Istantanea Pier Vittorio Buffa

Mohammed

Un paesino del Norditalia, nel Varesotto. E' mezzanotte, io non ho macchina fotografica ma non c'è nulla da fotografare perché l'istantanea di oggi è un breve racconto.
Nella via principale, deserta, c'è un ragazzo che urla al cellulare. Non sta litigando con qualcuno perché chiede aiuto e sanguina dalla fronte. Ha la pelle bruna e dopo poco un altro ragazzo, con la pelle bruna anche lui, gli si avvicina. Gli tampona la ferita, mi chiede di chiamare i carabinieri, blocca con abili mosse il suo amico che urla e cerca di farsi male, di sbattere la testa contro il muro, di gettarsi con violenza a terra. Chiamo il 112. Da Luino, distante una trentina di chilometri, mi dicono di chiamare il 118. Eseguo e un'ambulanza parte immediatamente da Gavirate (altri trenta chilometri). Il ferito continua a dimenarsi, dice di essere stato aggredito, è confuso, probabilmente ha bevuto molto. Aiuto il suo amico a tenerlo fermo. Nessuno sembra udire le urla di Mohammed, il marocchino ferito. Mi sembra di capire che dice di se stesso, del suo essere solo, del non aver fatto mai fatto del male. Intorno c'è silenzio. Un brutto paese, penso, quello in cui nessuno interviene per aiutare un ragazzo ferito e mi dispiace pensarlo perché è un paese al quale voglio bene. Ma per fortuna mi sbaglio perché in pochi minuti la strada si anima, esce una donna, un'altra, mi chiedono, guardano il ragazzo sdraiato sull'asfalto come si guarda un proprio simile che sta soffrendo. L'amico di Mohammed si alza, forse vede troppa gente intorno a sé, si intimorisce dice che deve andare, che lui lo ha solo aiutato, che non può fare altro.
Mohammed resta sull'asfalto senza più il suo amico del Marocco a tenerlo fermo. E' un attimo: questo ragazzo sano e robusto ha gli occhi spalancati verso il cielo nero, il sangue sulla fronte, i pugni chiusi, il corpo che racconta con forza drammatica la solitudine e la disperazione. Poi arriva l'ambulanza, subito dopo i carabinieri e la serata di Mohammed prende la strada che deve prendere la serata di un ragazzo che, probabilmente nel modo sbagliato, cerca un pizzico di serenità mille miglia lontano da casa sua.
L'istantanea di oggi è dedicata a Mohammed perché l'ho visto soffrire, perché ho visto carabinieri e infermieri assisterlo con grande cura, perché ho visto un paese considerare quel ragazzo ferito e straniero una parte di sé.

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5 commenti 8

  • andrea ponticelli scrive:

    Sono il padre orgoglioso di uno splendido giovanotto di un metro e novanta che si chiama Luca .
    Luca ha una malattia genetica determinata da un insignificante grumo ( che non doveva stare li ) su un cromosoma . A Luca piacciono le auto, piace la pizza , piace la musica ,piace fare lunghe passeggiate piace tutto quello che piace alla sua età . Ma non può parlare e ha bisogno di un seguito costante per le sue esigenze giornaliere .
    Nella speranza che i progressi della scienza possano almeno aiutarlo a condurre una vita migliore i genitori di Luca hanno trovato una associazione di altri genitori che avevano gli stessi problemi e che con coraggio e sacrifico hanno messo su una casa famiglia dove Luca e altri ragazzi sono aiutati da persone straordinarie .
    La casa famiglia é appena fuori Roma : i ragazzi fanno piccoli lavori di falegnameria , fabbricano candele di qualità , tessono al telaio, danno da mangiare a un piccolo asinello . In un clima lieve e protettivo .
    L'impegno economico per le famiglie e per i tanti amici che partecipano attivamente è consistente ma non sarebbe sufficiente se non ci fosse un contributo da parte delle istituzioni .
    Ma la Regione ha sempre meno risorse e la parola " tagli " è ormai un motivo ricorrente già da alcuni anni .
    Con decreto 39 di quest'anno la presidente della Regione esprime parere negativo al rinnovo delle convenzioni con tutti gli enti accreditati e quindi anche con le case famiglia .
    Tutti saranno sottoposti a nuova verifica e non basterà più il certificato del medico di base per la terapia . Ogni due mesi ci sarà una visita presso la ASL di appartenenza . E' previsto anche il sorteggio del 10% dei disabili ogni anno per controlli più approfonditi . Adesso vi facciamo vedere che i controlli si fanno sul serio .
    Lo scorso anno alla casa famiglia di Luca sono stati tagliati 20 mila euro dei contributi regionali .
    Ho pensato che questa somma corrisponde esattamente al costo della festa elegante che ha visto commensali vestiti da Porci . Evidentemente per loro non c'é bisogno di controlli severi per valutare se sono porci veramente e se hanno quindi diritto a buttare 20.000 euro in questo modo .

  • sinidi scrive:

    Invece di fotografare un extracomunitario che(per fortuna)si fa del male da solo,prova a fare un bel reportage con ragazze stuprate,cittadini derubati ed aggrediti,ragazzi e ragazze italiani sanguinanti dopo le percosse di quella gente,genitori e parenti di vittime di ubriachi e senza patente alla guida,quasi sempre non Italiani......Sarebbe molto piu' interessante e toccante di un marocchino che ha sempre i soldi per ubriacarsi in tasca. SVEGLIA GENTE,SVEGLIA!!!

  • Catlen scrive:

    Questa è per me una non-notizia, in quanto credo che sia molto più diffusa questa solidarietà verso i più bisognosi di quanto si voglia credere, E' un normale comportamento di vita civile. Ci meravigliamo ? allora oreoccupiamoci se abbiamo paura di confessare di avere stima e rispetto per tutti gli esseri viventi ( animali compresi)

  • Marco scrive:

    Il padre di un amico (e compagno di lotte degli anni 70') diceva di aver ricevuto, anche, solidarietà e aiuto dai secondini di San Vittore quando era detenuto perchè antifascista negli anni '40.
    Perciò, mai meravigliarsi di quanto gli esseri umani possano essere capaci di "umanità" e intelligenza sociale e mai perdere la fiducia per un'evoluzione positiva della specie!

  • vittorio scrive:

    E poi dicono che gli italiani sono razzisti e xenofobi!!!!!!!!!!

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