Bandiera e no
Dario Franceschini, capogruppo del Pd alla Camera, spiega, in una lunga intervista a Repubblica, l'astensione del suo partito sull'eliminazione dalla Costituzione delle Province. Argomenta che "il ruolo e la soppressione delle province fanno parte di un tema che si chiama riorganizzazione dello stato non del tema costi della politica". E che "Le nostre proposte sono di sopprimere o accorparle su scelta delle regioni. La proposta dell´Idv era una proposta puramente di bandiera".
Il ragionamento, da un punto di vista dei contenuti e della serietà, non fa una grinza. Quello che non torna è l'attribuzione di una valenza negativa al concetto di "proposta di bandiera".
Le bandiere servono, eccome. Nascono per tenere uniti gli eserciti e per incitarli alla battaglia. Servono oggi per indicare a tutti la strada che si vuol prendere.
Oggi il Partito democratico dovrebbe far capire che è capace di guidare il paese verso la vera Seconda Repubblica. Quella che dovrebbe trarre la propria forza dalle scelte della gente, da valori forti e condivisi, dalla messa al bando della politica intesa come privilegio.
Ecco, le province non saranno forse una decisiva chiave di volta, ma una loro soppressione-riorganizzazione sarebbe un passo importante nella giusta direzione.
Per questo sono una bandiera da tenere alta. E per questo il Pd ha sbagliato ad astenersi.