Istantanea Pier Vittorio Buffa

Caccia allo zingaro

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Il campo nomadi di Ponte Mammolo, a Roma, e una donna rom con i figli. E' il campo attaccato, mercoledì 19 settembre, da una quarantina di persone "coi volti coperti da passamontagna, armate di molotov, spranghe, mazze e catene", come riferiscono le cronache. Il giorno dopo ci hanno provato ancora, ma i carabinieri che li hanno fermati e hanno ammanettato uno di loro.

Di cosa vogliamo discutere? Di rom buoni o cattivi? Di rom ladri o non ladri? Di grandi campi fuori città o di integrazione? No, quello che è successo a Roma ci fa fermare molto prima, alle regole primarie su cui si basa una società civile e, quindi, ci costringe a essere ovvii, ma tant'è.
Anche se quel campetto di rom fosse un covo di ladri, anche se la sicurezza del quartiere fosse seriamente messa in pericolo, anche se si temessero pericoli ancora maggiori quello che è successo non deve succedere. Assolutamente. Non c'è bisogno di ricordare il Ku Klux Klan o simili precedenti storici. C'è da dirsi, semplicemente, che non ci si fa giustizia da soli. Che bisogna caso mai pretendere, con tutti i mezzi che la democrazia consente, che lo Stato garantisca la sicurezza delle città nel rispetto dei diritti di tutti. Difficile, in molti casi difficilissimo. Ma non ci sono altre strade.

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28 commenti 8

  • flaviorf scrive:

    Sono appena stato derubato da un paio di zingari balordi. E' una presa per i fondelli questa storia degli zingari che vengono "mantenuti" dalle amministrazioni comunali. In nome di quale diritto umano una comunità di fuori legge deve essere sovvenzionata e foraggiata dalla amministrazioni comunal, che dovrebbe tutelare i diritti di cittadini come me che pago i contributi, quegli stessi contributi che servono per pagare la luce e l'acqua a quegli stessi balordi che mi hanno rubato più di 1000 €, 300€ di danni alla macchina, e la cosa più straziante vedere mia figlia piangere di fronte alla scena della "violenza".... In quel momento se avessi avuto un fucile e i 2 balordi sotto mira, so cosa avrei fatto!! Poi penso che è inutile prendersela solo con i tumori, occorre debellare le cause la causa del male. E qui mi riferisco ai politici che si sono inventati questo giochino: guardia e ladri. Lo insegnavano i romani che il miglior modo per governare è quello di creare disordine. Se noi (il popolo) siamo quotidianamente distratti dal calcio, dalle veline, dai zingari che rubano, dagli extra-comunitari che ci rubano il lavoro, etc. NON FACCIAMO ATTENZIONE A COME I NS POLITICI CI STANNO SFRUTTANDO. PEWR POLITICI INTENDO LA CLASSE DIRIGENTE, LE CASTE che da anni ormai hanno ideato un complesso e articolato sistema che ci porta tutti noi "pecoroni" a essereesclusivamente "UNITA' DI CONSUMO". Ora devo andare di corsa a fare la denuncia in polizia, magari riesco a trovare almeno il portafogli con i documenti o la borsa di scuola di mia figlia. Buona serata.

  • cesira1951 scrive:

    Gli zingari sono una popolo con una cultura propria,hanno sempre vissuto ai margini della societa' per un sacco di ragioni. Loro vedono in noi dei nemici e noi altrettanto.Noi che ci reputiamo piu' civili dobbiamo iniziare un dialogo e fare uno sforzo per accoglierli dentro la nostra societa'.Ci arrabbiamo tanto per i piccoli furti che compiono, ma non sarebbe meglio che ci arrabbiassimo di tutti i furti, le cattive amministrazioni, le furberie di una gran parte della nostra classe dirigente?
    C'e' chi ha falsificato corrotto mentito rubato e siede con "onore" in parlamento ed e' rispettato e ammirato uomo d'affari.Quasi quasi mi sento di accusare gli italiani di stupidita'.

  • polifemo01 scrive:

    x Alessandro
    sono contento che persone come te siano emigrate, visto il loro livello culturale.
    Qui non si parla di razzismo, ma solo di persone che vengono in altri paesi e vogliono imporre il loro modo di vita prepotentemente.
    Se vivi in Brasile e ci lavori ti sarai adattato al loro modo di vivere ed è quello che noi chiediamo agli stranieri.
    Spero che tu ora abbia capito

  • Alessandro scrive:

    In questo blog sono stato offeso con frasi oscene ed il commento di risposta non é stato pubblicato.

    Al maleducato claudio dico solo che io non scopo come lui, ma faccio all´amore.

