Quando la storia diventa fumetto
Con la storia non si scherza. E' la prima reazione che ho avuto nel leggere della pubblicazione di Una storia della Lombardia a fumetti sovvenzionata dal consiglio regionale lombardo, volume che sarebbe già stato distribuito in molte scuole lombarde e al quale è obbligatoriamente dedicata l'istantanea di oggi.
Il racconto a disegni parte dal 3000 avanti Cristo e arriva ai giorni nostri passando per il risorgimento, quando "alcune manovre e piccoli intrighi, certi eroismi e strani trattati avevano portato la penisola italiana a essere un unico regno", per il Sessantotto e per gli anni Settanta, quando "ai movimenti studenteschi e operai si sostituirono veri e propri atti di terrorismo... come gli attentati di Milano e di Brescia".
Non mette conto confutare queste affermazioni. Non perché non sia diritto di ciascuno leggere la storia come meglio crede. Ma perché, appunto, con la storia non si scherza. Se si vuole esercitare il diritto di ribaltare sentenze giudiziarie o l'interpretazione di grandi eventi storici studiati e ristudiati, si ha il dovere di argomentare, spiegare, provare. Soprattutto prima di far entrare un libro così in una scuola.
Nulla in contrario quindi che venga scritta una storia della Lombardia che piaccia alla Lega. Ma non con frasi e disegni buttati là perché un ragazzino assorba senza pensare. Questo proprio no.