Istantanea » Al Qaeda http://buffa.blogautore.repubblica.it Just another Blogautore.repubblica.it weblog Wed, 11 Jul 2018 15:14:30 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=3.8.27 "Non in mio nome" http://buffa.blogautore.repubblica.it/2015/01/11/non-in-mio-nome/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2015/01/11/non-in-mio-nome/#comments Sun, 11 Jan 2015 09:16:37 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=2390 parma

Di questi giorni terribili e nelle ore in cui tutto il mondo si ritrova a Parigi per marciare contro il terrore c'è una piccola immagine che non dobbiamo dimenticare.
Viene da Parma (quella che pubblico è di Racas ed è tratta dall'edizione di Parma di Repubblica.it) e ritrae un gruppo di musulmani della città sceso in piazza con le bandiere della pace e con cartelli in tutte le lingue: "Non in mio nome, not in my name, pas en mon nom...".

Guardiamoli bene quei volti. Cogliamo il dolore che esprimono, il disagio, la paura. E il messaggio che ci mandano. Un messaggio semplice ma che rischia di essere disperso dalla violenza e dall'odio.

"Il mondo", ci dicono i musulmani di Parma, "non si divide tra musulmani e miscredenti, ma tra chi ama la vita e chi cerca solo la morte".

Lo sapevamo, ma grazie per avercelo ricordato, fatelo sempre.

 

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Ritorno a casa http://buffa.blogautore.repubblica.it/2007/07/09/ritorno-a-casa/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2007/07/09/ritorno-a-casa/#comments Mon, 09 Jul 2007 15:11:54 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/2007/07/09/ritorno-a-casa/ roadhome.jpg

Istantanea di una pagina di giornale. Non di un giornale qualsiasi, è il New York Times. E non di una pagina qualsiasi, è quella in cui è scritto che gli Usa devono lasciare l'Iraq, trovare subito la strada di casa, la "road home".
Sono due i motivi per cui mette conto soffermarsi su questa pagina per qualche minuto e andare oltre la semplice lettura.
Il primo è per la chiara ma forte semplicità delle argomentazioni. Gli Stati Uniti devono lasciare l'Iraq perché è stata un'invasione sbagliata, perché non controllano il territorio, perché la democrazia è ancora lontana, perché non devono più morire americani, perché si è dato spazio e fiato ad Al Qaeda, perché si sono distolte forze dall'Afghanistan dove i terroristi potevano essere combattuti con successo. Considerazioni fatte migliaia di volte in questi anni, in tutto il mondo, e alle quali poco a poco, sono arrivati anche molti che hanno applaudito i marines il giorno della caduta di Bagdad. Oggi, leggerle una dietro l'altra su uno dei giornali più autorevoli del mondo sotto il titolo "Ritorno a casa", non può che dare sollievo. Ma anche procurare rabbia: le ultime statistiche dicono che dal 19 marzo 2003 in Iraq sono morti 70 mila iracheni, 3586 soldati americani, 284 soldati di altri paesi.
Il secondo è per la la forma con la quale il giornale ha preso posizione. Un articolo lungo ma del quale, secondo la migliore tradizione del giornalismo americano, si capisce tutto dalle prime righe, quelle diventate l'oggetto dell'istantanea di oggi. Una lezione di chiarezza sulla quale è bene riflettere qualunque mestiere si faccia. E anche come semplici cittadini che devono pretendere da chi li governa e da chi li informa messaggi netti e, appunto, chiari.

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