    Agli altri, che parlano di impiccare gli stranieri dico:
    il tempo non si ferma, la nostra salvezza saranno i matrimoni misti.
    Spero che i bellicosi razzisti si innamorino di qualche africana, brasiliana o ragazza bionda dell´Est e la smettano di dire stupidaggini sulla pulizia etnica.

  • FRANCO scrive:

    X Cesare
    Caro Cesare,sono d'accordo con te che bisogna prima o poi cambiare atteggiamento verso gli immigrati,d'altronde come ti dicevo,i nostri nonni lottando e tenendo duro c'e l'hanno fatta,in questo ovviamente,e chiaro che hanno avuto delle aperture da parte delle popolazioni dove risiedevano,ma vedi qui subentra il problema,una buona parte di questi immigrati,non vogliono a prescindere integrarsi con il nostro popolo,anzi per assurdo ci vogliono imporre le lore religioni,e le loro abitudini,guardando con disprezzo le nostre,a questo punto come ci dobbiamo comportare?se per primi loro hanno un atteggiamento di chiusura verso di noi,come possono pretendere,ripeto pretendere,che gli accogliamo?,e purtroppo per concludere abbiamo un governo che appoggia il loro modo di pensare,e non il contrario,Ferrero in primis!!

  • cesare scrive:

    D'accordo con quanto scrive Franco, che avrà anche ragione, dalla sua. Ma vogliamo almeno incominciare a far qualche cosa di costruttivo, di educativo, di recupero, non dico solo verso i Rom, ma verso tutti, visto che il degrado, la maleducazione,il menefreghismo, la sopraffazione, la violenza, le rapine, le truffe e così via, sembrano al giorno d'oggi più unmerito che un demerito? Il bell'elenco che ho fatto, riguarda un po' tutti, anche molti di noi italiani, che non siamo angioletti con le ali e le tuniche candide. O vogliamo tornare tutti indietro, un contro l'altro armato, come in un nuovo Far West. Si dovrà ben incominciare una volta buona a "bonificare" gli individui, oltre che la natura! Mancheranno anche i mezzi, non dico di no, ma a me pare manchi, soprattutto, la volontà politica, che guarda solo a se stessa ed al suo tornaconto. E poi è vero che bisogna anche guardare il passato, quello dei nostri nonni, ma occorre anche cambiare, perchè il mondo è soprattutto futuro, se no uno si rassegna ed anche a lui " non gliene frega niente"! L'impresa non è facile, ma a chi di dovere incominciare a muoversi. E poi non si tratta di buonismo, ma di umanità, che sembra anche questa essere stata smarrita! E a chi non accetta questo recupero, si aprano le porte, però in uscta, non in entrata!...

  • FRANCO scrive:

    Qualcuno ha scritto "bisogna fare rispettare le leggi",ma quale leggi?,se vengono regolarmente vanificate in primis dal nostro ministro Ferrero,se fosse per lui farebbe entrare tutti e di piu' gli darebbe anche uno stipendio e aiuti vari,mi chiedo ma codesto ministro si e' accorto che siamo in Italia,e che ci sono tanti Italiani ridotti alla fame?,questo non e' buonismo,ma pura follia demenziale!!,mandiamolo a casa prima che faccia altri danni,i Rom sono solo capaci a delinquere altro non sanno fare,e sopratutto non glene frega niente di cambiare sistema di vita,nascono balordi e muoino balordi,gia solo il fatto che mandano i loro figli ad elemosinare sarebbero da impiccare altro che trovare mille giustificazioni,smettiamola con questo buonismo deleterio,che non porta a nulla,non mi risulta che tanti Italiani immigrati in altri paesi avessero tutti questi privilegi,anzi ci trattavano peggio degli schiavi,oltre che offenderci in tutte le maniere,e possibile che hanno tutti la memoria corta?,chiedete ai vostri nonni,cosi' almeno vi rendete conto,poi se molti c'e l'hanno fatta e solo merito dei loro sacrifici e sopratutto lavorando sodo senza tutte le pretese degli attuali immigrati,si parla solo di diritti,mai di doveri!!

  • Alessandro scrive:

    Non saprei dire meglio, per cui, dal blog di Gennaro Carotenuto, copio la seguente interessante testimonianza di Andrea Cacopardo:

    Primo, pensare che gli immigrati illegali siano ladri è come "il bue che dice cornuto all'asino". Il nord o l'ovest hanno saccheggiato per secoli le popolazioni che adesso consideriamo del terzo mondo. Sono tanti i luoghi comuni ed i pregiudizi derivanti dagli insegnamenti che abbiamo ricevuto nelle scuole ed altre istituzioni che ci hanno inculcato una cultura di supremazia e di darwinismo sociologico che "giustificano" le condizioni di questi paesi ed il benessere dei nostri, quando la realta` e` piu` semplicemente l'esproprio dei loro beni da parte di noi, "benevolenti divulgatori di progresso e sviluppo".

