Istantanea Pier Vittorio Buffa

Tutti dalla stessa parte

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Oggi, 24 marzo 2009, è il sessantacinquesimo anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine.

Ed è il primo anniversario in cui il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini,  e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, sono politici che hanno militato nel Movimento sociale italiano. Il partito fondato dai fascisti di Salò, gli stessi fascisti alleati dei tedeschi ai tempi dell'eccidio.

Tutti e due, Fini e Alemanno, hanno detto cose belle e giuste, assolutamente condivisibili.

Ma che possono irritare proprio per la storia delle persone che le hanno pronunciate. Possono suonare false o ipocrite.

A me, per un momento, hanno fatto proprio questo effetto. Ma poi, dopo un attimo di riflessione, ho sorriso.

No, nessuna irritazione. Solo il sollievo, vero e profondo, di constatare che oggi in Italia tutti, o quasi, di fronte a una commemorazione del genere, sono dalla stessa parte. Almeno sino a prova contraria.

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12 commenti 8

  • bastian contrario scrive:

    A distanza di tanti anni,solo quelle persone che hanno vissuto quelle orribili e tragiche situazioni della guerra,sanno cosa vuol dire la disumanità, la barbarie,il genocidio,l'olocausto,l'apocalisse;ma non possiamo mettere tutti sullo stesso piano,nel senso che i nazi-fascisti(date una definizione di questi..non so come definirli perchè non esiste "parola"negativa in tal senso)hanno organizzato scientificamente l'ODIO,il RAZZISMO,l'OLOCAUSTO,la GUERRA.Tutto ciò che di piu' ABERRANTE, ORRIBILE e TERRIBILE può partorire la mente umana;e guardate che(e forse è questo il comportamento piu' orribile e terribile della maggioranza delle persone che vedevano e sapevano,ma che per salvaguardare sè stessi e i propri interessi facevano finta di niente)se tutti e dico TUTTI si fossero sacrosantemente ribellati tutto questo,non sarebbe successo.Poi,la guerra è finita,ma non la""TERRIBILE" abitudine di DIMENTICARE quello successo pochi anni prima, di conseguenza queste "BELLE TEORIE"vagano ancora nell'etere pronte a riproporsi come SOLUZIONE(finale)ai problemi politico -economico-sociali dei giorni nostri.Il GIUDIZIO DI COMODO che le violenze furono tutte "UGUALI"non rende assolutamente giustizia di ciò che fu la realtà,e in questo disegno MESCHINO del"tutti colpevoli-nessun colpevole"si cerca di intorpidire le acque per confondere la VERITA' STORICA che ben conosciamo.Poi quello che è successo con l'"AMNESIA STORICA"è sotto i nostri occhi.

  • harun scrive:

    La Resistenza combatteva con le armi che aveva a disposizione , l'attentato di via Rasella e' stato giudicato "un atto di guerra" .I nazisti erano degli occupanti ed i Repubblichini dei collaborazionisti , andavano combattuti con ogni mezzo a disposizione senza tentennamenti , i Tedeschi non chiedevano la carta d'identita' prima di massacrare donne vecchi e bambini nei modi piu' atroci.Ora si vuol colpevolizzare chi ha restituto dignita' e liberta all'Italia.I camaleonti che sfilano dietro ai superstiti della brigata ebraica, provenienti dalle fila dei Repubblichini, in un Paese normale dovrebbero essere smascherati e cacciati a calci in culo.(Purtroppo anche in Israele e' arrivata l'ultra destra al governo).Se continuiamo cosi' senza un opposizione seria e una vera sinistra non quella che furbescamente Berlusconi chiama comunista,festeggeremo come vorrebbe il sig. Ellecosta ed il Quisling sig. Spagnolli la festa della liberazione il 9 settembre (quando le gloriose SS "liberarono" gli austriaci dell'Alto Adige e le campane dei cattolicissimi tirolesi suonavano a distesa accompagnando Italiani , ebrei ,e oppositori del nazismo alle camare a gas)

  • janko01 scrive:

    Solo ed unicamente per la precisione, cari Lenzi e Pier Vittorio. Io quegli anni li ho vissuti, perche` sono nato prima della seconda guerra e dal 1943-1945, non certo come militante data l'eta, ho vissuto la guerriglia dei partigiani jugoslavi contro i nazisti in Istria. Ho visto la casa bruciata dai nazi-fascisti dei miei nonni e la mia famiglia nonostante plaudesse alla resistenza partigiana perdere tutto rifuguandosi a Trieste grazie alla politica del maresciallo Tito e mal difesa dai cari Vidali e Togliatti
    Oggi sto davanti al computer come voi cari Lenzi e Pier Vittorio, 60 anni fa invece in calzoncini corti ho vissuto gli orrori della guerra sul campo respirando l'odore del sangue dei morti ammazzati dei tedeschi, degli slavi e degli italiani e delle case bruciate assistendo alle lagrime di chi impotente poteva solo guardare.
    E con questo chiudo il capitolo restando della mia idea.

