli

  • cel scrive:

    ragazzi, ma chi li ha votati questi??? non vi ricordate quando la massa dei berluscones ce l'aveva con "mortadella"? Adesso bisogna sconfessarli in Parlamento e mandarli a casa per ritornare alla legale normalità.
    Coraggio
    carlenrico

  • mckinney scrive:

    ITALIANI ONESTI, SCAPPATE DALL'ITALIA!
    SCAPPATE PERCHE' L'ITALIA E' UN PAESE MORIBONDO!!!
    Angelo, Sichuan,Cina

  • contaminata scrive:

    Non credo si possa immaginare un territorio “che insegni in un certo modo” di fronte ad un mondo “che impara in tutt’altra maniera”. Suppongo sia difficile per molte/i accettare che il Sig. Gutenberg sia inevitabilmente morto. Ma è così. Il mondo che le giovani e i giovani passeggiano al presente è inevitabilmente visivo. E’ un mondo dove l’informatica obbliga – sottovoce – a leggere. Leggere, però senza dover “sfogliare”. Un mondo dove le dita scorrono veloci su di una tastiera, abbandonando la vecchia penna e i giurassici dettati. Invece, ci si imbatte in educatrici/tori che impugnano un vecchio libro; che dettano languide ed annoiate parole; che non riescono – lo credo bene! – ad interessare l’uditore in questione. Ci si imbatte anche in un mancato collegamento con questa realtà. Vuoi che sia la pigrizia; la mancanza di formazione; lo stipendio ridicolo; alunni-figli che a casa ripropongono le stesse dinamiche. Vuoi che sia la paura di accendere un PC per il terrore di sentirsi dire – da parte di un pulciosa macchina elettronica – “hai sbagliato”. Ci si imbatte con la totale indifferenza da parte delle “istituzioni preposte” che molto se ne fregano dell’andamento di questa marcia forzata. Ma c’è anche una Storia nella Storia che ha a che fare con gli ultimi anni; ha a che fare con il presente in modo prepotente. Molte donne hanno lasciato in disparte – giustamente – il faticosissimo “dovere” di educare i figli da sole. Famiglie che per secoli sono state monoparentali nonostante la coppia sia composta da due persone. Madri che hanno voluto invitare i signori padri a dare una mano in questo processo di crescita biologica ed educativa. Non c’è stata alcuna risposta. Le statistiche ne parlano chiaramente: solo il 7% degli uomini italiani danno una mano in casa. A questo punto, la scelta, da parte delle donne, è stata quella di un – comprensibile - atteggiamento solipsistico. Figlie e figli sono da soli. Questo il risultato. Si può dire che “ragazze e ragazzi sono allo sbando” anche se è un termine che apprezzo poco, anzi, per niente. A scuola, poi, le donne insegnanti - che sono la maggioranza - e che sono le madri solipsistiche, hanno a che fare con figlie e figli abbandonati da altre donne come loro. Che dire… un cane che si morde ferocemente la coda in un circolo maledettamente vizioso. Non intendo forzare i termini in senso femminista. Non sono nemmeno una madre. Sono una zia che, COMUNQUE, raramente vede i padri fare due chiacchiere con le/gli insegnanti. Le madri le vedo invece indifferenti, angosciate, sole per scelta perché l’altra scelta era quella di stare da sole con un gran daffare in casa. La società non ne vuole prendere atto. La società rifiuta l’avanzamento della tecnologia. La tecnologia porta contenuti che non servono, che vanno guidati nell’interesse e con interesse. Contenuti congedati. E’ cambiato il mezzo ma non così il messaggio. Il presente, in tutto questo, ci ripropone il vecchio modello WASP. Uomini molto avanti con l’età che comandano la nostra vita attraverso la politica. Che lo fanno con il conservatorismo tipico di chi teme la morte a novant’anni. E proprio la morte, la guerra, la violenza viene proposta come modello dominante; acclamando contemporaneamente e con la dovuta schizofrenia che “i valori” sono funestamente scomparsi. Personalmente ne sono fiera. Se i famosi “valori” sono quelli della prima e della seconda guerra mondiale (per non dire di circa 60 focolai di guerra odierni) allora, ben venga la morte dei “valori”. E’ di certo un periodo di sostanziale nichilismo (mi scuso per l’utilizzo di questo vecchissimo termine). Un periodo che questa generazione sta pagando e, insieme a loro, tutto il mondo della Scuola. Non occorrono “nuovi valori”. Non possono essere proposti valori nuovi da coloro che siedono “sui banchi” dei governi omosessuati, obsoleti, feroci, liftati, pieni di odio e di vendetta verso donne e giovani che, puntualmente, sono lasciati “fuori dalla porta” delle famigerate istituzioni. La Scuola, a questo punto, è diventato il recinto dove poter imprigionare quella maggioranza di cittadine e cittadini che molto assomigliano ai raccoglitori di sale ad un dollaro al giorno. NON DEVONO ESISTERE. Sono la vitalità che mette in discussione l’agonia di una specie che vuole resistere al passare del tempo a furia di punture piene di cellule staminali. Dalla giovinezza succhiano il sangue riproponendo il vecchio, il voto, il grembiule, il giudizio anziché il confronto, il vecchissimo racconto di draculiana memoria.

    contaminatissima

  • lilli08 scrive:

    altro che tre! il ministro merita un bel NON CLASSIFICATO o CLASSIFICABILE!che dire della idea del maestro unico?
    bo????

  • lilli08 scrive:

    Altro che tre!!!!
    E' da non classificare!!!!
    ma vogliamo parlare della introduzione (o meglio: re-introduzione) del maestro unico? e i commenti sui prof terroni? e poi Bossi che tuona che al nord ci sono troppi prof del sud!!! ma insomma: la scuola (e l'Italia tutta!) in mano a chi è?

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