“I’m sorry”

BlairLeggendo quello che ha detto alla Cnn l'ex premier britannico Tony Blair si possono provare sentimenti molteplici e contrastanti.

Io, in rapida sequenza, ne ho provati due.

Il primo e' stato di ammirazione. Un leader politico che ammette con tanta chiarezza i propri errori e' davvero cosa rara. Un'onestà intellettuale che disarma per la sua limpidezza e forza. E viene subito da pensare: ce me fossero in giro per il mondo e da noi uomini capaci di simili gesti. Ciascuno di noi, e la stessa storia, ne trarrebbe grande beneficio.

Il secondo e' stato un sentimento di profonda rabbia. Ma come, il leader di uno dei paesi piu' potenti del mondo ammette cosi', candidamente, che i servizi segreti di Sua Maestà hanno fatto cilecca? Dice che, in effetti, le armi di distruzione di massa non c'erano proprio in Iraq. E che quello che sta succedendo adesso, Isis e via dicendo, e' conseguenza diretta di quegli errori ("the 2003 invasion of Iraq was the principle cause of the rise of ISIS").

E no signor Blair, se pensa di essersi lavato la coscienza ammettendo di aver sbagliato incorrerebbe in un altro grave errore. Dalle sue parole ci sono da trarre molti insegnamenti.

Mai accettare in silenzio quello che poteri forti e all'apparenza indiscutibili, sostengono.

Sempre dubitare, sempre andare a vedere, sempre combattere per un mondo più trasparente e più giusto.

Chiedere a gran voce che i tribunali chiamati a giudicare i crimini di guerra non giudichino solo chi le guerre le perde.

E questo in nome delle centinaia e centinaia di migliaia di morti che la guerra voluta da George W. Bush e Tony Blair ha direttamente e indirettamente provocato.

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