70 anni dalle stragi nazifasciste. Io ho visto e Pamela Villoresi al Senato. Il video integrale

Giornata storica, il 24 aprile, al Senato della Repubblica. Il presiddente Pietro Grasso ha deciso di celebrare la ricorrenza del 25 aprile con un convegno sulle stragi nazifasciste. Invitando, tra gli altri, Franco Giustolisi (autore dell’Armadio della vergogna) e Pier Vittorio Buffa (autore di Io ho visto) insieme all’attrice Pamela Villoresi che ha recitato una parte dei brani dello spettacolo teatrale tratto da Io ho visto. In sala cinque protagonisti di Io ho visto che hanno seguito l’evento con grande emozione. Ciascuno di loro, soprattutto alla fine dei brani recitati dalla Villoresi che li riguardavano , hanno raccolto lunghi applausi.

C’erano Antonino Ferlito (Castiglione di Sicilia, Catania), Maddalena Gazzetta (Borgo Ticino, Novara), Virginia Macerelli  (Pietransieri, Roccaraso), Emilio Martini (Molinaccio, Arezzo), Fernando Piretti (Marzabotto). Oltre a brani dei loro racconti Pamela Villoresi ha recitato anche  i momenti salienti dei racconti di Cesira Pardini (Sant’Anna di Stazzema) e di Gino Ventura (Vicovaro, Roma).

Ecco il resoconto dell’Adn Kronos

Roma, 24 apr. (Adnkronos) – Nella sala Koch di palazzo Madama il presidente del Senato Pietro Grasso ricorda «il periodo forse più tragico della nostra storia», quello tra «l’autunno del 1943 e la primavera del 1945, durante il quale l’esercito tedesco, in ritirata, faceva terra bruciata sul suo percorso, distruggendo paesi e borghi e commettendo stragi atroci e sanguinarie di civili inermi, per lo più di donne, bambini e anziani». Al convegno dedicato al tema «70 anni dalle stragi nazifasciste» sono presenti Franco Giustolisi e Pier Vittorio Buffa, autori di indagini giornalistiche e di libri sull’argomento, il procuratore militare Marco De Paolis, Pamela Villoresi che ha letto alcune memorie dei sopravvissuti.

«I giorni in cui commemoriamo la liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista -afferma Grasso- sono anche i giorni in cui dobbiamo ricordare e onorare quanti, in quei drammatici mesi, persero la vita a causa della follia umana, dell’insensata barbarie di un regime atroce e totalitario, che aveva smarrito qualsiasi scintilla di umanità, di carità, di ragione. Non possiamo, e non dobbiamo, dimenticare e cancellare nulla: ciascun Paese ha il dovere di coltivare le proprie memorie, di non cancellare le tracce delle sofferenze subite dal proprio popolo».

La seconda carica dello Stato sottolinea che «il ricordo è per me un dovere come Presidente del Senato, ma prima ancora come uomo, come cittadino. È un monito per tutti noi, affinchè l’ignoranza e l’indifferenza non prevalgano e simili orrori non si ripetano mai più, restando ammonimento perenne contro ogni persecuzione e offesa alla dignità umana. Quello della memoria è un dovere nei confronti dei sopravvissuti e dei familiari delle vittime, oltre che un dovere nei confronti delle migliaia di caduti».

Grasso ricorda che «si stima che le vittime civili di quelle stragi siano in numero non inferiore a 15.000. Migliaia furono i comuni colpiti e non voglio in questa occasione citarne alcuno: taluni sono noti a tutti, altri, la maggior parte, non lo sono. In questa giornata voglio che il nostro ricordo e il nostro pensiero siano rivolti a tutti, nessuno deve essere dimenticato».

«A fronte di questa tragedia -ricorda il presidente del Senato- in Germania non venne celebrato alcun processo contro gli atti di violenza commessi in Italia. E quelli che si svolsero in Italia nei primi anni del dopoguerra,  terminati con la condanna all’ergastolo di Walter Reder come responsabile della strage di Monte Sole, ripresero solo nel 1994, dopo il ritrovamento, avvenuto dopo quasi cinquant’anni per motivi mai del tutto chiariti (ma senz’altro vergognosi) del cosiddetto ‘Armadio della vergognà: 695 fascicoli d’inchiesta conservati (o meglio: occultati) presso l’Archivio della Procura generale militare di Roma».

Ciò rese possibile -sottolinea- una nuova stagione processuale che portò alla irrogazione di condanne definitive all’ergastolo. Purtroppo, per svariate ragioni, nessuna delle pene è stata eseguita. »Per saldare, almeno in parte, il nostro debito con le vittime e con i loro familiari è necessario proseguire, con tenacia e determinazione, su questa strada, inchiodare i responsabili alle proprie colpe, siano essi tedeschi o italiani, perchè i crimini contro l’umanità non possono essere né prescritti, né archiviati. Né, tanto meno, dimenticati».

«Devono essere perseguiti -avverte Grasso- non per vendetta, ma per spirito di giustizia, anche decenni dopo che sono stati commessi. I processi servono infatti, oltre che a sanzionare le responsabilità sia penali che civili,  anche a definire meglio la verità storica, a cristallizzarla, attraverso la verità giudiziaria, in documenti e atti che restano a disposizione delle generazioni future.

»Voglio ricordare -rileva Grasso- che il Presidente della Repubblica Federale di Germania, lo scorso anno, in occasione della commemorazione dell’eccidio commesso a Sant’Anna di Stazzema, ha affermato di non dimenticare le responsabilità storiche del proprio Paese. È stato un momento di riconciliazione e di pace. Costruire una memoria condivisa nella nostra storia è indispensabile per realizzare insieme il futuro dell’Europa«.

»Come al termine del conflitto -continua- le parti politiche, pur su posizioni molto distanti tra loro, seppero trovare una sintesi dei diversi interessi attraverso la fase costituente che portò alla redazione della nostra Carta  Costituzionale (basata ampiamente su quei valori di libertà e giustizia che ispirarono la Resistenza e la lotta dei partigiani), anche noi dobbiamo essere oggi in grado di superare la grave crisi politica e sociale che caratterizza questi anni. La memoria di quelle esperienze tragiche -conclude Grasso- deve insegnarci a non rassegnarci all’accettazione di un passato disumano, dandoci la forza e la consapevolezza necessarie ad affrontare le sfide, individuali e collettive, del domani».

 

Franco Giustolisi, nei suoi interventi, ha sottolineato le responsabilità politiche e giudiziarie per i clamorosi ritardi con i quali sono stati celebrati i processi sulle stragi. E come oggi non si faccia nulla per eseguire le decine di sentenze all’ergastolo emesse dai tribunali italiani.

Sono seguiti gli interventi di Catiuscia Marini, presindete della Regione Umbria, in rappresentanza di tutte le Regjoni italiane, del procuratore militare di Roma Marco De Paolis, del presidente emerito della Corte cosituzionale ed ex ministro della Giustizia Giovanni Maria Flick

L’evento è stato trasmesso in diretta dalla tv del Senato. Qui il video integrale.

 

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