Istantanea Pier Vittorio Buffa

Un nuovo inizio

Dopo il voto di fiducia al governo uno dei messaggi più espliciti lanciato sui canali di twitter è stato quello di Nukednews che si definisce "giornalista infiltrato nella macchina mediatica" e scrive: "Noi siamo il 99%, voi in 316. Ma i conti li facciamo domani".

Sono state decine, centinaia, migliaia i messaggi che si sono intrecciati in rete e che hanno strettamente legato il rito del voto di fiducia a quello che accadrà domani a Roma. La rete ha sancito quello non poteva non essere. Crisi economica, governo alle corde, protesta sempre più forte sono parti di un'unica storia. E i messaggi, corsi soprattutto lungo la dorsale di twitter, hanno fornito una visione plastica di quello che sta realmente accadendo.

Un'esplosione di rabbia che dovrebbe però avere una sola conseguenza. La nascita di un nuovo inizio, vigoroso e sano.

Roma, sabato 15, pomeriggio.
Oggi non è stato un nuovo inizio ma una giornata drammatica. Perché i violenti non sono stati bloccati? Chi ha sbagliato?

Qui sotto i canali più utilizzati in vista del 15 ottobre


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34 commenti 8

  • ?James scrive:

    Gabions are baskets, usually now of zinc-protected steel (galvanized steel) that are filled with fractured stone of medium size. These will act as a single unit and are stacked with setbacks to form a revetment or retaining wall. They have the advantage of being both well drained and flexible, and so resistant to flood, water flow from above, frost damage, and soil flow. Their expected useful life is only as long as the wire they are composed of and if used in severe climates (such as shore-side in a salt water environment) must be made of appropriate corrosion-resistant wire. Most modern gabions are rectangular. http://8tracks.com/arielpz2

  • alessandro vigilante scrive:

    Lo smog annebbia la mente riducendo le capacità cognitive.
    Lo rivela uno studio dell'Harvard School of Public Health di Boston. (Fonte: Ansa)
    Si spiegano così un sacco di cose.

  • alessandro vigilante scrive:

    Lavandaia credo che il PdL si trasformerà in una federazione di tre partiti: ex-MSI + ex-PSI + ex-DC e sarà guidato da un esponente ex-DC;
    La lega si dividerà in due leghe. Quelle degli stivali del Gatto rimarranno sette. :-)

  • Lavandaia scrive:

    "Ci vogliono nuove leggi". Anche nei Promessi Sposi, ogni tanto, venivano fuori nuove gride, una più minacciosa e severa dell'altra... Peccato che i bravi al servizio dei potenti spadroneggiassero sempre di più, all'ombra delle gride.
    La Chiesa si muove: qualcosa di nuovo? No, una nuova edizione di una cosa vecchia, che si sperava archiviata per sempre... E assicura:" Non chiediamo privilegi". Si sono dimenticati "altri", perché di privilegi ne hanno, eccome, anche troppi.
    Cosa ci fa la CISL tra i cattolici? Ma non era un sindacato aconfessionale? Mah...

  • alessandro vigilante scrive:

    Su Repubblica è apparso un articolo assurdo con un intervista ad un "polifemo".
    Cioè ad un ANONIMO a cui si dà ampio ascolto, che racconta di terroristi addestrati in Grecia!
    Consiglio di leggere un commento che ne svela l´assoluta infondatezza e la non credibilità dei contenuti.
    Qui: http://www.gennarocarotenuto.it/16768-black-bloc-e-disinformazione-su-repubblica-in-grecia-fino-a-prova-contraria-ci-si-va-a-mare/

  • alessandro vigilante scrive:

    Di Pietro, si è tolto la maschera di centro-sinistra e sta mostrando, insieme a Maroni, il suo innato fascismo.
    I sempliciotti come lui pensano di risolvere tracciando la lista dei buoni e cattivi.
    Continuando a perseguire il paradigma del “fine che giustifica i mezzi” (leggi violente per fermare i violenti), si schierano dalla stessa parte di chi vogliono contrastare.

