Istantanea » Giustizia http://buffa.blogautore.repubblica.it Just another Blogautore.repubblica.it weblog Wed, 11 Jul 2018 15:14:30 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=3.8.27 Delle dimissioni di un ministro http://buffa.blogautore.repubblica.it/2013/11/01/delle-dimissioni-di-un-ministro/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2013/11/01/delle-dimissioni-di-un-ministro/#comments Fri, 01 Nov 2013 21:14:44 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=2054 cancellieri

Il caso Cancellieri, il ministro della Giustizia sospettato di interferenza in un procedimento giudiziario.

Parliamone non per ragionare sulla responsabilità o meno del ministro bensì per dire due parole sul significato e sul valore delle dimissioni di un membro del governo in una democrazia sana.

Dimettersi non vuol dire ammettere di aver sbagliato.

Dimettersi è un dovere che si impone nel momento stesso in cui un fatto incontrovertibile, come è la registrazione di una telefonata, getta un'ombra sulla correttezza dell'operato di un membro del governo. E gli toglie, in questo caso, uno dei requisiti essenziali del buon governo: la sicura imparzialità, l'accertata inflessibilità con se stessi nel trattare allo stesso modo gli amici come gli estranei.

Dimettersi è un esempio per tutti i cittadini, una tutela del valore della cosa pubblica, il massimo gesto di rispetto verso l'incarico di altissima responsabilità che si è chiamati a coprire per servire il proprio paese.

Dimettersi è, infine, un segnale di alta moralità. Chi si dimette può difendersi meglio, al riparo di speculazioni politiche. Potrebbe dimostrare la propria innocenza e buona fede. Potrebbe tornare alla cosa pubblica più forte di prima. Potrebbe dire a se stesso e a tutti: prima ho difeso il mio ufficio, che è molto più importante di me. Poi ho difeso la mia persona.

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Non dire no http://buffa.blogautore.repubblica.it/2011/03/13/non-dire-no/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2011/03/13/non-dire-no/#comments Sun, 13 Mar 2011 15:03:16 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=1006 Non bisogna dire no a scatola chiusa alla riforma della giustizia presentata dal governo. Anche se la tentazione di sottoscrivere la posizione di Massimo D'Alema (prima Berlusconi si dimetta, poi si potrà discutere di giustizia) è molto forte.

Bisogna entrare nel merito, ciascuno di noi e ciascuna parte politica, per dire e dirci se e come dovrebbe cambiare la giustizia secondo noi. (La Bicamerale del 1997 - presieduta da D'Alema - aveva approvato un testo che naufragò insieme a tutto il lavoro della Commissione quando Berlusconi "rovesciò il tavolo" e che per chi è interessato potrebbe costituire un'interessante lettura).

Tre punti su cui discutere.

Giudici e pubblici ministeri. Giusto eliminare l'eccessiva contiguità, giusto differenziare in modo netto le due carriere. Ma il pm non può diventare un funzionario trasferibile che esercita l'azione penale secondo le direttive del Parlamento e, quindi, della maggioranza di governo. Se non si salva questo principio salta la separazione netta tra i poteri e ci si incammina verso una china molto pericolosa. Il punto di equilibrio che venne raggiunto in Bicamerale (articoli 117-128) e sottoscritto, allora, anche da Forza Italia (l'unica relazione di minoranza fu quella di Rifondazione comunista) è un'ottima base di discussione. Anche perché, tra le altre cose, prevedeva che tutti i magistrati, all'inizio della carriera, dovessero essere giudici per tre anni. Questo al fine di acquisire quella che allora veniva chiamata "cultura giurisdizionale", patrimonio indispensabile di chi è chiamato, anche come pubblico ministero, a incidere sulla libertà personale dei cittadini.

Responsabilità personale. Se il giudice, o il pm, commette reati nell'esercizio delle proprie funzioni è già perseguibile. Nel progetto del governo si parla di responsabilità civile dei magistrati al pari degli altri funzionari dello Stato. Facile essere d'accordo: che il giudice paghi come il medico. Ma ciascuno immagini per un momento di essere un giudice che, in base al proprio libero convincimento, deve decidere se una persona è un assassino o no, un ladro o no. Peserebbe o meno sulla formazione del proprio libero convincimento dover pagare di tasca propria? Quanto? Non sarebbe più giusto che gli errori invece che sul patrimonio incidessero solo sulla carriera lasciando allo Stato il compito di ripagare i cittadini vittime di ingiustizie?

Disciplina. Corretto prevedere che non sia l'organo di autogoverno della magistratura, il Csm, a prendere provvedimenti disciplinari nei confronti dei magistrati. L'aveva previsto la Bicamerale, lo prevede in una forma decisamente più accentuata la riforma presentata dal governo.

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Un ministro non deve http://buffa.blogautore.repubblica.it/2010/12/17/un-ministro-non-deve/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2010/12/17/un-ministro-non-deve/#comments Fri, 17 Dec 2010 12:02:36 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=862
Sin dalle prime lezioni di educazione civica delle medie si insegnava che la separazione rigida e rispettosa tra i poteri dello Stato (esecutivo, legislativo e giudiziario) è la base di una sana democrazia.

E' una separazione rispettata in momenti drammatici della vita del nostro paese. Rispettata con sofferenza ma con grande rigore (penso, per esempio, a certe trattative con le Brigate Rosse o alla dignità di Giulio Andreotti nelle aule in cui veniva processato).

Per cui lascia l'amaro in bocca ascoltare un ministro dell'Interno che critica in Parlamento l'operato della magistratura.

