Istantanea Pier Vittorio Buffa

L'eutanasia sommersa

Chiudo l'anno con una istantanea senza foto per riferire quello che mi ha detto, qualche giorno fa, un mio amico medico.

"Noi l'eutanasia, o qualcosa di simile, siamo costretti a praticarla da anni, senza regole, usando solo la nostra preparazione e la nostra coscienza".

Gli ho chiesto di spiegarmi meglio e mi ha risposto con una domanda.

"Ma tu pensi che a un medico non capiti mai di sospendere una medicina a una persona sapendo, con assoluta certezza, che quella sua decisione la porterà alla morte?".

Poi ha abbassato gli occhi e si è allontanato da me. Era la sera di Natale.

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20 commenti 8

  • aurigadelfi scrive:

    Lei , signor Buffa, la può raccontare come vuole ma cerchi di essere un pochettino meno banale: quel medico lei lo ha ringraziato A NOME SUO, non certo a nome di chi non c'è più, e che invece quando PAREVA NON ESSERCI C'ERA ECCOME.
    Posso capire che un ragazzino, ebbro della propria voglia di vivere, faccia confusione, ma un adulto che confonde le PROPRIE SOFFERENZE, con quelle altrui non lo accetto.
    Vi siete tolti un peso, il resto sono chiacchiere.

    A quelli invece che parlano di consensi , ricordo che è TROPPO COMODO ricorrere alla medicina quando abbiamo qualche speranza e poi invece girarle le spalle quando le speranze finiscono: troppo comodo FAR SOFFRIRE GLI ALTRI e poi ricavarne i frutti.
    I progressi della medicina sono dovuti alle sperimentazioni e di questo ce ne ricordiamo solo quando gli effetti collaterali toccano noi, che diventiamo statistiche negative. Se accetto la SCIENZA OCCIDENTALE allora devo partecipare fino in fondo.
    E anche qui , il resto sono CHIACCHIERE.

  • polifemo01 scrive:

    grazie della Sua sensibilità.
    un abbraccio

  • Caro Polifemo, mi scusi se le rispondo con ritardo ma sono in viaggio. Io, sulla base della mia esperienza, posso dirle solo questo.
    Se si riesce a restare sereni l'amore, quello vero, porta verso le scelte migliori e più giuste. Un abbraccio

  • polifemo01 scrive:

    caro Vittorio,
    io sto vivendo quanto scrivi con mio padre, ricoverato senza speranza ed al momento senza sofferenza, con tempo previsto maximo 2 mesi.
    Agiremo ( notare "agiremo") appena il dolore sarà costante ed intollerabile.
    e non siamo tutti non credenti, anzi io sono il solo.....

  • polifemo01 scrive:

    caro Pier vittorio,
    concordo con Lei, ma, se lo sa il papa, la scomunica!!!!

  • A me è successa una cosa semplicissima e dolce. Una persona era come non ci fosse più e dissi a un medico diventato amico che un certa medicina era finita. Gli chiesi se dovevamo continuare a dargliela. Mi disse lasciamo perdere e io lasciai perdere. La persona se ne è andata dopo una settimana e io ho capito che era stata quella pillola a tenerla in vita.
    Dopo un anno ho telefonato al medico e l'ho ringraziato.
    A nome di chi se ne era andato, penso.

  • janko01 scrive:

    Si` polifemo01, l'Italia e` succuba del Vaticano e cio` grazie a due socialisti: Mussolini e Craxi. E meraviglia il primo che si professo` ateo fin dall'infanzia ed abiuro` per il potere, l'ateismo ed il socialismo.
    Il secondo non aveva tante nobili aspirazioni, si accontentava del vile denaro e forse la revisione del Concordato del 1929 gli frutto` qualche prebenda che noi ignoriamo. A quando il ripudio di tutte le sue clausole ed il ripristino col Vaticano degli stessi rapporti che per esempio vantiamo colla Svizzera?

  • polifemo01 scrive:

    certo,
    testamento biologico, senza dubbio ed eventuale disponibiltà al trapianto organi.
    Mi sembrerebbe un atto di civiltà, ma, in questo paese succube della chiesa di Roma, è possibile ?

  • profe01 scrive:

    con suo padre PER LA DECISIONE DI...
    scusatemi

  • profe01 scrive:

    Il testamento biologico di cui si parla, caro Janko, è proprio ciò che tu proponi!
    Polifemo: il medico è l'esperto, e a mio parere deve guidare il paziente o i suoi familiari a fare la scelta più ragionevole. Se il paziente non è più in grado di decidere, è bene che i figli abbiano ben chiaro lo scopo delle eventuali terapie: guarigione o prolungamento dell'agonia? L'amore filiale a volte fa fare scelte egoistiche in questo senso, lo dico per esperienza. Un caro amico a distanza di anni era ancora arrabbiato con suo padre di rifiutare le terapie che, lungi da poterlo guarire da un tumore allo stomaco in metastasi, ne avrebbero allungato l'agonia di qualche mese: preferiva infatti trascorrere il poco tempo che gli restava respirando il profumo del lago che tanto amava e non l'odore di disinfettante di una corsia d'ospedale. Ma se non fosse stato in grado di decidere, sicuramente il figlio gli avrebbe fatto patire quell'indesiderata agonia pur di averlo ancora accanto a sè. Il testamento biologico potrebbe evitare il verificarsi di queste situazioni; in mancanza di esso, possiamo solo appellarci alla pietà dei medici?