    I nostri governi, ricchi della depredazione fatta sui beni di questi paesi e di una economia senza etica, sovvenzionano compagnie agricole che sovrapproducono cibo che non siamo capaci a consumare e che riversiamo a prezzi stracciati in paesi del terzo mondo, portando al fallimento piccoli agricoltori locali, i quali sono costretti ad emigrare; e poi puntiamo il dito sugli emigranti quando "noi" siamo quelli che abbiamo creato il problema. Vogliamo risolvere il problema senza eliminare la causa. Che tipo di razionalita` politica e sociale abbiamo?! ed in che mani siamo?!
    Produciamo, a livello mondiale, sufficiente cibo per sfamare 12 miliardi di persone (circa il doppio degli abitanti del pianeta) ed abbiamo un mortalita` di una persona ogni dieci secondi per ragioni conseguenti al denutrimento, secondo Jean Ziegler, Relatore speciale sul diritto all'alimentazione per la Commissione sui diritti dell'uomo delle Nazioni Unite.

    Decidiamo di uccidere per difendere il nostro benessere a livelli di indecenza ed immoralita`. E ci indignamo se un emigrato cerca di passare la nostra frontiera per avere un pezzo di cibo o se vuole dividere la ricchezza di cui e` stato depredato da noi. In poche parole ci infuriamo se vuole riappropiarsi di quello che gli abbiamo rubato e gli diciamo: "Ladro!". Forse dovremmo introdurre nelle nostre scuole un nuovo corso: Logica. O forse, cambiare i libri di storia aiuterebbe.

    Barriere?! Quante barriere abbiamo dovuto subire e quante sono state create e sono create?!
    Ed ancora ne creiamo di più. Religione, sesso, razza, cittadinanza, politica, .... quanti morti e vittime ancora per barriere immaginarie che adesso costruiamo concretamente.

    Barriere = violenza, intolleranza, e la storia non ci ha insegnato proprio niente. Genocidi perpretrati durante tutta la storia non ci hanno insegnato niente. Siamo ignoranti o vogliamo ingorare i fatti. Il diverso non va capito, va eliminato. Frocio, negro, donna, musulmano, basta che non appartiene e lo possiamo mettere al muro. E se non pensi cosi sei comunista, "stalinista!", ti gridano ... e se invece li attacchi sei "Liberal". Il mondo è al rovescio, come dice Howard Zinn, quelli che devono essere in galera sono fuori, e quelli che sono in galera dovrebbero non essere li.

    Vivo a Los Angeles dove la maggioranza della popolazione appartiene al sud. Dico appartiene e non viene, perché la California è stata per secoli (e fino a non molto tempo fa) una colonia spagnola e poi parte del Messico. Dopo conquistata dagli Stati Uniti.

    Una terra che apparteneva prima ai nativi, i "terribili selvaggi indiani" che furono massacrati ed adesso ci sentiamo colpevoli ma ancora subiscono la stessa oppressione di prima se non peggiore.

    Adesso e` abitata prevalentemente dalla gente che viene dal sud, che viene dall'altra parte della frontiera. Quelli piu` poveri che non hanno diritto e non hanno diritti. In Messico non vogliono quelli che vengono dal Guatemala e cosi via. Fino alla fine del mondo.

    Ci sono tantissimi emigranti e la maggior parte sono illegali. Io, come immigrato in questo paese non mi sento affatto diverso da loro, solamente nel fatto che sono un bianco privilegiato che venendo dall'Europa ha la fortuna cabalistica di non essere discriminato.

    Costruiscono un muro a costi altissimi. Probabilmente, anzi, sicuramente useranno la manodopera degli immigrati illegali per ridurre i costi, e non è uno scherzo. Venite a vedere con i vostri occhi.

    Mi domando solamente, non sarebbe meglio usare quei fondi monetari per creare delle opportunità?! E con opportunità non intendo dire inviare una multinazionale americana sovvenzionata. Quello è un vecchio trucco con cui poi ci dicono che queste opere di assistenza a paese del terzo mondo non funzionano.

  • Alessandro scrive:

    Credo che il commento di claudio dimostri e confermi che l´italiano medio (la maggioranza), oltre ad essere razzista e preconcettuoso é anche un grande maleducato.
    Alessandro
    Non ricco e né povero, lavorando in Brasile.

