La ruspa ha avuto grande successo a Pontida, al raduno della Lega. Evocata dal segretario Matteo Salvini, stampata sulla maglietta che, insieme agli altri, indossava lui stesso.
Invocare la ruspa contro Renzi, contro i rom, contro tutto quello che secondo i leghisti non va, è sicuramente di grande efficacia. E' un concetto semplice, immediatamente comprensibile. Distruggere per ricostruire quello che vogliamo noi. Più semplice di così.
Ed è per questo, per la sua semplicità, che va combattuto.
Una democrazia come la nostra non va spianata per costruirne un'altra. In mezzo a tutto quello che fa giustamente salire la rabbia degli italiani ci sono imponenti fondamenta e robusti mattoni che consentono di continuare a costruire. Risanando, ristrutturando, aggiustando, non spianando.
Per trovare i robusti mattoni non serve nemmeno andare lontano nel tempo o invocare i padri costituenti. Basta scorrere le cronache di questi giorni e fermarsi a leggere con attenzione quello che è successo, per esempio, a Casal di Principe. Non omicidi o intimidazioni, non retate di boss di camorra. Ma l'apertura di una importante mostra davanti a un uomo coraggioso come Roberto Saviano. Ha detto a Repubblica Federico Cafiero de Raho, il magistrato che iniziò le indagini sui casalesi: "Mi vengono i brividi a leggere di Casal di Principe non per stragi o loschi affari, ma per una mostra, mi ripaga di ogni sacrificio fatto e mi apre il cuore alla speranza, concreta, di un futuro senza ombre".
Ecco, qui, come in tante altre città e palazzi d'Italia, non c'è da spianare, ma c'è da risanare e continuare a mettere mattoni.