Le nostre Selma

"Il lavoro non è terminato, la marcia non è ancora finita". Così ha detto il presidente statunitense Barack Obama a Selma, in Alabama, celebrando i 50 anni della marcia per i diritti civili.

Noi, europei e italiani, non abbiamo una nostra Selma da ricordare con tanta intensità. Ma ne abbiamo tante, di Selma, dagli anni Quaranta in poi. Battaglie iniziate e mai terminate, battaglie vinte e poi tradite, battaglie non più combattute. Ciascuno di noi, forse, ha la propria o le proprie Selma. Momenti cruciali che hanno determinato la vita della nostra comunità che oggi, però, ci fanno dire:  "Il lavoro non è terminato, la marcia non è ancora finita". Provo a dire tre delle mie Selma.

La prima ce l'ha lasciata la generazione che è passata attraverso l'ultima guerra mondiale e che ha visto quegli orrori, che ha combattuto per liberarsi. Moltissimi dei valori  per i quali allora si moriva si sono affermati. Ma il "lavoro non è terminato" perché violenza e discriminazioni sono ancora tra noi, i fascismi sono in perenne agguato.

La seconda è la cruenta battaglia per vivere in un mondo senza ladri e sopraffattori, governato da uomini "di servizio" e non "di potere". Sembra pura retorica. Ma negli anni Settanta era questa, in molti pezzi d'Italia, la vera aspirazione. Viveva in più partiti, metteva insieme giovani e meno giovani, dava spinta e coraggio. Tanti scontri sono stati vinti, tanti, troppi, sono stati persi e la battaglia è ancora maledettamente aperta. "Il lavoro non è terminato", proprio no.

La terza battaglia è forse quella iniziata più recentemente, ma terribile. Il suo simbolo è una di quelle barche che cercano di arrivare in Europa da Sud, piene di uomini, donne e bambini che cercano di vivere. Per quelli che ce la fanno, che non restano per sempre in mare, c'è, in Italia, un mondo migliore di quello che avrebbero trovato qualche decennio fa. Ma non è il mondo che dovrebbe essere, quello che molti di noi vorrebbero. Altrimenti non accadrebbe nemmeno quello che è accaduto a Bologna nei giorni scorsi.

"Il lavoro non è terminato", no, proprio non è terminato.

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