  • Claudio scrive:

    caro Alessandro,
    hai la sfortuna che anche io conosco il Brasile,
    dove ho vissuto x parecchio tempo.
    Ho visto bambini minorenni manganellati a sangue sulla spiaggia di Copacabana ( io vivevo in Baratta Ribero) per un TENTATIVO di borseggio
    ho dovuto scavalcare decine di dormienti sui marciapiedi dell' Avenida Atlantica,
    attraversavo i semafori in taxi col rosso per evitare che mi assalissero
    ed il mio portiere apriva sempre il portone col machete.
    Conosco Bahia, Manaus, Brasilia, San Paolo, Victoria, Belem etc..
    E' vero, non c'è razzismo, anche perchè la scala dei colori di pelle è talmente continua che si passa, attraverso migliaia di gradazioni dal nero al bianco biondo con gli occhi azzurri.
    C' è solamente il razzismo del soldo, del dollaro.
    Certo che in Brasile si sta bene : clima, garrotina (ragazza) diversa ogni sera, locali da ballo, (Help '?)
    ma ricorda che solo chi ha i soldi vive bene in Brasile, altrimenti si muore veramente di fame e quindi non hanno tempo per essere razzisti.
    Comunque la polizia da certe bastonate ai mendicanti molesti che forse non hai voluto mai vedere o ti fa comodo non ricordare
    Per cortesia, smettila di dire cazzate, scopati le tue ragazzine brasiliane, ma non farci la morale
    p.s. non te la prendere, io ti invidio

  • Alessandro scrive:

    Come giá supponevo, la maggioranza dei commenti mette paura.
    >gli zingari fanno di tutto per farsi odiare
    >voglio essere rispettato, soprattutto a casa mia, altrimenti mi incazzo
    >E’ facile dire che non sono tutti uguali ma è difficile prendere solo chi è diverso.
    >Per quanto incivili ed indegni, tali episodi si configurano come auto difesa
    >una sfida lo zingarello che ruba davanti al poliziotto perche’ sa che non gli faranno niente perche’ é minorenne
    >di sicuro nn li accoglierei a braccia aperte! Inutile fare ipocrisie. Queste son persone che nn fanno nulla, e per campare oltre alle elemosine rubano. Non sanno fare altro.
    >certe popolazioni Rom portano e a tutti i furti e gli spacci di droga e le sparatorie nelle vie cittadine e gli accattonaggi e i rovistare tra le immondizie,se li vediamo così e non solo come la foto da voi pubblicata su questo sito allora saremmo soggettivi.

    Ecco, é per questo che da dieci anni vivo in Brasile e sono molto felice qui.
    Perché:
    VIVERE IN UN PAESE, SE É RAZZISTA NON SI PUÓ.

    Come dice Eduardo Galeano:
    Nel Mondo c´é gente che non dorme perché a fame
    e gente che non dorme perché ha paura che chi ha fame tenti di rubarlo.

    Alessandro dal Sertão Brasiliano
    (ex-Montesilvanense)

  • massimo scrive:

    Certe cose viste da lontano non si possono apprezzare nella loro realtà.
    disdicevole il comportamento di gerta gente l'intolleranza è una brutta cosa.
    dico però se il sindaco invece di pensare solo al suo partito e al cinema (anche io sono diplomato in cinema e televisione) e far divertire la gente con concerti "gratis", come faceva qualche imperatore dell'antica Roma,pensasse anche al livello di degrado che certe popolazioni Rom portano e a tutti i furti e gli spacci di droga e le sparatorie nelle vie cittadine
    e gli accattonaggi e i rovistare tra le immondizie,se li vediamo così e non solo come la foto da voi pubblicata su questo sito allora saremmo soggettivi.
    purtroppo è solo un discorso politico.
    cordiali saluti
    Massimo A.

  • terrible scrive:

    isull'argomento ho visto ieri sera la puntata di l'infedele di gad lerner che tornava a paragonare i rom agli ebrei, parlando in termini di esodo.. mi sembra comunque forse un eccesso ma comunque fatto e' che sta crescendo l'intolleranza e lo stato, la politica non siano ingrado di arginare la violenza, la prepotenza, i rischi che ci attendono orami dietro l'angolo tutti i momenti, di giornoe di notte, un continuo far west, nelle citta' e nei piccoli centri, dove si ammazza anche per un banale litigio. si parla tanto di sicurezza e si continua a dibattere a litigare sull'argomento tra i vari partitti i cui membri e chi ne e' a capo ne parla come no interessasse anche loro direttamente e le loro famiglie, forse perch' girano in auto superblindate e in aerei privati..
    e intanto questo mi inquieta piu' di tutto cresce la sfiducia nelle istituzioni. una sfida lo zingarello che ruba davanti al poliziotto perche' sa che non gli faranno niente perche' e0 minorenne, ma anche quella di chiu va allo stadio con il machete e il pugno di ferro, che, ho scoperto, si possono acquistare in un negozio proprio affianco alla fdermata della metrolpolitana di ottaviano, nel centro di roma.

