Vendersi
Una istantanea come tante, scattata lungo la strada di una grande città. Una ragazza che si vende mettendosi in mostra.
Probabilmente è minorenne o quasi. Probabilmente viene da un paese dell'Est europeo. Probabilmente è arrivata in Italia con la promessa di un buon lavoro. Probabilmente c'è chi la costringe a prostituirsi con violenze e minacce.
Ma potrebbe anche essere una ragazza maggiorenne. Una donna arrivata sulla strada senza violenze e minacce. Una donna che ha scelto di vendere il proprio corpo per guadagnarsi da vivere.
Ecco, soffermandosi a guardare la foto di una prostituta senza volto, a immaginare la sua vita, le sue aspirazioni e la sua storia si può riuscire a fissare qualche punto fermo nel serrato dibattito su sicurezza e decoro. Partendo, appunto, dalla prostituzione.
Non v'è dubbio che se la nostra ragazza è una minorenne le chiacchiere, come si dice a Roma, stanno a zero. Va tolta dalla strada. Punto e basta.
Se la nostra ragazza è maggiorenne ma è lì a mostrare e vendere se stessa perché costretta il discorso è simile, se non identico. Inutile parlare di zone o aree riservate, di parchi dell'amore. Bisognerebbe solo aiutarla a uscire dalla morsa della costrizione. Difficile, anzi, difficilissimo. Ma è una partita che va giocata con grande energia. Non per il decoro delle città, non per la sicurezza dei cittadini, ma per il bene della nostra ragazza.
Se invece la nostra ragazza è una donna maggiorenne, capace di agire liberamente e che liberamente ha scelto di diventare una "sex worker" si può cominciare a parlare di zone organizzate dove il mestiere possa essere esercitato in tutta sicurezza. Chi vuole potrà andare lì a comprare il proprio quarto d'ora di sesso senza essere criminalizzato. Chi non vuole girerà per le altre strade della città senza vedere corpi nudi e senza rischiare di tamponare le auto dei clienti.