Istantanea Pier Vittorio Buffa

I Navajos e i contrabbandieri

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L’impronta di un piede sulla sabbia del deserto dell’Arizona. L’ha scattata Rick Scibelli per il New York Times che l’ha utilizzata per illustrare un articolo sugli indiani Navajos. La notizia è stata ripresa anche da alcuni giornali italiani: un piccolo gruppo di indiani, una quindicina, vengono utilizzati lungo la frontiera sud del paese, quella con il Messico minacciata dall’immigrazione clandestina e dai contrabbandieri della droga.

E proprio di uno smuggler, di un contrabbandiere, è il piede impresso nella sabbia. Il governo americano difende quel vasto confine con le più moderne tecnologie ed è stata persino approvata la costruzione di un vero e proprio muro lungo più di mille chilometri. Ma non basta, droga e uomini continuano a entrare nel paese. Così sono stati chiamati in servizio gli indiani. Come ai tempi del West, quando precedevano gli squadroni di cavalleria immortalati in centinaia di film, usano il fiuto e la vista per arrivare là dove non arriva la tecnologia più sofisticata. E infatti l’articolo del New York Times parte proprio dal racconto di un’operazione anti droga guidata da un Navajo, Harold Thompson, che fa parte dei quindici Shadow Wolves, Lupi ombra, arruolati dal governo federale. Un’operazione condotta seguendo le tracce sulla sabbia e conclusasi con l’arresto dei contrabbandieri.

Il piede di quel contrabbandiere in cui Thompson ha saputo leggere direzione, velocità di marcia e distanza approssimativa della preda mi ha riportato a tanti anni fa, quando visitai un museo sugli indiani a New York. Era molto lontano da Central Park, era poco segnalato dalle guide, non c’erano molti visitatori. Non lo potrò mai dimenticare. Perché quello era proprio un museo nel quale si parlava degli indiani d’America come fossero una razza estinta, o quasi. Forse furono le cifre a lasciarmi questa amara sensazione, le cifre dello sterminio di una popolazione riportate in modo asettico, tribù per tribù. Centomila, quattromila superstiti. Duecentomila, seimila superstiti…

Ma oggi Thompson insegue il piede di un contrabbandiere per conto del governo degli Stati Uniti. E’ la più pacifica e serena vendetta, di quelle che danno sollievo pensando al domani. Forse i figli dei nostri figli, o i figli dei figli dei nostri figli potranno assistere, in tante altri parti del mondo, a vendette come quella di Thompson, che significano pace e tolleranza. Noi, per parte nostra, dobbiamo fare di tutto perché vendette di questo tipo arrivino il prima possibile.

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