Istantanea » Resistenza http://buffa.blogautore.repubblica.it Just another Blogautore.repubblica.it weblog Wed, 11 Jul 2018 15:14:30 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=3.8.27 Il Quirinale e due eroi http://buffa.blogautore.repubblica.it/2017/12/31/il-quirinale-e-la-storia-di-due-eroi/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2017/12/31/il-quirinale-e-la-storia-di-due-eroi/#comments Sun, 31 Dec 2017 16:54:07 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=2679 9788864334349_0_0_300_75L'ultimo post del 2017 lo voglio dedicare a due uomini che non ci sono più, Gianni Mineo e Giuseppe Rosadi. Due uomini giusti e coraggiosi, due partigiani che per salvare la vita a più di 200 ostaggi misero a serio rischio la propria. La loro storia è sintetizzata qui da Santino Gallorini, lo scrittore che l'ha ricostruita in un libro tutto da leggere, Vite in cambio. Non c'è bisogno di aggiungere altro per capire quel che successe in quel giugno del 1944. La determinazione e il coraggio di Mineo e Rosadi fermarono una strage che sarebbe stata tra le più sanguinose di quel terribile anno.

Voglio dedicare questo post a Mineo e Rosadi perché la loro storia è stata portata all'attenzione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella dallo stesso Santino Gallorini che ha chiesto per i due uomini un riconoscimento, un atto dello Stato italiano che sottolineasse il loro eroismo. Il capo dello Stato ha letto, ha scritto di suo pugno a Gallorini, lo ha ringraziato di avergli fatto conoscere la figura del partigiano Mineo e gli ha garantito che si sarebbe occupato della cosa. Da quel biglietto spedito dal Quirinale sono passati due anni, alcuni passi sono stati fatti ma, finora, nulla è successo. Dice Gallorini: "L’incredibile burocrazia italiana non ha permesso al Presidente di mantenere una sua promessa. Tutto è arenato tra Ministero della Difesa e Presidenza del Consiglio". E precisa: "A me e ai familiari dei due partigiani non interessa ottenere una onorificenza al valor militare o al valor civile, l’importante è che la Repubblica Italiana dica ufficialmente 'grazie' a Gianni Mineo e a Giuseppe Rosadi".

Ecco, nel momento in cui sta per iniziare un anno in cui sarà dovere di tutti noi difendere ancora di più il valore della memoria per costruire un solido futuro, mi sembra giusto ricordare questa piccola grande storia. E chiedere al presidente della Repubblica di sottolineare, con il riconoscimento promesso, la sua importanza nel patrimonio di valori della nostra comunità.

Buon 2018.

 

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Un 25 aprile per i bambini http://buffa.blogautore.repubblica.it/2017/04/23/un-25-aprile-per-i-bambini/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2017/04/23/un-25-aprile-per-i-bambini/#comments Sun, 23 Apr 2017 11:06:48 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=2612 Senza titolo-1120630_DSC6928_c_2La mia amica Simona Zinanni, che insegna alle elementari di Cuvio (Varese), mi ha raccontato che qualche giorno fa dei bambini hanno chiesto perché il 25 aprile è festa e si sta a casa. Simona, allora, ha preso l'iniziativa e ha chiesto di poter mettere insieme le due quinte della scuola. "La seconda guerra mondiale", mi ha spiegato, "non rientra nel programma delle elementari, così ho dovuto fare una breve premessa per inquadrare il periodo". Poi ha proiettato sullo schermo il girotondo dei bambini di Sant'Anna di Stazzema (nella foto in alto) e ha letto la storia di uno di quei bambini, la storia di Enio Mancini (nella foto), sopravvissuto alla strage del 12 agosto 1944 grazie  a un giovanissimo soldato tedesco dagli occhi azzurri che non uccise, sparò in aria e fece scappare le donne e i bambini che gli erano stati affidati. "L'ho scelta", mi ha spiegato la mia amica, "perché mi sembrava particolarmente adatta ai bambini perché  non si limita a raccontare la tragedia ma lascia anche un segno positivo sulla speranza di trovare umanità e pietà anche nei nostri nemici".

