Nella foresta con Ishmael
Questo ragazzo dagli occhi dolci e lo sguardo un po' perduto ha ucciso decine di persone con il fucile, il coltello, le mani. Lo racconta lui stesso nel libro più scioccante che mi è capitato di leggere negli ultimi tempi (Ishmael Beah, Memorie di un soldato bambino, Neri Pozza, pagg. 256, euro 15,50).
Ishmael è nato in Sierra Leone nel 1980. A dodici anni gli hanno messo addosso una divisa e dato un fucile, lo hanno drogato, gli hanno insegnato a odiare e uccidere. Poi, un certo giorno, la sua vita è cambiata, dopo anni è approdato negli Stati Uniti, si è laureato in scienze politiche e ha trovato la forza di raccontarsi.
Per questo dedico l'istantanea di oggi a Ishmael. Chi è capace di scrivere quello che lui ha scritto, di dare forma di parole e frasi all'orrore puro di cui è stato protagonista non dimostra solo determinazione e coraggio. Fa a noi, a tutti noi, un grande dono. Ci porta nella foresta a sgozzare uomini donne e bambini, bruciare villaggi, vedere il sangue scorrere nei fiumi. A vedere com'è il mondo che non vogliamo vedere.
Grazie Ishmael.