La lezione del caso Marrazzo
E' da quando si è saputo di Piero Marrazzo che penso a quale sia la giusta lezione che una società sana e civile dovrebbe trarre da questa vicenda. Mi sento di dire solo quattro cose.
1. Chi sa di avere punti deboli, vizi o dipendenze in qualunque campo (sesso, alcol, gioco d'azzardo...) e aspira a incarichi pubblici ha una sola strada. Dichiarare la propria debolezza e farsi giudicare insieme ad essa. Altrimenti ricatti e condizionamenti turberanno, quasi inevitabilmente, il suo mandato.
2. Venuto a nudo il punto debole fino a quel momento nascosto si deve pretendere dall'uomo pubblico un passo indietro, le immediate dimissioni, qualunque conseguenza politica possano avere. Non per un giudizio etico sul suo comportamento. Non perché sia stato sorpreso con un trans o una prostituta o mentre gioca migliaia di euro a un tavolo da poker. Ma perché con i suoi comportamenti ha fortemente incrinato la "non condizionabilità" che, per chi ricopre un pubblico incarico, dovrebbe essere una "conditio sine qua non".
3. Il rispetto per l'uomo che è dietro la debolezza è il tessuto connettivo di una società che si possa dire civile. Qualunque sia il partito o il colore politico. Qualunque sia la sua debolezza.
4. Eventuali reati commessi per seguire la propria debolezza dovrebbero naturalmente seguire la strada di ogni reato da chiunque commesso.
Ma questo è solo un piccolo elenco aperto a integrazioni, aggiustamenti, correzioni...