Istantanea Pier Vittorio Buffa

Vecchie parole, nuove emozioni

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Il discorso di Ted Kennedy alla convention democratica di Denver che incoronerà Barack Obama mi ha emozionato.

Forse mi ha emozionato perché parla un uomo a cui i medici danno poco da vivere. Parla con slancio ed energia, usa la retorica del politico americano navigato, tocca tasti e corde che sanno uscire dalla grande sala della convention.

Forse mi ha emozionato perché il momento in cui seppi dell'assassinio del fratello presidente è rimasto impresso nella mia memoria di bambino e quelle di Denver sono probabilmente le ultime parole pubbliche di un uomo di quella generazione dei Kennedy.

Forse, ad emozionarmi, sono state le ultime parole dell'intervento di Ted Kennedy. "The work begins anew. The hope rises again. And the dream lives on" (Il lavoro ricomincia. La speranza risorge. E il sogno continua).

Sono versi, perché di questo si tratta, che si possono bollare come un vuoto esercizio di retorica o dai quali ci si può lasciare cullare pensando non soltanto al sogno dei democratici americani.

Sono comunque parole e concetti che fanno parte della storia politica dei Kennedy. Lo stesso Ted ne usò di simili quasi trent'anni fa, quando nel 1980 perse le primarie contro Jimmy Carter. "The work goes on, the cause endures, the hope still lives, and the dream shall never die" (Il lavoro va avanti, la causa resiste, la speranza vive ancora, e il sogno non morirà mai).

Ecco i brani dei due discorsi

1980 1980.mp3

2008 2008.mp3

Più ritmico quello di oggi, più secco quello di allora.

Comunque quando, dopo aver ascoltato il discorso di ieri, ho scoperto che il vecchio senatore aveva citato se stesso mi sono convinto che sono state proprie quelle parole ad emozionarmi.

Si, mi sono lasciato cullare. E qualche volta fa bene.

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5 commenti 8

  • darioskji scrive:

    E' stato molto interessante sentire e leggere il discorso di Ted alla convention democratica. la cosa che mi ha sconvolto di più... è stata quella risata in tono di basso usata come intercalare. E' il simbolo di quanto vi sia d'insondabile nell'essere umano... al di là di ogni possibile retorica... e di qualsivoglia impossibile persuasione. Tra l'altro, è presente pure nel discorso del 1980. Dentro quella breve risatina, c'è di tutto e il contrario di tutto. Io vi ho voluto leggere la forza e il coraggio (ma purtroppo vi è anche il suo contrario); la capacità di i-den-ti-fi-ca-re la vita individuale con la causa e le speranze di un gruppo più allargato di persone (a tal proposito, anche, è da notare l'iniziale fellow, al posto del più neutro friend). Ho aspettato parecchi giorni prima di lasciare codesto commento, proprio per evitare di scrivere sciocchezze. Spero d'esserci riuscito.

  • [...] giorno hanno commosso le parole di Edward Kennedy, che consapevolmente richiamava il suo bel discorso di 28 anni prima quando riconobbe la sconfitta alle primarie da parte di Jimmy [...]

  • polifemo01 scrive:

    vorrei complimentarmi con janko01, perchè ha anticipato e sicuramente meglio documentato il mio pensiero.
    Vorrei ricordare che solo le persone assassinate diventano eroi, cominciando dal Cristo, mentre coloro che non hanno questa "fortuna"diventano obsoleti leadrs (finendo con Fidel Castro).

  • janko01 scrive:

    Caro Pier Vittorio anche a me Ted Kennedy ha lasciato molte emozioni piu` vecchie delle tue, quella di Chappaquick per esempio, del 1969 dove lascio` annegare Mary Jo Kopechne, l'ex segretaria di suo fratello, Robert. Guidava ubriaco, cadde in acqua assieme a Mary, ne usci`senza cercar di salvarla e si diresse a casa invece che dalla polizia che raggiunse solo il mattino seguente.
    Ne potrei aggiungere delle altre abbastanza turbolente anche se non cosi` orripilanti come quella di Chappaquick, una delle ultime fu quella con suo nipote Smith in Florida, ma termino qui perche`della famiglia Kennedy, donnaioli, drogati ed indagati per omicidio non ho mai avuto una grande opinione. Oggi Ted, ammalato ed invecchiato, pieno di rimorsi, con tanti lutti famigliari, mi fa pena perche` si tratta di un essere umano. Il fatto poi di raccomandare Obama paragonandolo al fratello John non fa molto onore a quest'ultimo. John Kennedy fu l'iniziatore della guerra in Vietnam, anche se statistiche alla mano, fu Johnson che la dichiaro`. Divenne un mito per una parte degli americani solo perche f assassinato, come Martin Luther King. Se fossero sopravvisuti nessuno li avrebbe esaltati come adesso. Io da buon cittadino americano non votero` per Obama e cosi` fara` la maggioranza degli americani, stanne certo. Obama vuole il change e lo avra` nel vero senso della parola, ossia pochi spiccioli.

  • unalettrice scrive:

    Sentire le due registrazioni a distanza di anni, una voce chiara e netta nella prima e una voce più offuscata e incerta nella seconda fa certamente molto effetto.
    Noi purtroppo non abbiamo personaggi di questo genere in Italia, con storie familiari così importanti che anche se sembrano fare esercizio di retorica, parlano di ideali.
    A noi, qui oggi tutto questo sembra tanto strano, in un paese dove di ideali e di speranze vere sembra ne siano rimasti pochissimi.

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