  • Massimiliano scrive:

    ma ddo sta la sicurezza in italia ? ma se gente come mastella caccia dalle carceri i delinquenti si viene a parlare che bisogna affidarsi alla legge e democrazia ? se guardi in cielo vedi un elefante che vola !!! MAH !!! ma poi na cosa ? hanno cacciato sti geni dalle carceri xche erano super affollate, ma qlcn dei bon pensanti di sinistra hanno presentato all' ordine del giorno in parlamento una cosa del genere " OH C MANCANO LE CARCERI COSTRUIAMOLE D NUOVE " oppure " OH NA CIFRA D COSTRUZIONI NN SONO UTILIZZATE, ADATTIAMOLE A CARCERI " MAH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  • Serse scrive:

    Il commento di Vendola è un classico..
    non commento dette parole, penso che abbia risposto più che esaurientemente l'utente "claudio" qui sotto..
    La questione "rom" è una bomba a orologeria, pronta a scoppiare. E le bombe quando scoppiano fanno danni, anche tanti!!
    Questa moltitudine di persone che invadrà l'europa, anzi solo parte perchè ad esempio in Germania si sono già autoregolamentati su una specie di numero chiuso, non penso possa portare benefici..anzi!!
    Quel che è successo a Roma è incivile ok..ma convivere 24hsu 24 con la paura d un furto, un aggressione..perchè hai a 2 passi da casa un campo nomadi (ovviamente abusivo..o anche peggio finanziato dallo Stao cioè da noi!) dev'essere molto molto duro.
    Se nella mia città dovesse succedere una cosa del genere cosa farei? di sicuro nn li accoglierei a braccia aperte! Inutile fare ipocrisie. Queste son persone che nn fanno nulla, e per campare oltre alle elemosine rubano. Non sanno fare altro. Se hanno bisogno d soldi x mangiare perchè nn si vendono le fuoriserie che hanno (che io mai potrò comprare col mio stipendio da impiegato), o le super motorhome da centinaia d migliaia di euro..
    Non vado oltre..spero solo non vengano mai a rubare a casa mia.

  • claudio scrive:

    caro Vendola,
    editorialista del Manifesto.
    Chi ti scrive è molto + comunista di quanto tu possa immaginare, conosce i paesi comunisti, quelli prima del muro (est europeo) e quelli attuali (Cina, Viet Nam, Cuba).
    Orbene non ci sono queste sacche di "diversità", non ci sono lavavetri, non ci sono zingari, non c'è microcriminalità: puoi girare sicuro nelle strade a qualsiasi ora del giorno e della notte.
    Naturalmente questi paesi hanno i loro limiti
    Ti consiglio
    non parlare dal pulpito (non so quale paesi comunisti tu possa conoscere) da buonista e demagogo oppure di andare a lavorare x un altro giornale.
    Grazie

  • lebuonenotizie scrive:

    Mario Lenzi ha scritto: La condanna delle spedizioni punitive, dei pogrom, della violenza contro le minoranze è lo spartiacque che divide la nostra società: chi condanna è una persona civile, chi non condanna è un barbaro, nel senso denigratorio che questa ha assunto nel tempo. Ma, sgombrato il campo da ogni possibile equivoco, c'è una considerazione elementare da fare: la grossa criminalità è rara, eccezionale, tocca poche persone. Spesso si manifesta nel ristretto cerchio dei familiari. La piccola criminalità è invece questione di tutti i giorni e tocca direttamente milioni di persone. I mendicanti petulanti, i parcheggiatori abusivi, i nomadi ladruncoli fanno crescere la percezione di insicurezza nei cittadini . A irritare l'onesto piccolo borghese sono soprattutto la esibizione ostentata e molesta dei "diversi", la mancanza di discrezione della loro miseria materiale e morale. Potremmo discutere molto su questo, ma intanto c'è una sola risposta possibile: lo stato deve far rispettare la legalità sempre e ovunque, senza trasformarsi in uno stato di polizia. Il compito non è facile, ma nemmeno impossibile.