    Non esistono scorciatoie, è una evidenza ontologica della lotta di emancipazione umana. La prevenzione omeopatica è l´unica cura, il processo è l´unico metodo reale. Miracoli e farmaci risolutori hanno sempre degli effetti collaterali sgradevolissimi.
    Alla illusione evangelica della “rivelazione” – ho visto la luce! – rispondo con le parole di Oscar Wilde che negava fosse difficile smettere di fumare, in quanto lui lo aveva fatto tantissime volte.

  • alessandro vigilante scrive:

    Di Pietro è un fascista mascherato da politico di centro-sinistra.

  • Lavandaia scrive:

    Può bastare la scoperta di certe verità per un nuovo inizio? Non è detto. Perché, la verità ha trante facce... Un'inchiesta di Rai3 che metteva in evidenza come si costruisca la macchina del fango e faceva l'esempio di Bocchino e delle minacce di pubblicare sue foto con un transessuale (mai uscite, e per nulla temute dallo stesso Bocchino, che ne ha raccontato la vera storia) è stata rovesciata da uno dei soliti giornali "governativi", trasformandola, per i lettori che MAI guardarebbero Rai3, nell'esatto contrario di quel che era. La verità, che potrebbe obbiettivamente far crollare l'intero castello di carta che è l'attuale sistema, viene in questo modo equiparata, di fatto, a bugie. Giornale contro giornale, "verità" contro verità. Chi leggerà le intercettazioni scritte senza ascoltare l'audio potrà pensare che ci sia stato travisamento, che siano bugie, come chi leggerà le parole scritte senza aver visto la tv potrà considerarle verità. E così si ripete quello che, da poco, ho letto nelle prime pagine di un libro, appena iniziato, e che mi ha folgorato (come una rivelazione di quelle che hai dentro da una vita e credi frutto del tuo pessimismo, del tuo essere persona sospettosa e ipercritica e poi scopri essere, per chi ci ha studiato sopra, verità acclarate): "Esistono fantasie potenti...casi in cui anche il falso, l'invenzione, qualcosa che abbiamo immaginato, riesce a costruire la realtà. ...Smuove gli eserciti,...fonda nazioni e le distrugge, con tutto il valore concretissimo di un fatto pesante come un altro."
    Certo, che grandi falsi come La Donazione di Costantino abbiano cambiato la Storia lo sanno anche i bambini. Ma non possiamo permetterci di credere che oggi, nell'era di Internet e della tv, la capacità umana di falsificare la realtà sia sparita. Anzi...
    Il libro è "Sarà vero. La menzogna al potere" di Enrico Buonanno. Ho letto solo l'introduzione, ma credo ci troverò più di uno spunto per riflettere, tra me e me, sui fatti di questi tempi confusi.

  • Lavandaia scrive:

    Alla segretaria particolare del premier, in occasione di importante nomina da tenere, chissà perché, nascosta: "Senti, deve arrivare il generale.... Da dove lo fate passare? ....No, meglio da dietro... Milanese non lo deve sapere assolutamente....Se vede gli assistenti capisce..."
    "Quelli, gli assistenti, sono già qua, mica li posso cacciare..." Seccata, nervosa: "Per favore, senti, ho già dato ordini alla scorta...E vabbé, da dietro, sì da dietro... Ciao...Togli il fiato..."
    Ma come si permette di rivolgersi con questo tono...a Lavitola?

  • Lavandaia scrive:

    "O io lascio..., o si fa la rivoluzione, ma quella vera: milioni di persone in piazza, facciamo fuori il Palazzo di Giustizia di Milano, diamo l'assedio a "La Repubblica"..."
    Un sovversivo, un blackblock? No. Il nostro premier. A colloquio con un politico importante, un parlamentare? No, con Lavitola, nell'ambito di un elenco di richieste e sollecitazioni, in cui Lavitola dice al premier di chiama5re Tremonti, Lavitola chiede al premier di occuparsi di editoria, Lavitola si occupa del lodo Alfano... E il premier si lagna, d'essere in un'Italia tutta di sinistra, con magistrati tutti di sinistra, la stampa tutta di sinistra...
    Un incubo? No, una pagina fresca fresca de "La Repubblica", con tanto di audio nella versione Internet. Buon sonno a tutti!

