La sfida

E’ il 3 gennaio 1925. Il 16 agosto del 1924 il cadavere del deputato socialista Giacomo Matteotti era stato trovato in un bosco vicino Roma. Matteottti era stato rapito davanti casa il 10 giugno.

Benito Mussolini è presidente del Consiglio dei ministri e alla Camera, durante un discorso rimasto famoso e che segnò una svolta nella storia d’Italia, afferma:

L’articolo 47 dello Statuto dice: «La Camera dei deputati ha il diritto di accusare i ministri del Re, e di tradurli dinanzi all’Alta Corte di giustizia ». Domando formalmente se in questa Camera, o fuori di questa Camera, c’è qualcuno che si vuol valere dell’articolo 47. ( Vivissimi prolungati applausi — Moltissimi deputati sorgono in piedi — Grida di Viva Mussolini! Applausi anche dalle tribune)

Ebbene, dichiaro qui, al conspetto di questa Assemblea e al conspetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto. ( Vivissimi e reiterati applausi — Molte voci: Tutti con voi ! Tutti con voi!) Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori -la corda; se il fascismo non è stato che olio di ricino e manganello, e non invece una passione superba della migliore gioventù italiana, a me la colpa ! (Applausi). Se il fascismo è stato un’associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere ! (Vivissimi e prolungati applausi — Molte voci: Tutti con voi !) [dal resoconto della Camera dei deputati che si può leggere qui a partire da pagina 2028] 

Queste frasi di Mussolini mi sono tornate in mente subito dopo aver ascoltato quello che ha detto uno dei due vice presidenti del Consiglio della Repubblica italiana, Matteo Salvini, dopo essere stato mandato a processo dal tribunale dei ministri.

Sono passati un bel po’ di anni. Non ci sono i fucili e le pistole degli anni Venti del secolo scorso, non ci sono gli ex combattenti. Ma allora un presidente del Consiglio sfidò il paese, le opposizioni politiche, i magistrati, la giustizia. E sappiamo com’è andata. Oggi leggiamo e ascoltiamo questo:

“Ho appena ricevuto gli atti del Tribunale di Catania. Torno a essere indagato per sequestro aggravato di persone e di minori. Io non cambio di un centimetro la mia posizione, se sono stato sequestratore una volta, ritenetemi sequestratore anche per i mesi a venire. Rischio dai 3 ai 15 anni di carcere, ma adesso la palla passa al Senato, saranno i senatori a decidere se sono colpevole o innocente”

Non traggo conclusioni. Dico solo che quando un uomo che governa il mio paese sfida la giustizia mi preoccupo. E molto.

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