Istantanea Pier Vittorio Buffa

Ritorno a casa

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Istantanea di una pagina di giornale. Non di un giornale qualsiasi, è il New York Times. E non di una pagina qualsiasi, è quella in cui è scritto che gli Usa devono lasciare l'Iraq, trovare subito la strada di casa, la "road home".
Sono due i motivi per cui mette conto soffermarsi su questa pagina per qualche minuto e andare oltre la semplice lettura.
Il primo è per la chiara ma forte semplicità delle argomentazioni. Gli Stati Uniti devono lasciare l'Iraq perché è stata un'invasione sbagliata, perché non controllano il territorio, perché la democrazia è ancora lontana, perché non devono più morire americani, perché si è dato spazio e fiato ad Al Qaeda, perché si sono distolte forze dall'Afghanistan dove i terroristi potevano essere combattuti con successo. Considerazioni fatte migliaia di volte in questi anni, in tutto il mondo, e alle quali poco a poco, sono arrivati anche molti che hanno applaudito i marines il giorno della caduta di Bagdad. Oggi, leggerle una dietro l'altra su uno dei giornali più autorevoli del mondo sotto il titolo "Ritorno a casa", non può che dare sollievo. Ma anche procurare rabbia: le ultime statistiche dicono che dal 19 marzo 2003 in Iraq sono morti 70 mila iracheni, 3586 soldati americani, 284 soldati di altri paesi.
Il secondo è per la la forma con la quale il giornale ha preso posizione. Un articolo lungo ma del quale, secondo la migliore tradizione del giornalismo americano, si capisce tutto dalle prime righe, quelle diventate l'oggetto dell'istantanea di oggi. Una lezione di chiarezza sulla quale è bene riflettere qualunque mestiere si faccia. E anche come semplici cittadini che devono pretendere da chi li governa e da chi li informa messaggi netti e, appunto, chiari.

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