Istantanea Pier Vittorio Buffa

Piccole bolle d’aria

moana-pozzi-7.jpgSono state piccole bolle d'aria a uccidere Moana Pozzi la notte del 15 settembre 1994. Lo ha rivelato (e noi, fino a prova crontraria dobbiamo credergli) il marito Antonio Di Ciesco in una lunga intervista al Messaggero: le danno tre mesi di vita, Moana gli chiede di "aiutarla ad andare" e lui usa la cannula della flebo per darle una morte dolce. "Non sono pentito, è stata una scelta giusta, che mi è costata ma non c'era rimedio".
Eccolo qui il volto radioso di Moana, una ragazza che fu qualcosa di più e di diverso di una semplice pornostar. L'epilogo della sua vita, raccontato con parole semplici e dirette, ce lo riporta davanti agli occhi con una luce ancora diversa, ma sempre forte. La luce che sanno dare le scelte estreme.
Non serve condividerle o meno perché le scelte estreme, per definizione, dividono, suscitano reazioni forti, indignano, commuovono.
La luce che diffondono porta al silenzio perché bisogna sforzarsi di entrare in quell'uomo e in quella donna che, come racconta Di Ciesco, hanno stretto un patto così saldo da portare a dare la morte per amore. Bisogna sforzarsi di capire le paure dell'una e le angosce dell'altro, il dolore di entrambi. Ma nessuno può riuscirci perché le scelte estreme possono essere fatte solo da chi se le trova davanti, come un bivio obbligato della vita. Noi dobbiamo farle entrare dentro di noi per trarne il buono, o il cattivo, che le nostre coscienze sapranno filtrare. Qualcosa, sicuramente, resterà.

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4 commenti 8

  • Emanuele scrive:

    Riuscire ad esaudire una richiesta così estrema è una grande prova d'amore. Non credo che ci siano molte persone in grado di farlo, ma MOANA meritava una morte dignitosa che è riuscita a crearle anche una sorta di mistero, visto che ancora oggi c'è chi pensa che LEI sia ancora viva e che la sua "finta" morte sia stato solo un espediente per uscire di scena in maniera eclatante per poter essere ricordata in futuro.
    Io personalmente non credo che, a prescindere da come sia morta o no, la dimenticheremo facilmente.

  • Angelo scrive:

    Una Grande Donna, che merita il rispetto di tutti noi x quello che è stata capace di fare e per quello che ha rappresentato...Credo alla versione del marito, perchè Moana era diventata un personaggio per il semplice fatto di essere diversa, distinguersi da tutto e tutti; aveva personalità da vendere, era raffinata ed elegante, bella cm poche è questo ha fatto di lei la rappresentazione femminile per eccellenza, ma non era solo quello, non era solo "culo" e "tette", aveva un quoziente intellettivo pari alla sua infinita bellezza e questo l' ha resa molto più di una semplice pornostar, l' ha resa una persona unica nel suo genere, inimitabile, da ricordare, lei non era mai banale e non lo è stata fino alla fine... Può sembrare esagerato dirlo, ma credo fosse un esempio da seguire...sopratutto per il modo in cui è stata capace di vivere la sua vita, intensamente, a testa alta, senza paura di giudicare e di essere giudicata, dando sfogo a quello che era il suo essere in tutto e per tutto; credo che questa fosse la sua qualità più grande, perchè penso che il significato di vivere sia proprio questo, e l' unico modo per non avere rimpianti o rimorsi alla fine e sono sicuro che lei non ne aveva neanche uno... Moana, un nome destinato a fare la storia...GRAZIE DI TUTTO!!

  • daniele scrive:

    moana era la donna che capiva gli uomini e tutto il mondo la deve rispettare x tutto quello che ha saputo dare-era una gran bella persona dentro e fuori intelligente raffinata e credo anche colta a mio parere unica nel suo genere-amo tantissimo moana e gli ho sempre voluto bene-le mando un grosso bacio --ciao moana- daniele

  • Giovanna Pizzigati scrive:

    Non è facile decidere di aiutare una persona a morire, anche se con questa persona c'è un forte legame affettivo. Certamente ci vuole tanto coraggio. Non avere paura dei ripensamenti e degli eventuali rimorsi del domani.
    Come dice lei si entra in una dimensione così estrema, così dolorosa che fa stare male pensare di trovarsi nella stessa situazione, dover pensare di decidere. A noi dall'esterno, nelle nostre coscenze tormentate dal grande dubbio su cosa è giusto fare, resta solo riflettere senza condannare.

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