Vecchie parole, nuove emozioni
Il discorso di Ted Kennedy alla convention democratica di Denver che incoronerà Barack Obama mi ha emozionato.
Forse mi ha emozionato perché parla un uomo a cui i medici danno poco da vivere. Parla con slancio ed energia, usa la retorica del politico americano navigato, tocca tasti e corde che sanno uscire dalla grande sala della convention.
Forse mi ha emozionato perché il momento in cui seppi dell'assassinio del fratello presidente è rimasto impresso nella mia memoria di bambino e quelle di Denver sono probabilmente le ultime parole pubbliche di un uomo di quella generazione dei Kennedy.
Forse, ad emozionarmi, sono state le ultime parole dell'intervento di Ted Kennedy. "The work begins anew. The hope rises again. And the dream lives on" (Il lavoro ricomincia. La speranza risorge. E il sogno continua).
Sono versi, perché di questo si tratta, che si possono bollare come un vuoto esercizio di retorica o dai quali ci si può lasciare cullare pensando non soltanto al sogno dei democratici americani.
Sono comunque parole e concetti che fanno parte della storia politica dei Kennedy. Lo stesso Ted ne usò di simili quasi trent'anni fa, quando nel 1980 perse le primarie contro Jimmy Carter. "The work goes on, the cause endures, the hope still lives, and the dream shall never die" (Il lavoro va avanti, la causa resiste, la speranza vive ancora, e il sogno non morirà mai).
Ecco i brani dei due discorsi
1980 1980.mp3
2008 2008.mp3
Più ritmico quello di oggi, più secco quello di allora.
Comunque quando, dopo aver ascoltato il discorso di ieri, ho scoperto che il vecchio senatore aveva citato se stesso mi sono convinto che sono state proprie quelle parole ad emozionarmi.
Si, mi sono lasciato cullare. E qualche volta fa bene.