  • Caro Mario,
    grazie per i tuoi interventi. Tu hai vissuto quegli anni. E sei tra coloro che mi hanno insegnato come sia difficile, direi impossibile, mettersi nei panni di chi ha convissuto con la morte o ha messo la propria vita a disposizione di una causa.
    Quindi faccio mie le tue parole
    "E' impossibile giudicare a 65 anni di distanza, ed esibirsi in facili accuse su chi fu o no codardo, stando comodamente seduti davanti al computer. Bisogna aver vissuto quei tempi feroci per avere un’idea di quanto accadde. La guerra è sempre orribile".
    E mi sento, come te, di invitare tutti al rispetto e al pudore.

  • lenzi scrive:

    Car PierVittorio,
    scusami se mi sono permesso di entrare nel tuo blog sulla vicenda di via Rasella. A me che Polifemo01 e Janko01 pensino quello che vogliono su quei fatti non disturba. Costoro non sono nemmeno fra i più criticabili, anzi, sono persone che, non su questa, ma su molte altre vicende la pensano perfino come me.
    Sono intervenuto solo per difendere la memoria di Rosario Bentivegna. A 17 anni, con Leonardo Jannaccone, Corrado Nourian e Nino Baldini formò una cellula clandestina. Eravamo nel 39. Fu scoperto dalla polizia fascista e arrestato. Dopo l'8 settembre, tornato libero, fu tra i più valorosi protagonisti della lotta di liberazione . Attaccò un gruppo di militari tedeschi in piazza Barberini e un corteo fascista in via Tomacelli.
    Si distinse per il suo coraggio e per questo, con Carla Capponi e Marisa Musu fu tra coloro ai quali i capi della Resistenza romana ordinarono l'attentato in via Rasella, che denunciava fra l'altro al mondo la presenza di truppe in una città dichiarata "aperta". Dopo la liberazione di Roma, partecipò coi partigiani italiani alla Resistenza in Jugoslavia e in Montenegro.
    Finita la guerra, riprese gli studi, diventò medico ed esercitò quella professione con grande dignità, vivendo sempre del suo lavoro e senza chiedere niente a nessuno .
    A ottant'anni, coi suoi capelli bianchi e nonostante fosse stato uno di coloro ai quali dobbiamo la nostra libertà, la Costituente e la Repubblica, dovette subire gli insulti di alcuni giornalisti e una serie di giudizi, finchè la sentenza definitiva mise fine a quella campagna. Che ancora si trascina, senza che nemmno si senta il bisogno di un minimo di rispetto o di pudore.

  • polifemo01 scrive:

    cari Lenzi e Buffa,
    credo invece che il ragionamento di Lenzi vada ribaltato.
    Sono sate le persone come Salvo D' Acquisto ( accusatosi innocente e fucilato) a rendere ancora + forte e convinta la resistenza contro l' oppressore.
    E come dice janko, allora i kamikaze irakeni e afghani e palestinesi, che si immolano per il loro paese accupato, facendo vittime civili innocenti, sono da porre sullo stesso piano dei nostri partigiani, anzi un gradino + in alto in quanto loro perdono la loro vita.
    Concordo che è difficile giudicare quei tempi duri e se si pensa che il lancio della bomba atomica fu effettuato per risparmiare vite umane e mettere in gonocchio un paese, lo è ancora di +.

  • lenzi scrive:

    La guerra si combatte "a viso aperto" solo fra due eserciti di pari numero e armamento che scendono in campo di comune accordo ; oppure come nel basso medioevo in un duello fra cavalieri con lancia e spada. Non combatte "a viso aperto" chi, da un aereo a seimila metri d'altezza, tira le bombe su una popolazione inerme; o chi occupa con reparti armati e addestrati una città aperta.

    E' irrilevante l'età dei combattenti, se chi ha quarant'anni ha un mitra e chi ne ha venti non ce l' ha .