  • Lavandaia scrive:

    Poco fa, su Rainews24.it diretta tv è andata in onda l'intervista al "rivoluzionario nichilista col gesso", reduce dagli scontri di piazza S. Giovanni. Giovane, istruito, almeno a giudicare dai libri sullo sfondo, convinto d'essere eroe e martire di una lotta che è destinata ad esaurirsi nell'atto dello scontro, perché "Tanto non cambia nulla". Aveva ragione il macellaio...

  • alessandro vigilante scrive:

    Quando l´Uomo - agli albori della lotta - aveva ancora tutto il pianeta da distruggere, era rivoluzionario essere Diavoli.
    Oggi che ci rendiamo conto che c´è rimasto poco da distruggere, comincia ad essere rivoluzionario essere Santi.
    Poveri Cristi e Povere Madonne di tutto il mondo, unitevi!

  • Lavandaia scrive:

    Appunto: don Gallo è matto, se crede che il per finta che si recita dentro valga per il vero corpo a corpo in cui ci esercita fuori...
    Del resto, per la Chiesa che comanda i santi son sempre stati mezzi matti o personaggi quantomeno scomodi, da tenere sotto controllo per impedire che le "pecorelle" venissero portate a pascolare fuori dal seminato, magari in allegria e, (Dio ne liberi) spirituale e corporale fratellanza...

  • Lavandaia scrive:

    A proposito di cose inquietanti, voi avete ancora Rainews24 in tv? Da me è scomparso, ho ritrovato il canale solo su Internet, anche risintonizzando il decoder... Sono preoccupata (si possono chiedere informazioni di questo tipo in un blog?) .

  • alessandro vigilante scrive:

    A Che Tempo Che Fa, Don Gallo racconta che a messa ricorda sempre che se i fedeli recitano insieme il Padre Nostro, quando escono dalla chiesa dovrebbero considerare chiunque incontrino lì fuori come fratelli e sorelle.

    Don Gallo riferisce che, quando escono, i fedeli si dicono fra loro: "Però è proprio matto quel Don Gallo..."

  • Lavandaia scrive:

    Senza nulla alle spalle significa, per me, senza consapevolezza del passato, della Storia che ci ha collocati qui e ora, nella condizione in cui ci troviamo.
    Senza nulla davanti significa senza alcun progetto che appaia perseguibile, né per la propria vita, improgettabile per assenza di alternative, né per un futuro che non necessariamente si esaurisca nell'arco di un'esistenza.
    "Un nuovo inizio"? Forse, ma per cominciare qualcosa di nuovo c'è da togliere di mezzo quel vecchio che blocca con decisione ogni emergere di nuova forma di partecipazione, ogni nuovo modello di società che si tenti di far venire alla luce.
    Ci vogliono coraggio, forza e fantasia, ma anche organizzazione, spirito pratico e conoscenza del sistema che si intende cambiare e dei suoi meccanismi più segreti. Ci vogliono la pazienza e l'esperienza del vecchio e la vitalità , l'entusiasmo del giovane, la saggezza del professore e la curiosità dello studente. Ci vogliono le donne che sanno aspettare e gli uomini che sanno combattere, i giornalisti bravi che raccontano i fatti e i lettori attenti che si sforzano di capire.
    Che le cose siano in evoluzione è un fatto. Che da noi si sia messi peggio che altrove è un fatto. Io credo che il nostro peggio non nasca tanto e solo da povertà di mezzi economici, quanto da un impoverimento, in parte perseguito e costruito a tavolino, della capacità critica e della consapevolezza politica delle nuove generazioni. Se fossero consapevoli di vivere in Italia capirebbero che nel nostro Paese la volontà di regime si alimenta di tutti gli estremismi, di destra o di sinistra, non da oggi, indifferente al colore della bandiera ma sensibilissima alle opportunità politiche che ogni goccia di sangue versata in favore di telecamera può offrire, col ricatto della paura o con castelli di fumose bugie, a questo o quel potere in crisi di consenso.
    Capirebbero che l'Italia è il Paese in cui le alternative falliscono perché da tempo si è cessato di pensare in termini di alternativa, consolidando una farsa di sistema in cui chi governa e chi si oppone, come per miracolo, cessano di essere in contrasto quando è a rischio il sistema di affari, politica, finanza, che alimenta con pari generosità le mafie e la chiesa, i potenti e i padroni di tutti i colori e di tutte le fedi.
    L'Italia è il Paese che, da anni, ha abdicato alla ricerca delle verità più scomode, che avrebbero aperto varchi di conoscenza nelle pieghe vitali del sistema, sacrificando magistrati e giornalisti, gente comune e politici, purché gli anni passassero e i misteri restassero misteri.