  • silvio02 scrive:

    Purtroppo, nella mia vita mi è capitato di assistere per ben due volte a lunghe e lente agonie. In un caso i medici, con notevole tatto, spiegarono ai parenti più stretti che l'unica cosa che potevano fare era di sospendere le terapie (ad eccezione di quella contro il dolore) e di aspettare che il destino facesse il suo cammino.
    Ma in un altro caso non ci furono santi e la persona, ultranovantenne e ormai in stato di totale incoscienza, dovette subire una morte lunga e atroce, soprattutto per i suoi cari.
    Purtroppo non tutti i medici hanno la sensibilità e la preparazione (umana oltre che medica) per saper prendere decisioni in casi estremi. E' proprio per questo che ritengo sia ineludibile una legge, se non sull'eutanasia nel suo insieme, sul testamento biologico almeno.

  • janko01 scrive:

    Io invece credo che il consenso vada ricercato presso il paziente non presso i suoi parenti stretti o presso medici compassionevoli; in fin dei conto giochiamo colla sua vita e pertanto deve essere lui a dichiararsi disposto a rinunciare ad essa, non noi.
    Proporrei che ognuno di noi al raggiungimento dell'eta` matura, non quella dei diciottanni pero`, sottoscrivesse un testamento controfirmato da due o quattro testimoni, in cui ci facesse sapere come ci si debba regolare con lui in caso di vita vegetativa e/o di processi irreversibili che comportino la morte certa. Dico sottoscritto da testimoni e non da notai per evitare spese inutili che ingrassano una categoria sulla carta utile, in pratica inservibile.

  • polifemo01 scrive:

    caro/a profe01,
    i medici non debbono decidere di testa propria.
    Qui non si tratta di essere preparati in medicina, ma di capire la lingua italiana, e quando si dice " sofferenza, ma prolungamento vita limitato oppure una morte serena e senza sofferenze", credo che il concetto sia chiaro e che i parenti stretti possano decidere.
    Guai se un medico si permettesse di abbreviare la vita e le sofferenze a mio padre ultraottantenne senza chiedere il mio consenso.

  • profe01 scrive:

    Ho potuto osservare, purtroppo, alcuni malati terminali nella loro ultima degenza ospedaliera e ho notato che il coinvolgimento dei parenti nelle decisioni relative alle terapie era proporzionale al loro grado di istruzione e preparazione in campo medico. A una nostra cara amica, ricercatrice di laboratorio, fu espressamente chiesto se praticare una colostomia al padre ultraottantenne, affetto da metastasi al fegato e all'intestino; una pratica che avrebbe potuto allungargli la vita di alcuni mesi ma senza alcuna speranza di guarigione. Lei ovviamente negò il suo consenso, pregando i medici di lasciarlo morire in pace. Forse, di fronte a una figlia meno preparata i medici avrebbero deciso autonomamente di non praticare la colostomia, e in questo caso approverei comunque la loro scelta. I figli, infatti, molte volte non si rendono conto che prolungare la vita di un genitore malato terminale significa solo prolungarne la sofferenza.

  • polifemo01 scrive:

    grazie, caro Pier Vittorio
    per avere risolto il mio dubbio.
    Non concordo con la decisione del medico se questa è unilaterale, cioè fatta all' insaputa dei parenti stretti.
    Quando invece venga attuata con consenso e l' approvazione dei parenti + stretti, mi trova completamente favorevole.
    In questo ultimo caso, questa pratica è largamente usata e permette di by passare una legge ed una morale che molti non approvano.

  • fritzfritzfritz scrive:

    “Ma tu pensi che a un medico non capiti mai di sospendere una medicina a una persona sapendo, con assoluta certezza, che quella sua decisione la porterà alla morte?”.

    alla faccia delle migiori delucidazioni!

  • L'amico medico ha usato il termine "costretti". Penso si riferisse alla "costrizione" di dover agire, in assenza di regole, solo in base alla propria coscienza. Comunque penso che la sua interpretazione, nella sostanza, sia corretta.

  • polifemo01 scrive:

    "consenziente", non "consensiente"
    e non è un refuso, ma proprio un errore di concetto, che sono andato a verificare e quindi a correggere.
    pardon

  • polifemo01 scrive:

    credo invece che si debba intendere " che noi da anni pratichiamo l' eutanasia, consensienti i parenti..etc ).
    Se così fosse, posso affermare che questo è successo e succede e credo che sia un bene.

  • polifemo01 scrive:

    "Noi l’eutanasia, o qualcosa di simile, siamo costretti a praticarla da anni, senza regole, usando solo la nostra preparazione e la nostra coscienza”.

    non capisco "siamo costretti". Vuole spiegare meglio, se così fosse, da chi sono costretti?
    Grazie

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