    La rappresaglia tedesca alle Ardeatine fu attuata 21 ore dopo l'attentato. La notizia fu data , per ordine esplicito del comando tedesco, soltanto a rappresaglia avvenuta. Le vittime erano in attesa di essere deportate ed eliminate. Agli attentatori di via Rasella non fu dato avviso né il tempo di autodenunciarsi.

    Anche nell'ipotesi che gli attentatori avessero voluto autodenunciarsi, i capi della Resistenza non glielo lo avvrebbero permesso per questo semplice motivo: Se chi resiste a un occupante dovesse autodenunciarsi ogni volta che compie un atto di guerra o di guerriglia, la resistenza sarebbe già finita.

    E impossibile giudicare a 65 anni di distanza, ed esibirsi in facili accuse su chi fu o no codardo, stando comodamente seduti davanti al computer. Bisogna aver vissuto quei tempi feroci per avere un'idea di quanto accadde. La guerra è sempre orribile.

  • janko01 scrive:

    Caro Pier Vittorio la sentenza della Cassazione sulla vicenda Il Giornale contro il Bentivegna e gli attentatori non inficia il mio giudizio sulla vilta' di
    questi ultimi. A me non interessa sapere che eta` avessero i tedeschi morti ammazzati, se fossero dell'Alto Adige e se furono armati, ne` tanto meno il numero delle vittime italiane. Il mio giudizio morale va sulla codardia degli attentatori che nulla fecero per salvare vittime innocenti, ben sapendo che i tedeschi avrebbero ucciso dieci italiani per ogni tedesco morto. Quello non fu un atto di guerra sbagliato, fu un atto di guerriglia sempre condannabile. La guerra si combatte a viso aperto, non con atti terroristici; se lei ritiene quell'agguato un atto di guerra, sono certo che giustifichera anche tutto cio` che avviene in Israele da parte di Hamas. In tal caso siamo su posizioni completamente antitetiche.

  • Per favore, leggiamo al sentenza della Cassazione del 2007. Cerchiamo di capire come sono andati veramente i fatti, i tempi della "rappresaglia", il contesto in cui agirono i partigiani. E troviamo la capacità di scindere un giudizio politico sull'opportunità di un attentato di quel genere in quel momento, dalla correttezza etica del comportamento di chi agì a via Rasella.
    Janko01, Polifemo01, quella era guerra e quello dei partigiani fu un atto di guerra. Si può sostenere che fu un atto di guerra sbagliato, ma non si può andare oltre.
    Stiamo tutti dalla stessa parte, per favore, almeno su queste cose.

    Qui la sentenza:
    http://www.eius.it/giurisprudenza/2007/104.asp

  • polifemo01 scrive:

    se io avessi permesso un massacro per un atto da me commesso e del quale innocenti sono stati trucidati,
    non riuscirei neppure ad alzarmi dal letto dalla vergogna e dal rimorso.
    Evidentemente delle persone, chiamate liberatrici della patria, ci sono riuscite.
    Evidentemente abbiamo sensibilità diverse.

  • janko01 scrive:

    Condivido appieno il pensiero di polifemo; in proposito mi espressi in tal senso anche in passato. Se gli autori si fossero fatti vivi nella circostanza avrebbero risparmiato centinaia di vite innocenti. Purtroppo ci e` comodo celebrare solo cio` che c'interessa. Pensiamo alle foibe ma ignoriamo i moventi che le provocarono. Sarei dell'avviso di mettere una volta per sempre una pietra sopra il passato per non continuare sempre a ricordare le brutalita` dell'uomo. Celebriamo invece quei pochi e rari momenti che alle volte egli ci sa dare.

  • polifemo01 scrive:

    la ignobile rappresaglia tedesca per un attentato che uccise decine di soldati germanici, si può solo vituperare.
    Furono arrestate e fucilate centinaia di persone innocenti, prese fra la popolazione civile.
    Comunque a me sembra altrettanto vergognoso il silenzio degli autori dell' attentato di via Rasella, che permisero l' eccidio di innocenti per un gesto che loro stessi avevano attuato.
    I carabiniere Salvo D' Acquisto non esitò a sacrificarsi, innocente, per salvare dei civili.
    Invece questi vili attentatori si sono ben guardati da presentarsi.
    Oltre a biasimare i tedeschi, biasiamiamo questi attentatori codardi e vili.
    grazie

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