  • alessandro vigilante scrive:

    Un video di 40 secondi.
    Una foto.
    Valgono più di una bibbia intera.
    vedi qui: http://tv.repubblica.it/dossier/indignados-italiani-indignati/quella-mano-sulla-maglietta-che-diventa-gesto-politico/78377?video

  • alessandro vigilante scrive:

    Caritas: in Italia 8,3 milioni di poveri
    7% in più del 2010, il 20% è sotto i 35 anni
    Aumentano i giovani, in cinque anni la percentuale cresce quasi del 60%
    http://www.repubblica.it/economia/2011/10/16/news/caritas_in_italia_8_3_milioni_di_poveri_7_in_pi_del_2010_il_20_sotto_i_35_anni-23332682/

  • alessandro vigilante scrive:

    A forza di coltivare nel nostro seno il paradigma – fuori di senno – del “fine che giustifica i mezzi”, ci ritroviamo oggi nelle manifestazioni di piazza con soggetti rivoltosi che dirigono la propria violenza contro gli stessi manifestanti.

    Ve ne sono, minimo, due tipi: i frastornati che con i loro mezzi violenti ancora tentano di giustificare un fine “utopistico” e gli inconsapevoli che oramai hanno trasformato completamente – dentro di sè – il mezzo violento in fine ultimo.

    Ricongiungere etica ed estetica, il fine con i mezzi, la forma dell´agire con ciò che vogliamo costruire, il “CHE” con il “COME”. Questo l´obiettivo inalienabile.

    Forse, prima di occupare Wall Street, sarebbe il caso di passare un po´ di tempo nel Bronx a conversare con i dannati della terra, invece di gridare slogan nei centri dei ricchi a una classe dominante cieca, sorda ed escludente.

    Se è escludente con chi si ritiene consapevole e di classe media, figuratevi come lo sia con i marginalizzati delle periferie infernali del capitalismo.

    Torniamo al matrimonio tra etica ed estetica: nel mondo futuro che sogniamo, che posto avranno gli ingenui e gli inconsapevoli?
    Se non li capiamo e coinvolgiamo fin d´ora nel nostro “progetto” includente, staremo perpetuando il paradigma dell´esclusione in barba ai nostri proclami liberatori.

    Continuandone a pagare inevitabilmente le responsabilità.

    Per chi volesse ci sono commenti anche al sito dell´articolo di Gennaro:
    http://www.gennarocarotenuto.it/16749-cercando-di-capire-la-violenza-di-roma/

  • Lavandaia scrive:

    Saggezza da macellaio: "Io tengo aperto il negozio, perché, se cediamo alla paura, la democrazioa è finita.... I giovani (non i bocconiani, ovviamente), guardano avanti e non vedono nulla... Si guardano dietro e vedono NULLA. Se fa paura? Certo, è una cosa spaventosa."
    La politica:" Non li ascoltiamo perché se hanno tempo di ballare in piazza, vuol dire che stanno bene": "Non capiamo la protesta". "Non li ascoltiamo perché non rappresentano nessuno, se non la propria disperazione". "Non li ascoltiamo perché ci sono anche i violenti, e coi violenti non c'é dialogo." "Non li ascoltiamo perché, secondo noi, sono tutti violenti". "Non li scoltiamo perché, secondo noi, ci odiano e sono tutti comunisti". UN MILIONE DI EURO DI DANNI???? 70 FERITI???? PER GIORNI, NON PARLEREMO D'ALTRO... !!! Noi."
    "E loro?"
    "Loro no. Non li ascoltiamo."
    Esperienza di mamma: se non ascolti il bambino che piange, prima o poi si farà sentire, che tu lo voglia o meno. E sarà peggio.