Non entro nel merito della questione (giusta o no la scarcerazione). Affermo solo, con grande forza e senza nessun se in mezzo, che un ministro della Repubblica nell'esercizio delle proprie funzioni non deve commentare una decisione della magistratura. In nessun caso. Non deve. Ne va della stabilità di una democrazia.

E' la legge, solo la legge, a indicare all'esecutivo cosa fare se ritiene che un magistrato sia venuto meno ai suoi doveri. Punto

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Indignazione http://buffa.blogautore.repubblica.it/2010/09/27/indignazione/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2010/09/27/indignazione/#comments Mon, 27 Sep 2010 05:49:05 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=758 Pensavo di non riuscire più a indignarmi leggendo di certi discorsi. Invece mi indigno ancora e questo penso sia un bene. Mi riferisco alle parole del parlamentare-avvocato del presidente del Consiglio Niccolò Ghedini. Alla festa del suo partito ha spiegato qual è la riforma della giustizia che gli sta veramente a cuore, quella che porti a un "Berlusconi senza processi". E lo ha sostenuto non a una tavolata di amici con davanti un bel fiasco di vino, ma su un palco e davanti all'attuale ministro della Giustizia che non solo non lo ha fatto arrestare, ma non lo ha contraddetto, anzi è andato lungo la sua stessa strada, pronto come è a realizzare la riforma dettata dall'avvocato del suo presidente del consiglio.

Il problema è che non so chi sappia tramutare l'indignazione mia e di milioni di italiani in forza di governo, per mandare a casa, ma davvero e per sempre, certa gente.

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Il giudizio politico http://buffa.blogautore.repubblica.it/2010/02/17/un-sano-concetto-di-democrazia/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2010/02/17/un-sano-concetto-di-democrazia/#comments Wed, 17 Feb 2010 16:27:30 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=590 Dunque chi ha riso felice la notte del terremoto ha poi davvero lucrato su quella tragedia. Lo spiega bene oggi il quotidiano  Il Centro e lo documentano le intercettazioni pubblicate dallo stesso quotidiano.

Adesso saranno i magistrati ad andare avanti nelle indagini e un giudice dovrà stabilire reati commessi e responsabilità individuali. Questo è quello che stabilisce la legge e la presunzione di innocenza è uno dei cardini di un sistema giudiziario davvero giusto che non va mai dimenticato.

Ma un giudizio politico si può già dare, anzi deve essere già pronunciato. Chi è anche solo sospettato di aver fatto parte di questa cricca deve, per il momento, mettersi da parte spontaneamente o deve essere costretto a farlo dal proprio capo. Invece il capo, Silvio Berlusconi, dà pacche sulle spalle di incoraggiamento e invita a restare perché tutto passerà.

Non servono giudici per stabilire che questo del capo  è un comportamento eticamente censurabile. Lo può stabilire ciascuno di noi:  basta avere dentro di sé un concetto sano di democrazia.

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A me piacerebbe http://buffa.blogautore.repubblica.it/2009/07/13/a-me-piacerebbe/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2009/07/13/a-me-piacerebbe/#comments Mon, 13 Jul 2009 07:32:13 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=402 bianchini

Io non ho motivi di dubitare che Luca Bianchini sia davvero lo stupratore seriale di Roma. Né ho ragioni di carattere politico, visto il suo ruolo nel Partito democratico, per difenderlo.

Però a me piacerebbe che quando un uomo viene arrestato per un qualunque delitto ci si ricordasse in ogni secondo che a stabilire la sua colpevolezza o la sua innocenza sarà un giudice.

A me piacerebbe che tutti noi, a cominciare da noi giornalisti, ci si ricordasse che l'arresto di una persona dopo un'indagine è solo il primo, importante passo, verso il processo.

A me piacerebbe che il rispetto di questi semplici principi non lo si ritenesse assolto utilizzando la parola "presunto" come una foglia di fico.

A me, infine, piacerebbe che tutti si pensasse, anche solo per un attimo, che una persona arrestata potrebbe essere innocente.

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Una domanda banale e sciocca http://buffa.blogautore.repubblica.it/2009/05/21/una-domanda-banale-e-sciocca/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2009/05/21/una-domanda-banale-e-sciocca/#comments Thu, 21 May 2009 08:41:16 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=350 Ieri sera sono capitato su Porta a Porta mentre si discettava, in modo volutamente sconclusionato, di quanto i magistrati ce l'avrebbero con Silvio Berlusconi. Titolo significativo:  "La lunga guerra giudici-Berlusconi"

Ho spento la televisione e spedito un telegramma a un mio amico imprenditore che da tre settimane vive nel carcere di Regina Coeli. E' stato arrestato perché accusato, solo accusato, di corruzione. Io so che è innocente, ma questo non conta.

So invece, e questo conta molto, che ha quasi settant'anni, è malato di cuore e che, per quello che ne so, non c'è più nessun pericolo di inquinare eventuali prove e tantomeno di fuggire.

Quindi mi chiedo: è giusto che il mio amico imprenditore sia in carcere da ventuno notti e ventuno giorni mentre l'imprenditore Silvio Berlusconi (che secondo una sentenza ha corrrotto un avvocato per dire il falso) non ha mai passato nemmeno un minuto in prigione?

E' una domanda banale e sciocca. Però ieri sera, vedendo un brandello di Porta a Porta, mi è venuta davvero spontanea.

PS. Ieri sera mi è venuta spontanea un'altra domanda banale e sciocca. E' giusto pagare il canone Rai per vedere trasmissioni come Porta a Porta?

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