L'effetto è stato immediato. "Dopo poche righe la classe era come ipnotizzata. Alla fine della lettura è partito un applauso commosso. Credo che questi alunni  abbiano capito perché il 25 aprile è una festa e non lo dimenticheranno tanto facilmente!".

Ecco. Facciamo tutti così, facciamo come Simona. Scegliamo una storia, un evento particolare, una persona, un gesto... E raccontiamolo. Ai bambini che abbiamo intorno, ai giovani, a chiunque pensiamo possa essere utile.

Utile a dare sempre più sostanza a una festa che rischia di perderla e che sta anche diventando una triste occasione in cui si si divide e ci si conta. Utile a creare una memoria della nostra comunità che sia forte e condivisa. Utile a guardare in avanti sapendo bene il sangue e il dolore che sono serviti per arrivare fin qui.

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Le nostre Selma http://buffa.blogautore.repubblica.it/2015/03/08/le-nostre-selma/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2015/03/08/le-nostre-selma/#comments Sun, 08 Mar 2015 14:57:24 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=2404 "Il lavoro non è terminato, la marcia non è ancora finita". Così ha detto il presidente statunitense Barack Obama a Selma, in Alabama, celebrando i 50 anni della marcia per i diritti civili.

Noi, europei e italiani, non abbiamo una nostra Selma da ricordare con tanta intensità. Ma ne abbiamo tante, di Selma, dagli anni Quaranta in poi. Battaglie iniziate e mai terminate, battaglie vinte e poi tradite, battaglie non più combattute. Ciascuno di noi, forse, ha la propria o le proprie Selma. Momenti cruciali che hanno determinato la vita della nostra comunità che oggi, però, ci fanno dire:  "Il lavoro non è terminato, la marcia non è ancora finita". Provo a dire tre delle mie Selma.

La prima ce l'ha lasciata la generazione che è passata attraverso l'ultima guerra mondiale e che ha visto quegli orrori, che ha combattuto per liberarsi. Moltissimi dei valori  per i quali allora si moriva si sono affermati. Ma il "lavoro non è terminato" perché violenza e discriminazioni sono ancora tra noi, i fascismi sono in perenne agguato.

La seconda è la cruenta battaglia per vivere in un mondo senza ladri e sopraffattori, governato da uomini "di servizio" e non "di potere". Sembra pura retorica. Ma negli anni Settanta era questa, in molti pezzi d'Italia, la vera aspirazione. Viveva in più partiti, metteva insieme giovani e meno giovani, dava spinta e coraggio. Tanti scontri sono stati vinti, tanti, troppi, sono stati persi e la battaglia è ancora maledettamente aperta. "Il lavoro non è terminato", proprio no.

La terza battaglia è forse quella iniziata più recentemente, ma terribile. Il suo simbolo è una di quelle barche che cercano di arrivare in Europa da Sud, piene di uomini, donne e bambini che cercano di vivere. Per quelli che ce la fanno, che non restano per sempre in mare, c'è, in Italia, un mondo migliore di quello che avrebbero trovato qualche decennio fa. Ma non è il mondo che dovrebbe essere, quello che molti di noi vorrebbero. Altrimenti non accadrebbe nemmeno quello che è accaduto a Bologna nei giorni scorsi.

"Il lavoro non è terminato", no, proprio non è terminato.

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Filippo Augusto Carbone http://buffa.blogautore.repubblica.it/2015/02/09/filippo-augusto-carbone/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2015/02/09/filippo-augusto-carbone/#comments Mon, 09 Feb 2015 09:36:30 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=2398 carboneLa Gestapo, quando aveva appena diciassette anni, gli aveva piantato un coltello nella lingua per farlo parlare. Ma lui non parlò.

Un cecchino lo colpì a un occhio, il proiettile uscì dalla bocca e nemmeno lui capì come fece a restare vivo.