  • emma5 scrive:

    Grazie a Vigilante per il bell'articolo di Carotenuto che condivido a pieno. Grazie!

  • emma5 scrive:

    Giusto per far suonare una musica diversa che sia espressione di una visione più ottimistica vi chiedo se avete visto di recente il programma di Gad Lerner (spero di non sbagliare, potrebbe essere anche ballarò). In una delle recenti puntate, tra i giovani intervistati, tutti, comprensibilmente avviliti e sfiduciati verso il loro futuro, alquanto incerto, s'è sentita la voce di una studentessa di nazionalità cinese della bocconi di milano. La giovane invitava i coetanei italiani ad essere meo arrabbiati, meno pessimisti, ad essere più capaci di trasformare la rabbia in qualcosa di costruttivo, capaci di vedere quel poco che nel nostro paese funziona, di capire cosa si possa fare per uscire da questo tunnel in cui, tutti quanti, siamo stati cacciati, Invitava i giovani a capire come funziona la finanzas, ad apprezzare quella libertà e democrazia che ancora non ci è stata tolta, a rimboccarsi le maniche nel tentativo di andare oltre. La giovane è stata accusata di essere una privilegiata (studentessa della bocconi!!) ma io credo che i giovani debbano essere aiutati a vedere non solo ciò che non c'è....... Patetica, vero? Forse!!!! Ma non dimentichiamoci che la rabbia, sempre, proviene da cause a noi esterne ma anche interne. Talvolta il disagio sociale, politico, economico ci impedisce di considerare altrettanto adeguatamente quel malessere che ha altre origini, che è di altra natura con una provenienza diversa da quella del mondo che sta fuori di noi.

  • alessandro vigilante scrive:

    Cercando di capire la violenza di Roma

    Dopo mesi di dibattito sul perché gli italiani non si indignassero, un gruppo sparuto, ma comunque di parecchie centinaia di persone, e non del tutto alieno a spezzoni del movimento, come alla maggioranza di noi piacerebbe che invece fosse stato, ha cancellato con una violenza insensata la bellezza e la creatività di centinaia di migliaia di pacifici partecipanti alla manifestazione di Roma. Il Viminale ci ha messo del suo per favorire e reprimere solo apparentemente una violenza che aiuta il governo ad uscire per un attimo dall’angolo e delegittima le ragioni di chi critica l’ordine vigente. Ma non tutto è così semplice.

    Che la violenza, con o senza demonizzazione annessa, danneggi qualunque movimento, dovrebbe essere patrimonio comune. Che i governi, in particolare un governo alla frutta come quello presieduto da Silvio Berlusconi, abbia da guadagnare dal fallimento della grande e bella manifestazione pacifica di oggi a Roma, trasformatasi nel peggior episodio di guerriglia urbana dal G8 di Genova ad oggi, è altrettanto solare.

    Allo stesso modo, adesso, castigata la parte pacifica del movimento, resta una linea di demarcazione tra la violenza dei pochi tra i tanti esclusi dal modello e la necessità per gli altri di dissociarsi, difendersi da stucchevoli accuse, rifluire spaventati oppure farsi carico di un’eventuale radicalizzazione di un movimento i caratteri spontaneisti del quale offrono spazio a più di una preoccupazione. Per mettere in prospettiva i fatti di sabato è possibile provare una serie di osservazioni parziali:

    1) la rabbia è davvero tanta, tanta come non ce n’era in giro da decenni e l’idea borghese per la quale il male di vivere debba poi magicamente trasformarsi in pacifica, festosa espressione di… disappunto lascia il tempo che trova.