  • Alessandro scrive:

    Drogati di sicurezza

    Nelle sabbie mobili dell'insicurezza percepita - che è cosa differente
    dai dati materiali dell'insicurezza reale - si sta giocando una partita
    di assoluto rilievo che riguarda la politica, la cultura diffusa, le
    forme della convivenza in una società sempre più complessa e sempre più
    inquieta.
    I lavavetri sono «eroi del nostro tempo», piccola umanità che la
    globalizzazione sbalza negli spigoli dei nostri marciapiedi: all'ombra
    dei nostri sospettosi semafori, armati di secchio e spugna, attentano
    alla nostra quiete borghese. La guerra ai lavavetri somiglia troppo a
    tutti i fenomeni di criminalizzazione dei poveri che hanno accompagnato
    le epoche di transizione: all'alba della modernità europea
    l'accattonaggio e il vagabondaggio vennero perseguiti come reati. Ognuno
    può inventarsi la propria idea di insicurezza, il proprio fantasma, il
    proprio capro espiatorio: con l'accortezza di non soffermarsi su ciò che
    è più pericoloso, ma su ciò che più infastidisce. La quiete, appunto, e
    l'estetica, e il sentimento dell'ordine.
    Il lavavetri merita più accanimento criminologico del grande
    inquinatore, del piromane, dell'usuraio, dell'evasore fiscale. Il
    graffitaro sporca più di qualsiasi palazzinaro. I clandestini sono tutti
    in agguato sui nostri pianerottoli. E gli zingari comunque «rubano» i
    nostri bambini, e poco importa che i loro bambini possano essere
    molestati dai piccoli Klu klux klan leghisti o possano ardere vivi nelle
    nostre povere periferie.
    Quando si sgombera il campo da qualsiasi analisi differenziata di
    fenomeni distinti e peculiari quali la criminalità, la devianza e il
    disagio sociale, si imbocca un vicolo cieco. Che non ci spianta solo dai
    valori della sinistra, ma dai valori minimi della cultura
    liberal-democratica. E l'ossessione della governabilità s'impenna nella
    prospettiva di un nuovo blocco d'ordine: questa sembra la svolta che i
    sindaci di Firenze e Bologna propongono al nascente Partito Democratico.
    Si tratta di una vera fascinazione per il «sorvegliare e punire»,
    assunto come antidoto darwiniano alla propria crisi, cioè alla crisi di
    quel «riformismo rosso» che seppe fare del governo delle città un
    laboratorio collettivo di incivilimento.
    L'ideologia securitaria insegue la morte della politica (la politica
    intesa come autoeducazione e solidarietà) e veste come una panciera
    elastica l'Italia del basso ventre, dei rancori corporativi e delle
    fobie; insegue la destra lungo i dirupi delle semplificazioni
    superstiziose, predispone il terreno per l'edificazione di tanti
    dissimulati apartheid. Non porta più sicurezza, offre una droga potente
    che ci fa dimenticare le nostre banali e prosaiche insicurezze
    quotidiane: quella di 5 morti sul lavoro tutti i santi giorni, quella
    della precarietà che rimbalza dal mercato del lavoro al mercato della
    vita, quella di periferie degradate e degradanti, quella di una
    tv-spazzatura che ha surrogato tutte le agenzie formative, quella delle
    mafie finanziarie internazionali che da internet precipitano nella
    locride o nella megalopoli napoletana o nelle campagne pugliesi abitate
    da antichi schiavi e moderni caporali.
    La legalità è il contrario delle rincorse emergenziali e degli stati di
    «eccezione», non puoi impastarla con la farina del diavolo pensando che
    venga un buon pane. Se questi pensieri mi fanno essere inadeguato alle
    funzioni di governo, poco male. Di «radicale» nella nuova sinistra
    vorrei portare soprattutto il sentimento dell'inviolabilità della vita e
    della dignità di ciascun essere umano.

    Nichi Vendola

    il manifesto, 23 Settembre 2007
    Editoriale

  • Alessandro scrive:

