Istantanea » Clemente Mastella http://buffa.blogautore.repubblica.it Just another Blogautore.repubblica.it weblog Wed, 11 Jul 2018 15:14:30 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=3.8.27 Gaza, Prodi e il raggio di luce http://buffa.blogautore.repubblica.it/2008/01/23/prodi-e-la-luce-di-gaza/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2008/01/23/prodi-e-la-luce-di-gaza/#comments Wed, 23 Jan 2008 18:53:14 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/2008/01/23/prodi-e-la-luce-di-gaza/ gaza2.jpg

Un muro, quello di Gaza, fatto saltare per fame e disperazione. Un popolo, quello palestinese, che cerca cibo e medicine. Gli eserciti che lasciano scorrere il fiume umano senza imbracciare le armi.

E' un'istantanea, quella diffusa dalla Reuters, che ha squarciato con un raggio di luce una giornata, quella del 23 gennaio 2008, assai buia per il nostro paese.

Mentre sto scrivendo questo post ancora non si sa se Romano Prodi si dimetterà o meno.

Ancora non si sa se Clemente Mastella starà al centro o a a destra, o chissà dove.

Ancora non si sa cosa ci riserva Umberto Bossi.

Ancora non si sa se e quando andremo a votare e se ci toccherà il Porcellum, il Vassallum o il Bianco.

Per questo mi sono crogiolato al raggio di luce di Gaza. Perché oggi, come da molti giorni, da casa nostra non ne arrivano. E, temo, non ne arriveranno per molto tempo.

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Piancone, la Gozzini e Mastella http://buffa.blogautore.repubblica.it/2007/10/04/piancone-la-gozzini-e-mastella/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2007/10/04/piancone-la-gozzini-e-mastella/#comments Wed, 03 Oct 2007 23:08:49 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/2007/10/04/piancone-la-gozzini-e-mastella/ piancone.jpg

Istantanea per Cristoforo Piancone, ex brigatista, ergastolano pluriomicida, mai pentito, mai dissociato, detenuto in semilibertà arrestato a Siena dopo una rapina che poteva finire con il morto. Polemiche durissime, giudici sotto accusa. Sotto accusa anche la legge Gozzini, quella che, nel 1986, introdusse istituti come i permessi, la semilibertà e l'ammissione al lavoro esterno, in sostanza la possibilità per detenuti con "buona condotta" di uscire dal carcere durante l'espiazione della pena.

Un giorno di tanti fa un detenuto di Porto Azzurro partecipò, in permesso, a un convegno sulla legge Gozzini appena approvata. Andò al microfono per dire che lui era l'esempio vivente di come il carcere possa cambiare una persona. Ad ascoltarlo c'erano tutti, dall'allora direttore delle carceri Nicolò Amato a magistrati e studiosi. Lo consideravano un detenuto modello e io lo conobbi nella redazione della Grande Promessa, il giornale di Porto Azzurro. Era lì, insieme ad altri detenuti, a fare il giornale, a discutere di titoli e articoli. Poi una telecamera filma due rapinatori in azione in una banca, uno di questi è il detenuto modello di Porto Azzurro, quel giorno in permesso premio. Aveva ingannato tutti, era stato ed era un rapinatore.
Terroristi. Ne ho conosciuti tanti. Stavano in carcere e ora sono liberi. Quasi tutti sono passati per i permessi, il lavoro esterno e la semilibertà. Quasi tutti non sono più tornati, come si dice, a "delinquere".
Casi opposti, vicende umane profondamente differenti che è bene ricordare per non cadere in generalizzazioni e giudizi affrettati.

Sono due i giudizi affrettati ascoltati e letti in questi giorni.

Il primo è quello più semplice e immediato: "Allarme allarme, i delinquenti devono restare in carcere, la sicurezza è in pericolo, chi è in galera ci deve restare". Lo si potrebbe confutare con statistiche e ragionamenti ma è sufficiente rilevare il suo contenuto generico e qualunquista.

Il secondo è quello politico del ministro della Giustizia Clemente Mastella che si dichiara disposto a ragionare sulla revisione della legge Gozzini. Nessuna legge è intoccabile. Ma metterla in discussione dopo un fatto di cronaca che ha colpito particolarmente l'opinione pubblica è operazione che sa di populismo. La legge Gozzini, tanto per precisare, è la legge che ha radicalmente modificato il rapporto del detenuto condannato con il carcere. Ha creato speranze e aspettative. Ha dato una prospettiva di vita al condannato e quindi assecondato il principio costituzionale secondo il quale le pene "devono tendere alla rieducazione del condannato". E' questo in discussione? Il principio che la pena deve "rieducare"? Se è così il ministro della Giustizia ha il dovere di dirlo chiaramente. Altrimenti, proprio davanti a un fatto di cronaca di questa portata, ha un altro dovere, quello di ribadire il valore di quei principi e limitarsi a verificare che le leggi siano state correttamente applicate. Poi, quando l'emozione si sarà sopita, si potrà tornare a esaminare una legge approvata vent'anni fa e che, come tutte le leggi, può aver bisogno di essere adeguata ai tempi senza che i principi che l'hanno ispirata siano intaccati. Ma a sangue freddo, non con il sangue caldo della polemica e della politica del giorno per giorno.

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