    2) Oltre la rabbia c’è oramai in Italia un diffuso mondo lumpen in cerca di sé, attratto dai movimenti ma immerso in un disagio sociale vero (poca scuola, poco lavoro, spesso border line con crimine e droghe), che fa mancare l’alfabeto politico delle generazioni passate, la geometria della lotta di classe di una volta, la coscienza della storia del venire da lontano e andar lontano. Eppure, per la sinistra che si considera "società civile" la vera sfida è avere a che fare con questo mondo.

    3) Tanti ragazzi sanno solo che per loro… "no future", come cantavano i Sex Pistols nel ’77. Il ’77 appunto. Senza speranza, senza un progetto, senza politica, abbiamo di fronte un nuovo nichilista ’77. Roma come Londra come la banlieu parigina con la violenza nuda, volgare, stridente dell’aggredito a fronteggiare quella asettica, scientifica, chirurgica dell’aggressore.

    4) Roma è la città di Gianni Alemanno e Casa Pound è oramai una massa di manovra che tenta un continuo entrismo insinuando parole d’ordine apparentemente affini tanto nei movimenti di sinistra come nelle periferie urbane.

    5) Roma ha la storia che ha anche nell’estrema sinistra. Nei movimenti della capitale c’è spesso una mentalità da ultras calcistici che considera le manifestazioni come un’occasione d’oro per menare le mani e dimostrare di esistere. Dai video si percepisce questa commistione tra gruppi più organizzati di violenti vestiti di scuro, i black bloc, con armi improprie, mazzette, diretti contro i beni materiali. Ma ci sono anche dei giovanissimi a contorno, sempre con i caschi ma improvvisati, cani sciolti violenti più o meno per caso che sfogano la loro rabbia contro i simboli della polizia.

    6) Non è un caso che le violenze siano avvenute lontano dalla FIOM, lontano dalla CGIL, lontano da quella sinistra organizzata che ha sfilato pacificamente. Senza nostalgie per i servizi d’ordine di una volta, comunque la sinistra che si riconosce come tale, come parte di un movimento organizzato rifiutando l’atomizzazione sociale, la ricerca di una sterile apoliticità, può più facilmente fronteggiare emergenze come quella di oggi.

    7) Infatti gli incidenti hanno violato quella Piazza San Giovanni dove stavano i cosiddetti indignati puri, quelli che hanno come riferimento la Puerta del Sol madrilena e si considerano (qualunque cosa voglia dire) “apolitici”. Questi sono innanzitutto vittime degli incidenti di oggi ma se vogliono dare un seguito alla loro indignazione, devono decidere cosa vogliono fare da grandi. Non bastano una settimana o un mese in tenda al Circomassimo e un bel sito in flash per cambiare il mondo.

    8) La storia del Viminale è una storia disdicevole. Mille volte ha usato, causato, provocato episodi di violenza per debilitare o demonizzare l’opposizione al governo di turno. Non c’è bisogno dell’infiltrazione materiale di provocatori all’interno di un movimento disorganizzato (chi diavolo convocava oggi?) per ottenere obbiettivi stabilizzanti per il governo e destabilizzanti per il movimento.

    9) Come sempre in questi casi girano in Rete mille denunce. Anche spurgandole delle leggende metropolitane restano dubbi, da quelli del SILP per il quale alle 23 di venerdì ancora non c’erano ordini di servizio, alla dinamica di alcuni episodi di violenza -come il rogo del furgone- stranamente avvenuti col favore di telecamera, al fatto che la polizia ancora una volta ha evitato di identificare gli incappucciati preferendo la via del lacrimogeno che da sempre colpisce il giusto per il peccatore. E’ vero o no che alle 23 c’erano appena una dozzina di arresti o fermi?

    10) La violenza di oggi non cancella né le ragioni né la forza di questo movimento ma ne danneggia irrimediabilmente l’accesso al dibattito pubblico dei prossimi mesi e ne limita le possibilità d’espansione. È esattamente quello che successe a Genova 10 anni fa.