    Drogati di sicurezza

    Nelle sabbie mobili dell'insicurezza percepita - che è cosa differente
    dai dati materiali dell'insicurezza reale - si sta giocando una partita
    di assoluto rilievo che riguarda la politica, la cultura diffusa, le
    forme della convivenza in una società sempre più complessa e sempre più
    inquieta.
    I lavavetri sono «eroi del nostro tempo», piccola umanità che la
    globalizzazione sbalza negli spigoli dei nostri marciapiedi: all'ombra
    dei nostri sospettosi semafori, armati di secchio e spugna, attentano
    alla nostra quiete borghese. La guerra ai lavavetri somiglia troppo a
    tutti i fenomeni di criminalizzazione dei poveri che hanno accompagnato
    le epoche di transizione: all'alba della modernità europea
    l'accattonaggio e il vagabondaggio vennero perseguiti come reati. Ognuno
    può inventarsi la propria idea di insicurezza, il proprio fantasma, il
    proprio capro espiatorio: con l'accortezza di non soffermarsi su ciò che
    è più pericoloso, ma su ciò che più infastidisce. La quiete, appunto, e
    l'estetica, e il sentimento dell'ordine.
    Il lavavetri merita più accanimento criminologico del grande
    inquinatore, del piromane, dell'usuraio, dell'evasore fiscale. Il
    graffitaro sporca più di qualsiasi palazzinaro. I clandestini sono tutti
    in agguato sui nostri pianerottoli. E gli zingari comunque «rubano» i
    nostri bambini, e poco importa che i loro bambini possano essere
    molestati dai piccoli Klu klux klan leghisti o possano ardere vivi nelle
    nostre povere periferie.
    Quando si sgombera il campo da qualsiasi analisi differenziata di
    fenomeni distinti e peculiari quali la criminalità, la devianza e il
    disagio sociale, si imbocca un vicolo cieco. Che non ci spianta solo dai
    valori della sinistra, ma dai valori minimi della cultura
    liberal-democratica. E l'ossessione della governabilità s'impenna nella
    prospettiva di un nuovo blocco d'ordine: questa sembra la svolta che i
    sindaci di Firenze e Bologna propongono al nascente Partito Democratico.
    Si tratta di una vera fascinazione per il «sorvegliare e punire»,
    assunto come antidoto darwiniano alla propria crisi, cioè alla crisi di
    quel «riformismo rosso» che seppe fare del governo delle città un
    laboratorio collettivo di incivilimento.
    L'ideologia securitaria insegue la morte della politica (la politica
    intesa come autoeducazione e solidarietà) e veste come una panciera
    elastica l'Italia del basso ventre, dei rancori corporativi e delle
    fobie; insegue la destra lungo i dirupi delle semplificazioni
    superstiziose, predispone il terreno per l'edificazione di tanti
    dissimulati apartheid. Non porta più sicurezza, offre una droga potente
    che ci fa dimenticare le nostre banali e prosaiche insicurezze
    quotidiane: quella di 5 morti sul lavoro tutti i santi giorni, quella
    della precarietà che rimbalza dal mercato del lavoro al mercato della
    vita, quella di periferie degradate e degradanti, quella di una
    tv-spazzatura che ha surrogato tutte le agenzie formative, quella delle
    mafie finanziarie internazionali che da internet precipitano nella
    locride o nella megalopoli napoletana o nelle campagne pugliesi abitate
    da antichi schiavi e moderni caporali.
    La legalità è il contrario delle rincorse emergenziali e degli stati di
    «eccezione», non puoi impastarla con la farina del diavolo pensando che
    venga un buon pane. Se questi pensieri mi fanno essere inadeguato alle
    funzioni di governo, poco male. Di «radicale» nella nuova sinistra
    vorrei portare soprattutto il sentimento dell'inviolabilità della vita e
    della dignità di ciascun essere umano.

    Nichi Vendola

    il manifesto, 23 Settembre 2007
    Editoriale
    http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/23-Settembre-2007/art1.html

  • cosetta sartori scrive:

    Notizie dal Ministero dell'Interno indicano in 200.000 i Rom in partenza dalla Romania per il resto dell'Europa, considerata l'attuale impotenza dello stato romeno di provvedere ai nomadi nella loro terra. Se nel resto d'Europa tali migrazioni sono state affrontate in modo da non creare attriti con la popolazione locale grazie a misure legislative che ne regolano l'ingresso e la permanenza, è facile prevedere quale sarà la loro meta, ovvero quella che ha più "buchi" legislativi in merito. Temo fortemente che episodi come quelli registrati a Roma, si moltiplicheranno. Per quanto incivili ed indegni, tali episodi si configurano come auto difesa, nella consapevolezza, che la struttura organizzativa italiana non è in grado di garantire la sicurezza di tutti i cittadini italiani, che sono e saranno vittime di individui appartenenti a culture diverse, culture che, al momento, non prevedono la conoscenza delle regole di normale convivenza. Anche se vi fosse un piano di integrazione, visto le scarsissime risorse finanziarie causate da un immenso debito pubblico, non potrebbe essere attuato che in un lunghissimo tempo. Nel frattempo cosa accadrà?

  • cesare scrive:

    Le nostre disquisizioni sono solo dei pareri esposti. Quello che vale sarebbe cambiare una situazione che, per un motivo o per l'alto, compresa l'intolleranza, si sta facendo, a mano a mano, più pesante. Il problema è quello di poter convivere, ma si parte, purtroppo, da posizioni diverse, di natura economica, educativa, di cultura e di modi di vita, questi ultimi certamente condizionati da limiti di origine sociale. Visto che questa realtà esiste e siamo stati noi (o chi per noi) ad accoglierla, si faccia finalmente qualcosa, da parte di chi ha il potere di farlo, per colmare se possibile, il fosso, e rendere la situazione più equa e sostenibile. Si cerchi un rapporto più confacente, anche a livello educativo-sociale. Si prendano iniziative adatte in tal senso, con organi di assistenza, sociale e di coesione, opportuni. Ribadisco quanto espresso da me in altro intervento: facile a dirsi,difficile a farsi!... Il compito a chi di dovere, con possibilità e mezzi adatti. I comportamenti gravi, cui "Io"ha fatto cenno, sono per fortuna non di tutti gli esponenti di quella parte, spesso indotti sì dalla natura delinquenziale di certi soggetti (peraltro esistenti, ricordiamocelo, anche fra di noi, con rapine, stupri ecc.), ma anche da condizioni esistenziali radicate ed estreme, e quindi non sempre voluti. Che si possa vivere, un giorno, in un mondo complessivamente più evoluto e civile, noi compresi! Questo è l'augurio.

