I passi indietro
Roberto Maroni, se diventerà ministro degli Interni, sarà l'uomo-sicurezza. Ma i primi passi, per ora solo parole e dichiarazioni, mi sembrano affrettati e pericolosi. A cominciare dall'idea di mettere in discussione Schengen, quella parola magica che ci consente di girare per buona parte di Europa senza passare frontiere, come fossimo all'interno di un unico, grande paese.
E' vero che non si può assistere inermi, come in parte ha fatto il governo Prodi, all'assedio di gruppi di delinquenti organizzati.
E' vero che il buonismo di cui la sinistra si è sempre vestita è una delle cause della sua sonora sconfitta elettorale.
E' vero anche che vivere con un buon tasso di sicurezza è requisito essenziale di una società civile.
Ma non si possono abolire principi e diritti.
Non si possono mettere all'indice interi gruppi nazionali.
Bisogna invece mettersi tutti intorno a un tavolo per prendere decisioni rapide ed efficaci, senza gogne preventive e passi indietro nella storia di un continente. E questo, finora, non è mai stato fatto.