Parole sante

Parole sante quelle pronunciate dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a margine dell’incontro con il presidente uscente della commissione Ue, Manuel Barroso.

L’Europa deve parlare in modo più chiaro, documenti e discorsi devono poterli capire tutti, dobbiamo “liberarci tutti da un centro codice cifrato”, ha detto in sostanza il presidente.

Matteo Renzi, nel suo primo discorso da presidente di turno, ha fatto un piccolo passo in questo senso: ha messo da parte elenchi programmatici complessi e ha cercato di essere diretto ed esplicito, di farsi capire da tutti. Ma Napolitano si riferisce a molto altro. Al linguaggio da casta che deve imparare chi ha a che fare con l’Europa. A quei modi di dire, “cifrati” appunto, che dovrebbero essere messi da parte per chiamare ciascuna cosa nel modo più semplice e comprensibile. A documenti che invece di spiegare e creare consenso, creano un fossato tra l’istituzione europea e i suoi cittadini.

Forse può non essere uno degli obiettivi principali del semestre italiano. Ma un qualche segnale, bello forte, in questa direzione potrebbe davvero far capire che l’Europa ha deciso di cambiare, di avvicinarsi di più ai propri cittadini.

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