Indagini per posta ordinaria
Una mattina di agosto un mio amico viene derubato: chiavi, documenti, bancomat, assegni. Fa regolare denuncia al commissariato competente dove l'ispettore la digita sul terminale "collegato con Roma e con tutta Italia".
Il mio amico torna a Roma e, dopo aver chiesto alla banca i numeri degli assegni persi, va in commissariato per "integrare" la denuncia e poi bloccare gli assegni. L'ispettore la digita sul terminale "collegato con Roma e con tutta Italia" aggiungendo giorno e ora di due prelievi bancomat fraudolenti (ricavati dall'estratto conto ed effettuati nei minuti immediatamente successivi al furto) nel caso le telecamere avessero ripresero i malfattori.
Prima di andarsene il mio amico fa una domanda ovvia. "Adesso i suoi colleghi, tramite computer, vedono l'integrazione e vanno subito alle banche?".
La risposta dell'ispettore lo gela: "No, no, noi questa la spediamo per posta ordinaria. Solo in caso di reati gravi, sequestri, omicidi... usiamo la posta elettronica".
Tornato a casa il mio amico ha spedito l'integrazione al commissariato competente, via fax.
Ecco, io pensavo che occuparsi tanto di sicurezza volesse dire, tra le altre cose, mettere in condizione la polizia di agire rapidamente anche nei casi di microcriminalità. Ma evidentemente queste sono idee che i normali cittadini si fanno venire vedendo troppi telefilm.
PS. Non fornisco indicazioni per identificare i due commissariati perché il mio amico mi ha garantito che tutti i suoi interlocutori sono stati di rara gentilezza, disponibilità ed efficienza e non vorrebbe creare loro il benché minimo fastidio.