    In conclusione è evidente che gli scontri abbiano impedito l’installazione di un presidio permanente al Colosseo o ai Fori imperiali che si sarebbe trasformato in una spina nel fianco sia per il governo che per la sinistra parlamentare delegittimata dall’esistenza di un movimento forte. Ma dopo di ieri è chiaro che la scorciatoia di un presidio, l’occupazione di una scuola o un’università, i 140 caratteri di twitter servano a molte cose ma non sostituiscono il lavoro sociale quotidiano, il dialogo con i dannati delle periferie, spesso così disperati da farsi male e far male con la violenza di sabato a Roma. Altrimenti l’indignazione diventa solitaria, autistica, di classe [media]. Le classi dirigenti hanno tradito quei giovani ben prima di tradire le classi medie, come è sicuramente avvenuto ma successivamente. Molti tra quelli che erano in strada a Roma oggi dicono: "i violenti non mi rappresentano". Hanno ragione, ma senza prestare ascolto costante alla voce dei diseredati, per quanto stridente possa sembrare rispetto alla propria, non potremo controllare né spegnere l’incendio.

    Gennaro Carotenuto su http://www.gennarocarotenuto.it

  • alessandro vigilante scrive:

    Lezione

    Speriamo che quelli che pensavano di diventare degli indignados capiscano adesso che non basta indignarsi un giorno in piazza o con i commenti nei blog.

    Bisogna tornare al lavoro sociale quotidiano con i nostri fratelli, con questi giovani così disperati da farsi male e far male anche a noi con la violenza.

    Non basta solo gridare contro i potenti, bisogna prestare ascolto costante ai diseredati.
    Spegnere l´inferno, giorno per giorno.

  • alessandro vigilante scrive:

    È molto più violento aver votato la fiducia del parlamento ad un ministro che riceve fax dalla mafia per fare le leggi, che la violenza ingenua di questi giovani persi.
    Noi che stiamo tra i due poli violenti, manteniamo la coscienza dritta e vigile. È l´unica maniera di superare questo medio evo globale.

  • alessandro vigilante scrive:

    Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno: "Non era mai successo che vi fossero applausi al momento dell'intervento delle forze dell'ordine. E' un'importante presa di coscienza per isolare i violenti. Si tratta di gruppi ben organizzati, isolati dai manifestanti".

  • alessandro vigilante scrive:

    Condanniamo la violenza CONSAPEVOLE del sistema.
    Cerchiamo di contenere la violenza INCONSAPEVOLE di questi adolescenti disperati.
    La violenza del potere voleva la guerra. L´ha ottenuta e ci sguazza.
    In Italia non si può neanche essere indignados, stiamo peggio degli altri, ma non per la finanza, e si per lo (s)fascio culturale.
    Dobbiamo ricominciare dalle comunità di base: alfabetizzazione civica. Se no vincerà il si salvi chi può e i più deboli saranno schiacciati.
    L´unica soluzione è riunirsi in piccoli territori, piccole comunità e curarsi direttamente delle risorse e dei beni pubblici e soprattutto della propria identità culturale, prima che ci trasformino in automi globali consumatori di hamburger clonati.

  • alessandro vigilante scrive:

    Dalla diretta della Manifestazione di Roma, il giornalista del Corriere della Sera stima in 150 mila i manifestanti pacifici e 500 unità di violenti. Spesso respinti dai propri manifestanti pacifici, come mostrano i filmati in rete.

  • alessandro vigilante scrive:

    La BCE, Draghi e molti altri benpensanti miopi, che adorano la crescita infinita su di un pianeta finito oggi saranno contenti.

    La lotta fa la crescita. E non solo la crescita interiore alimentata dall´esperienza collettiva.

    La lotta fa crescita anche perchè i danni risultanti dalle proteste di strada dei manifestanti sono calcolati in bilancio come "aumento del PIL".

    Se fossi più giovane mi organizzerei come il film di Charlie Chaplin "Il Monello". Metterei su un´impresa per la pulizia e la riforma dei danni delle manifestazioni di piazza, fatta di giovani disoccupati. Sono servizi da far pagare caro, tanto ci pensano le assicurazioni contro gli atti vandalici. Così: il PIL aumenta e si fronteggia un poco di disoccupazione... ;-)

  • alessandro vigilante scrive:

    Ricordiamoci che c´è (stato) anche di peggio...