Per quello che aveva fatto in montagna gli diedero una medaglia d'argento al valor militare. Ma lui la rifiutò dicendo: "Dovete darla a quelli che sono morti, non a me". E ogni 25 aprile andava lassù dove aveva combattuto e aveva visto morire i suoi compagni per portare dei fiori.

Quando finì la guerra andò, con un ammiraglio che era diventato partigiano, in mezzo al mare su una nave da battaglia. Insieme, lui partigiano e l'altro ammiraglio-partigiano, gettarono in acqua una corona di fiori per onorare la memoria del figlio dell'ammiraglio, ufficiale della Regia Marina affondato con il suo sottomarino.

E' anche per tutto questo che non bisogna dimenticare Filippo Augusto Carbone.

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Brividi http://buffa.blogautore.repubblica.it/2011/09/28/brividi/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2011/09/28/brividi/#comments Wed, 28 Sep 2011 15:35:29 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=1275 Ho letto questa notizia, 25 aprile di nuovo nel mirino Il governo: "Aboliamo la festa", e ho pensato si trattasse di uno scherzo o di un refuso. L'ho riletta due volte e, al di là della leggera forzatura del titolo, è evidente che il governo non ha liquidato il parlamentare in questione con un netto "Ma che dici?". Anzi lo ha preso sul serio e ha "raccomandato" la sua proposta.

E' ovvio che non succederà nulla di quello che questo deputato si augura. Ma il solo fatto che venga messa in discussione in modo così formale la data su cui questa Repubblica ha faticosamente e dolorosamente poggiato le proprie fondamenta  a me fa venire i brividi.

Se qualcuno pensa che esagero me lo dica, per favore. E me lo spieghi

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Perché solo adesso? http://buffa.blogautore.repubblica.it/2009/04/27/perche-solo-adesso/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2009/04/27/perche-solo-adesso/#comments Mon, 27 Apr 2009 14:04:14 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/2009/04/27/perche-solo-adesso/ berlusconi-onna_-2.jpg

Sono contento, davvero contento, che sia successo quello è successo e spero con tutto il cuore che il buon vento partito da Onna non si perda per strada. In fondo proprio di questo avevamo discusso nel post precedente.

La forza delle parole e dei gesti del presidente del Consiglio mi ha fatto però venire almeno un paio di dubbi.

Perché adesso, solo adesso, il 25 aprile può diventare una festa di libertà?

Perché adesso, solo adesso, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha deciso di passare un 25 aprile insieme ai partigiani e con un loro fazzoletto al collo?

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La bomba e la pistola http://buffa.blogautore.repubblica.it/2009/04/22/la-bomba-e-la-pistola/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2009/04/22/la-bomba-e-la-pistola/#comments Wed, 22 Apr 2009 13:59:13 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/2009/04/22/la-bomba-e-la-pistola/ partiginai-1.jpg

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Che brutto modo di ricordare il 25 aprile. Chiunque abbia tolto la bomba e la pistola dal tavolo dei partigiani genovesi (se ne è accorto il Giornale) ha compiuto un gesto meschino. La storia non si cambia.

Quella partigiana è stata una guerra combattuta con armi vere, con i suoi morti e i suoi eroi, le sue ingiustizie e le sue violenze. Ed è stata una guerra sulla quale la nostra democrazia ha costruito le proprie fondamenta e anche, in parte, una guerra civile che, come tutte le guerre civili, lascia dietro di sé odi e divisioni.

Che non si sanano cancellando una bomba e una pistola.

Ma solo facendo del 25 aprile una vera festa di tutti noi.

Sarebbe quindi giusto individuare e mettere in condizione di non nuocere alla nostra memoria collettiva chi ha ritoccato quella foto.

E sarebbe anche giusto dare un benvenuto alla festa al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Sperando che non dica più che si fa vedere per non lasciare la piazza alla sinistra ma perché sente la festa anche sua.

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