Istantanea » Ilario Canacci http://buffa.blogautore.repubblica.it Just another Blogautore.repubblica.it weblog Wed, 11 Jul 2018 15:14:30 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=3.8.27 La carezza di Anna Maria http://buffa.blogautore.repubblica.it/2007/06/20/la-carezza-di-anna-maria/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2007/06/20/la-carezza-di-anna-maria/#comments Wed, 20 Jun 2007 14:43:46 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/2007/06/20/la-carezza-di-anna-maria/ priebke-2.jpg

Ecco un'istantanea sulla quale fermarsi davvero a riflettere. A sinistra l'ex capitano delle SS Erich Priebke condannato per l'eccidio delle Fosse Ardeatine. A destra Anna Maria Canacci, sorella di Ilario Canacci, una delle 335 vittime delle Ardeatine. La donna è diventata la migliore amica di Priebke e il loro rapporto viene ben raccontato in un lungo articolo di Giacomo Galeazzi sulla Stampa (da cui è anche tratta la fotografia che mi sono permesso di riprodurre qua sopra). "Era obbligato a obbedire", dice Anna Maria, "ma dentro è molto dolce". E di sé: "Sono scesa nell'abisso per dimostrare che dall'odio nasce il male mentre il perdono crea la riconciliazione".
Una foto e un articolo che sono un pugno o una carezza, a seconda di come si vogliano leggere le parole di Anna Maria.
Per me sono una carezza.
Anche se ho sostenuto e sostengo che Priebke deve scontare la pena sino in fondo. Anche se sono tra coloro che ritengono non sia inutile celebrare anche a decine di anni di distanza i processi contro i nazisti colpevoli di stragi.
Anche se quando mi trovo, come sabato scorso, su una piazza come quella di Leonessa mi guardo in giro cercando un segno della barbarie passata di lì.
Certo, ho osservato a lungo la bambola regalata dalla sorella di una vittima delle Ardeatine a un boia delle Ardeatine. Ho avvertito anche un piccolo brivido lungo la schiena, come un senso di orrore e smarrimento. Ma poi, soffermandomi sugli occhi di Anna Maria, ha prevalso un sentimento di grande rispetto nei suoi confronti. Chi è capace di una cosa del genere, mi sono detto, deve aver raggiunto dentro di sé una grande pace e un grande equilibrio. E così ho lasciato che la sua carezza mi raggiungesse.
Una carezza dolce, che sa di buona mamma o di nonna paziente. Una carezza, dunque, non necessariamente giusta e imparziale, ma capace di trasmettere, anche per un solo momento, un senso di sollievo.

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