    Si chiamava Félix Antonio Rodríguez Liberto ma ci sono voluti 35 ANNI per restituirgli l’identità. Era un operaio comunista uruguayano che lavorava a Buenos Aires. Aveva 22 anni e un figlio appena nato.

    Fu sequestrato in casa sua il 14 ottobre del 1976, pochi mesi dopo il golpe e da allora era DESAPARECIDO. Solo pochi giorni fa gli antropologi forensi, che da quasi vent’anni lavorano senza tregua al riconoscimento dei resti dei 30.000 desaparecidos della dittatura argentina, sono riusciti a dargli un’identità e restituirlo ai suoi. Quanti lo conobbero, la vedova e il figlio lo veglieranno oggi 14 ottobre 2011 presso la CTA (il sindacato al quale era iscritto) di San Martín a Buenos Aires.

    fonte: http://www.gennarocarotenuto.it/16730-felix-antonio-rodriguez-liberto-desaparecido/

  • Lavandaia scrive:

    Spunta la luna dal monte... Ma guardala bene: ha una faccia, sembra che rida. E le stelle rotolano in gomitoli di luce impazzita... Come si fa a vederle? In certi casi, basta togliere gli occhiali e tutto cambia: le cose piccole e luminose diventano immense e sfocate, con buchi d'ombra e sprazzi che pungono. Tutto si fa liquido, come attraverso un velo di lacrime, non sai se dal troppo ridere o di dolore, di vergogna o di rabbia.
    Oggi la luna c'è, le stelle pure. Speranza, riscatto, coraggio, ce li metteremo noi. Ma domani, che oggi siamo tristi e stanchi e non abbiamo voglia, per stasera, di rimetterci gli occhiali. Ci basta ascoltare la musica e ricordare, per un po', una faccia simpatica e affilata che ha cantato, finché ha potuto, la luna, il riscatto, il dolore e l'amore per la vita.

  • Lavandaia scrive:

    Speriamo. Il fondo è toccato: o si sale o si scava.
    Comunque oggi è stata scritta, almeno secondo il mio insignificante parere, una pagina bruttissima della nostra Storia di Italia "democratica" Domani riprenderà la corsa alle prescrizioni brevi e ai bavagli stretti (si è già detto che per le cosette come la direzione della Banca d'Italia non c'è fretta...), ma la visione della politica che è venuta fuori dai fatti di questi giorni alimenterà disgusto, odio e risentimenti profondi verso chiunqe si presenti come esponente di questo sistema impresentabile.
    Credo che il danno sia grave e molto difficile da riparare.

  • alessandro vigilante scrive:

    Notte scura, notte senza la sera
    notte impotente, notte guerriera
    per altre vie, con le mani le mie
    cerco le tue, cerco noi due.

    Spunta la luna dal monte
    spunta la luna dal monte.

    Tra volti di pietra tra strade di fango
    cercando la luna, cercando
    danzandoti nella mente,
    sfiorando tutta la gente
    a volte sciogliendosi in pianto
    un canto di sponde sicure
    ben presto dimenticato
    voce dei poveri resti di un sogno mancato

    In sos muntonarzos, sos disamparados
    chirchende ricattu, chirchende
    in mesu a sa zente, in mesu
    a s'istrada dimandende.
    Sa vida s'ischidat pranghende
    bois fizus 'e niunu
    in sos annos irmenticados
    tue n'dhas solu chimbantunu
    ma paren' chent' annos.
    Coro meu, fonte 'ia, gradessida
    gai purudeo, potho bier'sa vida.

    Dovunque cada l'alba sulla mia strada
    senza catene, vi andremo insieme.

    Spunta la luna dal monte
    beni intonende unu dillu

    In sos muntonarzos, sos disamparados
    chirchende ricattu, chirchende
    in mesu a sa zente, in mesu
    a s'istrada dimandende.
    Sa vida s'ischidat pranghende

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