Ci sono delle storie che è bene isolare dal fluire quotidiano delle notizie, tirarle su, farle galleggiare a lungo davanti ai nostri occhi per non dimenticarle. Né oggi, né mai.
Una di queste riguarda Giovanni Tizian, il giovane cronista “di provincia”, come si definisce lui stesso, al quale volevano “sparare in bocca” per farlo stare zitto. C’è poco da aggiungere alla cronaca e alle intercettazioni che si possono trovare qui.
Se non ricordare che il padre di Giovanni è stato ucciso a colpi di lupara nel 1989 (qui la sua storia).
E sottolineare le parole di Giovanni: “Con la testa e gli occhi continuerò a raccontare la cruda verità e le ingiustizie di questa Italia fatta a pezzi da interessi e giochi criminali, che più di ogni altra cosa temono le parole e l’informazione”.