  • Alessandro scrive:

    Caro Io,
    il tuo nome é tutto il programma.
    Se riconosci che gli , che tanto ti incomodano, non rischiano nulla, allora avrai capito che non hanno da perdere nulla di quello che invece tu hai da perdere.
    Come l´arroganza di lamentarti di essere zingaro (ognuno é orgoglioso di quello che é).
    Ma, stai sicuro, io non sono razzista, non tutti gli italiani sono pieni di paura come te.
    Coraggio! Gli altri (con i loro errori, come te) fanno noi piú creativi.
    Alessandro

  • io scrive:

    E' facile dire che non sono tutti uguali ma è difficile prendere solo chi è diverso.
    Quando ti ammazzano un figlio,ti stuprano un amica, quando cresci e per strada hai paura, quando ti accorgi che chi non rischia nulla se non paga il biglietto di un autobus o uccide ubriaco alla guida ha sempre una collocazione etnica diversa dalla tua......ti senti tu lo zingaro!
    GRAZIE ITALIA

  • Claudio scrive:

    sono contro la violenza,
    ma sono anche contro le prepotenze,
    contro le prevacaricazioni,
    contro i soprusi
    io rispetto tutti, indipendentemente dall' etnia e dal colore della pelle, ma voglio anche essere rispettato, soprattutto a casa mia, altrimenti mi incazzo

  • Alessandro scrive:

    La nostra paura piú profonda non é di essere inadeguati.
    La nostra paura piú profonda é che siamo potenti al di lá di ogni limite.
    É la nostra luce, non la nostra tenebra, che piú ci spaventa.
    Siamo nati per manifestare la gloria dell’Universo che sta dentro di noi.
    Non sta solo in uno di noi: sta in tutti noi.
    E nel momento in cui lasciamo la nostra propria luce brillare, incoscentemente stiamo dando ad altre persone il permesso per fare ugualmente.

    Nelson Mandela

  • Alessandro scrive:

    Non essere razzisti é semplice.
    NON tutti gli zingari sono ladri.
    NON tutti gli ebrei sono avari.
    NON tutti gli italiani sono mafiosi.
    NON tutti gli africani sono negri
    ...
    ...
    ...

  • franco scanfe scrive:

    queste cose non sono belle,ma certamente gli zingari fanno di tutto per farsi odiare

  • cesare scrive:

    Quando si pongono certi "post", fra le varie risposte se ne devono mettere sicuramente in preventivo molte che non disapprovano certi comportamenti reattivi assurdi ed incivili, che noi, invece, non giustifichiamo e condanniamo decisamente. Le motivazioni sono le solite, vale a dire l'invasione di troppi stranieri, il più delle volte non regolari, o di questi gruppi rom che si accampano nelle periferie, provocando furti, vandalismi, disordini vari e, soprattutto l'intolleranza ed il fastidio, se vogliamo anche settario, dei cittadini, stanchi, a loro dire, di sopportare simili situazioni. Il problema esiste, è inutile nasconderlo, ed è pure di difficile soluzione. Ciò, però, non giustifica certe iniziative violente di intolleranza e di vendetta sommaria fatte in proprio. Noi dobbiamo, e per noi lo Stato, assumere atteggiamenti di livello superiore, come la nostra tradizione civile impone, riguardo a questi casi. Ma, ripeto, aspettiamoci commenti che, purtroppo, come già detto, plauderanno alle riprovevoli azioni descritte, anche perchè ne abbiamo già avuto esempio da argomenti simili in precedenza trattati. Mettere d'accordo tutti è impossibile, anche perchè non tutti hanno avuto un'educazione uguale, e, soprattutto, non l'hanno saputa recepire adeguatamente, ammesso che qualcuno abbia tentato di insegnarla loro.
    Ripeto ancora, il problema va risolto altrimenti, nella legalità! Passare alle sbrigative vie di fatto, specie nell'anonimato, pone, chi lo fa, più dalla parte del torto, mentre magari avrebbe, altrimenti, anche un po' di ragione. E ricordiamoci che si può pure mettere in preventivo, in alcuni casi, una certa dose di umanità.

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